Lezione di Trasfigurazione A.S.2022/2023Ammessi solo studenti fino al 3° anno

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    Il terzo principio della dinamica di Newton dice: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria ed era quello che era accaduto a Kai. Aveva reagito in maniera istintiva, guidato dalla frustrazione che il suo insuccesso aveva causato in lui e il suo comportamento non era passato inosservato. Ovviamente. La professoressa, come il resto della classe, aveva assistito al suo sfogo personale e con il senno di poi avrebbe potuto anche evitare di comportarsi in quel modo. Non ce n'era bisogno specialmente per uno come lui che non voleva mostrare le proprie debolezze in giro, ecco come possiamo definire quel gesto: un segno di debolezza. Kai poteva anche essere uno stronzo, un ragazzo da cui stare alla larga perché aveva una lista infinita di problemi da risolvere ma altro non era che un adolescente incompreso, soffocato dalle sue debolezze e dalla sua situazione familiare che lo aveva sempre spinto ad essere ciò che non era ovvero perfetto. Non era mai riuscito a soddisfare il desiderio dei suoi genitori di avere la progenie più intelligente del quartiere e questo li aveva creato numerosi disagi che si erano accumulati con il tempo e che ancora adesso gli davano numerosi problemi. A volte sentiva il bisogno di essere salvato da qualcuno, a volte voleva semplicemente spogliarsi delle sue maschere e mostrarsi per una volta per ciò che era realmente senza avere il timore di essere giudicato o essere preso in giro per ciò che era. Voleva essere se stesso e vivere una vita normale, semplice, magari con un po' di serenità, quella che non aveva mai assaporato perché sempre alle prese con diverse problematiche che al momento non vedevano l'ombra di nessuna soluzione. Guardò la professoressa negli occhi senza distogliere lo sguardo da lei nemmeno quando iniziò a riservargli una di quelle ramanzine che di solito si riservano ai rassegnati, a quelli che non avranno nessuna possibilità nella vita e perciò si cerca di dargli un contentino al quale potersi aggrappare per credere che un giorno le cose miglioreranno. E no, lui non avrebbe abboccato a queste idiozie, a queste fiabe da quattro soldi. Perché alcuni adulti pensavano che il miglior modo per tenere contento un ragazzo era prenderlo in giro con degli stupidi discorsi incoraggiatori? Non servivano a niente, ecco cosa pensava il giovane Parker di tutto quel parlare a vanvera. Lui non era un moccioso e non voleva essere come tale, era un ragazzo che non conosceva ancora il suo reale potenziale ma non per questo aveva bisogno della pietà di qualcuno. Ed era ciò che avrebbe voluto dire all'insegnate ma il suo buon senso, l'unica particella ancora presente nel serpeverde, ogni tanto si risvegliava e lo preservava dal mettersi in mezzo ad altri casini. Non ricapiterà di nuovo, signorina Huxley. Disse con un mezzo sorriso a tagliargli la faccia. Ma poi lei che ne sapeva di ciò che albergava nella testa di un ragazzo come Kai? Le chiedo di non pensare a se stesso in questa maniera., certo come se fossi così facile. Come poteva dire una cosa del genere quando non conosceva nè lui, nè la sua storia, nè tutti i suoi precedenti? Cosa pensava che bastavano delle lezioni per conoscere tutti i particolari più insidiosi degli studenti? O che un esercizio bastava per comprendere la complessità della sua personalità? No, tutte quelle cose rappresentavano soltanto l'un per cento di tutto ciò che riguardava uno studente. Tutto ciò che seguì dopo, Kai fece finta di non ascoltarlo. Si isolò nelle sue pareti mentali come spesso faceva quando aveva bisogno di riordinare i suoi pensieri e il suo stato d'animo, iniziando a pensare agli tutti gli ultimi avvenimenti. Kai era un ragazzo taciturno e come spesso accade per le persone con questo tratto caratteriale, pensava troppo e interiorizzava ogni cosa. E queste due cose potevano essere dei difetti se non si imparavano a gestire correttamente. Pensare, meditare troppo sull'andatura delle cose era dannoso per la persona se contribuiva ad aumentare le ansie e le paranoie che spesso questo modo di fare causava. Buon per te, dolcezza. Un mezzo ghigno a decorare la sua frase che con estrema ironia aveva rifilato alla grifondoro con la quale doveva svolgere l'esercizio. L'averlo messo in squadra con una ragazza che come lui aveva fallito nell'esercizio precedente, era un modo come un altro per non far perdere d'animo gli studenti? Oppure la prof voleva vedere quale tra i due studenti meno abbienti, era il meno peggio? Scosse la testa come a voler lasciar perdere quegli stupidi pensieri e si dedicò completamente all'esercizio che con suo enorme piacere, non andò poi così male. I due produssero renne perfette e ciò portò la professoressa ad applaudire con una contentezza quasi infantile. Kai cercò di contenersi nell'esprimere il suo disappunto per quella reazione che non era abituato a vedere negli insegnanti che di solito ci tenevano a mantenere vivo questo distacco insegnante-alunno. Non che la professoressa Huxley non lo facessa ma diciamo che era meno impostata degli altri o almeno questa era l'impressione che aveva fatto a Kai. Dopo l'esercizio andò a sedersi insieme a Kynthia, come aveva suggerito la professoressa e ascoltò quello che avrebbero dovuto fare di lì a poco. Da quello che aveva capito dovevano scrivere una tesina comparativa finale, scrivendo un solo testo per ogni coppia: dove avrebbero dovuto parlare delle prove individuale e di quella in cui si erano sfidati. Kai non era un granché nei compiti scritti, preferiva di gran lunga gli esercizi pratici anche se non eccelleva nemmeno in quelli. Appurato ciò che avrebbero dovuto fare, non restava altro che collaborare con la sua sfidante. Collaborare, una parola che per il serpeverde non aveva nessuna valenza nella sua vita. Io inizio a buttare giù qualche cosa, fermami se leggi qualcosa che non ti va bene o che è scorretta. Non sono proprio portato per questo genere di cose. Mettere le mani davanti, poteva aiutare in qualche modo. Portò la penna alle labbra, mordicchiando la parte superiore prima di iniziare a scrivere:

