Rebuilding

Platano picchiatore - Rose

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Grifondoro
    Posts
    218

    Status
    spymode
    bda41a4bd2523b6d3a0cf3181e82095dc9e6cd44
    Bocciata. Certo.
    White questa volta deve essersi proprio divertito, mh? Si sarà fatto tutte le risate che non si è mai fatto nel resto della sua vita, perchè quell'uomo non deve aver riso molto per essere diventato quello che è. Prima mi fa partecipare all'organizzazione del ballo, illudendomi di avere una chance. Ed invece sapeva già benissimo cosa fare. Poi non mi da neanche la soddisfazione di presentarsi al ballo, dove quantomeno avrei potuto mostrargli uno dei miei migliori falsi sorrisi! No, niente, magari aveva qualche cena più importante a cui prendere parte, qualche brisca clandestina, perchè no. Ci sarebbe forse da sorprendersi se fosse infilato in qualche affare losco? Dai, riesce ad assumere l'atteggiamento di un boss mafioso, quando vuole.
    Quel grandissimo pezzo di “AAAAAAH” arresto la mia corsa in mezzo al nulla, caccio un urlo liberatorio allungando le braccia per aria e uno stormo di uccelli si leva in volo da qualche albero nei paraggi. Addirittura. Che esagerati. Comunque a me tutta questa roba dello diventare Zen, più matura riflessiva mi ha già rotto il cazzo. Qui rischio di perderci in salute mentale, e allora ricorro alla corsa per sfogarmi quando sento di star diventando una pentola a pressione. Ho scoperto questa piccola gioia che penso mi trascinerò a Londra, quando le mura di casa iniziano a starmi troppo strette: corro sempre al tramonto, anche perchè durante il resto della giornata ormai fa troppo caldo. Corro, corro e arrivo qua, nei pressi del caro vecchio platano picchiatore da cui tutti, giustamente, si tengono alla larga visto il suo brutto vizietto di sbracciare di tanto in tanto. Però se lo osservi da lontano, quando ogni tanto scrolla i rami per far cadere le foglie morte, come sta facendo adesso... sembra un gigante buono, ti ricorda che sei piccolo è tutto si ridimensiona. Non lo so, magari è solo una stronzata, ma finchè mi fa sentire bene allora è okay raccontarsi questa favola per bambini.
    Che pace però, sembra che vada tutto più lento. Respiro a pieni polmoni e soffio fuori l'aria. Inizia tutto a diventare estremamente familiare qui. Il cielo inizia a tingersi di qualche colore, il platano fa da sfondo e i ciuffi d'erba di un bel verde vivo si muovo a ritmo del leggero venticello che soffia. Sono ancora a distanza di sicurezza se mi avvicino un altro po'. Guarda, saltellano anche dei coniglietti. Un film. Ma guarda, un coniglio nero!
    ...No aspetta. Ha una coda, Una coda lunga. Ah, un gatto! Sì però, gatto, non giocare così vicino al platano. Un altro paio di passi in avanti li faccio, per vedere meglio in che direzione sta andando. Mi faccio ombra con la mano e stringendo di più gli occhi, noto che il gatto ha un collarino, quindi non è un randagio, deve essere di qualche studente. Non è che se lo sono perso?
    Muovo velocemente altri passi in avanti, non mi piace come si sta evolvendo la cosa. E ora che vedo il gatto trotterellare pericolosamente vicino all'albero, mi piace sempre di meno.
    L'albero inizia a muoversi. Non c'è nulla di positivo in questo “caaaazzo...” ha deciso di fermarsi proprio lì, a qualche metro dai tronchi, nel punto meno adatto in cui poteva decidere di sostare! Maledizione “ehi gatto, vieni qui, dai!” miagola mentre i rami continuano lentamente ad estendersi. E io faccio la stessa cosa: mi estendo lentamente verso il gatto “vieni qui ho detto” si volta, finalmente e... Liam? Su quella targhetta c'è scritto proprio Liam. Mi soffia contro. Come se sapesse. Come se pure lui ce l'avesse con me, esattamente come la sua padrona, esattamente come Rose. Andiamo alla grandissima. Noto che vorrebbe allontanarsi, lo stronzetto preferirebbe infilarsi nella foresta proibita piuttosto che essere aiutato da me. Maledetto ingrato, una volta eravamo amici.
    Il platano però non sembra gradire il movimento improvviso del gatto, seguitato da tutta una serie di miagolii lamentosi “nonono, sssh, fermo” perchè si lamenta tanto?! Perchè non scappa?! Mi tocca avvicinarmi ancora e portarlo via di lì. E scopro il motivo: ha la zampa incastrata fra un piccolo groviglio di radici e rametti vari. Sono ufficialmente entrata nell'area rossa, l'area contrassegnata dall'albero millenario come "di non sopportazione", meglio detta "se sorpassi questo limite, ti uccido". E io l'ho sorpassato. Piegata sulle ginocchia, raggiungo velocemente il gatto rimasto inceppato che continua a miagolare, soffiare, lamentarsi e graffiarmi in piena faccia mentre io gli stringo l'altra zampa “ingrato, non rendermi le cose difficili!” non mi piacciono tutti questi rumori, alcuni rami hanno preso a schioccare per aria come se fossero delle cazzo di fruste.
    platano_picchiatore
    Sono diventata previdente: tiro fuori la bacchetta attaccata al cinturino che porto in vita, incastrarla nei leggins sarebbe stato impossibile “diffindo!” i rametti si tagliano come fossero burro e, per prepararmi all'impatto, mi stringo al gatto come se fosse la cosa più preziosa al mondo, nonostante le sue ribellioni. Non so se riuscirò ad evitare la botta che, per quanto ne so, potrebbe arrivare da qualsiasi parte!


