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Dormitorio maschile: Sean-Loki

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  1. seán
     
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    Mi voltai a pancia in su e poi mi girai verso di lui, mentre lo sentivo muoversi avanti e indietro nella stanza. Che ansia, ma aveva bevuto caffè invece della camomilla? Per qualche motivo mi sentivo più a mio agio ad osservare le sue mosse, piuttosto che sentirlo muoversi alle mie spalle. La prudenza non era mai troppa, dopotutto. Lo sentii gracchiare un "sì" consapevole, alle mie parole dure, ma non approfondii la questione, essendo stato già piuttosto schietto con lui poco prima. Non mi piaceva affondare il dito nelle piaghe degli altri, se questi non avevano fatto niente per cui meritarselo. Ed il povero Loki, per quanto si trovasse in una scomoda posizione essendo mio compagno di stanza, non mi aveva davvero fatto del male, dunque lasciai cadere l'argomento che per lui era evidentemente spinoso. Intrecciai le dita sull'addome, tamburellando con i pollici sulla pelle lasciata nuda dal lenzuolo. Pensai a mio padre ed al fatto che non sapevo se potessi definirlo "un tipo a posto". Non ero sicuro che avesse tutte le rotelle che girassero per il verso giusto per svariate ragioni, ma alla fine ...sì? non so, è un tipo impegnato, molto rigido, per niente espansivo, e a dirla tutta mi va benissimo così. Ovviamente. Conviviamo, quando dobbiamo. Non avevo niente di grave da rimproverare al mio vecchio, era un padre taciturno come tanti, emotivamente distaccato e poco presente, ma anche per questo motivo potevo godere di una certa libertà: avrei potuto sparire per giorni lasciando solo una lettera e lui non si sarebbe posto alcun problema in merito. Però, di contro, pretendeva da me il massimo dei voti a scuola, e lo trovavo a tratti snervante ed anche umiliante, perchè io per primo pretendevo il massimo da me stesso, ed il fatto che ci fosse qualcun altro a fare altrettanto mi urtava. Era la mia vita, non la sua, come si permetteva? In definitiva se stiamo troppo insieme in una stanza inizio a scocciarmi, quindi direi che la sua assenza è necessaria. Certamente non mi piangevo addosso, ecco. Mi tirai su con il busto, per osservare meglio i movimenti del mio compagno.
    Vederlo maneggiare un coltellino a serramanico non mi faceva stare molto tranquillo. Per questo osservai prima l'arma che teneva in mano, poi i suoi occhi color ghiaccio che, nella penombra della stanza, riuscivo ad agganciare a malapena. Mi stava proponendo di andare a bere qualcosa. Se me lo proponi con un coltello in mano come faccio a rifiutare? Accennai un sorrisetto, domandandomi se fosse il caso di armarmi a mia volta. Nel dubbio la mia borsa era abbastanza vicina al letto da poter raggiungere il mio coltellino all'occorrenza. L'amore tra concasati.
    Sentii fin troppa indifferenza nelle sue parole successive, e come descrisse la fine di sua madre mi lasciò amareggiato e confuso. Tanto che sentii una stretta all'altezza del cuore, ma scostai lo sguardo da sui, andando a fissarmi le dita. Le madri erano per me un tasto dolente per ovvi motivi, io stesso in un certo senso avevo perso la mia, ed il distacco nella voce del giovane mi turbava. Mi dispiace. Spero che il colpevole l'abbia pagata cara. Almeno lui poteva dare la colpa a qualcuno, no? Che triste, comunque. Riuscivo ad infilarmi nei suoi panni solo un po', ma non potevo davvero immaginare come si sentisse a sapere che sua madre era stata ammazzata.
    Invece non faticai a rivedermi nelle parole di Loki riguardo avere una balia attaccata al culo. Infatti, sebbene avessi un padre, la sua assenza quasi perenne veniva compensata dal suo tirapiedi, Jordan, un uomo dal temperamento contrario a quello gelido di tutta la famiglia Hardice. Un uomo che mi aveva visto crescere ma che non per questo motivo riuscivo a digerire meglio. Ne ero affezionato, ma non lo avrei mai ammesso ad alta voce e comunque ero convinto che il mio tenere a distanza le persone, al contrario, fungesse da collante per tenerle vicine a me...in qualche modo. Che bizzarri gli esseri umani. La gente che ti sta dietro per evitare gli errori va sterminata, sbagliando si impara. Se non sbagli da solo non imparerai mai, no?