    Kai Parker (serpeverde) in coppia con Kynthia Lloyd

    Per quanto mi piaccia questa materia e la trovi stimolante sotto tutti i punti di vista, in questa lezione ho potuto notare che ciò non basta per avere successo con i vari esercizi. Il primo esercizio, quello con l'aiuto della sfera, mi ha messo a dura prova e non solo perché era la prima volta che mi interfacciavo con quell'incantesimo. Per me è stato difficile cercare di disegnare nella mia mente la figura dell'animale in cui avrei poi dovuto trasformare la sfera, non perché non avessi idea di che aspetto avesse ma perché non ho molta familiarità con gli animali e quindi non avendo una figura fissa da usare come modello non sono riuscito ad eseguire al meglio l'esercizio. In più, in questo periodo, il mio livello di concentrazione non è molto alto e mi è difficile concentrarmi su qualsiasi cosa. L'insieme di queste due cose ha generato un successo parziale, quindi la mia sfera ha assunto una figura pinguinoide ma restando di cristallo. Con mio grande piacere, il risultato del secondo esercizio non è stato il medesimo. Ero sicuramente più concentrato e puntavo ad ottenere un risultato nettamente migliore rispetto a quello precedente ma una similitudine c'è stata nell'esatto momento in cui dovevo immaginare nella mia mente la figura della renna per poi trasferirla sull'oggetto da trasfigurare. La competizione tra le renne mi ha spinto a fare qualcosina in più sia per non far perdere la mia squadra ma anche per non fare la figura di quello che perde contro una ragazza che, per quanto mi riguarda, si è dimostrata una degna avversaria. Entrambi, in questa lezione, abbiamo ottenuto pressoché gli stessi risultati in entrambi gli esercizi e questo mi ha fatto sentire meno solo e vedendo anche come ha reagito lei dopo il precedente insuccesso, mi ha fatto capire che non bisogna mollare dopo il primo insuccesso.


    Leggendo l'ultima parte credette di poter fare bella figura con la prof e che magari se la sarebbe portata dalla sua parte, magari ricontrattando la sua decisione sui punti. Che dici? Le domandò girando il foglio nella sua direzione, sperando che riuscisse a leggere la sua scrittura. Cosa vuoi aggiungere?


    Kai Parker, III anno, Serpeverde.
    In coppia con Kynthia.

    Interagito con la prof e poi con Kynthia con la quale ha collaborato per scrivere una tesina sulla lezione svolta.
     
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    Alexis Pierce

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    Nonostante l'umore nero che mi aveva accompagnata fino alla lezione di Trasfigurazione, dovevo ammettere che la lezione e i risultati che avevo ottenuto mi avevano fatto tornare il buonumore, anzi, sbilanciandomi avrei persino potuto dire che mi avevano svoltato la giornata. La prima a complimentarsi della buona riuscita del mio incantesimo era stata la professoressa che, ignorando il colore del manto del pinguino, lo aveva definito "un risultato di cui essere fiera". Poi, il Wan era accorso, piazzandosi sulle mie gambe per propormi spacci illegali di creaturine rosa e per invitarmi in una società segreta o qualcosa di simile che avrei capito in un secondo momento, visto che non appena la lezione riprese lui fu costretto a tornare al suo posto per l'ennesimo esercizio. Senza contare che il mio pinguino attirò le attenzioni di Carrie, la quale mi fece recapitare un bigliettino sul banco al quale risposi con un sorriso. Dal canto mio, dovevo ammettere che - malgrado un primo momento di sconforto dovuto al fatto che speravo in una completa riuscita dell'incantesimo - ero felice di aver prodotto un animaletto unico nel suo genere. Quasi mi dispiacque vederlo sparire sotto il tocco preciso della professoressa.
    Quel giorno, comunque, pareva che gli animi della maggior parte degli studenti fossero piuttosto agitati. Assistemmo tutti alle battute infelici di un Serpeverde che aveva deciso di prendere di mira una Tassorosso - un cliché davvero originale - mentre un altro figlio di Salazar lanciò la bacchetta, probabilmente deluso dall'esito dei suoi incantesimi. La professoressa Huxley ebbe, in entrambi i casi, una reazione ferma e il mio senso di giustizia interiore ne fu più che soddisfatto nel sentirla condannare i comportamenti di entrambi. A pensarci bene, erano i Serpeverde ad avere qualcosa che non andava, quel giorno... non che di solito fossero meno molesti, o spocchiosi, ma quel giorno si stavano impegnando tutti particolarmente. Gli unici che si salvavano, a mio parere, erano proprio Rain e Mike che - fatta eccezione per i colori che indossavano - riuscivano a non farmi venire l'orticaria.
    Quando ci furono assegnati gli ultimi esercizi, mi posizionai anche io in fila indiana insieme al mio gruppo e cercai di ripetere mentalmente la formula che avrei dovuto pronunciare e mimai il movimento che avrei dovuto fare col polso per trasfigurare il blocco di legno in una renna. Nel mentre, osservai lo svolgimento dell'esercizio da parte dei miei compagni. Il primo fra tutti, Jaemin, fu piuttosto originale e la sua renna dotata di ruote provocò la risata di molti, me compresa. Applaudii, invece, quando la renna perfetta di Rain acchiappò i suoi frutti rossi, ruminando vittoriosa finché non fu ri-trasfigurata in un masso. Osservai quindi tutti i miei compagni susseguirsi, a coppie, nell'esecuzione del compito affidatoci dalla Huxley, finché non fu il mio turno. Fui più sicura e decisa nel lanciare l'incantesimo e la concentrazione probabilmente giocò a mio favore perché fui l'unica a riuscire nell'incantesimo e, di conseguenza, l'unica vincitrice. Sorrisi soddisfatta e avrei voluto persino esultare, ma il fatto che due studenti, tra cui il mio avversario, impallidirono improvvisamente mi distrasse al punto che mi limitai a tornare al posto designatomi dalla professoressa. Ironico che scelse proprio Carrie come mia compagna di esercizio.
    «I baffi sono stati un tocco di classe.» bisbigliai alla Marshall, prendendo posto affianco a lei. «Avrei voluto essere tra i primini per farmi una bella scorpacciata di ciocorane.» Non ero sicura che il sapore finale sarebbe stato quello del cioccolato, essendo - le rane - il risultato della trasfigurazione dei bastoncini di zucchero in altro. «E invece sarò costretta a scrivere una relazione insieme a te.» sospirai in direzione di Carrie, prima di scoppiare a ridere. «Mi farò perdonare con una bella scatola di ciocorane.» la punzecchiai ancora, cercando di immaginare che altri cibi avrei potuto trasformare in quello che sarebbe stato il mio personalissimo regalo di natale per la mia cara compagna di dormitorio. Tra una chiacchiera e l'altra, comunque, intinsi la piuma nel calamaio e cominciai a scrivere la mia parte di relazione.

