Venomous moon

with Edmund, Eileen and Javier.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Javier.
     
    .

    User deleted


    tumblr_pdj2o3K5as1qj6kc8o1_250
    Avevo lasciato Mielandia nelle mani delle mie dipendenti, dando loro – come direttiva – quella di regalare piccoli sacchettini di dolciumi ai bambini più piccoli, così da rendere la loro notte di Halloween più lieta. Non ero quel genere di imprenditore che faceva di tutto pur di racimolare qualche zellino in più, anche perché di soldi ne avevo accumulati fin troppi, nel corso della mia esistenza. No, quello che facevo, lo facevo per divertimento e per curiosità nei confronti del genere umano, oltre che per sopravvivere – chiaramente. Una non-vita, in realtà, un inganno agli altri, a me stesso ed alla morte stessa, frutto di una vicenda che ormai avevo dimenticato, a causa di tutti gli anni ch'erano trascorsi. Avevo perso il conto, un po' per la mia fragile memoria, un po' per i miei poteri ed un po' perché non si poteva certo ricordare tutto se si vive per così tanto tempo. Da un certo punto di vista, meglio così. Non trovate sia (quantomeno) spiacevole, dover ricordare ogni giorno l'attimo della vostra morte? In tutto ciò, una cosa non aveva mai perso di valore, per il sottoscritto: la musica. La musica riusciva a tenermi legato alla realtà più di qualunque altra cosa, in particolare la lirica. Fu così che, poco prima di partire per il castello di Hogwarts, presi un vinile dalla sua custodia e lo andai ad adagiare sul giradischi; quindi portai un dito a sollevare il braccio, onde collocarlo poi in uno specifico punto, per poi abbassarlo fino a quando la puntina andò a slittare sul disco. Uno scricchiolio ovattato fece emergere un sorriso dalle increspature presenti sul mio viso, quindi mi accomodai sulla poltrona, prendendomi il tempo necessario per accavallare la gamba destra ed agguantare il calice, precedentemente lasciato sul tavolino limitrofo.


    Ricordo quella sera...i tre tenori, l'Italia, la Traviata...quanti anni saranno passati, una trentina?
    Pensai tra me e me, portando il bicchiere alla bocca, in modo da sorseggiarne il contenuto color carminio, ancora fresco. Avrei continuato a oltranza, fino al termine del brano, per poi adagiare la coppa sul ripiano in legno e – impugnata la bacchetta – dislocarmi. Nel luogo in cui nessuno mi avrebbe cercato: nella cantina della stessa Mielandia.
    Libiamo, libiamo ne'lieti calici
    che la belleza infiora.
    Andai con la bacchetta a sollevare la lastra in pietra, scostandola di lato così da scoperchiare il passaggio che mi avrebbe condotto a metà strada, là dove mi avrebbe atteso il mio contatto e – con esso – il suo collega.
    E la fuggevol ora s'inebrii
    a voluttà.
    Scesi all’interno dell’apertura, canticchiando alcuni versi dell’Opera precedentemente ascoltata nella mia dimora, proseguendo poi a piedi attraverso il tunnel che (per quell’evento) avevo provveduto ad illuminare per tutta la sua lunghezza o, per meglio dire, fino al muro impenetrabile, fatto erigere dal Ministero.
    Libiamo ne'dolci fremiti
    che suscita l'amore.
    Trascorsero diversi minuti dal punto d’inizio, d’altronde non avevo alcuna fretta – essendo partito una buona decina di minuti in anticipo – malgrado, di tanto in tanto, prendessi fuori il mio orologio da tasca, risalente al XVI secolo. Certo, v’era solo la lancetta dell’ora, ma per uno che aveva vissuto secoli risultava una congrua unità di misura, non vi pare? Tralasciando il fatto che l’appuntamento era all’incirca verso le 9:00pm.
    poichè quell'ochio al core
    Omnipotente va.
    Puntata la bacchetta in direzione della barriera, un leggero sorriso emerse sul mio volto impassibile e, pochi istanti più tardi, un sinistro scricchiolio annunciò la nascita di un intenso fascio di magia dalle sfumature smeraldine, il quale schioccò fino ad abbattersi sulla parete magica stante dinanzi a me.
    Tra voi tra voi saprò dividere
    il tempo mio giocondo;
    Tutto è follia nel mondo
    Ciò che non è piacer.
    L’intera zona venne pervasa da una costante vibrazione, del tutto simile ad una piccola scossa tellurica, venendo poi accentuata non appena anche l’altro lato venne colpito dalle combinazioni di incantesimi del mangiamorte. Poco a poco, il muro infuso di magia e rune protettive iniziò a sgretolarsi, assottigliandosi sempre più ad ogni minuto trascorso sotto il fuoco magico incrociato. Sarebbe bastata un’altra manciata di secondi per eliminare del tutto il blocco, tanto che iniziai a udire la voce del giovane ragazzo con cui avevo avuto modo di interloquire. Mi chiese d’interrompere l’attacco, preoccupato che avessimo compagnia e – per quanto reticente all’idea – diminuii l’intensità della fattura, fino a quando non si disperse del tutto. Abbassai la mano e attesi, sistemandomi la cravatta con fare abitudinario. Giunto a quel punto, avrei potuto udire tutte le voci stanti dall’altra parte e…lo feci, chiaramente. Una voce femminile giunse alle mie orecchie, appartenente ad una giovane donna che sembrava non essere per nulla al corrente del nostro piano. Inizialmente, mi domandai per quale motivo ci fosse qualcuno ancora sveglio ad Hogwarts, tanto da iniziare a dubitare della professionalità di questi tanto decantati mangiamorte.


     
    .
11 replies since 7/11/2022, 00:48   314 views
  Share  
.
Top