Adrenaline

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    Axel
    L’unghia batteva ritmica sul ripiano del tavolo da lavoro, frenetica, guidata da un raptus di ansia implacabile nonostante l’antidoto. Aveva fissato la Wheeler ingollare la pozione preparata praticamente solo che da lui e aveva accolto con un certo disinteresse gli apprezzamenti della professoressa. Gli fregava soltanto di guarire, di smettere di essere sull’orlo impellente della trasformazione, gli artigli che premevano sulla punta delle dita pronti a lacerare la carne inspessita. Aveva mandato giù un mestolo di quel liquido osceno, aveva trattenuto il conato provato con quella merda e aveva poi posato lo sguardo sulla Corvonero monitorandola nemmeno troppo velatamente affinché gli effetti di quella merda svanissero anche su di lei. I suoi verdi occhi fiammeggianti si erano poi posati sul Morgan, sul modo in cui indugiava anch’esso sulla Métis mentre un sordo ringhiò nasceva in petto mandando in ebollizione il sangue nelle vene. Sbuffò, incrociò le braccia sull’ampio petto e chiuse gli occhi attendendo la fine di quell’agonia che fortunatamente, nel giro di pochi minuti, non tardò ad arrivare. Non appena la Stojnov, insieme al Blackwood diedero il loro benestare alla fine della lezione, si fiondò al di fuori dell’aula allontanandosi e scrollandosi di dosso la compagnia della sua squadra. Ne aveva abbastanza di ogni cosa. Di ogni singola e logorante sensazione che gli aveva attanagliato le membra durante quelle ore. Si doveva allontanare ed allo stesso tempo doveva sfogare tutta l’adrenalina di cui il suo corpo era andato saturandosi. Si arrotolò una sigaretta dopo aver estratto la tabaccheria che portava sempre con sé ed appoggiò la schiena al tronco di un albero a qualche centinaio di metri dall’uscita della serra. “Che due coglioni!” Pensò con un certo fastidio mentre si massaggiava le sopracciglia, la sigaretta incastrata nell’incavo di indice e medio. Aveva deciso di assecondare quel bisogno d’aria ma ora che era solo, in mezzo alla natura, nonostante l’intruglio preso, non riusciva a trovare quiete. Sentiva il corpo carico a molla e sapeva che avrebbe dovuto sfogare in qualche modo quell’adrenalina che aveva in circolo. Guardò stancamente le ragazze uscire dall’aula ma decise che nessuna rientrava nei suoi gusti per quel pomeriggio: erano tutte spossate, sporche e sull’orlo di una crisi di nervi o di pianto, “che palle”, l’unica a non essere provata era quella spostata di testa della Scott. Con una smorfia scartò l’idea di provare a farsi quella pazza e con tutte le sue forze rigettò quella di trasformarsi abilmente in uno psicologo dedito all’ascolto e alla cura dei nervi di quelle povere, deboli creature, non ne aveva proprio né la voglia – o come diceva lui: le palle – né la testa di star loro dietro. Sbuffò sonoramente ciondolando con la testa fino a che lo sguardo non si posò sulla figura di Harris, il suo compagno di stanza nonché futuro “compagno” di lune. Tra i due c’era una blanda sopportazione più che una vera amicizia, l’uno non pestava i piedi all’altro e tantomeno andava a ficcarne il naso negli affari e così avevano convissuto in armonia ed una vaga forma di pace. Vaga, perché in quanto lupi mannari, in quanto dall’umore instabile entrambi non avevano mancato di pizzicarsi con battutine al vetriolo che avevano perlopiù fatto accennare un sorriso alle labbra del bulgaro. Si scostò dal tronco raggiungendo il Serpeverde anch’esso dall’aspetto provato. «Che hai concluso?» Chiese sollevando un sopracciglio mentre lo affiancava. Una domanda stentata con il chiaro intento di chiedere all’altro com’era andata quella lezione. Axel gli aveva proposto di unirsi a dispetto delle istruzioni dei professori ma alla fine si erano persi e poi, quando era troppo tardi, divisi. «Ti hanno fatto cadere i coglioni a terra?» Gli allungò la sigaretta in una tacita domanda se volesse un tiro per distendersi. «Pensavo di andare al campo a fare due tiri, ti va?» Erano entrambi nella squadra di quidditch della loro casa, fino a quel momento avevano anche giocato nello stesso ruolo ma ultimamente l’ “amico” aveva provato più volte ad allenarsi in un ruolo diverso, quello del battitore. Quella poteva essere un’occasione per testare ulteriormente il ruolo oltre che abbassare i livelli di adrenalina che sicuramente avevano alle stelle, Axel almeno, di sicuro.