    Relazione finale: Alexis Pierce, III anno, Grifondoro
    A seguito del breve ripasso degli argomenti trattati nelle precedenti lezioni, ci siamo concentrati sull'argomento del giorno, ossia la trasfigurazione da oggetto ad animale. Questo tipo di trasfigurazione differisce dalla animale-oggetto principalmente per la difficoltà. Infatti, se nel secondo caso citato la difficoltà sta nel fatto che è necessario superare l'istinto di sopravvivenza dell'animale (forzandolo quindi a restare inanimato), nel primo caso la problematicità è rappresentata dal fatto che non basta concentrarsi sull'aspetto dell'animale in cui si vuole trasfigurare l'oggetto, ma anche - e soprattutto - sulla complessità dei suoi apparati e organi interni (più precisamente cuore, circolazione sanguigna e apparato respiratorio). In sostanza, è importante riuscire a concentrarsi sugli aspetti che rendono l'essere vivente, appunto, vivente e non solo sull'aspetto esteriore dell'animale. Inoltre, è fondamentale dotarsi di ottima concentrazione e aver appreso quantomeno le basi dell'anatomia per riuscire in questa impresa.
    Per concludere, ritengo che l'elemento chiave della Trasfigurazione sia la concentrazione, ma altrettanto importante è non dimenticare di tenere conto delle altre variabili che concorrono alla buona riuscita di un incanto trasfiguratorio, ossia: la forza vitale dell'animale che si vuole trasfigurare, il peso corporeo dell'animale in cui si vuole trasfigurare qualcosa e, in ultimo (ma non per importanza), è inevitabile che l'ambiente in cui ci si trova influenzi la buona riuscita della trasformazione, così come altre variabili quali il nostro stato d'animo o - credo - la portata della trasformazione e l'energia magica che richiede (ho trovato più semplice trasformare la sfera di cristallo in un pinguino, piuttosto che il blocco di legno in una renna).


    Misi un punto al mio breve elaborato e lo passai a Carrie, indicandole lo spazio vuoto che avevo lasciato nella prima parte della pergamena. «Ti basta lo spazio?» le domandai, colpevole, dopo essermi resa conto di quante informazioni avevo inserito. «Se devi scrivere di più posso darti una delle mie pergamene pulite.» mi scusai, infilando una mano nella mia tracolla. Quando cominciavo a scrivere, era davvero complicato fermarmi...

    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro.

    - Citati Jaemin, Harry, Kai, Rain e Mike;
    - Interagito con Carrie;
    - Svolto l'elaborato.
     
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    La ciocorana di Astrid non era venuta poi tanto male, ma la Serpeverde non poté fare a meno di farsi sfuggire un'espressione molto delusa. Non era perfetta, e lei voleva che lo fosse. Gli errori e il fatto che non fosse capace la innervosivano e se la professoressa non avrebbe smesso di passarle accanto ogni cinque minuti, commentando la mediocrità con cui Astrid stava eseguendo quell'incantesimo, avrebbe trasformato volentieri la donna in una ciocorana. Si limitò ancora una volta a regalare alla donna un sorriso falso e con espressione delusa continuò a fissare quella ciocorana, che di aspetto era perfetta ma tanto lenta nei movimenti. Il che le faceva venir voglia di farla scoppiare con un bombarda come sorta di sfogo per la solita rabbia incontrollata che Astrid covava dentro di sé, ma in un modo o nell'altro la ragazzina doveva cercare di trattenersi.
    Si accasciò su una delle sedie riponendo la sua bacchetta nelle tasche della divisa, aspettando pazzientemente che i ragazzi del secondo e terzo anno terminassero i loro esercizi. Avrebbe commentato volentieri il loro operato, se non avesse fatto schifo pure lei.
    Per fortuna quella lezione stava per volgere al termine. Astrid non vedeva davvero l'ora di tornarsene in stanza e dimenticare la lezione. Si sarebbe sicuramente esercitata al di fuori di quell'aula per fare in modo che quell'incantesimo le riuscisse. Per quanto lo trovasse inutile lei doveva saper fare tutto. Doveva riuscirle qualsiasi cosa. Se non riusciva a controllare incantesimi così semplici, come poteva controllare quelli più complicati?! Non aveva neanche alcuna idea di cosa avrebbe scritto su quella relazione. La sua delusione?! Ammettere di essere delusa non era nel suo stile. Tuttavia, davanti aveva le prove di come le era andata, doveva in qualche modo descrivere il suo esercizio dicendo la verità, ma con un pizzico di positività in più, anche se ora le sue energie erano cariche di amarezza e delusione.


    Astrid Hansen, primo anno, Serpeverde.
    Il mio esercizio non è riuscito esattamente come io speravo. Nella prima parte il mio cioccolato non era perfetto. Eppure mentre lanciavo l'incantesimo avevo ben chiaro nella mia mente la forma del cioccolato che il mio bastoncino avrebbe assunto. Avevo nella mia mente l'immagine di un bastoncino di cioccolato perfetto. Ma a quanto pare immaginarlo non è stato abbastanza perché il risultato è stato mediocre. Probabilmente ero poco concentrata.
    Nella seconda parte è andata decisamente meglio. La mia ciocorana era esteriormente "perfetta" peccato che i suoi movimenti fossero lenti e quindi non del tutto perfetta come speravo.
    Ho capito che dovrei lavorare forse un po' di più sulle mie emozioni. Forse mi concentravo poco sull'incantesimo stesso e più sulla riuscita. Ho compreso che è una materia non semplice da padroneggiare, ma con pazienza e concentrazione si possono raggiungere buoni risultati.



    Non sapeva davvero cos'altro aggiungere. Mise quindi un punto, sia alla relazione e sia alla lezione. Consegnò il suo foglio di pergamena e a fine lezione se ne tornò finalmente nel suo dormitorio.

    Astrid Hansen, primo anno, Serpeverde.
    Si é limitata a scrivere la sua relazione senza interagire con nessuno.
     