     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Tassorosso
    Posts
    609

    Status
    spymode
    dbb176b5952bda90f93ad2ad6593cb40
    Il ballo era passato e aveva lasciato dietro di se tante sensazioni, tante emozioni ed allo stesso tempo tanti pensieri che mi occupavano la mente. Solo che non ero completamente lucida, avevo da fare e tanto.Il giorno della partenza si avvicinava, la mia di partenza, e tutto stava per svolgersi. Tutto quello che avevo programmato per mesi con la mia amica Sky stava per essere messo in pratica e io ero ancora immersa nei dubbi e nelle preoccupazioni e in più dovevo cercare di annullare i pensieri quando ero nelle vicinanze di mio padre… stava diventando davvero snervante ed impossibile ma ormai era questione di n paio di giorni.
    Quella giornata non era proprio partita nel migliore dei modi. Svegliandomi di soprassalto per l'ennesimo incubo, mi accorsi che Liam non era nella mia stanza, era sgattaiolato fuori con qualche mia compagna ma niente di che, era solo strano non ricevere le sue fuse mattutine come buongiorno. Tra i vari impegni durante la giornata vi era quello da assistente così mi ero diretta per qualche ora dal Professore Blackwood che aveva bisogno di una mano per organizzare e sistemare alcune piante e alcuni fascicoli, mi aveva sfiancato il lavoro e stare quasi sempre in silenzio per non innervosirlo non era una cosa super divertente in più ed ero piena di terra. Mentre rientravo in dormitorio per lavarmi e rilassarmi un pochino incontrai un primino di corvonero piegato in due a terra che sembrava non stare bene e piagnucolare per qualche dolore. Non riuscì a comprendere la causa del suo malessere se un mal di pancia per effetto di qualcosa oppure qualcuno lo aveva aggredito per divertimento ma dovetti modificare i miei piani per accompagnarlo in infermeria. La dottoressa mi rassicurò che in una giornata si sarebbe ripreso ma voleva alcuni dettagli che io non ero in grado di dare a parte dove lo avevo trovato e che aveva dolore faticando a camminare in posizione eretta. Mi lasciò andare e nuovamente mi diressi nei dormitori, questa volta senza intoppi. Rientrata provai a chiamare Liam mentre Etto cercava di mordere un lembo del lenzuolo del letto. Lo afferrai con delicatezza posizionandolo nella sua gabbietta ma di Liam nessuna traccia. «Ma dove ti sei caciato!» dissi preoccupata. Mi svestii velocemente e correndo mi infilai sotto la doccia per lavarmi dalla terra e dalla polvere. Uscii mi asciugai e mi vesti mentre i capelli rimasero bagnati, li avevo asciugati in velocità. Adesso iniziavo a preoccuparmi, perché Liam non era tornato? Presi la bacchetta, la tracolla con qualche libro e uscii iniziando a cercare il mio gattino. Sembrava scomparso, non si vedeva e chiamarlo sembrava essere inutile. I miei occhi non erano dorati anzi il chiaro grigiolino che si stava creando intorno al marrone era un limpido segnale di preoccupazione. Uscii fuori ed iniziai a cercarlo nei vari posti dove era solito andare e dove ero solita andare io insieme a lui. «Liam! Cucciolo…dove sei?» Niente! Guardavo in ogni posto, mi rannicchiavo a terra sporcando i pantaloni appena messi… Con la bacchetta in mano spostavo rametti. Non sapevo dove cercare e i peggiori pensieri mi risuonavano nella testa. Se fosse stato preso da qualcuno per farmi uno scherzo o un dispetto? Se fosse finito in qualche guaio o se qualche animale lo avesse aggredito? Cercavo di restare calma e continuare a cercare mentre senza pensarci ero arrivata nei pressi del platano picchiatore e nel avvicinarmi sempre di più mi accorsi che il vecchio e scorbutico albero sembrava agitato. Aumentai il passo per comprendere cosa lo agitava restando nell’area di salvezza e rimasi un attimo esterrefatta, qualcuno era in pericolo… Il platano stava per colpire la persona o meglio la ragazza che era a terra e in un secondo senza ragionarci troppo puntai la bacchetta in direzione della ragazza che era a terra con il corpo fermo come un oggetto e urlai «Corpo Locomotor!» Il corpo della ragazza sgusciò via verso di me evitando l’impatto con il grosso ramo dell’albero, forse solo le punte dei ramoscelli la colpirono. Era più o meno sicura che l’incanto avrebbe funzionato perché l’avevo già usato sul professore Blackwood nel momento che si era "Addormentato/svenuto" a terra e il suo corpo era come un oggetto si perchè l'incanto poteva funzionare sul corpo umano solo nel caso esso fosse apparso come oggetto e non come una persona in se'. In breve bisognava rendere oggettivizzato il corpo. Mi misi a correre verso la ragazza che era a terra e mi inginocchiai togliendomi di dosso la tracolla per avere libertà di movimento«Ehi! Stai bene? » dissi appoggiandole una mano sulla schiena e cercando di capire la situazione e del perché era in una posizione che sembrava inglobare con il corpo qualcosa. «Perché ti sei avvicinata tanto… è pericoloso!» dissi in tono preoccupata. Guardai l’albero «Sei sempre simpatico tu eh!?» gli dissi come se fosse normale parlargli.
    Non mi importava chi fosse la ragazza, qualcuno era in pericolo e io avrei aiutato o ci avrei provato… «Ti prego rispondimi… chiamo qualcuno…?» Speravo che non si fosse fatta male. Cercai di spostarle i capelli con delicatezza come una leggera carezza dolce senza pesantezza e con un pochino di accortezza, per comprendere se stesse bene e non avesse ferite.


