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Kenya.
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A svegliarmi, quella mattina, era stato il chiacchiericcio proveniente dalle compagne di dormitorio, le quali sembravano sovreccitarsi l'un l'altra con i racconti delle proprie esperienze in ambito amoroso. Essendo una tra le più piccole, spesso non riuscivo a comprendere quei discorsi che, per una come la sottoscritta, risultavano essere noiosi e di poco interesse.Uff! Cosa ci troveranno di così tanto speciale nei maschi, io proprio non riesco a capirlo: il loro alito puzza di stalla e parlano come bifolchi!Pensai tra me e me, rigirandomi nelle coperte nell'esprimere il mio disappunto con un forte sbuffo! ← la mia massima espressione di contrarietà. Finii per prendere sonno, risvegliandomi solo un'oretta più tardi, avvolta da un anomalo silenzio che fece emergere la mia dorata testolina da quel groviglio di lenzuola. Un ambio sbadiglio la disse lunga sul mio stato ed i miei occhietti, appena socchiusi, ci misero quasi un minuto per adattarsi alla luce. Ovviamente, aprendosi e chiudendosi a intervalli regolari così da lasciar abituare le iridi chiare.Ma che....yawn....ore sono?Un leggero mugugno, accompagnò il movimento rotatorio che mi portò fino all'orlo del letto, fino a farmi intenzionalmente cadere sul povimento come una pera cotta.Ouch.Fortuna che i vari strati d'imbottitura avevano attutito l'impatto, o mi sarei alzata con un bell'indolenzimento alla spalla. Invece, caddi come un involtino senza avvertire alcun tipo di dolore...fu quasi divertente! Se non avessi ormai 15 anni, lo avrei rifatto per il solo gusto di ridere come una cretina, ma la mia – seppur effimera – maturità, mi portò a svincolarmi dalle coperte, buttandole sul letto con non troppa cura, per poi incamminarmi verso il bagno. Nel farlo, avrei preso con una mano l'asciugamano ed il cambio di indumenti, mentre con quella libera avrei provveduto a strofinarmi gli occhi nel tentativo di renderli quanto più operativi possibile; mi sarei quindi chiusa in bagno, sciacquandomeli con cura, per poi farmi una doccia bella calda, considerata l'umidità di quelle giornate di metà autunno. Fu proprio sotto la doccia che, credendomi da sola nei dormitori femminili, mi sentii libera dall'imbarazzo ch'ero solita provare in compagnia di altri, lasciandomi trasportare da un motivetto che iniziai prima ad intonare ed infine a cantare...
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Avrei continuato così – seppur con alcune pause – durante l'intera doccia, fino a quando non chiusi l'acqua, uscendo fuori asciugandomi con il telo che m'ero portata appresso; avrei continuato anche allora, nonché quando andai a mettermi l'outfit per la giornata, fino ad uscire dal bagno con l'asciugamano a mo' di turbante sulla mia testa, allo scopo di asciugare i capelli umidi. Solo allora, accorgendomi di non essere realmente da sola, mi schiarii la voce, accelerando il passo verso il mio letto, divenendo tutta rossa in volto per l'imbarazzo.Dio, che figura!Pensai, ormai del medesimo colore del papavero, mettendomi subito alla ricerca del tiglio argentato, così da usarlo come catalizzatore per asciugarmi rapidamente i capelli con la magia, nonché per sistemare le coperte che avevo lasciato in disordine.
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Kenya.
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Inizialmente credetti (ingenuamente) di essere rimasta da sola nel dormitorio ma, a discapito delle mie aspettative, non appena tornai in stanza udii la voce di una delle ragazze di prima: Chloe Thomson. Inizialmente m’irrigidii, come se mi avessero colta in fragrante durante una rapina ad una banca; subito dopo, tuttavia, scossi la mano dominante a mezz’aria, come se stessi cancellando una lavagna immaginaria dal gesso utilizzato per disegnare rune o (magari) per schematizzare uno specifico argomento.No-Non è nulla di ché, anzi…spero di non averti disturbata.Le dissi con fare talmente imbarazzato da andare ad affiancare la mano con la sorella, nell’aiutala a pulire l’ardesia immaginaria da quella successione di note e strofe che m’ero azzardata ad intonare, sovrappensiero.Pensavo foste andate tutte a fare colazione e mi sono presa la libertà di accennare una canzone italiana che ho sentito da un cd di mia madre.Spiegai tutta rossa in volto, schiarendomi poi la voce come nel tentativo di riprendermi dall’imbarazzo del momento, proseguendo poi a brevi passetti fino al letto che – per tener occupata la mente – andai a sistemare. Nel farlo, le dita della mano ritrovarono il tiglio del mio catalizzatore, attraverso il quale mi aiutai ad asciugare i capelli nonché ad acconciarmeli.Crinus muto!A dire il vero, non ero ancora riuscita a padroneggiare del tutto l’incanto appena enunciato, dunque il risultato che ottenni fu una sorta di…vaporosa chioma (color biondo platino), la quale mi fece somigliare più ad un pulcino che ad una ragazza di tutto rispetto.Accidenti, mai una volta che mi riesca, ’sto incantesimo…Mi guardai per un attimo allo specchio, continuando a commentare con un filo di voce l’esito del mio tentativo, per poi domandarmi quale passaggio avessi sbagliato.Forse non era in senso orario ma in senso antiorario? Accidenti: sembro uscita dagli anni ’80. Uff…Nemmeno mia madre si acconciava così.Restai in silenzio per alcuni secondi, provando a rimediare a quel pasticcio sia con dei pettini che con le mani, ma…nulla da fare.Ehy, Chloe, non è che potresti darmi una mano con la…ehm…“criniera”? Non posso presentarmi in Sala Grande con questo scempio.Miagolai con tono triste, al limite del disperato, nella speranza di fare compassione alla grifa più grande di me, la quale probabilmente mi avrebbe potuta deridere, viste le mie condizioni.
Sad.
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