Devil's trill

Quest di Halloween (aperta solo agli studenti)

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  1. Xé.
     
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    – Questa è la volta che mi riempio come una piñata! – parlavo con la bocca piena, sporca di cioccolato tutta attorno: lo so, faccio schifo, sono senza dignità, ma capitemi… la prima partita di Quidditch di quest’anno è praticamente alle porte, e ogni santo pomeriggio sono costretta a perdere sudore e speranze in quel campo volante, sentendomi comunque sempre ferma allo stesso punto. Cioè a testa in giù sulla scopa. Chiaramente avrò perso chissà quante calorie in questi giorni – lo so, siamo sulla scopa, ma per parare dovrò pur alzare le braccia, per non parlare del fatto che sono finita in infermeria Morgana solo sa quante volte (sentite come parlo il witchese!), finendo a fare per giorni la dieta dell’ossofast – e ora mi spetta di tutto diritto di ingozzarmi come il bambino obeso della fabbrica di cioccolato. Anche perché, effettivamente, quando potrà ricapitarmi una tavolata piena zeppa di leccornie dolciarie GRATIS per tutta la sera? Avrei potuto lavorare da Mielandia, diamine. E invece mi sono proposta in quel negozio che si prende gioco delle sue stesse dipendenti (cioè io e basta, sottolineo sfruttamento), ma questa è un’altra storia.
    Mostrai la lingua sporca di caramella a un compagno che si lamentò del modo in cui mi ingozzavo. Disgustato, si voltò dall'altra parte. Funzionava sempre per farli stare zitti!
    Tutti i fantasmi di Hogwarts erano riuniti nella sala grande, svolazzando fra le costellazioni di suggestive zucche volanti; il Frate Grasso si inumidiva (si fa per dire) le labbra fissando i tavoli imbanditi da dolciumi di ogni genere, come ipnotizzato, probabilmente desideroso di metterci le mani anche lui (chissà se si ricordava che sapore avessero?), mentre Nick quasi-senza-testa cercava di stupire il tavolo di Grifondoro – come sempre, d’altronde – mostrandoci l’interno del suo collo. – Cacchio, Nick, tieni la testa a posto! Sto vomitando il pranzo di Natale che deve ancora venire – cercai a stento di contenere un conato quando venne a farmelo proprio davanti al naso. Disgustoso, ma per una volta tanto a tema. No, non avevo ancora fatto abitudine allo schifo.
    – Guarda, Grace, se gli pizzichi il culo cambiano forma più infretta! – le mostrai la mia scoperta tutta entusiasta, pizzicando ripetutamente il sedere delle creaturine di cioccolato mentre queste camminavano o strisciavano sopra il tavolo, cambiando forma a ogni pizzico, cercando di far comparire il drago che tanto voleva ottenere. – AHIO! – …e invece quello a una certa diventò un’aquila che beccò ripetutamente il mio splendido nasino, il che mi fece provare una sensazione di bucherellamento alla Picchiarello. – Bravo, vola via… tanto non ti volevo mangiare! Fai schifo alla merda! – quanta maturità a quel tavolo, signori e signore. Eppure al tavolo di Serpeverde sembravano battermi… perché il mio compare, in quanto a caos e disagio, non delude mai.
    – AMO POI TE LO PASSO IO L’ASSORBENTE! ORA DOVRAI STARE ATTENTO A GRAVIDANZE INDESIDERATE! – misi le mani a megafono e gli urlai da un tavolo all’altro, per poi ridermela di gusto. – Quanto vorrei fare la sua vita, ragazze – sospirai alle mie compagne di stanza scartando un confetto dalla carta violacea che non avevo ancora assaggiato, pensando a quanto il futuro da zitella si avvicinasse. Certo, non che gli invidiassi il fatto di ricevere…lunghe protuberanze di carne là dove qualcosa dovrebbe solo uscire e mai entrare… ma insomma, ci siamo capiti. Pensai ad Alexis, che però doveva trovarsi al lato opposto della tavolata. Chissà se le piacevano quei confettin-…
    Plomp.
    Testa sul tavolo.
    Breve russata sonora (perché ho il naso fottutamente deviato).
    Mi risveglio con tutta la guancia appiccicaticcia, ora anche quella marrone. A quel punto non avrei saputo se imbarazzarmi maggiormente per me stessa perché non sapevo mangiare come una fottuta sedicenne o perché ero certa che sembrasse un principio di blackface.