     
    .
  3.  
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Grifondoro
    Posts
    218

    Status
    spymode
    b6ab66deb1c94c688c96ffa90f949429117e7df3
    Maledetto gatto di merd- no dovrei dirlo. No, non dovrei neanche pensarlo, lo so. A me piacciono gli animali, a me piacciono gli animali, anche se sono ingrati e mi graffiano la faccia.
    Sento Liam combattere, dibattersi fra le mie braccia alla ricerca della libertà ignaro del fatto che se non lo stessi proteggendo con il mio corpo, sarebbe già spiacciacato contro qualche tronco. Ed è proprio quando ormai non mi resto che chiudere gli occhi e rassegnarmi alla botta che prenderò, che una qualche forza mi trascina via dal punto in cui ero. Mi faccio una bellissima scivolata sull'erba, non del tuto piacevole ma sicuramente molto meglio che essere colpita in piena schiena dal platano picchiatore. Insomma, sono stata salvata, che grandissima botta di culo.
    Quando sono ormai lontana dall'albero killer, rilasso il corpo come se fossi appena risalita in superficie dopo una lunga apnea. Qualche verso infastidito mi sfugge a causa dei graffi, del sedere dolorante e della posizione poco comoda in cui sto, così, raggomitolata su me stessa.
    «Ehi! Stai bene? » riconosco la voce. Riapro gli occhi. Quante probabilità c'erano che la incontrassi proprio in questa circostanza? Secondo me, davvero poche. Ed è in momenti come questi che inizio a credere sempre di più al destino. Mi schiarisco la voce mantenendo la testa bassa. Quando mi chiede delle spiegazioni, allento appena la stretta sul povero Liam, sarà terrorizzato pure lui, è stata un'esperienza tutt'altro che rilassante. Ho la testa ancora bassa quando sento spostarmi i capelli: certo, il mio viso non è ancora del tutto scoperto e dalle sue domande, deduco che non abbia capito chi sono. Rose Rose, sempre in prima linea per aiutare il prossimo, non importa chi sia. Prima di tirare fuori la testolina, il gatto nero annuncia la sua presenza con un mite miagolio per poi saltarmi fuori dalle braccia non appena riconosce la padrona. Lo lascio fare, ormai è al sicuro. Anzi, dovrei dire siamo. Mi attira un rumore di foglie, il platano sta riassestando i suoi rami dopo aver fatto un casino allucinante “aaah” mi lascio andare ad un sospiro di sollievo alzando finalmente il viso: le braccia si stendono indietro per sostenermi e la stessa cosa faccio con le gambe, che pure loro chiedono pietà “no, tranquilla, sto bene... non serve che chiami nessuno” dico con l'espressione infastidita di chi ha tutta una serie di acciacchi sparsi. Insomma, sono leggermente ammaccata, ma nulla che un cerotto non possa sistemare “lo stavi cercando?” chiedo guardando Liam intento a strusciarsi sulle caviglie della tassorosso “anche lui sta bene” passo subito a tranquillizzarla “si era soltanto dato all'esplorazione” un'esplorazione molto pericolosa, in effetti sarebbe lui che meriterebbe una bella strigliata. Insomma, come si fa con i bimbi quando disubbidiscono, in qualche modo dovrai pure fargli capire che hanno sbagliato, no?
    Passa un attimo di silenzio imbarazzante che non ho la forza di interrompere, sto riprendendo fiato: insomma, quel gatto mi ha fatto prendere un colpo. Cosa sarebbe successo se uno di quei rami lo avesse colpito?! Preferisco non pensarci “oh, grazie comunque” quasi scordavo “sei arrivata nel momento giusto, per fortuna” provvidenziale, davvero.