    Edited by Dragonov - 3/6/2022, 18:23
     
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    David aveva la testa poggiata sul banco, gli occhi chiusi e respirava lentamente. All' apparenza era innocuo, ma ad uno sguardo più attento si poteva notare la vena della giugulare pulsare. Era un fascio di nervi pronto a fare a pezzi chiunque si mettesse sulla sua strada, qui valeva bene il detto: non disturbare il cane che dorme. L'antidoto non gli era riuscito, di conseguenza aveva dovuto prendere quello preparato dalla Stojnov. Non l'avesse mai fatto. Lui, David Harris, fiero mannaro e purosangue aveva vomitato in classe davanti a tutti. Quella lezione gli aveva fatto fare più di una figura di merda, era stato umiliato e deriso, inaccettabile. Voleva rompere la faccia a Blackwood, era lui la mente. Aprì un occhio e si accorse che gli altri stavano andando via, o almeno cercavano di farlo dato che stavano messi piuttosto male. Non che lui stesse meglio, mischiare due antidoti così potenti lo aveva distrutto, ma qui stiamo parlando di un Harris, un essere superiore che aveva un margine di ripresa migliore rispetto alla gente comune grazie al gene della licantropia. E poi col cazzo che sarebbe andato in infermeria, per chi lo avevano preso? Un tasso? Ripensò alle offese di Evans l'ameba, si irritò ancor di più. Voleva spaccare quacosa, aveva bisogno di scaricare tutto lo stress accumulato altrimenti sarebbe impazzito, era al limite. Si alzò a fatica dalla sedia, si massaggiò le tempie e si accorse di essere rimasto solo, i suoi compagni di squadra si erano dileguati. Meglio così, non aveva voglia di interagire ancora con quei coglioni, avevano collaborato fin troppo per i suoi gusti. Odiava che il suo lavoro dipendesse da altri, preferiva fare le cose a modo suo. L' unica attività collettiva che reputasse accettabile era il Quidditch, sopratutto se questo gli permetteva di fare del male ai suoi avversari con bolidi volanti, non a caso stava valutando l'idea di diventare battitore. Era più portato a colpire la gente che gli anelli, non che non fosse un eccellente cacciatore ci mancherebbe, ma sentiva quel ruolo più affine. Venne distolto dai suoi pensieri da una folata di vento che lo fece rabbirividere, era a petto nudo ma mentre prima stava bene perché il veleno gli provocava un aumento della temperatura corporea, adesso , invece, poté constatare che non faceva poi così caldo. Per fortuna si era portato una maglietta di ricambio, ad erbologia si sporcava sempre e lui non era tipo da andare in giro con la divisa macchiata di terreno, proprio no. Se la mise velocmente, prese le sue cose ed uscì, ne aveva abbastanza di quel posto. D' un tratto qualcuno lo chiamò, si voltò e si ritrivò faccia e faccia con Axel. Cosa voleva da lui? Credeva che se ne fosse andato a scopare l'avvoltoio, orami aveva capito che c'era qualcosa tra loro, quella bionda ossigenata gli stava attaccata peggio di una sanguisuga e, se non erano vicini, lo guardava spesso. Che tristezza essere stalkerati. «Un cazzo ti basta come risposta. Spero che Blackwood sia affetto da impotenza dopo questa. Tu?» Cammianavano fianco a fianco, una novità dato che di solito ognuno se ne stava per i cazzi propri. La loro convienza era stata pressoché tranquilla, parlavano la stessa lingua quindi si capivano abbastanza. Dopo quella lunga chiacchierata sul loro essere mannari avevano mantenuto le distanze, meglio così perché per David già avevano condiviso troppo. «Decisamente.»Altro che coglioni a terra, gli avevano fatto cadere tutto l'apparato genitale. Suo cugino gli aveva detto che alcuni professori erano fuori di testa, ma qui si raggiungevano livelli mai visti prima. Di demenza però. Vide la sigaretta che gli porse ma non la prese, il suo stomaco era sottosopra e non gli andava di ripetere lo spettacolo di poco prima. Alzò un sopracciglio quando Axel gli chiese se gli andava di fare due tiri. Loro due? Il signorino là davanti gli aveva detto non molto tempo fa che non faceva coppia con nessuno. Scoppiò a ridere, i ruoli si erano invertiti, bene. «E andiamo a fare questi due tiri, signor " io non faccio coppia."»Glielo rinfacciò, aspettava solo questo. Anche se non gli dispiaceva l'idea, volare in picchiata gli avrebbe permesso di rilassare i nervi. «Vediamo di fare qualcosa di divertente dopo quella lezione del cazzo.»Aumentò il passo, il campo da Quidditch non poteva attendere.



