A Night in the Lonesome OctoberKore e Rose | Corridoi del secondo piano

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    Kore Huxley | Adulta | Hufflepuff

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    Quando la lettera di accettazione era giunta a casa sua Kore era letteralmente saltata in aria per la felicità, solo per poi correre ad avvisare ogni familiare, amico o conoscente del suo nuovo, nuovissimo, lavoro.
    Da settembre sarebbe stata un’insegnante alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts! Professoressa di Trasfigurazione, nientemeno!
    Aveva avuto, durante il colloquio, l’impressione di essere andata bene ma non ci aveva sperato fino all’arrivo della grande notizia, nel timore di poter essere delusa.
    Il giorno dopo, giusto per non farsi mancare nulla, aveva anche organizzato una piccola grigliata in piscina per festeggiare il suo nuovo lavoro, invitando giusto quella cinquantina di amici e parenti stretti che fa piacere avere attorno in queste evenienze.
    Nei giorni successivi poi aveva iniziato a preparare il programma e a mettere insieme una sua piccola biblioteca personale da tenere nelle sue stanze, giusto per evitare di sottrarre quelli della biblioteca troppo spesso.
    Be, e anche perché sui suoi avrebbe potuto scrivere liberamente, cosa che non avrebbe potuto fare su quelli della scuola.
    A fine agosto, poi, armata di valigie e cincillà si era trasferita nei suoi alloggi da insegnante.
    Aveva dovuto svecchiare un po’ e aggiungere qualche gioco per le cincilla, oltre che creare loro un habitat sicuro ma alla fine era stata soddisfatta del risultato.
    Dopo i suoi alloggi era stato il turno del suo ufficio, in cui aveva sostituito i pesanti mobili scuri con linee più chiare e morbide, sempre accoglienti, creando un luogo dove lavorare fosse piacevole e dove i suoi studenti sarebbero stati, sperava, a loro agio.
    Il primo settembre, puntali come quando era ancora una studentessa lei stessa, erano iniziate le lezioni ad Hogwarts. Solo che quella volta lei si trovava sul fronte opposto della barricata.
    Un’insegnate. Era stata ridicolmente emozionata durante quella sua prima lezione, spiegando con il sorriso sulle labbra ai suoi nuovissimi e giovanissimi studenti le basi di una delle branche in assoluto più complesse della magia. Forse la più complessa. Certamente la più scientifica.
    Logica e fermezza. Sicurezza e controllo. Tutte qualità necessarie perché un mago potesse utilizzare la trasfigurazione al meglio.
    Ed era quasi divertente, certamente ironico, che qualcuno di spumeggiante e allegro come Kore fosse così versato in quella particolare pratica.
    Molti, pensando a quella materia, si prefiguravano anziani maghi dalla lunga barba o streghe eleganti e austere, certamente non una ragazza giovane e sorridente come Kore.
    Era consapevole anche di essere una mosca bianca, per certi versi, tra i suoi colleghi. Non solo era tra gli insegnanti più giovani, ma anche probabilmente la più gentile tra di loro oltre che l’unica tassorosso.
    Se doveva essere sincera, in quei due mesi di conoscenza, non poteva dire di averli trovati molto affini a sé, ma forse era solo questione di tempo. Lo sperava almeno.
    Per il momento si trovava bene con Liv, una ragazza che aveva conosciuto durante una missione mesi prima, ed era civile con gli altri insegnanti. Anche se alcuni di loro non le sembravano granché tagliati per fare gli insegnanti, non che fossero cattivi, o almeno non credeva, ma erano… diversi dal modo in cui immaginava un educatore.
    Il professor Blackwood, per esempio, aveva spesso una strana espressione contrita quando capitava loro di scambiare quattro chiacchiere e non era certa di aver capito quale fosse il suo problema.
    In compenso insegnare le piaceva. Da morire. E dopo i primi giorni di esitazione anche gli studenti avevano cominciato a frequentare il suo ufficio, chiedendole aiuto per la sua materia o per le cose più svariate problematiche scolastiche.