     
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    Tassorosso
    Posts
    609

    Status
    spymode
    Il suo volto.
    Si era proprio lei. Quando si alzò da terra, da quella posizione a protezione vidi il suo viso. Era Kynthia e il mio sguardo non poté non vagare su ogni lineamento della ragazza. Ogni volta sembrava di incontrare una nuova ragazza ma allo stesso tempo la stessa di una volta, quella che conoscevo prima di quel fatidico giorno. Ogni volta i ricordi si accalcavano nella mia testa facendomi provare sentimenti contrastanti. Ricordare le risate e le liti, i segreti e le uscite insieme, ricordare la sua mamma e la gita a Londra e poi ricordare la sera sulla torre di astronomia. Proprio li dove ci eravamo incontrate e conosciute, li ci eravamo divise. Gli occhi si annerirono a quel ricordo e il viso si indurì per qualche istante, solo al pensiero di come era finito tutto. Dopo qualche attimo sorrisi comunque quando disse di stare bene e tirai anche io un sospiro di sollievo. Quando si districò da quella posizione notai un qualcosa di nero che dopo balzò verso di me. Sgranai gli occhi e rimasi sorpresa, non potevo crederci era Liam. «LIAM!» dissi balzando le mani in avanti per poterlo afferrare. «Si, lo stavo cercando! » Lo alzai cercando di controllargli ogni centimetro di pelle mentre a lui non piaceva per niente e si dimenava. «Sei... sei un monello! Mi hai fatto preoccupare...» lo posai sulle mie cosce e iniziai ad accarezzarlo mentre gli occhi si inumidirono pensando al peggio che poteva accadere. «Non devi avvicinarti al platano … te lo dico sempre!» Il gattino aveva iniziato a fare le fusa e si godeva le coccole, mentre io mi sentivo il cuore a mille. La voce di Kynthia interruppe il silenzio che si era andato a creare. Alzai l sguardo verso di lei annuendo con la testa e poi aggiunsi«Grazie a te... per aver salvato Liam.» Alzai le spalle quando sottolineo che ero arrivata nel momento giusto «Fortuna! Solo fortuna... sicura di stare bene? Vuoi andare in infermeria? » le chiesi mentre guardavo qualche graffio e poi aggiunsi prendendo la bacchetta in mano e un fazzoletto pulito dalla tasca «Aguamenti!» dalla bacchetta fuoriuscì un piccolo getto di acqua che bagnò il fazzoletto. Mi bloccai e le porsi il pezzo di stoffa bagnato ricordando il problema con il tocco «Tieni! Pulisciti qualche graffio e il viso!» le dissi con dolcezza e tranquillità.
    Mi misi seduta per bene, lasciando Liam che girò intorno a noi due strusciandosi su entrambe e poi si stese a terra come se nulla fosse successo. Lo guardai e sorrisi mentre scuotevo la testa «Non te ne importa nulla eh..? Potevi farti veramente male ed hai messo in pericolo anche qualcun’altro oltre a te!» chiesi e allo stesso tempo rimproverai il micio «Guardalo com’è tranquillo. Non cambierà mai!» Già, lui non cambierà mai mentre noi sembravamo così diverse. Era un passo enorme che almeno ci rivolgessimo la parola, galeotto fu il ballo della scuola. Mi misi a guardare il cielo, non sapendo cosa fare e dire. Mi schiarì la voce «Allora? Credo che ti debba un altro grazie.» le dissi senza guardarla in viso «David, mi ha detto che sei stata tu a dirgli dov’ero la sera del ballo... e quindi »Mi fermai lasciando che il venticello potesse passare indisturbato nella pausa ed accarezzasse la nostra pelle «... grazie! Ci siamo chiariti!» conclusi arrossendo leggermente. Eppure la mia fronte si corrucciò e l’espressione cambiò leggermente «ma perché?» chiesi schietta ed in velocità senza rifletterci puntando i miei occhi verso il platano picchiatore che sembrava ancora nervoso. Era una domanda che mi ponevo da quella sera. Perché lo aveva fatto. Perché era andata da David aiutandomi quando due minuti prima ci eravamo dette di tutto e di più.




     
    .
  5.  
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Grifondoro
    Posts
    218