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    Harry Barnes

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    17 anni - III anno
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    Con un’alzata di sopracciglia, Harry ammirò soddisfatto il risultato del proprio incantesimo; la bestiaccia era decisamente come se l’era immaginata: alta, snella, pelo lucido e corna imponenti.
    Il tutto gli ricordò le gare di cavalli a cui partecipava col padre quand’era piccolo: amava scommettere, e si dia il caso fosse anche abbastanza fortunato, di solito. Con suo grande orrore, tuttavia, la renna della Rosier sembrava altrettanto bella e sana, e ciò significava una sfida su armi completamente alla pari. Praticamente un 50% e 50%, dove avrebbe vinto, probabilmente, la renna più affamata.
    E la sua non sembrava esserlo troppo.
    – Muoviti, inutile bestia! Che diamine stai guardando?! – Harry afferrò di colpito la recensione con entrambe le mani, facendola traballare, inveendo con rabbia contro l’animale, intento ad annusare l’aria col naso all’insù, preso da chissà quale dettaglio nell’ambiente circostante. Forse, pensò, l’aveva immaginata talmente in salute da avere anche lo stomaco pieno. O più probabilmente gli era uscita fuori una renna dannatamente rincoglionita.
    – Gesù cristo… – imprecò, mollando la recensione con grande delusione, vedendo la renna della Rosier, ormai giunta al blocco di legno, masticare vigorosamente le sue bacche.
    Harry avrebbe voluto schiantare quella sua stupida creatura, bella quanto completamente inutile. Energie sprecate. Totalmente.
    Harry si infilò rabbiosamente una mano in mezzo alla chioma selvaggia, scarmigliandola con enorme disappunto. Dopodiché finse un sorriso di circostanza, stringendo nuovamente la mano della moretta. – Questa volta sei stata fortunata. – era tutto ciò che poteva concederle. Le strinse la mano per una manciata di secondi decisamente superflua, fissando intensamente i suoi occhi castani in quelli neri pece di lei. Uno sguardo che voleva dire “mi prenderò la mia rivincita, stanne certa”. Harry, infatti, accettava malamente ogni genere di sconfitta. Anzi: non l’accettava proprio.
    – La ringrazio, professoressa. Ha proprio ragione. – Harry si costrinse ad annuire come contentino, ingoiando ogni offesa che avrebbe voluto arrecare a lei e a quella stupida lezione all’insegna del suo fallimento personale.
    I banchi al centro dell’aula tornarono alla loro posizione originale con un paio di movimenti aggraziati della professoressa, che nel mentre veniva incenerita dallo sguardo del Barnes. Le maledizioni che le stava lanciando mentalmente l’avrebbero quantomeno costretta in bagno per una buona oretta di dolore.
    Harry fece per tornare al proprio, solitario banco, le mani in tasca, ma il suo piede destro si fermò nell’atto di avanzare per cambiare direzione a seguito dell’ennesimo comando della professoressa. Il serpeverde avanzò quindi verso il manco della moretta, passando di proposito accanto a quello del cugino solo per estrarre la bacchetta di nascosto e lanciargli, a bassa voce, uno schiantassimo sul sedere, che lo avrebbe di certo fatto saltare in aria come un bombarda con suo grande piacere.
    Facendo finta di niente, tirò fuori la sedia designata e piombò davanti alla Rosier, un sorrisetto malizioso a solleticargli le fossette.
    – Siamo di nuovo insieme, eh – Harry le sfiorò una coscia nel mettersi seduto, sollevando, nell’atto, il lembo della sua gonna. – Oh, perdonami – rimuovette la larga mano di scatto, fingendo fosse stato un semplice incidente, quando concedergli quel tocco, a suo parere, era quantomeno il minimo. – Sei stata davvero brava, prima. Potevo perdere solo con una Corvonero. – le sorrideva garbatamente, suonando perfettamente sincero, quando il suo intento era solamente quello di farla sentire speciale, di ingraziarsela. – Tuttavia… sai… dovresti farti perdonare del modo imbarazzante in cui mi hai schiacciato. Accetto appuntamenti. – butto lì con non chalance, un occhiolino d’intesa, prima di intingere la sua piuma nel calamaio, grattarsi il dorso del naso con la punta della piuma e iniziare a stendere il suo resoconto.
    “Con mio grande rammarico, il primo esercizio è stato un disastro. Il mio sbaglio, credo, fosse non ambire alla perfezione: volevo un pinguino unico nel suo genere, un pinguino imperfetto, appunto, ma alla fine non sono per niente riuscito neanche in quell’intento. Le ho, oltretutto, dato un enorme dispiacere col mio comportamento inaccettabile. Mi scuso profondamente con lei, ancora.
    Il secondo esercizio è stato soddisfacente in termini di realizzazione, ma non fino infondo: la renna era esattamente come l’avevo pensata, ma la sua prontezza mentale non era all’altezza della sua prestanza fisica. È stata per me una delusione, ma è stato piacevole avere un’avversaria degna come Mackenzie. Penso che dovrei certo prendere ad esempio i Corvonero, così attenti allo studio.”

    Concluse la sua sviolinata con una firma svolazzante e si voltò verso Mackenzie, che stava ancora scrivendo. La osservò per qualche momento, presa com’era dalla sua stesura.
    – Rosier, sei veramente bella. – ammise, fissandola con la guancia appoggiata su un pugno.




    Infastidito Mike con un incantesimo e interagito con Mackenzie, con cui fa il marpione
     
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    Ragni platinati. Mh "o ragni pelati?" per quanto questa conversazione non abbia senso, ho sempre apprezzato la gente di spirito. In buona sostanza mi ritrovo a seguire il flow, quel susseguirsi nonsense di battute e lo faccio mantenendo un'espressione seria e professionale. Come se stessi veramente mettendo su qualche business magico "io voto per la gioielleria. In caso ti mando un gufo". Che razza di conversazione ho appena avuto?
    Vabbè.

    Riesco quasi a percepire che l'Huxley si è presa a cuore il mio fallimento. Anzi, il nostro fallimento: caso ha voluto, ho forse l'insegnante ha voluto, che il serpeverde con cui sono finita in coppia abbia toppato il precedente esercizio esattamente come me. Annuisco alla professoressa e alla fine non dico niente, davanti a tutta questa fiducia e ottimismo non so mai come rispondere.
    Lo stesso effetto di sbigottimento ma in negativo, me lo lasciano le parole del mio compagno "dolcezza..." sussurro tra me e me un po' con sorpresa e un po' con schifo. Dai, voglio dire, forse sarò estrema io ma chi usa dolcezza come nomignolo odora di viscido o di vecchio. Comunque non è certo un motivo per discutere, me lo faccio proprio scivolare addosso nonostante il mio sarcasmo prema per farmi rispondere con altre battute. Lo ignoro, siamo a lezione, non ho tutto il tempo del mondo e non ha neanche senso stare qua a controbattere.
    Dopo aver castato l'incanto contro il blocco di legno, quest'ultimo si muove dimostrandomi che alla fine la formula me la ricordavo giusta. OH, no, aspettiamo a cantar vittoria: all'oggetto inerme spuntano gradualmente due corna, un muso... quattro zampe. C'è tutto. Non ci posso credere. Il mio stupore è abbastanza evidente. Sì ok, ci ho messo messo impegno, però non mi aspettavo che alla fine sarebbe venuto fuori l'animale completo! Ammetto che la riuscita dell'incantesimo riesce a farmi riguadagnare un po' di fiducia nelle mie capacità, inoltre mi fa apparire l'anno precedente - costellato di fallimenti - come terribilmente lontano. Magari è solo un'illusione, però mi accontento.
    "Suppongo di sì... grazie" rispondo ai complimenti della professoressa rivolgendole anche un sorriso, ed ero così preoccupata della riuscita del mio incantesimo che non mi sono neanche accorta che il mio avversario ha ottenuto un risultato ugualmente positivo "gli ultimi saranno i primi, diceva qualcuno" anche questa volta è più che altro una riflessione a voce alta, in questo caso particolarmente azzeccata. Parità, un risultato onesto.
    Ora è di nuovo il momento di qualcosa di noioso, il momento della teoria. E con infinita calma, raggiungo il mio compagno per fare la maledetta relazione. Una relazione a quattro mani poi "vai tranquillo, in caso ti fermo" rispondo un po' svogliatamente sostenendomi la testa con una mano, una posizione più comoda per leggere quello che sta scrivendo insomma. Seguo le parole con gli occhi e devo dire che per quanto non si ritenga portato, alla fine mi sembra che stia venendo fuori una relazione di senso compiuto. Ecco, magari c'è solo un dettaglio che mi fa bloccare "scusami un attimo..." un piccolo intervento qua è necessario...