    Era divertente e sentiva di avere un impatto positivo sui ragazzi, mostrando loro che non tutti gli adulti erano nemici e che avevano qualcuno cui rivolgersi in caso avessero avuto bisogno di aiuto.
    Certo, se da un lato insegnare era divertente, c’erano lati del lavoro molto meno divertenti. Le ronde erano decisamente uno di questi lati.
    Vagare per ore nel castello la sera tardi era noioso e spesso infruttuoso, ma era una parte del lavoro e non poteva tirarsi indietro.
    Anche quella sera di fine ottobre era una di quelle in cui era costretta al ruolo ingrato di secondino e guardia carceraria. Quasi. Tecnicamente avrebbe dovuto cominciare la ronda di lì a venti minuti, ma considerato che tornare nel suo ufficio le avrebbe richiesto dieci minuti non aveva senso aspettare.
    Il suo giro di ronda prevedeva l’esplorazione completa del primo piano, quello dove si trovava la sua aula, e di parte del secondo, pertanto si era diretta a passo tranquillo al secondo piano, dove avrebbe dovuto cominciare la sua abituale ronda.
    Già sulle scale però poté udire chiaramente il suono basso di una manciata di voci, voci certamente di studenti, intente in quella che pareva una conversazione piuttosto animata.
    Salì quindi gli ultimi gradini in fretta, le scarpe babbane con la suola in plastica che producevano un suono sgradevole sui vecchi gradini, e svoltò l’angolo del pianerottolo a passo svelto, il volume delle voci più chiaramente udibile ad ogni passo.
    Seguendo le voci e svoltando nuovamente si trovò finalmente davanti la fonte di quel vocio: tre studenti erano intenti in quello che pareva uno scambio ben poco piacevole.
    Kore ovviamente li riconobbe tutti e tre senza grandi problemi: Asher Sparlink, Marius Travers e Rose White, giovane caposcuola di tassorosso e figlia di un suo collega, oltre che unica di quei tre che avesse effettivamente ragione di trovarsi lì a quell’ora visto il suo ruolo.
    Che sta succedendo qui, signori?” chiese con voce ferma ma non aggressiva, avvicinandosi al gruppetto di studenti e fermandosi a poca distanza da loro, le braccia conserte e l’espressione seria.
    I signori Sparlink e Travers spero abbiano una buona ragione per essere qui a quest’ora.” Nel dirlo si rivolse più che altro alla giovane capocasa, come a volerla spronare a spiegare come e perché si fosse trovata a fermare la coppia di studenti che avevano di fronte.

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    Eccomi ancora una volta ad adempiere al mio compito di caposcuola e a fare il mio turno di ronda. La giornata era stata abbastanza pesante e sembrava non voler finire più, di fatti avevo sperato con tutta me stessa di non incorrere in nessuno studente in giro fuori orario, ma non era stato così perché non appena iniziato la perlustrazione del secondo piano avevo incontrato due ragazzi che non avevo la minima idea di cosa ci facessero lì a quell’ora. Ero stata buona e li avevo rimandati nei loro dormitori spiegando che avrei fatto ritorno lì e che non avrei voluto rivederli. Così sbuffando leggermente e tenendo in mano la bacchetta per illuminare i corridoi più bui, avevo continuato il mio giro che sembrava non finire mai. La mia mente era piena di pensieri, anche troppi e quella sera avevo saltato la cena, come facevo qualche volta anzi spesso da quando ero rientrata ad Hogwarts. Ogni angolo di Hogwarts a me assegnato era stato controllato e adesso mentre ero persa nei miei pensieri e sognavo già di infilarmi sotto le coperte e provare a dormire, almeno un pochetto, ripassai dal corridoio di prima dove vi erano i due ragazzi che avevo rimandato nei rispettivi dormitori. Delle voci arrivarono alle mie orecchie e mi fermai un secondino alzando gli occhi al cielo. Non potevo proprio crederci che quei due erano ancora li a fare non so cosa. Camminai piano e mi misi dietro di loro per poi schiarirmi la voce. Uno dei due saltò dallo spavento e l’altro si voltò con un volto pallido «Bene! Vedo che oltre le regole anche le buone