    Edited by David_ - 23/5/2022, 12:17
     
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    Axel sollevò le sopracciglia alla risposta alla sua prima domanda. Dalle facce di tutti aveva intuito che nessuno se l’era cavata indenne da quella prova ma addirittura non riuscire a concludere nulla... Rise della maledizione che rivolse al professore di erbologia. Blackwood era una personalità di cui ancora non aveva deciso le sorti – se gli fosse simpatico o se, al contrario, gli stesse potentemente sulle palle – però aveva dei richiami, un qualcosa, forse una luce quando spiegava le varie piante e le loro proprietà che gli permetteva di apprezzare l’insegnante. Certo, gettarli in un’arena, perché quello era stato, non gli era andato poi più di tanto a genio ma concordava che quello probabilmente fosse il modo migliore di apprendere. Lui, a suo tempo, non aveva avuto quella possibilità. Lui aveva avuto Ethan ed Ethan non spiegava mai due volte un concetto. Dovevi capire e fartelo entrare in testa alla prima perché poi lui ti avrebbe lanciato sul campo e... tanti saluti! Cazzi tuoi cavartela, ma se fossi tornato vivo avresti dovuto farlo con la grana o ci avrebbe pensato lui a finire ciò che il destino non aveva compiuto. Quindi, tutto sommato, quella era stata una passeggiata al confronto. Lì almeno i professori se le cose si fossero fatte serie sarebbero intervenuti anche se, pensò tradendo un’arricciatura del labbro a mo’ di smorfia, quanto avrebbero atteso ancora prima d’intervenire quando stava per ammazzare Morgan? Non avevano captato il reale pericolo?
    «E andiamo a fare questi due tiri, signor “io non faccio coppia.”» Axel si fermò, sbatté le ciglia e scosse di poco il capo guardandolo stralunato. «Certe volte Harris mi fai dubitare tu abbia un cervello. Secondo te è possibile allenarsi A QUIDDITCH soli?» Eh dai, idiota! Scosse ancora il capo tornando a seguirlo in direzione del campo, la testa ancora che ondeggiava da destra a sinistra in segno di diniego. Che senso aveva per un cacciatore, il suo ruolo, tirare negli anelli se non c’era nessuno a tentare di parare il colpo? Era troppo semplice così! Soprattutto per uno come il Dragonov che godeva di una mira pressoché perfetta, degna di un cecchino, in grado di centrare l’anello superiore dall’estremità opposta del campo se le condizioni erano favorevoli, come quando gli avversari erano particolarmente addormentati sulle scope allora lì si sentiva in diritto di umiliarli prepotentemente con un tiro del genere. Odiava annoiarsi dopotutto e allenarsi in tiri del genere non era proprio la sua aspirazione. Sbuffò. «Ti lancio le pluffe e le colpisci con la mazza? O fai il portiere e poi ci diamo il cambio?» Gli chiese quindi mettendo da parte l’astio per quella frecciatina. Si diressero agli spogliatoi e attraverso un incantesimo trasfigurativo modificò gli abiti che indossava o tempo cinque minuti di attività e si sarebbe trovato grondante di sudore salvo poi salire in quota e ghiacciarsi anche i boxer. Afferrò la scopa, una vecchia Nimbus fuori moda regalatagli dal padrino in un momento di luna buona e cominciò a librarsi in volo. La scopa era lenta, decisamente poco prestante rispetto a quella del compagno di stanza ma ad Axel poco importava nonostante adesso avesse l'accesso all'intero patrimonio del suo casato. Non avrebbe sperperato i soldi in scope, non dopo che aveva conosciuto la povertà più assoluta. Lì spendeva solo se strettamente necessario. Quindi, la sua strategia nel gioco si basava sulla sua stazza e dalla forza bruta che ne derivava. Braccava gli avversari e grazie alla sua altezza intercettava i lanci per poi sfrecciare in direzione del campo opposto senza temere di scontrarsi contro chiunque ostacolasse il suo cammino, una derapata e via! Un colpo secco, preciso, caricato della parziale – guai fosse stato il pieno potenziale – forza del lupo che avrebbe già così messo seriamente in difficoltà la presa del portiere che sarebbe stato sbalzato contro il centro dell’anello. «Pronto Harris?» Urlò dalla metà campo opposta stando in equilibrio con un lavoro di cosce sulla scopa. Strinse la pluffa tra le dita ed al segnale dell’altro partì spedito come una scheggia, o almeno al massimo consentito dalla scopa che montava, saettando nel campo vuoto in ogni direzione per poi schizzare definitivamente a lato e senza arrestare la corsa caricare il tiro di buona parte della forza. La palla schizzò al pari di un bolide, una cometa nel cielo azzurro di Hogwarts diretta in quello che era l’anello al di sotto della gamba sinistra del Serpeverde, Harris ce l’avrebbe fatta a parare il colpo?


    Edited by Dragonov - 3/6/2022, 18:23
     
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    «Certo che è possibile. Se sei un cercatore basta che rincorri il boccino e hai fatto, di chi hai bisogno? Lo stesso vale per i battitori, prendi il bolide e lo colpisci, tanto alla fine torna indietro da solo. » Che poi fosse preferibile farlo in coppia era un conto, ma c'erano alcuni ruoli che ti consentivano di farlo anche da soli. Ovviamente questo non era possbile per i portieri e i cacciatori e, guarda caso, loro due erano entrambi cacciatori. David, però, aveva tutta l' intenzione di cambiare, si era scocciato di tirare pluffe negli anelli, si divertiva di più a colpire le persone. E poi nessuno avrebbe avuto da obiettare, uno dei battitori voleva ritirarsi e lui era il perfetto sostituto, ci avrebbero guadagnato tutti. Inoltre, era anche un buon antistress per i suoi attacchi d'ira; era sempre stato uno dall' umore mutevole ma ultimamente sembrava davvero una donna col ciclo, un'ora era incazzato e l'altra era felice, non ci capiva più niente. Fece spallucce, dopo la trasformazione sarebbe stato tutto più chiaro. Doveva anche chiedere al suo caro zietto di preparargli l'antilupo, non si fidava di suo padre. Anche se, in realtà, la cosa migliore sarebbe stata farla da sé, ma doveva trovare qualcuno disposto ad insegnargliela, suo zio non era uno che diffondeva gratis il suo sapere. «Lanciami le pluffe poi dopo, se ci va, ci improvvisiamo portieri.» Chissà se sarebbe riuscito a parare tutti i tiri di Axel, non aveva problemi ad ammettere che fosse bravo in quel che faceva, se erano arrivati alle finali era anche merito suo. Che poi David fosse il perno prinicpale lo sapevato tutti. Poco dopo arrivarono agli spogliatoi, David prese la sua amata Nimbus 2022 e la mazza, se le caricò in spalla ed uscì. Si posizionò sulla scopa e con un movimento deciso si librò in volo. Amava volare ad alta velocità, fare acrobazie e avere l'adrenalina alle stelle. Essere liberi. Nel Bronx non poteva farlo, suo padre gli aveva proibito di mettersi in mostra, un Harris doveva sempre apparire perfetto e volare su una scopa non era proprio il massimo. Anzi. Era un segnale di debolezza, dato che tutta la sua famiglia utlizzava il metodo ideato dal Signore Oscuro. Se non si fosse capito erano suoi forti sostenitori. Si, di un cadavere ambulante.Non aveva lasciato nemmeno un erede, quindi a chi cazzo avevano giurato fedeltà? Banda di fanatici. Un conto era essere devoti, o fingere di esserlo, per ottenere il potere ma farlo per principio era una cazzata. La voce dell'altro serpeverde lo distolse dai suoi pensieri, lo guardò e si accorse che si era già messo in pozione. Fece lo stesso, era arrivato il momento di sfogare. «Quando vuoi, Dragnonov.» Non se lo fece ripetere due volte, gli lanciò la pluffa ad una velocità assurda. David non la perse di vista neanche per un secondo, si sporse leggermente avanti stringendo la mazza tra le mani. Tre, due, uno... roteò su se stesso finendo a testa in giù, la scopa si mosse in avanti e David colpì il bersaglio con tutta la forza che aveva. L'aveva presa di striscio, per poco non la mancava. Tornò alla sua posizione inziale, scroccò il collo e rivolse il suo sguardo ad Axel che era dall'altro lato del campo. «Non male. Non ti trattenere che abbiamo un bel po' di stress da scaricare.»Doveva essere successo qualcosa a lezione, altrimenti col cavolo che gli avrebbe chiesto di allenarsi insieme. Erano compagni di stanza da qualche mese ormai, e una delle cose che aveva capito di quel tipo era che non faceva mai niente per niente e che amava starsene per i cazzi suoi. Guai in paradiso con l'avvoltoio? «Dimmi un po', ma te la fai con la prefetto corvonero?» Era proprio curioso di vedere cosa si sarebbe inventato, se poi diventava territoriale avrebbe avuto lo stesso la sua risposta. Non era nella natura di un mannaro condividere l'oggetto dei propri desideri: suo padre poteva scoparsi chiunque ma guai se lo faceva sua madre, i corpi seppelliti in giardino ne erano una prova.



