Devil's trill

Quest di Halloween (aperta solo agli studenti)

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  1. Mikhail
     
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    serpe
    17 Anni
    III Anno

    Status: Divertito

    Ebbe tutto inizio ben prima delle ore 20.47, quando la luce del giorno illuminava ancora le innumerevoli tegole dei logori tetti del castello. Era il giorno dei morti, il cosiddetto Halloween, il momento in cui i bambini amavano suonare alle porte dei vicini onde far loro la fatidica domanda di rito: “Dolcetto o Scherzetto”? Ero piuttosto certo che il banchetto serale sarebbe stato caratterizzato da tavolate strabordanti dolciumi di ogni genere, ma per quanto riguardava gli scherzi? Dall'inizio dell'anno scolastico erano passati già due mesi e nulla era cambiato in quell'ovile: nessuno si prendeva – magicamente – a sberle, tutti mogi e diligenti manco fossimo in un convento od in un seminario cristiano. Tutta un'altra storia, se confrontato all'Istituto dal quale provenivo.
    Lì si che sapevamo passarci bene le giornate! Ogni giorno (ovviamente fuori dall'orario in cui si tenevano le varie lezioni), avvenivano in media 2-3 duelli tra gruppi di maghi di varie casate. I docenti ne erano al corrente e, sebbene non potessero incitare simili eventi, nemmeno li interrompevano. Questa era l'educazione durmstranghiana, la quale scardinava la psiche delle menti più deboli e rafforzava quelle dei più bellicosi. Ad ogni Halloween, a Durstrang avveniva una sorta di simulazione di guerra, nella quale ogni casa metteva in campo una decina dei loro migliori studenti, i quali avrebbero dato battaglia agli sfidanti, facendo uso di tutti i mezzi a propria disposizione pur di neutralizzare gli altri. Erano solo due i divieti: non si potevano spezzare le bacchette altrui e non si poteva uccidere; nonostante le regole, capitava di frequente che qualche studente arrivasse lì lì per perire, ma i medimaghi schierati erano molti e ben preparati e si riusciva sempre ad evitare il morto. Infondo, nessuno voleva che il Ministero della Magia chiudesse una delle migliori scuole magiche al mondo.
    Ad ogni modo, tornando con lo sguardo sulla mia nuova scuola, considerato il fatto che nessuno si sarebbe occupato degli scherzi, decisi di offrirmi come volontario – chiaramente, senza chiedere alcun permesso. Iniziai così a radunare i miei sgherri (perlopiù dei serpeverde del II anno), promettendo di insegnar loro qualche incanto divertente del III anno se avessero portato a casa gli obbiettivi che avevo proposto loro. Fu così che, una volta assegnati i vari incarichi, presi congedo verso il tramonto e me ne tornai nei dormitori a prepararmi per l'imminente serata.
    Chissà se quei mocciosi han capito.
    Pensai mentre osservavo la mia immagine riflessa nello specchio, sistemandomi il soprabito con cappuccio di color grigio topo, il quale andava parzialmente a coprire un outfit in grigio di Payne...il funerale della vivacità, insomma. Prima di uscire, avrei provveduto a mettermi un po' di colore attorno agli occhi, rosso sangue, lasciando che una coppia di tracce (una più lunga ed una decisamente più corta) scendessero da ciascun occhio a mo' di lacrime. Un sorriso ricolmo di perfidia si rifletté nello specchio, svanendo in pochi istanti non appena udii i passi del caposcuola passarmi accanto. Non appena svoltò l'angolo, mi misi il cappuccio ed iniziai a serpeggiare tra i concasati, risalendo poi tutti i gradini fino a ritrovarmi al piano terra. Sarebbe stato in quel momento che avrei notato – in penombra – uno dei miei sgherri mettersi celatamente in tasca uno studente colpito (presumibilmente) da un Diminuendo. Non appena mi vide, mi sorrise con orgoglio ed io approvai la sua mossa con un cenno affermativo col capo.
    Non mi sarei aspettato di meno da Viktor.