intenzioni di un caposcuola vi stanno strette...» Il mio viso serio e il mio sguardo severo faceva la spola da uno all’altro rimasi in silenzio solo un istante e poi continuai «Io davvero non vi comprendo. Mi spiegate perché siete ancora qui e soprattutto cosa state nascondendo dietro di voi? Su!» Provarono a ribattere mentre sembravano avere un atteggiamento strano e a non essere super lucidi, ma davvero non era serata e presi la bacchetta in mano «Devo fare da me o mi fate vedere le belle bottiglie che nascondete? Davvero credete di essere così furbi?» Presero ad alzare il tono arrabbiandosi come se fossero anche dalla parte della ragione «Abbassate il tono o davvero vi porto dal vicepreside!» Mentre cercavo di far finire quella stupida discussione con due studenti che potevo ben definire brilli, una voce arrivò dritta alle mie orecchie. Mi voltai e vidi la professoressa Huxley che era arrivata vicino a noi, presi un piccolo respiro per poi parlare «Buonasera professoressa...» mi voltai verso i due con uno sguardo davvero arrabbiato «Di preciso non lo so ma le bottiglie dietro la loro schiena sono un indizio...» dissi con un tono che andava ad abbassarsi. Odiavo fare la spia e odiavo quando mi mettevano in quelle situazioni. I due sembravano ancora non demordere «No davvero... vi prego!» dissi prima che il Signor Travers iniziasse a parlare, aveva solo preso fiato e la sua espressione sembra che volesse anche rispondere a tono alla professoressa. «Professoressa, i due erano qui già ad inizio turno di ronda e con gentilezza avevo chiesto di rientrare nei loro dormitori... visto che erano solo passati pochi minuti dal coprifuoco ed ho ben specificato che sarei ripassata da qui al mio rientro. Volevo essere gentile. Al mio ritorno gli ho ritrovati ancora su questo corridoio... e sembrano leggermente agitati. Quando li ho incontrati la prima volta non stavano in queste condizioni o non avrei sorvolato...» Non sapevo come erano riusciti ad introdurre alcol a scuola e poi erano così stupidi da berlo in un corridoio... Mi spostai leggermente mettendomi più vicina alla professoressa «Non so cosa fare...» le dissi sottovoce con aria leggermente dispiaciuta e allo stesso tempo infastidita. Adesso che era arrivata lei potevo lasciarle il compito che aveva. «Mi spiace se sono stata leggera ma non mi aspettavo un continuo così...» La voce si abbassò ancora un pochino e così anche il mio sguardo. Volevo essere buona ed aiutare quei due deficienti ed invece non mi avevano ascoltato e mi avevano anche messo in una situazione particolare. Mi morsi il labbro sperando che tutto questo non arrivasse all’orecchio di mio padre, già mi reputava una stupida con una cosa simile avrebbe avuto modo di dire che aveva la conferma. Per la cronaca mi sentivo stupida anche io in quel momento preciso e avrei voluto tirare una sberla ad entrambi i due che erano di fronte a me.

     
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    Come aveva preventivato – complici anche le settimane d’esperienza maturate ormai come insegnante – quella che si trovò davanti non era una scena particolarmente gradevole: due studenti colti a fare qualcosa di sbagliato, ovvero a infrangere il coprifuoco.
    Era una scocciatura, davvero, soprattutto perché Kore odiava dover fare la parte della cattiva in quelle situazioni. Ma non aveva scelta.
    Ai ragazzi servivano comprensione e affetto, certo, ma anche qualcuno che impartisse loro una solida bussola morale e insegnasse loro che le azioni aveva conseguenze commisurate alle stesse.
    E certe azioni, be, erano particolarmente gravi e non potevano essere ignorate o perdonate.
    I due infatti non stavano solo infrangendo il coprifuoco, ma stavano bevendo. L’alcol, di qualsiasi tipo, era severamente vietato ad Hogwarts tra gli studenti. E loro lo sapevano benissimo.
    E non aveva infranto solo le regole della scuola, qualcosa che sarebbe stato grave ma perdonabile, ma anche infranto la legge, qualcosa di molto più grave e imperdonabile.