    Edited by David_ - 29/5/2022, 21:39
     
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    Axel
    L’espressione di Axel andò gelandosi mentre ascoltava il compagno di stanza, tutto convinto, andare spiegando le dinamiche d’allenamento in solitaria. La piega all’insù delle labbra andò accentuandosi mentre prendeva un grosso respiro spronandosi a portare pazienza con chi era più tardo. «Esatto Harris, bravo... e noi siamo?» Chiese accentuando uno stupore per quella risposta fin troppo eccessivo e visivamente da presa in giro nei confronti dell’altro Serpeverde, «sìììì, cacciatori! Bravo!» Concluse alzando il pugno in segno di vittoria salvo poi smontare quell’intero teatrino per scuotere la testa. “Idiota” pensò roteando gli occhi al cielo per entrare a cambiarsi nello spogliatoio e poi, insieme all’altro, apprestarsi sul campo. Non voleva alla fine provocarlo né farlo arrabbiare troppo, alla fine, non erano amici, questo ancora no, ma David per quanto si rivolgessero poco la parola poteva dirsi alla stregua di tale. Lo sopportava, condividevano la stessa malaugurata sorte... era quanto di più vicino a qualcuno che lo potesse capire che avesse e, cosa non da poco, poteva sfogarsi con l’altro ragazzo poiché, anche se non ancora trasformato, comunque nei suoi geni la maledizione era presente e questo lo rendeva rispetto ad un comune umano “leggermente più”: leggermente più veloce, forte e, cosa che interessava al bulgaro, resistente. Si sarebbe potuto sfogare meglio che con chiunque altro da quel punto di vista senza fargli troppo male o al massimo, se se ne fosse fatto, beh, questo era ciò che gli aspettava. Tutta esperienza! «Vai fatta!» Si allontanò con la scopa dall’altra parte del campo lasciando l’Harris a stringere la mazza davanti gli anelli, una sorta di figura ibrida tra il portiere ed il battitore. Axel avrebbe lanciato sfruttando parte della forza del lupo e lui, con la scusa di parare il corpo, faceva allenamento contro un “bolide” scagliato contro a piena velocità. Double win, esattamente come piaceva al mannaro.
    Axel strinse la pluffa tra le grosse mani facendo presa nelle concavità presenti sulla superficie, la batté contro la mancina e caricando con parte della forza il braccio si protese all’indietro salvo poi partire di corsa mimando alcuni scarti e finire di lanciare la palla contro l’obbiettivo. David scattò in avanti e seguendo con lo sguardo la traiettoria optò per un colpo spettacolare appendendosi a testa in giù e colpendo con la forza che aveva in corpo. Per poco non la mancò! Axel saettò in alto spingendo la scopa al massimo della sua velocità e staccando le mani dal manico afferrò la pluffa compiendo una capriola con la scopa, la poggiò sotto la sinistra e riprendendo il comando del mezzo ritornò quasi trotterellando di fronte all’altro. «Sicuro?» Novellino, non è che poi frigni? Il ghigno sulle sue labbra s’accentuò ma non lo provocò ulteriormente, piuttosto, indietreggio di qualche metro portandosi al centro dei tre anelli pronto a simulare un rigore. «Dimmi un po', ma te la fai con la prefetto Corvonero?» Axel era sul punto di tirare quando David se ne uscì con quella domanda. «Che?!» Le sopracciglia si aggrottarono. Cazzo c’entrava la Métis ora? «E tu te la fai con la figlia del vice? Coraggio...» non perché fosse brutta, affatto, ma Axel non l’aveva ancora inquadrata caratterialmente avendo avuto occasione di scambiarci due parole alla festa di anti-San Valentino e lì, con tutti fuori di testa non c’era da poter fare termini di paragone. Però la tizia, da quello che aveva visto, era così noiosamente remissiva. Tutta timidina, che si nascondeva dietro le gonne di chiunque, una senza palle, ma, se l’obiettivo di David fosse stato farsela sarebbe dovuto stare attento ai termini con cui lo faceva o la mocciosetta sarebbe andata a frignare da papino. A lungo termine invece... «È il tuo jolly per la libertà?» Per fare il gran cazzo che voleva ad avercela dalla sua. «Comunque no, la Métis e io...» sbuffò grattandosi la nuca, «è la nipote del mio padrino. Gliela tengo d’occhio.» Fece spallucce. Quella palla ormai era diventata la sua scusa anche se tanto palla non era, Ethan gli aveva ordinato di farlo. «Se non la controllo si ammazza quella» sfiatò preparandosi ad un nuovo lancio.


