Michael N. Harris

background La sua infanzia? Una merda.
Michael nasce nel Bronx, un distretto di New York, situato a nord di Manhattan, durante una tiepida notte di aprile.
Il mondo in cui si trovò a vivere non era, di certo, adatto per un bambino e, fin dai suoi primi giorni, fu escluso da tutto ciò che riguardava gli affari di famiglia, così da preservarlo. Peccato che questo atteggiamento lo portò ad isolarsi dal resto dei ragazzini della sua età, visto e considerato il peso del nome che portava sulle spalle. Divenne, così, facilmente irritabile, incline a repentini scatti d’ira incontrollabili. La famiglia, infatti non era solita partecipare alla vita mondana, rimanendo ancorata alle proprie convinzioni e tenendosi al limiti della città, dove risiedeva in una sfarzosa villa.
Crescendo, il giovane Harris, iniziò a manifestare –sempre più frequentemente- il suo carattere ribelle e ingestibile. Un giorno, suo fratello maggiore, David, a seguito di un tentativo di fuga andato a male, si sfogò proprio su di lui, aggredendolo con ferocia, prendendolo letteralmente a calci. Questa azione meritava una reazione, non poteva ignorare quell’affronto:
Scese le scale, in silenzio, così che nessuno potesse accorgersi della sua presenza. Si intrufolò in cucina e si appropriò di un affilato coltello, incustodito, tenuto su uno dei tanti ripiani di lavoro che componevano l’arredamento domestico. Tornò sui suoi passi e raggiunse, pian piano, la stanza dove riposava tranquillamente l’ignaro figlio di puttana che aveva osato deturpare il suo bel faccino. Si fece largo nella penombra, giusto il tempo per abituare la vista ed, infine, passò la lama sulla sua schiena per niente delicatamente. Il dolore lo svegliò e Mike si trovò scaraventato dall’altra parte della stanza. Le urla svegliarono i genitori che, immediatamente, accorsero sul luogo “dell’incidente” e fecero del loro meglio per medicare il figlio maggiore mentre, il minore, con aria beffarda, rigirava la lama tra le dita. “Ti sei divertito, David?” Chiese mentre la Agnes, la madre, lo spingeva fuori dalla camera. Quell’episodio segnò il declino definitivo della relazione tra i due fratelli. L’odio prese il sopravvento e tra i due si alzò un muro che non permise più di comunicare se non con violenza estrema.
David fu allontanato anche dalla madre, per redimersi e rinchiuso, così che non potesse avere rapporti con il resto del mondo ed, in quel periodo, Mike forgiò il suo carattere, ancora più duramente fino a quando, il padre, decise che era giunta l’ora di reintegrare il figlio. Le cose non mutarono. Ognuno dei due viveva la sua vita in modo separato tanto che il secondogenito iniziò il suo percorso scolastico ad Ilvermorny [fino al momento della sua espulsione per aver dato fuoco ad un’intera classe], lasciando le mura di casa in mano ai genitori, mentre l’educazione del fratello fu totalmente nelle mani di insegnanti privati.
Dopo questo episodio, decise di lasciare in nido, facendo perdere le sue tracce e si trasferì da amici in quel di Londra. I genitori non tardarono a rintracciarlo ma, con non poca fatica, riuscì a confondersi con la gente comune e decise di frequentare Hogwarts. Il desiderio di vendetta verso David, a distanza di tempo, non era ancora scemato e colse al volo l’occasione di riportare il terrore nella vita di colui che con le sue azioni, aveva contribuito a costruire un vero e proprio mostro, privo di emozioni positive.
character Era cambiato. Di indole pacata. Il carattere di Mike è caratterizzato da una calma apparente. Se da un lato la sua mente è costruita su schemi inculcati, negli anni, da una famiglia composta da soggetti criminali, dall’altro un lavoro posto in essere su sé stesso, ha fatto in modo di recuperare quell’equilibrio utile a comprendere l’abissale differenza tra il bene e il male. Segue le sue regole, ignorando il mondo circostante. Il suo benessere –e quello di coloro a cui tiene- è ciò che gli sta più a cuore. Reputa poche mersone meritevoli di entrare a far parte della sua sfera intima e spesso risulta distaccato e disinteressato al mondo circostante. Ordinato al limite della maniacalità e ossessionato dagli orari. Quasi mai riesce a lasciarsi andare a qualche cosa di nuovo temendo le ripercussioni dirette al suo io. Si tratta di un ragazzo fottutamente ordinario: compie gesti quasi come fossero azioni scaramantiche. Utilizza il sarcasmo come arma quando, furbescamente, percepisce che l’altra parte sia abbastanza intelligente da captare questa arte [altrimenti è portato ad ignorare]. In ambito scolastico risulta essere una di quelle primedonne del cazzo, insopportabili e saccenti fino al vomito.
Tutte caratteristiche discutibili ma, socialmente parlando, una volta entrati nelle sue grazie, risulta un ragazzo come tanti altri –anche se un tantino musone-. Amico e fratello affidabile. Presente nei momenti bui e sempre pronto a tendere la mano in caso di necessità.
Come ben si sa, in lui, alberga un mostro che, il giovane Harris, cerca di reprimere esponendo al mondo la sua versione migliore o, almeno, è quello che tenta di mettere in atto. Potrebbe accadere che la bestia, inesorabile, riesca a prendere il sopravvento, distruggendo quella sottile barriera che li differenzia. In quel caso, il suo temperamento subisce una svolta decisamente brusca, lasciando trapelare quell’irascibilità incontrollabile e distruttiva. Che dire? La natura non è, di certo, stata delle più clementi.

hate i colori accesi; trovarsi in mezzo alla folla; suo fratello [ma anche la madre, il padre e tutti coloro che potrebbero minare la sua ricerca di potere]; il fatto di non essere ancora a capo di un suo gruppo criminale; i fiori; i mezzi di trasporto babbani; i buonisti; l’ossessione che lo lega a David [della quale, però, non può fare a meno]; dover condividere qualche cosa con qualcuno; dormire vestito; arrivare secondo; essere preso per il culo; il cioccolato al latte [il cioccolato deve essere amaro, così come la sua esistenza]; le feste [eccezion fatta per la festa di Halloween, nella quale può essere sé stesso, senza rischiare di terrorizzare il prossimo]; il caffè zuccherato [vedi argomentazione riguardante il cioccolato]; le finte suore.

LOVE gli scacchi; il colore nero; i ragni [ne teneva alcuni, chiusi in scatole di scarpe, convinto di poterli allevare]; bere in solitudine; la pioggia, l’autunno; i temporali e tutti i fenomeni atmosferici avversi; i tatuaggi; sballarsi; essere superiore agli altri; avere ragione; le giacche di pelle; stare a letto tutto il giorno ad ascoltare musica rock; viaggiare; avere successo in qualsiasi cosa faccia [scuola inclusa]; e la sua testardaggine; Grace [principalemente per avergli fatto capire cosa volesse dire tenere a qualcuno in modo totalmente disiniteressato].