    E’ un fatto estremamente grave questo.” Commentò lanciando un’occhiata di fuoco ai due studenti colpevoli. Erano in guai grossi, molto grossi, e se non l’avevano ancora capito l’avrebbero capito molto presto.
    La giovane Rose si affrettò poi a continuare il suo discorso, difendendo sé stessa e le sue buone intenzioni. Non che ne fosse bisogno, era palese che non avesse nulla a che vedere con le bravate di quei due stupidi. Aveva peccato di ingenuità e gentilezza forse, ma Kore non la considerava una cosa negativa. In quei casi la colpa ricadeva, per lei, totalmente su chi sfruttava la buona fede altrui.
    E Kore non faticava a credere che quei avessero approfittato delle buone intenzioni della tassorosso, ma non per questo la giovane doveva giustificarsi con lei.
    Non deve giustificarsi signorina, non le sto facendo una colpa di nulla.” Le disse rivolgendole un sorriso rassicurante, potendo le avrebbe anche posato una mano sulla spalla fosse dipeso solo da lei, ma non voleva invadere lo spazio personale della ragazzina non sapendo se il gesto sarebbe stato gradito o meno.
    La giovane Rose infatti le dava l’idea – e non solo in relazione a quello specifico momento, ma anche in generale – di possedere una personalità piuttosto insicura.
    Non era qualcosa con cui Kore, che era persistente e sicura come la fibra di ferro, potesse empatizzare direttamente, ma era qualcosa che poteva capire.
    L’insicurezza era probabilmente il difetto più diffuso tra coloro che per natura, e volontà del cappello, erano finiti nella casa di Tosca, quindi Kore aveva dovuto rassicurare e combattere l’insicurezza di più di un amico nel corso della sua vita. Sapeva bene quanto quell’incertezza, quella vocina sobillante, potesse essere crudele.
    Forse anche essere la figlia di un professore, del vicepreside ancora di più, contribuiva a renderla incerta nel suo ruolo?
    Non si preoccupi, noi professori siamo qui anche per questo. Non siamo solo una macchinetta sparanozioni.” Disse, decisa a consolare e rassicurare quella che alla fine era ancora solo una ragazzina.
    Quando a voi due.” Disse poi, in un tono completamente diverso, rivolgendosi ai due studenti colpevoli “Entrambi perderete venti punti con effetto immediato per l’infrazione aggravata del coprifuoco e altri trenta punti, due mesi di punizione e una nota disciplinare a testa per le bottiglie, inoltre avrò cura di scrivere ai vostri genitori e a riportare le vostre azioni all’ufficio del preside, così che ulteriori misure punitive possano avere luogo. Per il momento tornerete immediatamente ai vostri alloggi.”
    Il preside era un uomo buono, ma non così buono da lasciar correre una simile e aperta infrazione alle regole. O almeno così sperava Kore.
    Non avete infranto solo le regole ma anche la legge, bevendo mentre minorenni. Spero stiate realizzando la gravità assoluta delle vostre azioni!” continuò prima di sollevare un dito in direzione di Travers, che sembrava sul punto di provare ancora a dire qualcosa, per fermare le sue proteste sul nascere.
    Signor Travers, le consiglio di tacere. Per il suo bene. Se pronuncerà anche solo una sillaba che non sia di scuse a me e alla signorina White per aver sprecato il nostro tempo aggraverà solo la sua punizione.”
    Detto questo prese la sua bacchetta - la portava ancora con sé in una custodia specifica nascosta vicino al torso, la stessa in cui erano solita portarla auror e altri dipendenti in servizio attivo al ministero – e con un rapido ma deciso gesto della mano fece scomparire le bottiglie dalle mani dei ragazzi. O almeno questo avrebbero visto i tre ragazzi.
    L’evanescenza era una delle molte branche della trasfigurazione, e forse quei due l’avrebbero saputo non fossero stati tanto impegnati a infrangere inutilmente le regole.
    Ci sono obiezioni?” chiese, in un tono che non ammetteva, lasciando chiaramente intendere che non si aspettava né desirava che ce ne fossero.