    Seán Hardice - III - 80 18 - Scheda - Diario - inizio estate
     
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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Il ticchettìo prodotto dagli scatti del coltellino accompagna la calma stagnante di quel dormitorio in cui anche il più piccolo si è deciso a giacere senza più percorrere chilometri da maratoneta fra quelle quattro mattonelle in croce. Magari è fastidioso, o allarmante dato che pur sempre di un’arma di tratta, ma per lui è assolutamente necessario continuare a dare uno sfogo fisico qualsiasi ai tormenti che lo stanno logorando dall’interno. Deve proiettare al di fuori di sé almeno una parte minima di quell’ansia che altrimenti se lo mangerebbe vivo, oggi più che mai. E allo stesso modo, trova anche confortevole l’idea di uno spostamento del discorso sull’imminente chiusura dell’anno scolastico con le conseguenze che questo comporta, come appunto il rientro dai propri parenti. Eppure a quel punto è Sean a rivelare una certa insofferenza, e quindi la spirale di depressione non fa altro che seguire il flusso delle loro parole senza dare tregua a nessuno dei due. Quando si dice mai una gioia. A Loki poi, per quanto si sforzerebbe di non farsene influenzare, viene davvero fin troppo facile partecipare alla sensibilità altrui, ritrovandosi perciò a sentire addosso parte delle frustrazioni indotte dal proprio collega. Il padre assente e una madre mai nemmeno nominata, forse inesistente o forse… Non era a conoscenza delle condizioni famigliari dell’altro e per quanto la loro relazione sia da sempre estremamente superficiale non può che provare amarezza nel sentire le opinioni che nutre verso l’unica figura genitoriale di riferimento. [Una sorta di sergente di ferro la cui compagnia è piacevole solo quando non c’è?] prova a riformulare un po’ quanto appena appreso per assicurarsi di aver capito il succo del rapporto fra i due. Peraltro, il commento successivo pare suggellare un po’ l’impressione che ne aveva appena avuta, strappandogli un sorrisino comprensivo che accompagna con un’occhiata altrettanto complice dritta sulle iridi di Sean. Sempre che la penombra permetta loro quegli scambi non verbali. [Non fa una piega] anche a lui non avrebbe fatto piacere dover condividere gli spazi con un genitore opprimente o pressante e la cui unica interazione sembra essere quella di tenere le briglie di chi gli sta attorno. Ancora non gli torna, però il fatto che percepisca casa sua come “vuota” quando in definitiva è quello che si auspica nella maggior parte del tempo. Tenta qualche input, allora. [Mi dà l’idea di essere un maniaco del controllo] e a dirlo è Mr. DOC in persona, il che magari potrebbe risultare un attimino preoccupante. [Cioè… è una mia impressione per quello che mi hai detto. Forse però, vuole solo assicurarsi che tu raggiunga i tuoi obiettivi ed è severo per quello. Può essere il tipo di persona che si preoccupa ma non sa spiegarsi e quindi impone e basta] ragiona ad alta voce. Non sa nemmeno lui il motivo di questo improvviso tentativo di redenzione del “vecchio” altrui, ma si sente in dovere di offrire uno spiraglio e dare la possibilità all’approfondimento delle emozioni che spingono i due a perpetuare uno scambio poco funzionale. Perché infondo, Sean una famiglia - per quanto incasinata - ce l’ha, e non è detto che sia per forza da buttare. Come ha imparato di recente, le incomprensioni sono molto facili da costruire e molto meno da appianare. A Sean la scelta di provarci o meno, se indagare e andare a fondo oppure lasciare tutto com’è sempre stato. Lui non insisterà oltre su quel punto. Anzi è il momento per stemperare un po’ di tensioni proponendo una scampagnata fra perfetti sconosciuti – aka conviventi da due anni – davanti ad una birretta fresca. Che a giudicare dall’età mentale dei due, finirà per essere un succhetto al mirtillo, o una camomillina calda per non prendere freddo al pancino. Da veri maschi alpha che si rispettino. Il coltellino si richiude alla replica del compagno, viene innalzato un po’ e spinto, assieme alla mano che lo regge, nella sua direzione, stretto fra pollice e indice sull’estremità del manico. Non ha alcuna intenzione bellicosa. [E’ un invito pacifico] specifica, semmai ce ne fosse davvero il bisogno. Lui non sopporta le costrizioni e spererebbe di non esserne l’artefice inconsapevole. Annuisce però. L’altro sta sorridendo, quindi sembrano aver trovato il loro accordo sulla questione. In più, appunto, non devono nemmeno tergiversare eccessivamente sul luogo dell’incontro, essendo che Loki avrà ben poche occasioni per allontanarsi dai confini del villaggio magico appena fuori dai possedimenti della scuola. Il problema è presto detto: sua madre è morta, lo dice tranquillamente, sprovvisto di tabù sull’argomento. E poi non ha il becco di un quattrino, va da sé, ma per ora lascia perdere questo tasto. [Non so, non si sa chi sia] il colpevole, ovvero colui o colei che ha spezzato la vita della sua genitrice. Poco gli importa in realtà, e lo si evince dal tono di voce privo di sfumature emotive con cui pronuncia quelle poche parole. [Credo che abbia combinato qualche casino e ne abbia pagato le conseguenze… Così è la vita] e sicuramente lei non si è mai accompagnata a gente molto raccomandabile. Per carità, gli è sicuramente dispiaciuto all’epoca, e non ha mai pensato che meritasse di morire così giovane. Tuttavia, ha sempre saputo quanto condurre una vita al di fuori della legalità comportasse l’elevatissimo rischio di una simile conclusione. La qual cosa è sempre valsa anche per lui, in fin dei conti. Quello che non aveva invece calcolato era la possibilità che gli venisse assegnato un tutore fra i ranghi degli Auror. Avrebbe potuto sentirsi lusingato dall’attenzione particolare rivoltagli, anziché sbatterlo in un istituto qualsiasi. In parte, infatti, la soluzione propostagli si stava rivelando piuttosto rigenerante, ed era grazie a questa che si era trovato a cambiare drasticamente il proprio modo di vivere e di guardare il mondo. Una fortuna che non aveva mai avuto l’intenzione di sprecare. Di contro, però, preferiva tenersi alla larga da quella persona, il cui scopo principale era quello di tenerlo sotto osservazione in attesa di un qualsiasi passo falso da fargli pagare a caro prezzo. E quindi niente da dire sulla posizione di Sean a riguardo, condivisa pienamente. [E poi non sono mia madre] aggiunge solo, privando Sean del contesto. Pura pigrizia, glielo potrebbe raccontare serenamente, ma gli esce così e basta. [Però spero che non lo sterminino almeno fino a Natale. Mi serve per pagare la retta in caso non riuscissi a rendermi autonomo quest’estate…] scherza, ma neanche tanto, scoprendo la dentatura e lasciandosi sfuggire un colpetto di risata ironica. Che gli piaccia o meno, è dipendente da quel tizio fintanto che ha la Traccia. Ma poi, da come si esprime, anche Sean sembra essere immerso in una situazione similare se non altro per l’enfasi da cui emerge quel disappunto. Che stia parlando sempre del padre? Lo scruta curioso per alcuni momenti, incerto se proseguire su quel selciato o lasciar cadere il discorso. Porta il coltellino a poggiarsi sullo sterno, giusto perché se no gli si addormentava il braccio a forza di farlo ciondolare a mezz’aria. [Esperienza personale?] getta il sasso con finta indifferenza.
     