    Status
    spymode
    f4f0727008d0060c3755456518af8e3659d28932
    Intreccio le mani per far scrocchiare le dita mentre ascolto distrattamente la predica che Rose sta facendo al suo gatto. Non può non strapparmi una mezza risata "ti converrà ripeterglielo perchè a quanto pare non ha capito" lancio un'occhiataccia alla causa di questo casino. Si gattaccio ingrato, sto guardando proprio te.
    "Sì" annuisco "è stata davvero una grande fortuna... oh no, davvero" allargo le braccia per mostrare alla tassorosso lo stato del mio corpo. Faccia: graffiata, ma nulla per cui preoccuparsi. Braccia: qualche lividi, un po' di terra, tutto nella norma. Gambe: uguale alle braccia. Insomma, nel complesso sono un fiore. Un fiore che dopo essersi fatta venti minuti strisciando per terra necessita di una doccia, ma pur sempre un fiore "sto bene". Sembra quasi che Rose riesca a leggermi nel pensiero: inumidisce un fazzoletto dopo un attimo di esitazione me lo porge dall'alto della sua famosa gentilezza. Allungo la mano e lo accetto ben volentieri, lo passo subito sul collo che improvvisamente sembra rilassarsi in risposta al fresco del panno bagnato "grazie" oggi mi sembra di star ringraziando più del solito. Beh, glielo devo. Da come è finita la conversazione alla festa, avrebbe avuto tutto il diritti di guardarmi mentre venivo frustrata dal platano picchiatore. Certo, poi sarebbero stati problemi per Liam però... Liam. Maledetto ruffiano. Prende a girarmi intorno come se non fosse successo assolutamente nulla, mi si struscia pure addosso quando fino a qualche attimo fa mi graffiata con le sue unghiacce. Un sopracciglio mi si solleva alla velocità della luce, accompagnato da uno schiocco della lingua ed un cenno di dissenso con la testa "già, non è cambiato per nulla. Ha sempre avuto questa tendenza a darsi all'avventura-" istantaneamente mi blocco, come colpita da una realizzazione: io non sono proprio nessuno. Cioè, parlo e mi comporto come se conoscessi entrambi benissimo, ma... non è così, non più almeno.
    Ok, questo è imbarazzante. Sono a corto di parole e questo mi mette decisamente in una situazione scomoda. Insomma, per farla breve sono un po' rigida ed è per questo che scatto non appena Rose mi rivolge nuovamente la parola "sì?" davvero non mi esce un atteggiamento, che ne so, più naturale?! Arg...
    "Oh..." inclino la testa con la fronte corrucciata. Giusto, non sono l'unica persona con cui lei ha avuto un diverbio quella sera. Insomma, un ballo piuttosto impegnativo "te l'ha detto?" o cazzo, qua la cosa si fa seria. Devo cominciare a pensare che David sia più onesto di quel che sembri...? Bleah, no, che schifo... Non basta così poco a riabilitare la sua immagine che sì, ammetto di essermi costruita in tempi brevissimi ma l'esperienza mi insegna che se il buongiorno si vede dal mattino allora il resto della giornata sarà una merda. E quindi.
    Comunque a prescindere da tutto, la cosa mi colpisce ugualmente "dai, allora... sono contenta, mi fa piacere" anche se forse non appaio troppo convinta, a me fa veramente piacere per lei. Cioè, quel sorriso che le rivolgo guardandola non è finto. E sto continuando a tenere le mie opinioni su David lontano da questa conversazione. Poi quando mi chiede il perchè del mio gesto in realtà, non ci devo pensare su molto tempo. Mi guardo la punta dei piedi e prendo qualche attimo più che altro per ricordare con precisione le cose a cui ho pensato quella sera "beh... innanzitutto ti stavi piangendo addosso" abbasso un po' il tono della voce nel dirlo, come se fossi una bambina colpevole di qualcosa "ti ho vista, non mi piace quando fai così" per fermarla dal dire qualsiasi cosa, aggiungo in velocità alzando lo sguardo su di lei. In quel momento, quando l'avevo vista piangere, avevo avuto la sensazione che il tempo si fosse fermato. Anzi, che fosse tornato indietro a diversi mesi fa. Poi ho realizzato che non era così e quindi ho agito anch'io diversamente da come avrei fatto in un contesto diverso "non so cosa ci sia tra di voi, ma io ho pensato ci tenessi. Volevo che avessi..." com'è che posso dirlo, mmh "la possibilità di farti vedere. O anche di farti valere. Era giusto che avessi l'occasione di parlare con lui e dirgli come ti sentivi" in parole povere "non lo so, ti volevo aiutare" annuisco stringendo le labbra nell'espressione di chi ha appena detto qualcosa fuori dalla sua comfort zone. Mah, che stia crescendo davvero? Ma che ne so "cioè non è che potevo andare lì e mollargli un pugno sul naso, sai... magari avrebbe aiutato me a sfogarmi, sarebbe stato bello" fantastico ironicamente (soprattutto ironicamente, per allentare la tensione) su quell'eventualità "ma sicuramente non avrebbe aiutato te" e concludo con una risata sommossa, più rilassata di quando avevo iniziato a parlare. Da qui in poi, spero sia tutto in discesa.




     
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    Tassorosso
    Posts
    609