    Edited by Dragonov - 3/6/2022, 18:24
     
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    I benefici della maledizione erano sempre più evidenti, infatti, a parte i sensi sviluppati, era diventato decisamente più forte e veloce. Se n'era accorto durante gli allenamenti, era più scattante nei movimenenti e quando colpiva i bolidi o le pluffe doveva controllare la sua forza, rischiava di ferire seriamente i suoi compagni di squadra e non era il caso, avevano un torneo da vincere. Quello era anche il motivo per il quale era stato in grado di parare il tiro di Axel che era tutto fuorché normale. Era un ottimo cacciatore, ma la potenza e la velocità del tiro erano dovute alla forza del licantropo.«Certo che sono sicuro. Avanti, mostrami di cosa sei capace, Dragonov.» Era proprio curioso di vedere dove avrebbe spedito quella pluffa. Si rimise nuovamente in posizione, questa volta lo avrebbe preso in pieno, era una questione di principio. David era molto competitivo, e poi come atleta era abituato a dare sempre il meglio di sé. Gli allenamenti sono la parte più importante del percorso, è qui che capisci le tue mancanze e affini le tue tecniche. Solo così puoi ottenere la vittoria, anche i più dotati devono faticare per non essere lasciati indietro. La squadra dei serpeverde si era allenata senza sosta quell' anno, indipendetemente dalle condizioni meteorologhiche a cui erano esposti dovevano scendere in campo, nessuna scusa. Il loro impegno era stato ripagato, erano ad un passo dal vincere la coppa. Tra un mese e mezzo si sarebbe tenuta la finale ed era di vitale importanza esserci, ne andava del loro orgoglio personale.
    E ora chi cazzo è la figlia del vice? Nemmeno sapeva che quel bastardo avesse procreato, povera la donna che lo aveva sposato. Sicuro non era una serpeverde altrimenti lo avrebbe saputo, come minimo avrebbe avuto la fila. E poi si era intrattenuto con diverse ragazze, anche di altre case, quindi non aveva la minima di idea di chi stesse parlando. E poi non aveva un rapporto stretto con nessuna, troppe rotture di cazzo, meglio evitare. «Questa mi è nuova. E così il caro vecchio White si è riprodotto, poveri noi. La figlia sarebbe?»Fece mente locale cercando di capire l' identità della prole del capocasata, ancora non si capacitava del fatto che avesse una figlia. Le uniche con cui era stato più a contatto erano l'avvoltoio e la coniglietta. Sicuro non era la cessa della prefetto, il suo cognome lo ricordava... «Non starai parlando del tasso? Andiamo, quella figlia del vice. Dove?»Rise, era davvero una battuta divertente. Onestamente non si somigliavano per niente, e poi era letteralmente impossibile che quell' uomo generasse un tasso, era una serpe fatta e finita e se lo diceva lui era vero. Alla sua domanda sull'avvoltoio, invece, Axel se ne uscì con " è figlia del mio padrino, la tengo d'occhio." Certo, e lui era un grifondoro. Aveva visto come la guardava, era pronto a saltargli addosso. Per non parlare del fatto che quando la vedeva in compagnia di altri ragazzi si irrigidiva, a chi voleva darla a bere. Era abbastanza bravo a nascondere le sue emozioni, ma erano mesi ormai che lo aveva davanti quindi un po' lo aveva conosciuto. Inoltre, era nato in una famiglia di mannari, sapeva bene come si comportavano con le donne. «Poco ci credo. Per me c'è altro. »Fece spallucce. Se glielo voleva dire bene, altrimenti fa nulla. Tanto lo avrebbe scoperto lo stesso. «Oh, che possa ammazzarsi sicuro. L'avvoltoio è alquanto singolare.» Sarebbe stato davvero fantastico se fosse passata a miglior vita, così non avrebbe più dovuto subirsi le sue lamentele, per non parlare della sua voce squillante. Il paradiso. La pace dei sensi. Quella sarebbe diventata Hogwarts senza di lei. «Urla tanto?» Gli sorrise sorione, aspettando di vedere la sua reazione. Nel caso poveri i suoi timpani, gli conveniva usare i tappi per le orecchie o silenziarla, faceva prima. Nel mentre alzò la mazza pronto a colpire quello che, indubbiamente, sarebbe stato un tipo bello potente. «Lancia!» Lo spronò, pronto a ricevere.