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  3. seán
     
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    Quel chiacchiericcio nel cuore della notte mi aveva reso il sonno ancora meno tangibile e, anche se generalmente non ero proprio un tipo portato alle chiacchiere, quello scambio di parole non mi stava dando affatto fastidio - shock. Non sentivo il bisogno di rifilargli una scusa per scappare, nè fingere di essermi addormentato nella speranza che non continuasse a parlarmi. Forse perchè erano passati due anni da quando avevo messo piede in quel dormitorio, due anni da quando avevo conosciuto Loki e non c'era mai stata davvero la voglia di scoprirci l'un l'altro, non come stavamo facendo quella sera a causa di una sua crisi. Rimasi ad ascoltare l'analisi che fece di mio padre e mi venne da ridere. Oh sì, si preoccupa moltissimo. Concordai, sarcastico. In particolare dell'immagine della nostra famiglia, così come è preoccupato che non trovi una moglie purosangue con cui fare tanti bambini per far proseguire il buon nome della famiglia. Però trovai...carino il modo in cui tentò di affibbiare al mio vecchio la tenera immagine di un padre amorevole che si preoccupa del benessere del proprio figlio. Io avevo capito da un po' che non fosse quel genere di padre. Intanto Loki continuava a parlarmi con il coltellino in mano. Non ci credo all'invito pacifico se non posi quella lama. E poi me la stava anche puntando contro, insomma. Di sicuro la mia situazione familiare era meno tragica e triste rispetto a quella del mio compagno di stanza, il che era dire tutto. Della madre non sembrava importargliene molto, e per quanto lo trovassi deprimente, pensai che forse non avesse avuto con lei particolari contatti, o che stesse provando a distaccarsi dal dolore per difesa, o altro. Solo lui poteva sapere cosa provasse e non potevo giudicarlo per questo, nè continuare a fare domande per infilarmi nei suoi fatti famigliari, per quanto fossi estremamente curioso di farlo. Mi trattenni, mantenendo discrezione. Nonostante l'argomento "sterminio del tutore" fosse triste, non ce la feci a trattenermi dal ridere. Oh, lo spero per te. Dev'essere orribile non avere un soldo, anche se non ho idea di cosa si provi. Doveva essere terribile non avere abbastanza denaro per pagarsi le cose, una sensazione che non avevo mai provato, avendo sempre avuto a disposizione quanti fondi volessi. Una cosa buona - forse - il mio vecchio l'aveva fatta. Improvvisamente, però, ebbi un'illuminazione. D'altra parte, sapevo che quella mancanza di limiti fosse per me anche un ostacolo. Se mi fossi trovato senza fondi da un giorno all'altro, per esempio, non avrei saputo come tirare avanti. Però, vedi? Il mio essere economicamente dipendente da mio padre, mi rende solo uno stupido. Metti caso che da domani mi levi i soldi, non saprei cosa fare. Ed odiavo dipendere da qualcun altro, specie se questo qualcuno era un padre che, forse, avrebbe preteso un riscatto presto o tardi, combinandomi, per esempio, qualche matrimonio con una giovane purosangue amica di famiglia. Secondo me chi non ti lascia libero di sbagliare con le tue gambe è perchè vuole tenerti legato a sè. E' solo un'egoista. Ragionai sul fatto che forse fosse il caso di trovarmi un lavoretto, prima o poi. Non potevo sapere cosa mi avrebbe riservato il futuro e non mi piaceva farmi cogliere impreparato.