    Status
    spymode
    20210110_182531__2_
    La vedi afferrare il fazzoletto bagnato e portarlo verso il viso. Non potevo restare indifferente non perché fosse Kynthia ma perché era qualcuno in pericolo. Ero fatta così, dovevo aiutare chi era in difficoltà. Certo sembrava che il destino avesse deciso di farci rincontrare così presto dopo il ballo e quel destino, in questo caso, portava un nome Liam. Era vero. Liam era un gattino dolce ed affettuoso ma era pur sempre un felino e i guai sembrava che andasse a cercarseli o loro cercavano lui, questo ancora era da chiarire. Liam per me era importantissimo, era più di un semplice gatto. Era la mia ombra in ogni momento e sembrava comprendere quando stavo male, lui non mi abbandonava e se ne stava vicino a me o sopra di me a coccolarmi, come a dirmi "adesso passa, ci sono io". Allo stesso modo io mi preoccupavo moltissimo per lui.«Si è vero. Va sempre in cerca di avventure... Mi fa preoccupare.» ogni tanto gli attimi di silenzio sembravano lunghi ed imbarazzanti. Sembrava non ci conoscessimo affatto in alcuni momento, o forse ci conoscevamo abbastanza da cercare di evitare alcuni discorsi ed argomenti. Quando misi in tavola la questione ballo scolastico sembrò sorpresa ma non più di tanto. «Si me l’ha detto... e non ti nego che mi ha sorpreso...» mi fermai e la lascia continuare. Quando disse “ ti stavi piangendo addosso” i miei occhi si scurirono di colpo. Io stavo piangendo perché ero ferita e delusa ma per lei forse era troppo da comprendere. Non dissi nulla il mio sguardo penetrò il suo. Non aggiunsi altro ma ascoltai attentamente impassibile. Non gli piaceva quando facevo così, certo. E dopo tutto quello che mi aveva fatto passare lei, poteva sentenziare cosa le piacesse o no di me. La rabbia e la delusione ribollivano quando ero vicino a lei ma più di tutte il senso di solitudine e l’abbandono bussavano prepotentemente. Poi il suo discorso si fece alquanto particolare. Virò sulle intenzioni del gesto che aveva fatto. Rimasi sorpresa dalle sue parole, sentire esprimere quello che provava era raro e sapevo che un tempo le costava molto ma non potevo sapere se questo particolare fosse cambiato nel tempo trascorso a sembrare sconosciute. Voleva aiutarmi? Interessante davvero. «Beh, si sarebbe stato bello un pugno sul muso... io l’ho colpito ripetutamente ma... non gli ho fatto nulla.» dissi senza tono emotivo, così con una quasi freddezza. Beh David era muscoloso e sembrava anche ben allenato, in più non mi avrebbe mai dato la gioia di dire che gli avevo fatto male, lui era un tipo orgoglioso. «Grazie! Si gli ho detto diverse cose, abbiamo parlato. » Non avrei aggiunto altro erano questioni private e lei per il momento restava una conoscenza - sconosciuta. Alzai lo sguardo nuovamente verso di lei ed aggiunsi «Io esprimo così le mie emozioni dovresti saperlo se non hai cancellato tutto.» La freddezza era pari a quella di mio padre e sorprendeva anche me. Poi aggiunsi, mentre il mio stomaco si contorceva «Com’era la frase? AH si certo “ci ho provato... ma non sono capace... ci vediamo in giro.”» le sue stesse parole. Le parole con il quale aveva chiuso tutto e mi aveva lasciata li sulla torre di astronomia come un troll di montagna, come se non valessi altro che una manciata di polvere. Come se fossi una corsa ad ostacoli e ad un certo punto dici: “ok non ci riesco, ho provato a saltare ma non sono allenata”. Peccato che li non ferisci nessuno e nella vita spezzi il cuore e ferisci le persone. Mi fermai e conclusi «Adesso ne sei capace?» un piccolo sorriso freddo si affacciò sul mio viso, di quelli che sollevano un angolo della bocca e poi spariscono nell'immensa tristezza di un volto. Mi alzai dandogli le spalle e chiudendo gli occhi per cercare di controllare la questione del metamorfomagus. Non riuscivo ad essergli indifferente e mi faceva così male ma forse lei non se ne era nemmeno resa conto di quanto dolore mi aveva causato. Sky mi aveva trovata e raccolta dalle profondità di un dolore che mi stava risucchiando. Anche io avevo bisogno di qualcuno che mi stesse vicino in quel momento ma che sapesse mantenere le distanze ma mi sarei messa da parte perchè sapevo che il suo dolore era più grande e sarei anche rimasta in silenzio se avesse voluto. Ne avevamo passate tante, sapeva cose che altri non sapevano e in un secondo era riuscita a cancellare tutto un rapporto quasi fraterno. Ogni volta che tornavo a Londra, prima di arrivare a casa White passavo di nascosto dalla casa dove abitavano Kynthia e la sua mamma e lasciavo quasi sempre delle rose. Quella donna era stata così buona e dolce con me, mi aveva accolta a casa sua come se fossi una figlia. Quel giorno, sulla torre, apprendere della sua morte aveva distrutto anche me. Anche io non avevo la mia mamma e sapevo cosa significasse. Liam venne da me e si strusciò alle caviglie, poi lo vidi allontanarsi ma dalla parte opposta al platano.






     
    .
  7.  
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Grifondoro
    Posts
    218

