Venomous moon

with Edmund, Eileen and Javier.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Eileen
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    50
    Location
    Liverpool, Inghilterra

    Status
    spymode
    null
    Quando aveva messo piede per la prima volta ad Hogwarts, un paio di anni fa, era rimasta colpita dalle carrozze che si ergevano in volo, trainate da creature visibili solo a chi aveva avuto a che fare con la morte. Eileen, adesso, di anni ne aveva trentuno e ancora non riusciva a vederle. Era un suo desiderio quello di osservare in prima persona i Therstal, ma il prezzo da pagare era troppo alto. Non voleva vedere nessuno, soprattutto le persone che amava, morire davanti ai suoi occhi. Sarebbe impazzita. Si era sempre fatta guidare dalle emozioni, sia in positivo che in negativo, ma un lutto non lo aveva mai provato e, se il dolore era così forte come tutti dicevano, era meglio così. Scosse la testa, allontanando quei macabri pensieri mentre la carrozza sulla quale viaggiava, atterrava. Era arrivata in quella che era la sua seconda casa: Hogwarts. Da quando aveva iniziato a lavorare nella sua vecchia scuola, due mesi fa, era entrata a far parte di una grande famiglia ed era felice di aiutare gli studenti a non prendere una cattiva strada. Erano ancora troppo giovani per avere a che fare con l'oscurità, anche se molti di loro l'avevano già incontrata. Perché i maghi erano così disturbati? Che bisogno c'era di usare la magia nera per uccidere quelli che, per loro, erano esseri inferiori? Sua madre era una babbana e anche una delle donne più forti che conosceva, non si era arresa davanti a niente e suo padre, un purosangue bigotto, aveva perso la testa per lei. Ma per quanto l'amasse non era riuscito a proteggerla dalla crudeltà del Mondo Magico. Una volta appresa la storia di Voldemort e dei suoi seguaci, infatti, aveva cercato di allontanarla dalla magia senza capire che era parte integrante della sua persona.
    Una volta scesa dalla carrozza, si avviò a passo svelto verso la Sala Grande con un sorriso a trentadue denti che le incorniciava il viso, felice di poter partecipare al buffet della festa che più amava. Stamattina aveva ricevuto una lettera da suo padre e il suo contenuto l'aveva fatta sbiancare. Sua madre era svenuta ed era stata portata in ospedale. Senza perdere tempo si era recata nella Londra Babbana, sperando che stesse bene. Il solo pensiero di non poterla più abbracciare le aveva causato un attacco di panico. Per fortuna non era niente di grave, solo un abbassamento di pressione. Le aveva fatto prendere un colpo! Le era stata vicino per tutto il giorno e, solo quando si era addormentata, si era allontanata. Fosse stato per lei sarebbe rimasta al suo fianco anche per tutta la settimana, ma suo padre l'aveva convinta a tornare al castello visto che c'era il banchetto di Halloween, un evento da non perdere.
    Non appena mise piede nella scuola però, si accorse subito che c'era qualcosa che non andava. C'era troppo silenzio. Dov'erano finiti tutti? Iniziò a correre con la speranza di incrociare qualcuno nei corridoi, ma niente. Quando arrivò in Sala Grande rimase sconvolta da ciò che vide: erano tutti immobili, con le teste chine sul tavolo. Erano morti? No, non era possibile. Quella scuola era letteralmente una fortezza! Si avvicinò alla professoressa di Trasfigurazione, mettendole una mano a pochi millimetri dalla bocca per vedere se stesse ancora respirando. Quando sentì il fiato solleticarle il palmo della mano, tirò un sospiro di sollievo. Stava bene. Fece la stessa cosa con gli altri docenti, cercando di svegliarli in tutti modi, scuotendoli e lanciando Innerva a ripetizione, ma fu tutto inutile. Cosa cavolo era successo? Chi aveva osato fare una cosa del genere? Era uno scherzo di cattivo gusto ed era certa che il preside la pensasse esattamente come lei. Peccato che anche lui fosse privo di sensi come tutti. O quasi. Il vicepreside e il professor Blackwood mancavano all'appello. A quel punto Eileen uscì e iniziò a cercarli, non poteva risolvere l'intera faccenda da sola, aveva bisogno del loro aiuto. «C'E' NESSUNO!? È UN'EMERGENZA!» Ma dove cazzo erano finiti? Gli studenti e i loro colleghi erano nei guai, dovevano fare qualcosa, maledizione! Corse a perdi fiato per tuta la scuola, le gambe bruciavano, ma non si fermò, non poteva. Controllò l'infermeria, la biblioteca, la sala trofei e persino la piscina, ma niente, di loro non c'era traccia. D' un tratto, però, sentì delle voci e una di queste le era vagamente famigliare. Svoltò l'angolo e si ritrovò faccia a faccia con Blackwood, dietro di lui c'era anche il vicepreside. Li aveva trovati, finalmente! «Eccovi qui, grazie al cielo! Sono svenuti tutti al banchetto, c'è qualcosa che non va!» Aveva il fiatone, però riuscì a formulare una frase di senso compiuto. Per un attimo le parve di scorgere della rabbia nei loro occhi, ma si era sicuramente sbagliata. Infondo, perché mai avrebbero dovuto esserlo? «Avanti, andiamo! Hanno bisogno d'aiuto!» Li incitò. Che state aspettando, muovete il culo!

     
    .
11 replies since 7/11/2022, 00:48   314 views
  Share  
.
Top