Venomous moon

with Edmund, Eileen and Javier.

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  1. Eileen
     
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    Eileen aveva sempre odiato il nero. Era un colore triste e spento che aveva a che fare con la morte. Nella sua vita aveva incontrato molti uomini dagli occhi neri, ma quelli del vicepreside erano così scuri da sembrare quelli di un demone. La osservava con freddezza e, anche dopo aver saputo ciò che era successo in Sala Grande, non si era minimamente scomposto. Un tipo come lui non poteva essere il futuro preside di Hogwarts, avrebbe portato la scuola alla rovina. Fece un passo indietro quando lo vide avvicinarsi, non le piaceva il modo in cui le stava parlando e nemmeno come la guardava, al pari di un predatore che stava per gettarsi sulla sua preda. D'istinto portò la mano destra sulla bacchetta che teneva in una delle tasche posteriori dei pantaloni, non voleva attaccare il docente ma si sa, la prudenza non è mai troppa. «Sì, molto meglio.» Più si avvicinava, più lei si allontanava. Aveva lo stesso sguardo di quel bastardo che aveva provato a strangolala anni fa. Per mesi era stato un suo paziente, era caduto in depressione dopo il divorzio e in lei aveva trovato qualcuno che lo ascoltasse, lo capisse. L'aveva corteggiata, facendole dei regali e invitandola più volte ad uscire. Lo aveva rifiutato più di una volta, ma ad una certa, aveva perso la testa e l'aveva aggredita. Era riuscita a respingerlo solo grazie alla magia. Si era vendicata facendolo rinchiudere, ma da allora si fidava meno della gente, tenendo alla larga da chi non le dava delle belle sensazioni. Era sempre andata a pelle con le persone e non si era mai sbagliata. Per lei le apparenze contavano eccome.
    Quando aveva parlato per la prima volta con Dylan White, non le aveva fatto una bella impressione e, col tempo, la sua opinione su di lui non era migliorata. Conosceva di vista sua figlia, Rose, e più di una volta si era trattenuta dal chiederle come stesse. Aveva delle occhiaie spaventose, era pallida e a stento si reggeva in piedi. Si era chiesta perché non le fosse vicino, come potesse essere così insensibile di fronte al suo disagio. E se un padre non si preoccupava per il sangue del suo sangue, perché avrebbe dovuto farlo per degli estranei? Ma ciò che le fece capire che fosse un uomo deviato, fu il disprezzo con cui pronunciò la parola "babbani." A quel punto estrasse la bacchetta e lo guardò in cagnesco, come osava? In sua presenza insulti del genere non erano ammessi. «Non mi piace il modo in cui sta parlando professore, e nemmeno le cose che sta dicendo. Nessuno si sta divertendo. Sono in pericolo.»Per un attimo il suo sguardo si posò su Blackwood. Non disse una parola, limitandosi a osservare la scena. Che stronzo. Avrebbe fatto meglio a chiamare gli Auror, ci avrebbero pensato loro a sistemare le cose. Purtroppo, però, un dolore simile a quello di una Cruciatus la travolse. Eileen urlò, portando entrambi le mani alla testa e stringendo i denti, mentre le lacrime iniziarono a scendere. Si accaasciò sul pavimento, pregando un Dio che non conosceva di porre fine a quell'agonia. Era opera di un Legilimes. Cercò di riprendere il controllo ma fu tutto inutile, l'unico modo era quello di far uscire dalla sua testa quel bastardo, più facile a dirsi che a farsi. "Sbarazzati di lei, Blackwood." Erano degli assassini, dei mangiamorte. Perché nessuno se n'era accorto? Com'era possibile che girassero indisturbati nel castello!? Doveva fuggire, non poteva morire così. Con uno sforzo disumano e una volontà che non credeva di avere si rimise in piedi.«ELYFANTO!»Urlò l'incanto con tutto il fiato che aveva in gola. Scagliò l'enorme creatura che aveva evocato su di loro e ne approfittò per scappare. Corse più veloce che poté, senza mai voltarsi indietro. Aveva ragione sua madre quando diceva che il Mondo Magico l'avrebbe portata alla rovina, ma la rossa non le aveva mai creduto, il suo posto era lì, non tra i babbani. In un momento di rabbia le aveva tolto la voce per non sentire più quelle stronzate. Non avrebbe mai lasciato la magia né ciò che suo padre le aveva trasmesso. Eppure, in quel momento, mentre correva per salvarsi, desiderò di averlo fatto, perché ogni fibra del suo essere le diceva che, quella notte, non sarebbe sopravvissuta.




    Edited by Eileen - 23/11/2022, 20:33
     
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11 replies since 7/11/2022, 00:48   314 views
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