     
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    Axel
    Non poté che concordare con un ghigno alle parole di David. Sì, quello stronzo si era riprodotto quindi non era del tutto asessuato come sembrava dare a vedere: trattando tutti come fossero feccia, squadrandoli dall’alto in basso. In realtà non tutti, certe serpi le portava sul palmo di una mano ma non lui, ad esempio. Lui, per quanto si applicasse nella sua materia e c’era da dire che Axel ci mettesse del suo considerando che era una di quelle materie che gli sarebbero servite “là fuori”, eppure per White non era mai abbastanza. Lo osservava con quegli occhi neri, fiammeggianti, che parevano scavarti nell’anima e con un certo disgusto quasi, che il mannaro non riusciva a spiegarsi, lo mandava al posto. Mai un complimento, mai un commento, nemmeno il più banale. Lo squadrava e finiva lì. «Già, anche quello stronzo scopa. Oppure paga per farlo?» A soldi sicuramente era messo bene visti i completi d’alta sartoria sempre perfettamente stirati che indossava a lezione. Mai nemmeno una fottuta piega fuori posto, nemmeno una cucitura che non si sposasse alla perfezione sul corpo del docente. Dio quanto gli stava sul cazzo tutta quell’eleganza, quell’altezzosità. «Dai Harris, sul serio?!» Sbottò esasperato quando quest’ultimo parve non capire a chi si riferisse. Okay che se ne faceva una al giorno anche lui però... cazzo erano sempre insieme! «Eravate così carini seduti vicini» già, perché i due erano stati seduti assieme all’inizio della lezione e poi, nel momento pratico quando le due serpi si erano divise, lo aveva rivisto fare gruppetto proprio con la fidanzatina. Forse fu proprio quel suggerimento a ridestare David che, sporgendosi sul manico, gli strabuzzò due occhi enormi. «Bingo! E di chi se no... fanno di cognome White entrambi, non può essere mica una coincidenza! Poi non sono l'unico a dirlo, lo dice tutta la scuola e lei non ha smentito le voci... per cui» Axel sollevò le spalle stringendo la pluffa nella mano dominante. Non ne aveva la certezza più totale ma se così non fosse stato almeno uno dei due, più probabilmente lei, avrebbe smentito quelle voci anche perché Axel, fosse stato in quella situazione, non avrebbe voluto in nessun modo essere affibbiato a quello stronzo se non fosse stato legato davvero dal sangue. «A meno che non usi questa diceria per spaventare la gente. Se non sbaglio è prefetto, o qualcosa di quelle stronzate lì. Mi pare avesse una spilla sotto quel quintale di capelli» Il mannaro aveva visto scintillarle qualcosa al petto mentre si era chinata per prendere posto di fianco al suo compagno di stanza. «Tu pensa: sei un prefetto di Tassorosso. E già lì, di base, è una merda però almeno dalla tua hai che puoi dire che White è tuo padre, uno ci pensa due volte prima di fare cazzate, no?» Logico, lineare. Lui sicuramente ci avrebbe riflettuto per non incappare in punizioni del cazzo o richiami o qualche altra imposizione di merda che piaceva tanto a quegli scassacazzi alla dirigenza. Lui, David forse non aveva la stessa lungimiranza visto il suo carattere infiammabile.
    Si preparò quindi a tirare ma sul più bello dello slanciò il Serpeverde nominò Skylee ed il mannaro si bloccò con la palla ancora poggiata a lato dell'orecchio. «Altro?» Ghignò mentre il sopracciglio scattava divertito verso l'alto. La pluffa che ora veniva passata da una mano all'altra. «Avvoltoio? Che cazzo ti ha fatto Harris?» Rise potendo solo immaginare come la Métis potesse averlo apostrofato e perché. Se aveva imparato a conoscerla un po’, tipi come David non le sarebbero mai andati a genio quindi... Scosse il capo sistemandosi meglio sul manico della scopa e si apprestò a caricare nuovamente per il tiro. «Urla tanto?» Il ghigno sulla bocca di David si ampliò ed Axel ebbe bisogno solo di una frazione di secondo per intuire dove il compagno stesse andando a parare. Sky, nuda, sotto di sé mentre la prendeva con ferocia animale e lei, gli occhi schiusi che ansimava godendo della sua presa e dei suoi affondi. Per un attimo vide rosso, proprio quell’attimo in cui avrebbe dovuto dosare la forza che invece, a piena potenza, caricò il tiro facendo scattare la pluffa come un siluro in una sorta di parabola che si concluse centrando in pieno petto David che non poté fare altro che sbattere contro la circonferenza metallica di un anello. Ops...
    «Sì urla... contro gli imbecilli. Forse ne hai avuto esperienza tu» fece una smorfia, seguita con il classico movimento di sopracciglio. Per dire.