    Status
    spymode
    1e80654b0eb8351b764a4cf8729922cb34ccc871
    Se ho fatto la cosa giusta oppure no, lo scoprirò molto presto. Dipende tutto da lei, da come ha recepito il mio aiuto e se questo è stato apprezzato oppure no. Dal uso punto di vista potrei anche essere sembrata una mezza impicciona nonostante il mios forzo di restarne fuori.
    Sì, sforzo, perchè al contrario di quanto lei creda, non è che il mio affetto è svanito dall'oggi al domani “non l'avrai ferito fisicamente ma magari sei riuscita a lasciargli un buon ricordo... sai con le parole” che Rose riuscisse a ferire il serpeverde a mani nude era fuori discussione, cento per cento, li separava una differenza di stazza palese. Comunque per me è arrivato il momento di ascoltare il suo racconto, breve, privo di qualsiasi dettagli o approfondimento sull'argomento. In effetti più che un racconto, sembra una comunicazione di servizio apatica. Eppure io resto seduta sul prato in posizione d'ascolto lasciando anche che mi spunti un sorriso per un nanoseconod, questo perchè mi è tornato alla mente un flash del passato in cui gli incontri per gli aggiornamenti delle vite altrui erano una certezza.
    Strano. Strano come mi sentissi incapace di affrontare quel rapporto all'epoca e come, ad oggi, mi sembra di essermici abituata a tal punto da sentirne la mancanza.
    “Sì, lo so” e il suo tono cambia, inizia ad inasprirsi e contemporaneamente si allontana col corpo mentre io me ne resto seduta per terra per non invadere i suoi spazi. Si ricorda esattamente le parole che ho usato quel giorno.
    Io non le ricordavo così bene. Chissà come mai.
    Ammetto che per un istante vengo percossa da una vampata di nervosismo che in altri tempi non mi avrebbe portato a reagire nel migliore dei modi. Perchè? Forse perchè il mio gesto non è stato compreso. Non che abbia scelto il modo migliore di gestire la cosa, ma... era il solo che conoscevo. Quanto sforzo mi sarebbe costato trovare un'alternativa? Un uso di energie che non avevo e probabilmente non ho recuperato del tutto neanche oggi. nsomma, tutti gesti molto poco da grifondoro coraggioso e più da paguro timoroso. Stringo i denti e i pugni. Prendo quindi un bel respiro per non mandare all'aria i miei progressi e far emergere invece quello che ho capito in questo lungo periodo. Se ci riesco, io ci provo “non lo so” non un grande inizio, forse “non posso esserne sicura” quando provo ad aprirmi con le parole, assumo un atteggiamento di chiusura con i gesti: prendo a giocare con le mie stesse dita, tutta concentrata sul nulla, fondamentalmente. Che cosa strana la psicologia “però qualcosa l'ho capita. Ho capito di aver scelto la via più facile, mi sono pianta addosso e la scelta di parole in questo caso, non è casuale “mio padre mi ha sempre rimproverato il fatto che non sapessi accettare un aiuto, e... è vero” butto fuori l'aria come se fossi stata in apnea fino a quel momento.
    “Spero che tu mi abbia sentita bene al ballo. Non ho dimenticato niente” qua, lo ammetto, la mia pazienza fa crack, un po' perchè temo di aver gettato le parole la vento. Vacillo, si può sentire qualcosa nella voce di più duro e anche qualcosa nello sguardo, se deciderà di voltarsi in mia direzione e non darmi le spalle. Che diavolo, vorrei che mi guardasse quando le parlo. Ma ancora una volta, chi sono io per avanzare pretese.
    “Ho dovuto superare...” deglutisco “la morte di mia madre” una breve pausa mi frega sempre ogni volta che ne parlo a voce alta “ma ho deciso di ritrovare il coraggio di darmi una possibilità” e questo è quanto, fine del monologo. Ammetto con questa dichiarazione che l'ho fatto anche per me, nella speranza che una possibilità volesse darmela pure lei.
    Però forse sono stata troppo ottimistica nelle mie previsioni.
    Eccolo però, il grifondoro smarrito che finalmente ritrova la forza di fare ciò che desidera.