    Seán Hardice - III - 80 18 - Scheda - Diario - inizio estate
     
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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    A quanto pare non esistono margini entro cui lavorare per migliorare la relazione fra il coinquilino e suo padre, e Loki si scopre a dispiacersi un po’ più del dovuto a quella notizia. Chissà perché ci sperava davvero che almeno Sean potesse in futuro beneficiare del supporto dalla propria famiglia, nonostante in due anni di convivenza non si era mai nemmeno posto il problema di chiedergli come stesse. Invece adesso si rabbuia a quelle parole, provando un senso di fastidio per l’incompetenza genitoriale che gli assottiglia anche lo sguardo ad ogni dettaglio aggiunto. Lui non la capirà mai tutta questa corsa al prestigio di sangue, tantomeno l’importanza di sfornare eredi per mantenere lo status anche dopo aver lasciato questo mondo. Mah, lui è stato fatto nascere per un motivo simile, ne è consapevole, e questo forse lo mette nella condizione di trovarsi dall’altra parte della linea con le prove tangibili di quanto poco sia servito tutto quel teatro. [Mi dispiace] è la sola cosa sensata che può dirgli senza scadere in opinioni personali non richieste che finirebbero per accentuare la già presente antipatia verso l’Hardice senior. [Dal tono con cui lo dici non mi sembri della stessa opinione] indovina, anche se non è che ci voglia un luminare per capirlo. E non gli piace per niente l’idea di un destino già segnato contrario alle volontà del collega, quindi arriccia il naso disgustato per lui. In più, dopo essere finito metaforicamente sotto a un treno per un altro ragazzo, la faccenda assume sfumature ancora più opprimenti. [Però dato che non si è impegnato un granché nei tuoi confronti, direi che puoi sentirti libero di prendere la tua strada] . Sa benissimo quanto sia difficile scrostarsi di dosso tutte le aspettative, camminare scalzi in un terreno incolto e soprattutto decidere autonomamente di recidere un legame che è almeno in potenza il punto di partenza e il motore di ogni azione. Ma lo spunto glielo dà ugualmente, è importante per lui sottolineargli che può pensare liberamente senza doversi sentire il giudizio di chicchessia sulle spalle. Che poi, in fin dei conti, non sarà l’ultimo degli stronzi come lui a spronarlo nella realizzazione di sé stesso, quindi probabilmente questa conversazione lascerà il tempo che trova. Così come l’invito a trovarsi durante l’estate, a quanto pare, visto che quell’altro forse non stava scherzando affatto quando ha commentato la presenza del coltello. La prospettiva deve essergli nemica non permettendo a Sean di avvedersi della mancanza della lama nel momento in cui viene spinto nella sua direzione, ma a quel punto ci rinuncia e basta riportandolo verso il petto, sul quale lo appoggia blandamente. [Fa’ un po’ come ti pare] che magari era quello che sperava fin dall’inizio, e la questione del coltello era solo una scusa per rifiutare l’offerta. Se fosse quello il caso non capisce la necessità di tali voli pindarici, ma tant’è, scelte sue, e in quanto tali insindacabili per quanto riguarda il piccoletto. Stringe invece le spalle, felice quantomeno che Sean abbia ritrovato un po’ di buonumore parlando di sterminio di tutori, mentre sorride a sua volta a quella prospettiva per nulla preoccupato della poraccitudine in cui versa, al contrario del compagno. [Non saprei] cosa prova nell’essere senza il becco di un quattrino. [Ci sono abituato e so sopravvivere anche senza] anche se è meglio non specificare in che modo. Difatti si guarda bene dal fornire spiegazioni a riguardo, concentrandosi piuttosto sui timori del ricciolo. Ha ragione. La dipendenza economica è come una catena che lo tiene indissolubilmente legato a qualcuno che può decidere di lui al posto suo. [Mh…] mormora comprensivo, prima di spingere il busto un po’ più in su con i gomiti, rivolgendogli la testa. Ma proprio quanto sta per aprire bocca si ferma, pensandoci sopra qualche attimo di più. Lo sguardo si abbassa. Ciò che sta per dire è problematico sotto tanti punti di vista, primo fra tutti la possibilità di essere frainteso. In secondo luogo finirà per risultare come un’ammissione svergognata del fatto che sotto sotto questa chiacchierata ha finito per creare le prime avvisaglie di affetto verso di lui. Terzo, non è responsabilità sua, e non vuole nemmeno rischiare di fargli compiere gesti sconsiderati. Eppure l’input glielo fornisce la frase successiva. [Allora fallo, è un tuo diritto] . Sbaglia, Sean, se è ciò che desideri. E poi… [Se ti dovessi trovare in difficoltà, vedremo di trovare una soluzione...] insieme, tipo? Il senso è quello, ma si sta inibendo da solo. E’ un sentiero troppo accidentato da percorrere in quel momento, dopo tutte le dichiarazioni della serata. Infatti la voce gli esce incerta assieme allo sfuggente girarsi del capo che poi fa ricadere sul materasso.