    Edited by Dragonov - 12/6/2022, 20:50
     
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    Quel'allenamento di Quidditch si stava rivelando più interessante del previsto, a quanto pareva il suo compagno di stanza era ben informato sui gossip che circolavano a scuola e gli stava fornendo informazioni che, prima o poi, gli sarebbero servite. Di base la conoscenza è potere, e ogni cosa, anche la più insignificante, poteva essere usata a proprio vantaggio. Bisognava solo attendere il momento giusto. «Ovviamente paga per farlo, ma lo vedi quanto è rigido. Immagina il suo amichetto lì sotto. » Davvero, pensare che quel tipo abbia una vita sessuale attiva era alquanto raccapricciante. Che poi che faceva, dettava regole anche a letto? Nel mentre, Axel continuava a prenderlo in giro. Parlava proprio lui che stava sotto un treno per l'avvoltoio, perché si, lo sapeva. Il suo istinto non sbagliava. «Il tasso è una buona compagnia. Sopportabile.» Fece spallucce, era la verità. Gli stava sul cazzo la maggior parte della gente quindi, quando trovava qualcuno che gli andava a genio, non si faceva problemi ad ammetterlo. Spostò la mazza da una spalla all'altra, era proprio in vena di colpire qualcuno. Avrebbe dovuto scegliere sin dall' inizio il ruolo di battitore, era stato stupido a candidarsi per quello di cacciatore i, non era nelle sue corde, c'era poca violenza. «Io lo scopro solo adesso. Comunque non credo, quel coniglio è un libro aperto, le si legge in faccia tutto quello che pensa. Anche se non ho la certezza. » Adesso doveva indagare però,la caposcuola era l'esatto opposto del vicepreside, c'era qualcosa che non quadrava. Forse Axel aveva ragione e stava prendendo tutti per il culo, se così fosse stato si sarebbe incazzato di brutto. Odiava le bugie, anche se lui non esitava a mentire ma era nel suo DNA. «Caposcuola. Da quel che mi risulta prefetto è la tua scopamica Dragonov. Mica ti offendi se faccio queste illazioni?» Il dubbio ormai gli si era insinuato nella testa, quindi che male c'era nel provocarlo un poi? «Quel bastardo già scassa il cazzo abbastanza, ma se il tasso è davvero la figlia chissà cosa potrebbe combinare. Sono davvero curioso.»Tanto poteva essere un padre possessivo e uccidere chiunque le si avvicinasse, oppure la ignorava, offendendola e abusando di lei. Probabilmente era il tipico paparino ossessionato dalla figlia, ce lo vedeva a metterla in una campana di vetro lontana da tutto e da tutti. Forse era per questo che la coniglietta era così cauta in tutto quello che faceva. Qualche trauma? Scosse la testa, ci stava pensando fin troppo, non erano cazzi suoi.
    «Scassa solo il cazzo. E poi somiglia ad un avvoltoio. Perché a te cosa sembra?» Una da scopare? Che brutto pensiero, non ce la vedeva proprio la prefetto in quelle vesti. A lui non eccitava assolutamente, ma erano gusti. Axel aveva una strana espressione in volto. David era un ottimo osservatore quando voleva e ormai si era messo in testa di scoprire che tipo di relazione avessero quei due. Quasi non vide il colpo arrivare, e infatti andò a sbattere contro uno degli anelli. Aveva toccato un nervo scoperto? «Quanta passione in questo tiro, Dragonov.» Il colpo lo aveva sentito, se non fosse stato un mannaro sicuro gli sarebbe uscito un bel livido. Planò verso il basso, la pluffa era finita a terra e quindi, per recuperarla, dovette scendere dalla scopa. La perse velocemente, risalì sulla Nimbus e riprese quota, ritornando al posto di prima. Gli avrebbe restituito pan per focaccia, non era l' unico a possedere una forza soprrannaturale. La lanciò in aria e la colpì con forza, immaginando che al suo posto ci fosse un bolide. «Sicuro l' ho sentita gridare ma non sotto di me, la tua esperienza invece? » Già, che rapporto aveva con le sue urla.