    Se, come credeva, i due avessero recepito l’antifona e si fossero allontanati allora si sarebbe rivolta verso la più giovane tassorosso e le avrebbe quietamente ma cortesemente chiesto “Tutto bene, signorina?”.

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    Rose Mia White

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    La Professoressa mi rassicurò sottolineando che non mi stava assolutamente incolpando di nulla ma io mi sentivo così stupida. Non ne facevo una giusta negli ultimi tempi e cominciavo seriamente a pensare che anche in questo ruolo avevo fallito miseramente. Ci provavo e cercavo di aiutare e punire il meno possibile ma gli studenti si divertivano a mettermi in difficoltà ed io ero sempre più solitaria e chiedevo luoghi per le ronde meno probabili di incontri clandestini. Feci un piccolo sorriso rivolto alla professoressa e poi mi voltai verso i due osservandoli sull’attenti. La punizione che la professoressa iniziò a spiegare mi fece spalancare leggermente gli occhi ma non dissi nulla. Scossi solo la testa verso i due lasciando intendere che avrebbero fatto meglio a darmi retta piuttosto che finire nelle grinfie di qualche professore, e invece...Vidi il ragazzo a destra che stava per dire qualcosa e gli feci un’occhiataccia per dirgli “che cavolo fai! Zitto e basta”. Lo vidi abbassare la testa e non dire altro. “Chiedere scusa?” pensai tra me me... mai nessuno lo faceva era come una maledizione senza perdono quella parola. Non aggiunsero nulla alla domanda della professoressa e se ne ritornarono a testa china verso i dormitori. Fu in quel momento che la professoressa cambiò tono della voce e con cortesia si rivolse a me. Nel girarsi si sarebbe trovata una studentessa del quarto anno caposcuola ritta come un soldatino e ferma sul posto. Mi volta verso di lei prendendo un leggero fiato comprendendo che il tono era decisamente cambiato «Oh... si professoressa, tutto bene!» risposi voltandomi verso di lei leggermente meno rigida e poi aggiunsi abbassando lo sguardo «Mi spiace per questo increscioso incidente! Io...» la voce si fece leggermente più bassa «Io... volevo solo essere gentile ma non mi ascoltano quasi mai...» Il leggero sorriso si spense leggermente e il grigiore sul mio volto si accentuò. Mi morsi il labbro come mio solito e poi presi nuovamente parola«Se posso vorrei farle una domanda...» Attesi la sua risposta e solo dopo il suo consenso aggiunsi «Verrò convocata anch’io dal Preside per spiegare la situazione?» Una domanda poco comune e che nessun studente caposcuola o prefetto avrebbe fatto anzi, sarebbe stato orgoglioso di esporre i fatti, ma questa non ero io. Io non volevo esporre nulla e non per il Preside ma per il VicePreside cioè mio padre... La situazione tra noi non era delle migliori anzi non poteva che essere peggiore di così, e spiegare quello che era accaduto avrebbe solo accentuato ai suoi occhi la mia negligenza e la poca “Whitetudine” se così si poteva dire. Mi avrebbe deriso, anzi no, mi avrebbe ignorato giudicandomi una nullità come sempre. I miei pensieri si accavallavano fra di loro facendo un rumore assurdo nella mia testa e lasciandomi uno sguardo leggermente perso, poi ritornai alla realtà e rialzai lo sguardo intenso ma leggermente spento, verso la professoressa per ascoltare la sua risposta e poi aggiunsi «se lei sta proseguendo verso questo lato, potremmo proseguire insieme professoressa così da completare il mio giro?» Forse era una cosa che non si doveva chiedere. Era da maleducati proporre una cosa simile alla propria Professoressa? I dubbi mi vennero uno dietro l’altro ed aggiunsi velocemente «Mi scusi! Non vorrei essere stata scortese...» Le mie gote si colorarono leggermente di rosso stonando con il bianco cadaverico del viso e i capelli e gli occhi neri come la notte, mentre la divisa andava più che leggermente abbondante. Sembravo ancora più minuta e piccola della mia età. «La ringrazio per avermi aiutata! Non volevano ascoltarmi proprio...» dissi senza pensarci troppo ritornando ai due studenti di prima ma con un tono davvero dispiaciuto. Un piccolo brivido attraversò la mia schiena e se la professoressa fosse stata attenta su di me in quel momento lo avrebbe sicuramente visto, il freddo iniziava a farsi sentire e l'inverno ormai era alle porte.