    Prendo un fazzoletto e mi pulisco alla bell’e meglio, accartocciandolo e lanciandolo a caso contro la testa di qualcuno che dormiva.
    Hey, ma perché dormivano tutti?
    E perché le mie compagne erano sparite?
    Scossi a caso la testa di qualcuno per farlo rivenire, facendo si che cadesse a terra. Ops, non volevo. O forse sì. Improvvisamente mi stavano tutti sul cazzo.
    Anche i professori stavano dormendo come delle belle addormentate, mentre attorno a me qualcuno iniziava a riaprire gli occhi.
    Erano… strani.
    I loro visi erano… deturpati.
    Scattai in piedi e mi allontanai con un balzo dal tavolo, camminando all’indietro per non dare le spalle a quelle schifezze immonde, che stavano iniziando a staccarsi pezzi di pelle dal volto con le dita grigiastre.
    Quelli non erano i miei compagni. Che cosa era successo a loro?
    Inciampai su un corpo a terra, riprendendomi dalla caduta grazie al muro lì accanto.
    – Hey, che stai… LASCIA! LASCIAMI! – esclamai contro lo studente-zombie che si stava impadronendo della mia gamba. – DEVI LASCIARMI STARE! – fui costretta a dargli un secco calcio in testa, talmente forte che sentì un crack, e quello sembrò svenire nuovamente col collo piegato.
    – Cos’hai fatto? – Nick quasi-senza-testa si avvicinò pericolosamente a me, con aria incattivita. – Io… voleva… non mi lasciava stare… – balbettai.
    – Gli hai spezzato il collo. Perché non glielo tagli direttamente, com’è successo a me? – si staccò completamente la testa e me la lanciò, passandomi attraverso. Poi il corpo si precipitò contro di me, le braccia sollevate nella mia direzione, e io feci un balzò all’indietro, prima che questo trapassasse la parete dietro di me.
    – Devo… devo andarmene di qui… – iniziavo a sudare freddo, mi sentivo perseguitata; tutto, in quel momento, era un pericolo… forse persino la mia ombra.
    Corsi verso la grande porta in legno, già aperta, ma prima che potessi oltrepassarla uno studente con gli occhi completamente bianchi iniziò a tremarmi davanti incontrollabilmente, le ossa che cambiavano forma e posizione dando vita a uno spettacolo raccapricciante, peggio di quei film horror con gli esorcismi; si piego a tal punto da prendere una forma semi-animale, portandosi a quattro… zampe?…ed emettendo un grido degno di una banshee.
    Non sapevo che fare. Con gli incantesimi ero ancora una schiappa, ma me ne serviva uno, e infretta…
    – DIFFINDO! – fu l’unica cosa che mi venne in mente quando estrassi la bacchetta, e uno squarcio profondo solcò la carne di quella…cosa orripilante.
    – DIFFINDO…DIFFINDO…DIFFINDO! – lanciai quell’incantesimo a manetta, colta dal panico più totale, finché la vittima non si ridusse a un corpo deforme e sbrandellato, accasciato al suolo.
    Che cazzo avevo appena fatto?
    Eppure mi sembrava l’unica cosa giusta da fare.
    In un certo senso... volevo farlo.
    Con la bacchetta alzata, mossi i piedi girandomi sul posto, accerchiata da esseri informi e spiritati.
    La soglia della porta della sala grande era occupata da corpi nemici, ma presi la rincorsa e mi scagliai contro di loro con tutte le mie forze, lanciando ulteriori Diffindo prima di sbattere contro l’essere che mi stava davanti, dalla schiena storta e l’andamento incerto, e mandarlo a terra.
    Fatto ciò, corsi via. Dove, non lo sapevo neanche io.
    Halloween non mi era mai sembrato tanto terrificante.

    Interagito con Grace, Kynthia, Halley e Jaemin e con vari rpg. Citata Alexis.
    Lanciato vari diffindo contro gli esseri mostruosi, dall'aspetto solo vagamente umanoide, che le si scagliano davanti, esce dalla sala grande e fugge (non sa nemmeno lei dove).



    Edited by Lesbikerrie. - 5/11/2022, 16:26
     
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58 replies since 31/10/2022, 10:30   1848 views
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