    La competizione tra le renne mi ha spinto a fare qualcosina in più sia per non far perdere la mia squadra ma anche per non fare la figura di quello che perde contro una ragazza che, per quanto mi riguarda, si è dimostrata una degna avversaria.

    ...sia per non fare brutta figura perdendo contro la Lloyd che, per quanto mi riguarda, si è dimostrata una degna avversaria.

    “Meglio” è pur sempre una relazione su cui appare anche il mio nome “e comunque grazie” era un mezzo complimento nonostante non ci fosse la volontà di farmene uno, ma ehi, gli è uscita bene. Rileggo le ultime parole ancora una volta alzando un sopracciglio in contemporanea con un angolo della bocca, una faccia che con il senno di poi gli sarà molto facile da interpretare “un po' paracula questa parte” mi assicuro di mantenere un tono di voce basso “ma per me va bene” alla fine era paracula al punto giusto. E chissà se quella cosa la pensava davvero.
    Adesso con il foglio e la enna fra le mani, toccava a me aggiungere qualcosa.

    Come già anticipato dal mio compagno Parker, la materia e la lezione si sono rivelati particolarmente interessanti nonostante in tutta sincerità ammetto che trasfigurazione non è in cima alla mia lista delle preferenze. La materia è complessa ed è stato frustrante non riuscire nel primo incantesimo nonostante il mio impegno: ho compreso che non basta pronunciare la formula in maniera corretta la formula per ottenere un uon risultato, ma che è necessario essere dotati di grande precisione e attenzione che visto il risultato ottenuto, sono venuti a mancare. Nonostante ciò, consapevole del fatto che siamo qui per imparare, ho deciso di perdonarmi questo errore e passare oltre l'incidente del pinguino senza un'ala. Vedendo in prima persona gli effetti disastrosi che poteva avere una trasfigurazione sbagliata, inizialmente ero un po' timorosa nel dover nuovamente trasfigurare un oggetto in un essere vivente ma poi la volontà ed un bel po' di spirito di competizione - sia con il mio compagno che soprattutto con me stessa - hanno fatto il loro dovere, spronandomi a concentrarmi sulla possibilità di fare un buon lavoro piuttosto che sul fallimento precedente. Essendo ripetente, quest'ultima è una lezione che sto imparando.
    Così facendo ho ottenuto un buon risultato riuscendo a portare a termine l'esercizio esattamente come il mio compagno Parker: la sfida si è conclusa in parità e soprattutto in maniera onesta, entrambi siamo riusciti a dimostrare che possiamo fare di meglio di ciò che pensavamo all'inizio.


    “...e direi che basta anche così” la parte che preferivo, era proprio quella in cui si sottolineava che la riuscita dell'esercizio era avvenuta in maniera onesta, merito probabilmente della testardaggine di entrambi “vedi se è tutto apposto, così lo consegno alla professoressa e per oggi abbiamo concluso” poso la penna, incrocio le mani fra di loro e distendo le dita. Il foglio sta sul banco, pronto per essere ritirato.
    E anche questa lezione, ce la siamo portata a casa.

    Kynthia Lloyd, III anno, Grifondoro.
    Interagito con la Jae e confabulato sul commercio di gioielli a forma di ragno
    Interagito con la professoressa.
    Interagito con Kai e terminato di scrivere insieme a lui la relazione.




     
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    Amanda vide il risultato dei due incantesimi combinati tra lei e Harris, e subito estasiata fece un mini applauso coincitato e guardando il compagno emozionata dìsse
    < Siamo stati bravissimi!!!.>
    Ma il suo entusiasmo si smorzo quando notò che la ballerina era un poco sbiadita,
    Non era perfetta ma era già un ottimo risultato, rispetto al disastro che aveva fatto al primo esercizio.
    Aveva capito quale fosse stato il suo problema, gli mancava la concentrazione, ma faticava a stare al passo in quanto ogni tre per due starnutiva o soffiava il naso.
    Ascoltò Harry guardandolo con la classica espressione " E io sono fessa? Credici", stava per rispondere ma si dovettè girare di scatto per starnutire
    < EEEEECIUUUUUUUUU!.>
    Per poi soffiare il naso in uno dei fazzoletti puliti.
    Si rigirò e rispose in tono più serio
    < Devo ammettere che non sei come tuo cugino per fortuna!
    Ma diciamo che le parole e la gentilezza non sono molto il tuo forte!.>

    Poi ascoltò la seconda parte e rispose
    < Ti ringrazio per l'aiuto, te ne sono grata, mi sdebiterò con te in futuro promesso.>
    Strappo un sorriso in direzione del ragazzo.
    In quel momento arrivò la professoressa a giudicare il loro lavoro e lei sorrise alla professoressa dopo che le fece i complimenti rispondendo
    < Grazie professoressa!.>
    Quando la professoressa fini le esaminazioni chiese agli studenti del secondo anno di scrivere un breve tesina di coppia sui lavori svolti.
    Lei ascoltò le parole di Harris e rispose in tono tranquillo
    < Nessuna tortura tranquillo.
    Basta che facciamo un buon compito.>

    Lasciò scrivere la prima parte a lui senza obbiettare nulla.
    Si sentiva comunque bene, per la riuscita del incanto, però le era servito anche per rendersi più forte rispetto a quello che gli altri vedevano in lei.
    Di certo ora aveva mostrato di saper rispondere a tono agli sbruffoni.
    Poi quando fù il suo turno prese la penna d'oca,Ignorando la frecciatina rivolta a lei, la intinse nel calamaio ed inizio a scrivere a parte del esercizio personale

    " La prima parte del esercizio, io mi sono trovata in difficioltà, in quanto non sono riuscita a mantenere il giusto equilibrio della mente per eseguire l'esercizio.
    Sicuramente verrà riprovato in un secondo momento.
    Per quanto riguarda invece del esercizio di coppia, sono riuscita a trovare un giusto equilibrio con il mio compagno, riuscendo a completare e a colmare le mie lacune, eseguendo l'incanto in modo abbastanza corretto.
    Capendo la parte mancante che nonj mi ha permesso di eseguire l'esercizio, aggiungendo la giusta dose di concentrazione al tutto."


