Lezione di Astronomia A.S. 2022/2023

ammessi studenti FINO AL 3° ANNO.

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  1. Andréas
     
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    III Anno

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    Ricordo ancora le notti in cui – in preda agli incubi – mi svegliavo, grondante di madore, nel bel mezzo della notte; nonostante questo, mia nonna c'era sempre. Mi raggiungeva in camera, col suo passo lento quanto rassicurante, si sedeva proprio accanto a me e, col tepore della sua mano ruvida e avvolgente, riusciva sempre a tranquillizzarmi. Questo, fino a quando non venne a mancare. Il silenzio del mio primo risveglio senza di lei, in seguito ad un incubo, fu un trauma per il sottoscritto: iniziai a chiamarla, agitandomi nel letto manco ci fossero dei carboni ardenti al posto del materasso. Ricordo ancora la mia voce, così come quella di mia madre; le carezze sul volto ed il sapore delle mie lacrime. Avrò avuto una decina d'anni, ma non dimenticherò mai le parole che i miei genitori usarono per addolcire il dolore che provavo all'epoca per la sua perdita: “Alex, ora la nonna è in cielo e ti osserva da lassù assieme a tutte le stelle”. Ma per quanto affascinante e d'effetto potesse essere una frase del genere, ero sempre stato un bambino sveglio e certe storielle non me le bevevo così facilmente. Smisi di piangere, smisi di gridare; raggiunsi – in parole povere – la consapevolezza che la persona a cui tanto volevo bene e che tanto mi aveva insegnato...non sarebbe mai più tornata. Fu in quel giorno che iniziai a chiudermi in me stesso ma, nonostante ciò, non smisi mai di osservare le stelle.
    Conclusa la cena, misi le posate sul piatto e mi diressi verso la Torre della mia casa e da lì verso i dormitori maschili, ove mi sarei fatto una doccia in modo da rendermi (quantomeno) presentabile per la lezione di Astronomia. Inutile dire che iniziai a fantasticare sugli argomenti della lezione ben prima di quel giorno, chiedendomi cosa ci avrebbe insegnato o mostrato la professoressa (Garcia? Si, doveva chiamarsi proprio così!) una volta ritrovatici sotto alla volta celeste. Avevo letto quasi tutti i libri di Asimov, visti tutti i film di Star Wars, Star Trek ed avevo a dir poco adorato Interstellar. Insomma, parlatemi di fantascienza e vi assicuro che tra quanti, stringhe, wormhole e via dicendo, non me ne resterò zitto un secondo. Comunque, una volta uscito dalla doccia mi vestii, dirigendomi con tutto il necessario verso l'aula ove si sarebbe svolta la lezione, ubicata in cima alla torre che l'era stata riservata.
    Chissà se esistono dei telescopi magici e, in caso affermativo, fino a quanti anni luce sono in grado di farci scrutare tra le galassie.
    Mi domandai, rischiando quasi di prendere contro ad una mia compagna di classe – a causa della mia sbadataggine. Beh, forse per il momento era meglio tornarsene con i piedi per terra, fino a quando l'insegnante non ci avrebbe detto di fare il contrario. Raggiunsi dunque la Torre di Astronomia, entrando in aula appena dopo una studentessa dai lunghi capelli color carminio. Doveva essere lei, Rain Scamander, la ragazza che avevo avuto modo di conoscere al banchetto d'inizio anno, nonché detentrice di un gatto dal pelo bianco. Non era la studentessa più affabile di Hogwarts, tuttavia il fatto che volesse bene ad un gatto l'evitò di collocarsi tra gli ultimi posti della mia personale classifica di gradimento.
    Buonasera Professoressa!
    Un sorriso si tese con serenità sul mio volto mentre – attendendo che non ci fosse nessuno di passaggio – mi avvicinai a lei con fare ruffiano e occhietti dolci.
    Spoilerino sull'argomento di questa sera?