    Riflettei soddisfatto, nel domandarmi come stesse andando agli altri mocciosetti, mentre con il passo successivo entravo all'interno della Sala Grande. Mi sedetti alla tavolata della mia casa, standomene alla larga dai serpeverde più logorroici, nella speranza che (considerato che le panche erano ancora mezze vuote), avrei rischiato di dovermi sobbarcare la compagnia di gente troppo euforica per i miei gusti. Iniziai a mangiare quello che mi passò davanti, anche perché molte cibarie non erano statiche, muovendosi di qua e di là quasi come a voler sfuggire dalle nostre mani affamate. Presi subito uno di quei cioccolatini mutaforma, azzannando quella che somigliò ad una testolina di pulcino, gustandomi avidamente il sapore di agrumi della confettura. Vidi poi la scia di confetti sorvolare sopra ai piatti e – come tutti – andai ad agguantarne qualcuno, curioso di scoprire il gusto di quella nuova prelibatezza. Stavo per buttarne uno tra le fauci, quando una voce tonante mi bloccò. Mi guardai attorno, ma non vidi nessuno...possibile che me lo fossi immaginato? No, quella voce imperiosa l'avevo già sentita e l'idea che me la fossi semplicemente immaginata non aveva il ben che minimo senso. Perché avvisarmi di non mangiare i confetti, allora? Uno ad uno, i confetti caddero sul mio piatto, mentre con lo sguardo vidi i miei sgherri entrare con le loro vittime ed il mio sorriso si fece ampio. Alcuni si sedettero accanto a me ed io – generosamente – andai ad offrir loro i confetti che avevo appena lasciato cadere.
    Voglio proprio vedere che accade.
    Nemmeno un minuto ed ecco che i miei schiavetti iniziarono a sbadigliare, mentre (altrove) uno ad uno gli studenti iniziarono a perdere i sensi. Poco dopo, anche gli ultimi a mangiare i confetti crollarono ed io rimasi praticamente l'ultimo ancora sveglio, malgrado un forte senso di spossatezza iniziò a prendere anche me.
    Cosa diavolo?!
    Un forte sbadiglio e poi ecco che le palpebre si fecero sempre più pesanti, ormai prossimo alla perdita dei sensi...non prima di aver ricevuto un secondo messaggio dallo sconosciuto, inerente al vantaggio che avevo ottenuto.
    Vantaggio? Che tipo di vanta...
    Persi coscienza per non so quanto tempo, risvegliandomi pochi istanti dopo, malgrado non fossi del tutto certo di quanto tempo fosse effettivamente passato. Non mi trovavo seduto al punto di prima, ma...in piedi. Portai la mano davanti alla fronte, ma sbattendo le palpebre me la ritrovai dietro alla nuca.
    Che cazzo?!
    Mossi un passo in avanti e mi ritrovai sotto la porta d'ingresso della Sala, sentendo per un attimo l'equilibrio venir meno, tanto da costringermi ad appoggiarmi allo stipite destro; sbattei le palpebre, ritrovandomi appoggiato al piedritto opposto ad osservare l'interno della Sala Grande e non l'esterno.
    Mi hanno drogato?!
    Iniziai a sentire un lungo stridio, come se l'essere a conoscenza di quello che stava avvenendo nella mia testa mi facesse dannatamente male, tanto d'assordarmi. Poco a poco, tuttavia, il rumore iniziò a stabilizzarsi, fino a quando sentii di aver riacquisito il controllo della mia mente e delle mie percezioni...circa. Iniziai a muovermi, estraendo la bacchetta (sempre se l'avessi ancora addosso), muovendomi verso la torre dei Grifondoro con un sorriso alquanto divertito. Se quella era un'allucinazione che aveva coinvolto tutti ed avevo un vantaggio rispetto agli altri, magari sarei riuscito ad incontrarla...per divertirmi un po' con lei.

    null

    Piquola Greiiz? So kye mi puoi syentire...
    Esclamai ad alta voce, non del tutto convinto che potessi realmente trovarla, ma...perché non fare comunque un tentativo?!
    Nuo ti nasquondere, piquola Greiiz...ti vuoglio suolo parlare.
    Sogghignai tra me e me, continuando a camminare verso la mia meta, guardandomi attorno a me di tanto in tanto, alla sua ricerca.


    Parlato Pensato
    scheda | mailbox | memo
    Credits: Eltanin17


    Mikhail Aleksei Romanov, III anno, Serpeverde

    Manda degli sgherri (png) a commettere "scherzi" di cattivo gusto ad altri studenti (png), prima dell'inizio della cena.
    Non mangia i confetti e si risveglia conscio del fatto di star vivendo un sogno/allucinazione <- è il suo vantaggio.
    Divertito, si mette alla ricerca di quella che è divenuta la sua vittima preferita: la "piquola Greiiz"
     
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58 replies since 31/10/2022, 10:30   1848 views
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