    Aggiunse le righe al testo e disse al compagno
    < Ecco fatto!
    Ho aggiunto anche la mia parte così siamo apposto!.>

    Era contenta del risultato della loro tesina, sperava di aver fatto un pooo bella figura, anche se sapeva che la strada per la perfezione era ancora molto lontana.



    Amanda Mcmillan Tassorosso II anno
    Interagito con Harris.
    eseguito l'esercizio sforzando di essere gentile con il compagno e ignorare le frecciatine.
     
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    Carrie Marshall

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    16 anni - II anno

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    Dopo il disastro precedente, tutto mi aspettavo meno che vedere apparire un soldatino esattamente come lo avevo immaginato: baffi compresi! Mi sorressi il mento con le mani, rapita totalmente dalla scena difronte a me: avevo dato vita a un vero gentiluomo oltre che a un gran ballerino! Questo, infatti, si piegò prima per baciare la mano della ballerina per poi assecondare con gentilezza i suoi movimenti, sorreggendola delicatamente dalla vita e facendole fare dei piccoli casquette laterali… erano davvero romantici!
    Quando la professoressa si congratulò con me, non potei fare a meno di arrossire: non ero abituata a riuscire così bene a scuola, né quella babbana né quella magica.
    – Ho una brava insegnante – ammisi, per poi bisbigliare alla mia compagna di banco: – Anzi, due… hey, Ken, che succede? – notai nella biondina un colorito per nulla sano, quindi alzai io stessa la mano per richiamare l’attenzione della professoressa, asserendo che quella non sembrasse stare affatto bene. Sarà stato l’eccessivo dispendio di energie? Fatto sta che non era l’unica a sembrare in presa a un principio di trasformazione zombie: anche Alexander, un corvonero con cui non avevo mai interagito, fu chiamato ad accompagnare la mia compagna di banco in infermeria. Il che non sarebbe stato un problema, se solo l’esercizio successivo (beh, non proprio un esercizio… diciamo un compito) non comprendesse di essere in coppia con qualcuno.
    – Non mi morire! – esclamai a Kenya facendo labbruccio, abbandonata per la seconda volta dal mio compagno di banco. Fortuna volle che la sedia accanto alla mia venisse occupata nuovamente dalla bellissima Alexis, scelta di certo gradita!
    – Modestamente… il mio tocco si riconosce! – le feci una linguaccia scherzosa, seguita da una spallata offesa quando quella si finse dispiaciuta nel condividere l’arduo compito di una stesura con me. – Come se potessi fare a meno di me… comunque io non mi fiderei a mangiare della roba nata dalla magia, che magari prima era un oggetto… e se si ritrasformasse nello stomaco? E se avesse un brutto sapore? No, no… Ramsey non approverebbe un simile uso! – scossi la testa con decisione, scommettendo che anche quella volta non sapesse di cosa stessi parlando. Era così ignorante in quanto a citazioni! Fortuna che era bella… si salvava solo per quello!
    – Questi debiti dolciari stanno aumentando a dismisura… uno di questi giorni dobbiamo andare a sfondarci da Madama Piediburro… mi sembri a corto di zuccheri! – il modo in cui citasse spesso il cioccolato era davvero tenero… ma anche il modo in cui cercasse di farmi piacere con quelle proposte, come a voler riparare un torto inesistente. Sembravano quasi delle scuse…
    Non capivo bene il senso di scrivere una pergamena in due, soprattutto al momento che noi non eravamo in coppia sin dall’inizio… ma lasciai che la moretta prendesse l’iniziativa e iniziasse a stilare così il suo papiro, mentre io mi voltavo alla ricerca di Jaemin per passare il tempo: – Hey, Jae! Quella renna era una figata, pensi di saperla rifare? Potremmo cavalcarla nella neve…o potresti farne due così faremo a gara! Daje. Ho voglia di adrenalina – i discorsi stupidi con Jae si sprecavano, ma era il bello di avere un amico strano almeno quanto me.
    – Ma hai scritto l’incipit della nuova divina commedia? – ironizzai, osservando il foglio con un sopracciglio alzato: beh, almeno non avevo bisogno di scrivere tanto… il grosso era già fatto!
    Intinsi la mia piuma nell’inchiostro – però quanto mi mancavano le classiche stilo…! – per poi lanciare un’occhiata al soffitto in un attimo di incertezza; non ero mai stata brava con le parole, con i temi e tutta quella roba. Quando mi decisi, presi a tracciare la prima lettera:
    “L’argomento trattato in questa lezione mi è piaciuto moltissimo. Credo davvero di voler diventare un animagus coi fiocchi! Prima o poi ci riuscirò, ne sono sicura… magari grazie a lei!
    Dopo un totale fallimento nel primo esercizio, stavo per abbattermi, ma per fortuna ho avuto una compagna fantastica che ha saputo tirarmi su e aiutata a guardare l’esercizio sotto un’altra prospettiva, una prospettiva basata sull’attenzione ai dettagli: forse è questo il segreto della trasfigurazione. Ho capito male? Comunque sia, i miei sforzi sono stati ripagati… l’importante è funzioni! No??”

    Conclusi così, non sapendo che altro dire… e non avendo più spazio per scrivere!
    – Fammi ricordare di passarti i miei temi, Pierce. –




    Carrie Marshall, II, grifondoro.
    Interagito con Alexis e Jaemin e completato il foglio.
     
