Venomous moon

with Edmund, Eileen and Javier.

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  1. DylanW.
     
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    Dylan
    Ed eccoli lì finalmente giunti a destinazione, finalmente fermi dinanzi la parete formata dalla schiena della statua di quella che veniva chiamata “la Strega Orba”. La donna, incrinata dal peso della sua immensa gobba, celava uno dei passaggi segreti di cui il castello di Hogwarts era disseminato ma nello specifico, ai due mangiamorte, interessava quello. Il passaggio, infatti, era una via d’accesso diretta all’esterno, al di fuori delle protezioni magiche e permetteva d’entrare e d’uscire comodamente e, con una certa premeditazione, farlo passando del tutto inosservati. Era proprio a questo che i due mangiamorte puntavano. Avevano studiato a lungo, soprattutto il Blackwood era stato incaricato della cosa poiché il vicepreside a causa degli impegni dati dalla sua carica era impossibilitato a ritagliarsi il tempo necessario per svolgere le dovute ricerche e in questo il professore d’erbologia era una mano attenta e fidata. Si era quindi documentato a modo nonostante le informazioni in loro possesso fossero ben poche; l’ “incompetente”, così piaceva a Dylan definirla, non aveva documentato, per loro sfortuna, gli incanti utilizzati per la sigillatura del passaggio. Come sempre la Rei aveva fatto le cose di pancia lasciandosi intimidire dalle parole del vecchio gestore del locale stufo di vedersi periodicamente spuntare dalla cantina studenti che dapprima ignari scoprivano l’entità di quel passaggio. L’indiana lo aveva quindi chiuso nonostante la stessa associazione studentesca si fosse ribellata a memoria dell’importanza di tali passaggi nei tempi della seconda guerra dei maghi. “Uno dei tanti errori Aishwarya”, ne sorrideva adesso il mangiamorte tronfio della sua posizione dopo che era riuscito sottilmente a fare spodestare la donna quando insegnava ed inoltre manteneva il ruolo nel consiglio dei genitori, le aveva reso la vita un inferno a lei e alla compagna di bevande di quell’altra inetta della De Masi. Eliminare tutta quella feccia era per lui motivo di grande orgoglio. Il prossimo passo, adesso, sarebbe stato eliminare anche quell’inutile vecchio che giaceva sul suo scranno credendo di governare quando alla fine era unicamente un presta-volto del titolo, buono unicamente ad apporre certune firme ma non per regnare, quello non lo faceva ormai da tempo da quando la malattia era andato a mano a mano mangiandolo da dentro. «Cominciamo», sentenziò mettendo a parte il collega dell’inizio dei veri lavori. La scuola era ora addormentata, persa in un incubo collettivo che li avrebbe distratti da quello che era il reale motivo. I due cominciarono immediatamente a scagliare incantesimi, alcuni di una certa complessità persino, quando la mano di Blackwood saettò dinanzi ad entrambi intimando il silenzio: aveva sentito qualcosa ma... era impossibile? O forse no. Dylan si fermò e concentrandosi espanse la sua mente fino a raggiungere quella della donna. Sì, c’era qualcuno di sveglio e quel qualcuno si stava dirigendo esattamente da loro. «Si, l’abbiamo.» Senza scomporsi il vicepreside fece per riporre la bacchetta nella tasca interna della giacca e con una successiva occhiata intimò al compagno di fare, se non lo stesso, di nascondere il legno.
    «Eccovi qui, grazie al cielo! Sono svenuti tutti al banchetto, c'è qualcosa che non va!» Esclamò la donna portandosi una mano al petto per moderare forse l’affanno. Dylan strinse le labbra. «Miss Smith, quale piacevole incontro.» Non aveva chiesto un congedo? Maledetta donna. Dylan abbozzò un sorriso avvicinandosi alla donna. «Posso intuire che sua madre sta molto meglio rispetto a stamattina, è corretto?» Continuava ad avvicinarsi a lei, cordiale, il sorriso appena accennato che ne ammorbidiva i lineamenti senza tuttavia mai arrivare allo sguardo. «Mi stava dicendo della Sala Gande? È tutto sotto controllo. È giusto che stiano così, fa parte dell’intrattenimento pensato. Sono... all’apparenza addormentati ma il preside Edevane ha avuto un’idea eccezionale. Un’escape room, così la chiamano i babbani», sulle sue labbra la parola “babbano” assumeva la totale connotazione di un insulto. «Via, Eileen, si stanno divertendo.» Sorrise più apertamente fino a poggiarle ambo le mani sulle spalle. «Il problema è che lei non si divertirà.» Una scarica di dolore partì dalla mente del mangiamorte propagandosi alla giovane psicologa che sarebbe finita urlante sul pavimento percependo il suo sistema nervoso andare in fiamme. «Sbarazzati di lei, Blackwood.» Concluse. Come, non era di suo interesse. Poteva cancellarle la memoria, rendendola un’ameba, oppure, poteva semplicemente porre fine alle sue sofferenze con l’anatema mortale o ancora... beh, renderla la sua bambola. Conosceva vagamente i gusti singolari dell’uomo, non li condivideva, nella maniera più assoluta ma finché le sue inclinazioni malsane non avrebbero causato loro danni o fosse arrivato a toccare ciò che era di sua proprietà, non aveva problemi con l’uomo, anzi, poteva soprassedere su certi comportamenti. Strinse le labbra in una smorfia scoccando un’ultima occhiata alla donna ansimante di dolore sul pavimento e lascio che fosse l’uomo a deciderne le sorti come un avvoltoio che volteggia sulla sua preda.
     
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11 replies since 7/11/2022, 00:48   314 views
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