    Edited by Rose Mia White - 5/1/2023, 19:46
     
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    Kore Huxley | Adulta | Hufflepuff

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    Kore non aveva certamente iniziato quella carriera in cerca di uno sfogo per le sue manie di onnipotenza, al contrario, non trovava piacevole punire gli studenti.
    Avrebbe indubbiamente preferito incoraggiarli ed essere loro alleata piuttosto che loro nemica, ma talvolta essere dalla loro parte richiedeva una fermezza morale che non poteva essere posticipata.
    I ragazzi imparavano tramite due cose: esempio e incoraggiamento, ma bisognava anche tenersi pronti a punirli se necessario. Ovviamente doveva essere anche chiaro loro perché venivano puniti.
    O almeno così la vedeva Kore e a quelle poche massime cercava di attenersi, sperava di non deludere nessuno ma sapeva di essere ancora inesperta nel campo dell’insegnamento e che – anche per lei – qualche fallimento sarebbe stato inevitabile.
    Ma, come diceva sempre anche ai suoi studenti, non bisogna lasciare che siano i nostri fallimenti a definirci come esseri umani.
    Non si preoccupi, signorina White.” Rispose Kore, mettendo in atto nei confronti della giovane capocasa proprio quella filosofia “Mi rendo conto che per voi studenti è particolarmente difficile ricoprire una simile posizione e trovarvi in certe situazioni.
    In realtà Kore aveva dei sinceri dubbi sul sistema dei prefetti, le pareva creasse innecessarie posizioni di potere all’interno del corpo studentesco, non sarebbe stato più sensato far eleggere agli studenti dei rappresentanti democratici come si usava tra i babbani?
    Sarebbe stato più sensato e avrebbe permesso agli studenti di scegliere da soli coloro che avrebbero parlato per loro. Avrebbe dovuto proporlo al preside? Sembrava un uomo disponibile al dialogo e sensibile a quel tipo di argomenti.
    La gentilezza è un grande pregio, ma a volte agisce in modi che gli altri non comprendono immediatamente.” Era il caso di giorni come quello: forse punire quei due in modo così duro era sembrato severo, ma essere disperati per dell’alcol al punto di portarlo di straforo tra le mura scolastiche? Non era affatto un buon segno e se nessuno fosse intervenuto probabilmente le cose sarebbero solo peggiorate nel corso del tempo, così come una piccola perdita diventa muffa se ignorata.
    Oh, no, non credo servirà. Li ho puniti io quindi ci penserò io a sbrigare tutte queste faccende burocratiche.” Rispose scuotendo appena il capo, realizzando solo in quel momento che quella sarebbe stata un’inevitabile scocciatura, non aveva già tantissimo tempo a sua disposizione, tra le lezioni da preparare e l’aiuto che dava agli studenti in difficoltà con la sua materia. Studenti che – tra parentesi – erano molti più di quanti non si fosse aspettata inizialmente. Non che fosse un problema, al contrario, aiutarli era il suo lavoro e lo faceva sempre con estrema disponibilità.
    Se la professoressa Huxley rimase sorpresa o, peggio ancora, offesa dalla proposta della giovane tassorosso allora questo certamente non le si leggeva in volto, al contrario, la bionda accolse il suggerimento della studentessa con un sorriso.
    Ma certo, nessun problema, signora White.” Acconsentì con un sorriso, prima di scuotere piano la testa quando la ragazzina proseguì in tono che le parve agitato.
    Non è stata scortese, signorina, perché dovrebbe esserlo?” chiese in tono retorico, rivolgendo uno sguardo tranquillo alla ragazza, riscoprendosi alquanto intenerita dall’insicurezza della ragazza dinnanzi a lei.