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    Mackenzie rimase con gli occhi semichiusi, indecisa se guardare o meno quello che sarebbe uscito fuori dal suo incantesimo. Era certa di aver ripetuto per filo e per segno tutto ciò che aveva fatto la professoressa, compreso il labiale, quindi non poteva uscire un risultato così pessimo. La Rosier era fatta così: terribilmente sicura ma allo stesso tempo incredibilmente insicura. Diverse volte aveva avuto prova della sua bravura e del suo talento con gli incantesimi, eppure continuava ad avere il terrore di sbagliare o di non rispettare gli standard che lei stessa si era prefissata. Quando però vide il cubo trasformarsi in una renna completa, spalancò gli occhi e iniziò ad incitare la sua piccola creazione con parole dolci ma persuasive allo stesso tempo. «Minacciarla non servirà a nulla, Barnes.» Lo squadrò dalla testa ai piedi con un certo distacco per via del modo viscido e invadente con il quale aveva stretto la sua mano. Non le era piaciuto per niente quel contatto e proprio per questo motivo, gliel’avrebbe fatta pagare cara. Tornò ad ignorarlo e si concentrò sulla sua renna che le parve incredibilmente affamata e pronta a tutto pur di raggiungere la fonte di cibo rappresentata dalle bacche. «Puoi farcela, sono proprio lì davanti a te…un ultimo sforzo piccolina, dai.» Solo una decina di passi e quella renna non solo avrebbe avuto da mangiare a sazietà ma sarebbe stata anche la vincitrice indiscussa di quell’insolita gara alla quale Mackenzie non aveva mai partecipato prima d’ora. Aveva trovato quell’idea parecchio originale è decisamente a tema, viste le feste sempre più imminenti. Ad Ilvermony i professori non avevano mai organizzato lezioni a tema con il periodo dell’anno, per loro insegnare era qualcosa di estremamente serio che doveva essere svolto in maniera professionale e puntigliosa senza inutili distrazioni. I professori di Hogwarts erano sì professionali ma sembravano anche un po’ più creativi e soprattutto puntavano anche al rendere le lezioni un luogo di apprendimento piacevole e non noioso come alcuni erano soliti fare. Con suo enorme stupore e piacere, la giovane corvonero, aveva potuto notare e constatare che lo studio non era fatto di soli libri. «Non la chiamerei semplice fortuna ma ti darò l’illusione che sia merito di quella che io abbia vinto, così la sconfitta sarà più facile da mandare giù.» Puntigliosa al punto giusto. La Rosier non voleva offendere nessuno nè tanto meno risultare altezzosa, però doveva pur divertirsi e siccome i commentini stizziti sembravano andare di moda tra gli studenti, decise di utilizzarli anche lei. «Grazie professoressa.» Ricevere un commento di quel genere da un’insegnante, era una soddisfazione e faceva sempre piacere. Per la corvonero, poi, quello era un grande vanto. Mackenzie sentiva come il bisogno, quasi come se fosse un’ossessione, di essere approvata da chi le stava intorno. Prese le sue cose e tornò al suo posto, prima di scoprire che in realtà il prossimo compito era quello di svolgere una tesina in compagnia dello stesso studente con cui si era stufata poco prima. Stava per alzarsi pronta a raggiungere il suo compagno, quando vide quest’ultimo muovere dei passi nella sua direzione e sedendosi poco dopo davanti a lei. «A quanto pare.» Rispose in maniera secca, tanto per sottolineare il suo disappunto verso quel ragazzo. Non le aveva fatto una buona impressione, specialmente perchè non gli sembrava un tipo che rispettava lo spazio vitale altrui. «Tieni le mani al tuo posto.» Il tono con il quale pronunciò quelle parole non fu esattamente autoritario come se l’era immaginato nella sua testa ma era più vicino ad un suono teso, confuso, incerto. Nessuno si era avvicinato in quel modo a lei e Harry lo aveva fatto senza nemmeno chiederle il permesso, cosa che l’aveva fatta sentire parecchio a disagio. Come ci si comportava in quelle situazioni? Cerco di decifrare l’azione del serpeverde e di ragionarci su e alla fine pensò che poteva lasciar perdere, non aveva fatto nulla di troppo fastidioso. «Tutte queste lusinghe a cosa le devo?» Quelle moine da quattro soldi non avrebbero fatto sì che la corvonero abbassasse la guardia così facilmente e, infatti, qualche istante più tardi le fu svelato il motivo di così tanta gentilezza. «Ecco dove volevi arrivare.» Le spuntò un sorriso prima che un’idea le balzasse in testa. Allungó la mano verso il petto del serpeverde, sfiorandolo appena prima di prendere la cravatta del ragazzo e avvolgerla sensualmente sulla sua mano. Con lo sguardo seguì la figura del ragazzo dal basso verso l’alto, finendo per posare i suoi occhi in quelli di lui. «E cosa dovrei fare per farmi perdonare?» Lentamente si morse il labbro inferiore prima di lasciare andare la cravatta del ragazzo per tornare a sfiorargli la mano questa volta. Si avvicinò al suo volto, mantenendo una debita distanza ma senza mai distogliere lo sguardo dal suo. «Sai, chiederti un appuntamento sarebbe divertente…» Proseguì quella farsa sempre con voce lenta e melensa e spostando lo sguardo sulle labbra del ragazzo. «…ma è più divertente vedere come reagisci davanti ad un due di picche, visto che le perdite non le sai gestire molto bene.» A quel puntò tornò al suo posto con un sorriso soddisfatto sul volto che si sforzò di non far vedere al ragazzo. Decise di concentrarsi sul suo tema:

    Mackenzie Rosier, corvonero — Harry Barnes, serpeverde

    Questa lezione è stata fonte di numerose riflessioni sia sulla materia in sè per sè che sul mio modo di approcciarmi agli eventi. Il primo esercizio mi ha vista fin da subito coinvolta, il mio focus è stato quello di cercare di fare una buona impressione è quindi cercando di realizzare al meglio l’esercizio. La difficoltà maggiore è stata quella di non far percepire nessun tipo di dolore alla creatura in questione e forse è stata proprio questa mia eccessiva preoccupazione verso di essa, ad avermi fatto produrre quel risultato finale che non era esattamente cime me lo ero immaginato. Qui ho fatto la mia prima conclusione, rendendomi conto che la trasfigurazione è un’arte è una disciplina estremamente delicata e che la bravura non è il tassello fondamentale per la buona riuscita di una trasfigurazione. Anzi, intorno ad essa girano numerosi fattori come le emozioni provate dal mago o dalla strega in quel momento, le circostanze, ecc. Il secondo esercizio, invece, è stato diverso. A livello emotivo mi sentivo la stessa ma forse non ero più concentrata solamente sul non far soffrire l’animale ma volevo anche vincere. Il risultato è stato veramente ottimo e penso che il merito va dato al fatto che ho osservato molto tutti i movimenti dell’insegnante, il suo labile, come ha pronunciato l’incanto e anche che tipo di renna avesse scelto per quel tipo di azione. La gara ha aggiunto quel tocco in più a quello che altrimenti sarebbe stato solo l’ennesimo esercizio di trasfigurazione. La mia renna è stata più veloce rispetto a quella del mio compagno Harry ma nonostante ciò si è rivelato un ottimo rivale.