    Edited by Justapoint - 27/7/2022, 13:56
     
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  5. seán
     
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    Esisteva tutto un mondo da raccontare riguardo la mia famiglia, ma decisamente la voglia di tirarlo fuori non c'era, forse a causa dell'ora tarda, forse perchè tendevo a tenere tutto nascosto sotto un tappeto metaforico come se fosse polvere, o forse perchè davvero questa volta il sonno stava avanzando senza che me ne accorgessi, addormentando un neurone alla volta. Certo non avrei voluto addormentarmi con l'immagine di mio padre stampata nella mente, perchè ero piuttosto sicuro che questo mi avrebbe procurato diversi incubi. Annuii semplicemente alle parole del concasato, lasciando che l'immagine di mio padre si sgretolasse, un pezzo alla volta.
    Se Loki sapeva sopravvivere senza galeoni, io non avevo idea di come starebbe stata la mia vita senza di essi e questo mi portò a riflettere. Non potevo nemmeno fare ipotesi, perchè avevo sempre contato su una sicurezza economica da schifo, ed in effetti il tutto era un po' triste. Onestamente l'idea di trovarmi un lavoro in parte era interessante, perchè non avevo mai lavorato in vita mia e mi avrebbe fatto comodo una via di fuga nel caso in cui improvvisamente mio padre avesse deciso di fare il bello e cattivo tempo. D'altra parte qualcosa mi suggeriva di smetterla di farmi questi problemi ed accettare il fatto che fossi ricco e basta, e che mio padre, sebbene gelido come un pezzo di ghiaccio, non avrebbe mai fatto niente di simile. Potevo giurarci? No, ma avrei vissuto nel dubbio, per il momento.
    Lo farò. Promisi. Ero sicuro che avrei sempre fatto ciò che mi avrebbe fatto stare bene, anche sbagliando, senza dover rendere conto di ciò che preferiva il mio vecchio. Sapere di avere Loki dalla mia parte, mi fece silenziosamente piacere. Certamente non glielo avrei confessato, ero lungi dall'essere quel tipo di persona che mostra i propri sentimenti, di qualsiasi natura essi fossero. Ok Norman. Commentai solamente, prima di socchiudere le palepbre e lasciarmi andare ad un sonno breve dato che era già notte fonda. Quel "vedremo di trovare una soluzione" che contemplava l'idea che non fossi solo, mi fece sollevare le labbra in un sorriso, prima che il sonno me lo levasse.



    Seán Hardice - III - 80 18 - Scheda - Diario - inizio estate


    chiusa <3
     
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19 replies since 22/6/2022, 12:35   393 views
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