     
    .
  8.  
    .
    Avatar


    Group
    Tassorosso
    Posts
    609

    Status
    spymode
    1c13c5d42740267512697c62a5acfe66_0
    Chissà se davvero ero riuscita a lasciare qualcosa in più a David la sera del ballo. Non avevo mai avuto dei confronti con qualcuno così diretti eppure sembrava che lui ci godesse a farmi tirare fuori “il peggio di me” ma allo stesso tempo mi stimolava. Era una situazione complicata da capire ma il cuore batteva di più pensando a lui. La serata poi non era finita male e il pensiero mi fece sorridere leggermente ed arrossire. Non era il momento di parlare di David, qui la situazione riguardava noi due, anzi soprattutto lei. Avrei ascoltato le persone, non ero il tipo che non dava il modo a qualcuno di parlare o di provare a giustificarsi e lei doveva e come. Ascoltai le sue risposte alle mie domande mentre il tempo intorno sembrò rallentare come a volerci dare secondi in più. Non riuscivo ad essere la Rose che lei conosceva, mi aveva ferito così tanto che avevo dovuto ricucire il cuore con l’aiuto di Sky. Mi aveva buttato in un pozzo profondo dal quale non riuscivo ad uscire e quando lo feci ci riuscì solo grazie alla mia amica corvonero che mi aveva dato la sua mano ed io debolmente l’avevo afferrata.
    Annuii leggermente alla frase che mi riportò di suo padre. «E’ difficile chiedere aiuto ed accettarlo, questo posso comprenderlo.» dissi ferma al mio posto. Comprendevo quel sentimento «Solo che io quella sera ti ho anche detto che ti avrei dato tempo senza intromettermi.» Le avevo ben chiarito che comprendevo e che sarei rimasta vicino a lei ma senza essere invadente anche restando in silenzio. «Kynthia! Ho ben compreso le tue parole al ballo. Mi domando se tu abbia compreso le mie.» Seria ma lo sguardo si posò nel suo in tranquillità «Si so bene che la morte di una madre non si può superare. Provi solamente ad andare avanti fino a che, a malincuore, non diventa abitudine la sa assenza. L’ho persa anch’io ricordi?» dissi e poi continuai mordendomi il labbro. «Non eri un amica per me. Eri mia sorella! Eri colei di cui mi fidavo e a cui volevo un bene pazzesco. Ho cercato di farti fidare di me ma non ha funzionato.» Presi fiato e lasciai che il sole illuminasse la nostra carnagione e scaldasse un pochino la nostra anima. Continuai a parlare «Non mi hai ferita, mi hai letteralmente fatta a pezzi e lasciata li. Ora quello che mi chiedi in questo momento non so se è possibile affrontarlo adesso. Fidarmi di te.» La guardavo eppure ogni volta il mio stomaco si contorceva e mi ricordava il dolore dell’abbandono, quella sensazione di aver sbagliato tutti di non aver mai avuto un amica al mio fianco ma soprattutto che mio Padre aveva ragione. «Non posso prometterti nulla ma ho bisogno di tempo.» Mi girai dando le spalle verso di lei e feci due passi allontanandomi un pochino. «Sono contenta che stai affrontando tutto con coraggio e con determinazione e sono felice di non essere completamente un fantasma per te ma io ho bisogno di tempo e di conferme.» Nessuna lacrima e niente sentimento di rabbia. Spostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio ed aggiunsi «Ora devo andare … ho gli ultimi impegni da caposcuola prima della partenza per le vacanze.» Mi fermai e le feci un leggero sorriso «Ci si vede in giro e buone vacanze Kynthia.» Non era un no quello che le avevo appena detto ma era un “non adesso”. Avevo bisogno di fidarmi di nuovo e soprattutto avevo bisogno di prove che potevo rifidarmi di lei. Non mi servivano gesti eclatanti ma gesti di normale quotidianità, quei gesti che tra amici, di solito è normarle fare. L’estate avrebbe portato una pausa e forse ci avrebbe fatte maturare e ci avrebbe fatto riflettere ad entrambe.





     
    .
  9.  
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Grifondoro
    Posts
    218

    Status
    spymode
    1e80654b0eb8351b764a4cf8729922cb34ccc871
    Mi limito ad ascoltare, in silenzio. In fondo che altro potrei aggiungere? Normalmente sono il tipo di persona che deve sempre metterci la sua. Non adesso però: mentalmente rispondo ad ogni sua parola dicendomi anche che sì, ho recepito il suo messaggio, forte e chiaro. Come so che può capire ciò che provo. Seci penso oggi, è anche assurdo che abbia allontanato le due persone che più di chiunque altro avrebbero potuto comprendere il mio dolore perchè ci erano passati prima di me, persone più esperte, con una lucidità tale da potermi consigliare cosa fare o non fare.
    Questa cosa però, sento di volerla dire "non ero particolarmente... lucida. Distinguere cosa fosse meglio fare o non fare, è stato difficile. Lo so io e lo sai pure meglio tu, che ne hai pagato le conseguenze" faccio spallucce non trovando altre parole calzanti per quella situazione.
    Fiducia "non ti chiederei mai qualcosa di così grande" in realtà l'unica cosa che sto chiedendo è... "l'unica cosa che vorrei è che quantomeno accettassi le mie scuse e che per quanto può contare... ti ho sempre considerata come qualcuno di importante" schiudo le labbra lasciando passare dell'aria in circolo.
    La comprendevo alla perfezioni, le sue richieste, i suoi bisogni... anche io ai miei tempi avevo bisogno di tempo, ma non sono stata ugualmente delicata nel chiederlo. Mi sono imposta, per dirla con estrema sincerità. Quindi Ha tutto il diritto di prendersi il tempo o gli spazi che vuole, sono l'ultima delle persone che ha il diritto di imporsi. Quante volte ho fatto questo pensiero? Ho perso il conto. Ma forse non l'ho neanche mai tenuto.
    Non è nella mia natura privare gli altri di una scelta. Non l'ho mai fatto e mai lo farò. Così come non ho nessuna intenzione di forzare rapporti e scelte. Ecco perchè, dopo aver trovato la forza necessaria per aprirmi nuovamente ad un po' di sincerità, me ne starò qui in attesa, buona buona ad attendere il mio destino. Le sorrido a mia volta, un po' di sbieco, annuendo "buone vacanze, Rose" mi lascio cadere schiena contro l'erba, come se avessi usato le ultime energie che mi sono rimaste in corpo. Chiudo gli occhi e mi sovviene un motivetto molto adatto al momento; you say it best when you say nothing at all canticchio mentalmente mentre esternamente si sente solo il mugolio che ne ripete la sinfonia.
    Rose rimarrebbe sorpresa dalla quantità di cose che mi ricordo.

    Chiusa




    Edited by Kynthia - 19/9/2022, 22:53
     
    .
8 replies since 20/7/2022, 17:18   203 views
  Share  
.
Top
Top