    E dire che il professor White le aveva sempre dato l’impressione di un uomo molto sicuro di sé, possibile che avesse fallito nel trasmettere quella sicurezza in sé alla sua unica figlia? O forse era proprio la personalità forte del padre la radice dell’insicurezza della figlia?
    Non sarebbe stato un caso strano o raro, era relativamente comune che genitori dalla forte personalità schiacciassero – anche involontariamente – quella più quieta e insicura dei figli. Non era giusto, assolutamente, ma non era raro.
    Non deve continuare a giustificarsi, signorina. La prossima volta semplicemente ci riproverà.” La rassicurò con un sorriso morbido “Non lasci che sia una piccola incertezza a definirla come individuo.
    Non poté poi fare a meno di notare, proprio in virtù del suo osservarla, mancare di notare il brivido che attraversò la giovane tassorosso.
    Ha freddo, signorina? Aspetti.” Kore non era freddolosa di natura, ma i corridoi di Hogwarts sapevano essere dannatamente freddi e umidi durante le sere di autunno come quella quindi portava sempre uno strato in più che la tenesse ben al calduccio.
    Kore era bassa. Aveva fatto pace con l’idea di essere sensibilmente più bassa della mia da un po’, sin da quando a diciannove anni aveva effettivamente smesso di sperare in uno slancio di crescita improvviso e tardivo. Da allora si era rassegnata, trovandolo fastidioso solo quando si trattava di trovare vestiti da adulta che non fossero lunghissimi su di lei, ma da che insegnava essere così bassa doveva ammettere non aveva giocato a suo favore. E anche ora si trovava davanti ad un piccolo dilemma.
    Si tolse la giacca, lasciandola appesa per aria – chiaramente grazia ad un piccolo incantesimo non verbale – prima di togliersi il cardigan oversize di lana chiara che portava sotto la giacca ben più sobria scura.
    Non era esattamente stiloso, aveva una fantasia di fragola sull’intero torso e sulle maniche, ma almeno era caldo e non sarebbe stato corto come la giacca che era tagliata per la sua altezza.
    Prego, so che non è bellissimo ma almeno non sarà corto.” Disse, porgendole l’oggetto, riferendosi ai quasi dieci centimetri che le separavano in altezza.

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    Rose Mia White

    La Professoressa era comprensiva e molto dolce nei miei confronti. Pensavo di ricevere una qualche sgridata per non essere riuscita a mantenere l'ordine invece mi stava incoraggiando a migliorarmi. Sorrisi anche io di rimando al suo sorriso e rimasi in ascolto prima di rispondere. «La ringrazio Professoressa! Farò del mio meglio la prossima volta!» Quando il brivido attraversò la mia schiena la professoressa si voltò verso di me repentinamente «Un pochino. Non pensavo facesse già così freddo! Ho fatto male i miei calcoli...» Mentre rispondevo vidi la sua giacca galleggiare in aria ed ebbi una reazione quasi da bambina, rimasi a fissarla e poi un piccolo sorriso si stampò sulle mie labbra. Mi entusiasmavo ancora per poco anche se la situazione che stavo vivendo era tutt'altro che allegra, ma in quel momento mi sentivo come una bimba davanti a uno spettacolo bellissimo. Eppure ero abituata e verbalmente anche io facevo delle magie ero una strega dalla nascita. Comunque non dissi nulla e continuai ad osservare la professoressa. Rimasi un attimo in silenzio dove allungai la mano per prendere il cardigan senza lasciare la Professoressa in una posa da bella statuina e poi aggiunsi «Oh! La-la ringrazio... ma lei adesso non avrà freddo?» chiesi indossando il cardigan senza pensare al suo stile, poi aggiunsi «A me le fragole piacciono...» e sorrisi mentre gli occhi cambiarono leggermente sfumatura. Fu in quel momento che avvertii un piccolo rumore da dietro una statua e mi voltai alzando la bacchetta e senza pensarci troppo castai un incanto «Lumos!» La punta della bacchetta emise una luce oltre a quella delle fiaccole appese al muro ma non vidi nulla... Mi voltai verso la professoressa incredula mentre continuavo a sentire un rumore come di goccioline che cadono sul pavimento... Sorrisi imbarazzata «Mi scusi pensavo di aver sentito qualcosa...»Terminai la frase a malapena che quel rumore ricomparve ma questa volta era come se lo sentissi ancora più vicino. «Professoressa... lo sente anche lei?» chiesi mentre mi voltavo a destra ed a sinistra. «Sarebbe assurdo trovare qualcuno a quest'ora e poi qui in questo punto di Hogwarts!» aggiunsi ancora più incredula. Dentro di me pensavo a qualsiasi cosa ma speravo davvero che non fosse qualche altro studente perchè erano davvero rincitrulliti ad andare in giro ancora. Feci due passi alla destra della professoressa per controllare meglio me vicino alla statua che sembrava mi guardasse male come a dire " Se ti avvicini sei fritta!" e proprio in quel momento sentì qualcosa cadermi addosso come un fiume in piena ma appiccicoso e di sottofondo una risata:
    Poverina, poveretta
    Ci sei cascata, che disdetta!