    Lesse due volte ció che aveva scritto per essere sicura di non aver commesso errori o per cancellare qualche cavolata che poteva aver scritto visto che quando lasciava che la penna scivolasse sul foglio dando sfogo a tutti i suoi pensieri, non faceva caso a ciò che scriveva. Fu quando sentì Harry rivolgerle l’ennesimo complimento di quella giornata che rialzò lo sguardo su di lui. «Harry, smettila.» Non era irritata o arrabbiata, nè ce l’aveva con lui solo che non era abituata a quel genere di ragazzo che diceva ciò che pensava senza troppi giri di parole. Ancora una volta Harry era riuscita a farla sentire in imbarazzo, sperò di non diventare rossa.

    Mackenzie Rosier, III anno, corvonero.
    In coppia con Harry.

    Ha interagito con la prof e con Harry con cui ha svolto l’ultima parte dell’esercizio.
     
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    Kore Huxley | Adulta | Hufflepuff

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    Kore, quando aveva preso la non semplice decisione di rimandare la questione al vicepreside, non si era aspettata di non incontrare resistenza, quindi fu immediatamente pronta a ribattere alle suppliche, un po’ drammatiche, di uno dei due serpeverde colpevoli.
    Signor Wan lei deve capire che alcuni discorsi sono semplicemente irrispettosi, non può rispondere a quel modo a un’insegnante, è inappropriato.” Rispose Kore, cercando di rimanere composta e non perdere la pazienza. Aveva il sospetto, e avrebbe dovuto poi controllare nei suoi libri babbani di didattica, che quel ragazzo avesse bisogno di una qualche forma di aiuto speciale.
    Non dica sciocchezze, il professor White non vuole ucciderla e io non la voglio morto. Nessuno la ucciderà, ha la mia parola.” Al massimo gli darà una sgridata, che era poi quello che Kore voleva.
    Durante quella lezione, che giungeva lentamente al termine, i serpeverde – salvo alcune eccezioni – si erano comportati come autentici selvaggi ed era ora che il loro responsabile se ne occupasse.
    Non si era trattato solo di uno problematico, ma di vari studenti e di comportamenti reiterati. Era ora che il professor White si facesse sentire con loro e li indirizzasse nella direzione giusta.
    Terminata la parte pratica della lezione, i suoi studenti si erano ritirati in buon ordine ai loro posti, le voci basse mentre discutevano tra loro i loro elaborati.
    Kore, seduta alla sua cattedra, aveva approfittato del momento di calma per vergare un breve messaggio che avrebbe poi portato in guferia perché venisse inviato al professor White.
    Avrebbe potuto parlargli di persona, certo, ma quella era una comunicazione ufficiale e la parola scritta era il mezzo migliore per sbrigare quelle faccende.
    Lentamente poi, diversi minuti dopo, gli studenti iniziarono timidamente a consegnare le prime pergamene, ricevendo in cambio un sorriso e un cenno del capo dalla giovane docente.
    Era stata una lezione piuttosto stancante, doveva essere onesta, e non era l’ultima della giornata o della mattinata, un buon caffè freddo l’avrebbe però aiutata a ritrovare l’energia e l’entusiasmo, ne era certa.
    Sarebbe passata dalla cucina, decise, dopo essere stata in guferia.
    Quando anche gli ultimi studenti ebbero terminato di consegnare, Kore si alzò in piedi e parlò nuovamente alla classe.
    Bene, ragazzi, ho tutti i vostri compiti. Ve li restituirò corretti entro quattro giorni e allora saprete anche il vostro voto della prova di oggi.” Cominciò a spiegare, lasciando che lo sguardo percorresse l’aula gremita “Mi complimento comunque con tutti voi per il vostro impegno di oggi.”
    In quel momento, neanche a farlo di proposito, il pesante orologio a pendolo dell’aula batté l’ora, segnando la fine della lezione di Trasfigurazione di quel giorno una volta per tutte.
    Potete andare ragazzi, siate fieri del vostro lavoro di oggi.” Li salutò, mentre l’aula lentamente iniziava a svuotarsi, solo alcuni studenti che si attardavano per chiederle ultimi chiarimenti.
    Kore chiarì i loro dubbi prima di lasciarli andare e, Mercoledì la cincillà sulla spalla, prendere finalmente la strada dei suoi appartamenti e poi della guferia, lasciandosi alla spalle solo l’aula chiusa e vuota.




    Registro Voti Trasfigurazione


    Dal III anno in giù

    Metratura punteggi:Casa
    Nome studente
    Presenza: ON/OFF (0 o 10)
    Partecipazione: fino a 20
    Esercizio: fino a 20
    Voto ON GDR: E, O, A, S, D, T →
    (indipendente dal player, si attiene alle azioni del pg ON ed eventuali preferenze del prof)

    Corvonero


    Mackenzie L. Rosier
    Presenza: 10
    Partecipazione: 16
    Esercizio: 15
    Voto ON GDR: O +

    Grifondoro


    Kynthia Lloyd
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18
    Esercizio: 17
    Voto ON GDR: O
    Alexis Pierce
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18
    Esercizio: 16
    Voto ON GDR: O
    Caroline Marshall
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18.5
    Esercizio: 17.5
    Voto ON GDR: O-

    Serpeverde


    Jaemin Wan
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18.5
    Esercizio: 17
    Voto ON GDR: S
    Diamond Scamander
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18.5
    Esercizio: 19
    Voto ON GDR: E
    Michael Harris
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18.5
    Esercizio: 18
    Voto ON GDR: E
    Sean Hardice
    Presenza: 4.5
    Partecipazione: 4.5
    Esercizio: 5
    Voto ON GDR: D
    Malachai Parker
    Presenza: 10
    Partecipazione: 16
    Esercizio: 15
    Voto ON GDR: O-
    Harry Barnes
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18
    Esercizio: 17
    Voto ON GDR: O-
    Astrid Hansen
    Presenza: 10
    Partecipazione: 11.5
    Esercizio: 12
    Voto ON GDR: A-

    Tassorosso


    Amanda Mcmillan
    Presenza: 10
    Partecipazione: 13
    Esercizio: 13
    Voto ON GDR: A-

    Totale per casa: Corvonero 132 - Grifondoro 146 - Serpeverde 54 - Tassorosso 108
    (Il totale dei punti è una media di quelli ottenuti da ogni studente di una determinata casa, moltiplicati poi per dieci, così da non penalizzare quelle con pochi membri)

     
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53 replies since 1/12/2022, 16:39   1499 views
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