    Restai lì appena un paio di secondi, conscio del fatto che mi avrebbe probabilmente detto di raggiungere gli altri studenti e di pazientare qualche minuto. Non volendo insistere, mi riunii agli altri, salutando (con un cenno del capo) tutti coloro con cui avevo avuto modo di relazionarmi dal ritorno ad Hogwarts, fino a raggiungere la rossa ed il prefetto.
    Konbanwa, Watanabe-san.
    Leggero inchino col capo nel voler mostrare rispetto non solo al ragazzo più grande, ma anche verso la carica della quale era stato insignito.
    E buonasera anche a te, Rain.
    Chinai il capo, seppur in modo meno esplicito, affiancandomi a loro in attesa dell'inizio della lezione. Giunta la mezza (o poco più), l'insegnante iniziò quindi a parlarci, iniziando fin da subito con delle raccomandazioni che ci andarono a spiegare come il tempo fosse un parametro fondamentale in una materia come la sua. Nella mia testa, gli ingranaggi iniziarono ad attivarsi e ad elaborare tutte quelle nozioni sulla correlazione fra gravità e dilatazione del tempo. Un sorriso emozionato sorse sul mio volto, eccitato da quello che saremmo andati a vedere, a scoprire, ad osservare grazie a tutto quel ben di dio (la strumentazione, intendiamoci) lì presente, al solo scopo di essere sfruttata per saziare la nostra conoscenza.
    Che figata.
    Pensai, cercando di mantenere l'aria impassibile che mi contraddistingueva, fino a quando la docente non formulò il suo primo quesito.
    Sistema Solare? Partiamo proprio dalle basi, eh?
    Non feci in tempo ad alzare la mano – così da poter prendere parola – che la rossa mi anticipò, dando una risposta a dir poco...vaga; subito dopo fu la volta di Wilder Singh che divagò. Mi schiarii la voce, portando le mani dietro la schiena nel dar vita ad una postura da saccente.
    Alexander Reid, III Anno, Corvonero. Will, la Prof. ci ha chiesto del Sistema Solare e per tua informazione, mio caro Tassorosso, Polaris dista anni luce da noi!
    Puntualizzai, correggendo il ragazzo che pur di brillare come una delle stelle dell'Orsa Minore, l'aveva fatta fuori dal cosiddetto "Vaso Solare".
    Detto ciò, il Sistema Solare, intanto, è un sistema planetario composto da otto pianeti; in ordine di distanza dal Sole (la stella che li mantiene in orbita, grazie alla sua forza gravitazionale), i pianeti sono Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Assieme a questi otto, ve n'era anche un nono (Plutone), ma nel 2006 venne declassato a pianeta nano. Ogni pianete può avere dei satelliti, le cosiddette Lune; noi ne abbiamo solo una, ma Saturno -ad esempio – ne conta ben ottantadue!
    Spiegai con un certo entusiasmo, accorgendomi solo in un secondo momento d'essermi lasciato prendere un po' troppo la mano. Così, nel tentativo di non passare per il secchione di turno (a quello ci pensava già la casa nella quale ero stato smistato), portai la mano mancina chiusa a pugno dinnanzi alla bocca, tossendo un paio di volte con fare imbarazzato.
    O...almeno così credo...coff -coff.
    Iniziai poi a guardarmi attorno, desiderando tantissimo di scomparire per l'imbarazzo che iniziai a provare.


    Parlato Pensato
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    Credits: Eltanin17


    Alexander Reid
    III anno, Corvonero
    Chiede uno spoiler sulla lezione alla prof, saluta Rain e Ryuu, quindi risponde correggendo Will ed aggiungendo maggiori dettagli alla risposta data dalla serpeverde, passando forse per puntiglioso quando in realtà lui n-...in realtà vuole esserlo eccome! :insane: :hihi:
     
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47 replies since 2/9/2022, 07:30   1368 views
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