    Di pulito non hai niente,
    ti ho fregato nuovamente.
    Caposcuola tu sarai
    ma non mi acchiapperai mai!
    Mi rotolo dal ridere
    mentre resto qui a vedere
    vicino alla statuetta
    prender forma la mia vendetta.
    Tanto gentile quanto buona
    Tassorosso tontolona.
    Di verde sei coperta
    povera bimbetta!
    ahahahahah
    Una voce inconfondibile arrivò dritta nelle orecchie. Pix di nuovo lui. Ero ricoperta da una sostanza verdognola e leggermente viscida ma almeno non aveva odore strano. Rimasi ferma come una statua mentre gocciolavo.«NON-POSSO-CREDERCI!» dissi a chiare lettere. I miei capelli si tinsero di rosso mentre la rabbia saliva. «Pix un giorno di questi...» Non finì la frase ricordandomi che vicino a me ci fosse la professoressa e quel disgraziato non se ne era nemmeno reso conto. Fu in quel momento che il mio tono cambiò completamente «Oh no! Mi dispiace, glie lo ripago promesso!» dissi riferendomi al cardigan che avevo addosso. Ero preoccupata per un pezzo di stoffa più che per me che ero completamento uno schifo e quel liquido in alcuni punti mi stava anche irritando leggermente la mia bianca pelle, come se qualcosa in esso mi desse fastidio all'epidermide. I capelli rimasero ancora rossi, perchè tra Pix e me non scorreva buon sangue. Se odiavo qualcuno in questa vita uno tra quelli era proprio lui. Alzai una mano cercado di portarla al viso per poter togliere dagli occhi un pochino di sostanza ma muovermi era davvero orribile e gocciolavo ancora di più «Cosa diamine mi ha lanciato sopra!» dissi sbuffando mentre la rabbia svaniva lasciando il posto all'imbarazzo totale e scolorendo i capelli, facendoli diventare nuovamente castani con l'aggiunta di sostanza verde.
    Non potevo restare così e volevo sprofondare sotto terra. Ah! Me l'avrebbe pagata quel piccoletto. Mi voltai alla professoressa e dissi «Mi scusi professoressa, ma non posso continuare così la ronda! Ormai manca qualche minuto alla sua fine, almeno per me caposcuola, se non le dispiace andrei nel mio dormitorio a lavarmi!» Feci qualche passetto indietro dal posto in cui ero «Grazie per avermi aiutato e la ringrazio per la compagnia! Buona continuazione di ronda e buonanotte!» Così dicendo salutai in modo appiccicoso la Professoressa e me ne tornai nel dormitorio. Ci misi quasi due ore a togliermi quella sostanza dai capelli e speravo negli elfi per il maglione della professoressa.
    Quel piccolo essere, quanto mi innervosiva.
    Ci avrei pensato il giorno dopo.




    CHIUSA!


    Edited by Rose Mia White - 25/3/2023, 11:10
     
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5 replies since 29/10/2022, 00:02   123 views
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