    Edited by David_ - 10/6/2022, 01:24
     
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    «Caposcuola?!» L’espressione sulla faccia del Dragonov si fece più eloquente che mai, velenosa addirittura, nel momento in cui David continuo a punzecchiarlo sulla sua presunta relazione con la prefetto di Corvonero. Lui da Skylee si era allontanato ancora dopo la Bretagna, dopo Capodanno, dopo l’ennesimo “no” che la bionda gli aveva rifilato senza nemmeno doverci pensare. Ancora una volta aveva chiuso la porta in faccia alla possibilità di libertà che gli offriva, che offriva ad entrambi e tutto per cosa? Per inseguire quello stupido sogno di vendetta che l’avrebbe solo sporcata nella purezza della sua anima. Si era macchiata di omicidio e quella sarebbe stata una macchia che non le avrebbe più consentito di tornare indietro e l’aveva già cambiata in qualche modo, se solo... se solo avesse smesso, se solo avesse accettato quel dannato contratto forse, in qualche modo, avrebbero potuto essere felici entrambi per quanto lui non lo sarebbe mai stato a causa della sua maledizione. «Cavolo Harris, punti proprio alto... Alla massima libertà d’azione. Occhio a non spezzarle il cuore o papino spezzerà le tue ossa... Mi consentirai vero queste “illazioni”» replicò tono su tono affilando lo sguardo. Lui intendeva battere sul chiodo Métis? Bene, lui avrebbe battuto sul chiodo White. Chi sarebbe caduto prima? E chi ci avrebbe rimesso di più le penne? A quella domanda era facile dare una riposta. Un qualsiasi genitore, anche il più figlio di troia avrebbe fatto qualcosa in difesa della propria carne e già che White avesse investito della più alta carica quella rammollita la diceva lunga. Se la immaginava lui che ad ogni minima rispostaccia correva a nascondersi dietro la giacca di papà, d’altronde era solo una stupida, piccola Tassorosso e quelli mica sapevano fare qualcosa di più che ringraziare e porgere l’altra guancia. Quell’idiota di David si sarebbe cacciato in seri guai e lui sarebbe stato lì a guardarlo annegare con tanto di popcorn e birra per godersi lo spettacolo, oh sì! Così imparava ad insinuare cose del cazzo che non esistevano. «Sono davvero curioso.» Soffocò una risata preparandosi al tiro. «A te puzza la salute altroché» commentò scuotendo il capo. «Che scassa il cazzo quello è vero, nessuno è in grado di rompere i coglioni come lei» dovette concedergli e su quello aveva mesi su mesi di missioni con e senza Ethan dove la bionda era riuscita a mettere il becco su ogni minimo dettaglio dei vari piani d’azione stilati dai due uomini. Anche quando non sapeva minimamente un cazzo doveva per forza dire la sua, non ce la faceva proprio a parlare solo se interpellata e proprio per questo, il più delle volte, mandava tutto all’aria gettandoli nei casini. Quella bocca era buona solo per una cosa e dio se sapeva farla bene... ma Axel si rifiutò di lasciare che i pensieri andassero in quella direzione, in quei piacevoli ricordi delle labbra della Corvonero intente a chiudersi intorno a ben altro, che silenziosamente suc... Basta! «Tasso, coniglio, avvoltoio... altro? Hai forse un fetish per le bestie come te Harris?» Caricò il tiro finendo per non dosare la forza nemmeno di un millimetro ed il colpo andò a segno contro l’altro Serpeverde schiantandolo contro gli anelli. Ops, quanto non gli dispiaceva per un cazzo. «Non volevi che ci allenassimo, eccoti servito!» Ah già, il cucciolo ancora non si era trasformato e poteva solo soccombere sotto la forza di un mannaro completo come lo era lui. Non che la trasformazione imminente avesse fatto qualche differenza... Axel era comunque di tre anni più grande e oltre all’età, nonostante i due fossero alti uguale, il bulgaro spiccava per il suo fisico da marine. Sarebbe stato molto forte a prescindere dai poteri donati dalla bestia, quindi quell’aspetto poteva solo che essere incrementato.
    Harris recuperò la pluffa, il sorriso che non aveva ceduto di un millimetro sul suo volto. Si lanciò alta la palla e con un poderoso colpo di mazza gli spedì indietro il colpo sparato con la velocità di un bolide assatanato. Axel scattò con la scopa intercettandone la traiettoria e staccando nuovamente le mani dal dorso della scopa si apprestò ad agguantarla assorbendo la forza del colpo nel petto. Un bel tiro, non c’era che male, era proprio sprecato come cacciatore. Si spostò la palla sul fianco e volò nuovamente verso il compagno provando un nuovo scenario immaginario dove saettava per il campo scartando avversari. «Sicuro l'ho sentita gridare» sentì l’altro urlargli, la mandibola si serrò aumentando la velocità con cui sfrecciava in campo. «Ma non sotto di me, la tua esperienza invece?» La velocità con cui il mannaro sfrecciava sulla sua scopa aumentò e al posto di interrompere di botto la corsa per effettuare il tiro continuò a procedere finendo per inchiodare ad una manciata di centimetri dall'altro Serpeverde. «Dì un po’ Harris a che cazzo di gioco stai giocando, mh? Dov’è finito il farsi i cazzi propri?» Gli ringhiò, lo sguardo fiammeggiante che ammetteva ben poche repliche. Non aveva più voglia di giocare, anzi, pretendeva che l’altro la smettesse immediatamente o non ci avrebbe pensato due volte a spaccargli la faccia seduta stante. Odiava chi si impicciava del suo privato e lui lo stava facendo anche troppo.


    Edited by Dragonov - 13/6/2022, 22:57
     
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    Onestamente parlando, nemmeno lui sapeva che tipo di rapporto avesse con la conigletta e del perché non gli dispiacesse averla accanto. David era il tipo di persona che non creava legami stabili, se vedeva la stessa persona due volte nel giro di un mese già era troppo. Con Axel le cose erano diverse, aveva imprato a conviverci dato che, per cause di forza maggiore, si vedevano tutti i giorni. Non solo condividevano la stessa stanza, ma erano anche in squadra insieme, quindi la sua presenza era una costante. Di base, però, ognuno si faceva i cazzi propri quindi non è che gli pesasse più di tanto. Questa era, infatti, la seconda volta che passavano del tempo insieme volonariamente, e comunque era capitato per necessità, sentivano entrambi il bisogno di sfogare lo stress accumulato a lezione. Con Rose, in parte, ci stava per libera scelta. La considerava un coniglio innocuo, tanto che per lui il fatto che fosse figlia di quel bastardo era ancora da vedere. Avrebbe chiesto alla diretta interessata, pretendendo delle risposte. Che poi neanche si somigliavano, solo in cognome avevano in comune. O forse era lui che non aveva osservato bene. . «Non vedo il tasso il quel modo, Dragonov. Papino può stare tranquillo, resterà illibata fino al matrimonio.» Era attratto da lei, questo sì, ma se le cose si fossero complicate se ne sarebbe tirato fuori. Non era stupido, sapeva che il vicepreside non era da sottovalutare, era riuscito a scopire del gene della sua famiglia infatti. Non ne aveva la certezza matematica, ma il suo istinto gli diceva che era così, e raramente sbagliava. Ovviamente era tutto da vedere, non sapeva ancora che tipo di rapporto avessero i due White e, sopratutto, se avrebbe passato ancora del tempo in compagnia del coniglio. Il futuro era incerto. «Vedo che non sono l' unico a cui ha rotto i coglioni allora. Forse ha qualche fetish per noi serpi? Jack mi ha detto che sta sul cazzo anche a lui. » Un tipo del quarto anno con cui aveva scambiato qualche chiacchiera nella sala comune. L' 'avvoltoio non aveva una bella nomea, e il soprannome "palo in culo" era perfetto per lei. Ragione in più per distanzarsi dal tasso se le cose si fossero fatte più serie, quelle due erano amiche per la pelle e no, non la voleva tra i coglioni, grazie. «Li vedo come animali, che ti devo dire. Infondo, in parte, lo siamo anche noi. Solo che se qualcuno mi chiama cane firma la sua condanna a morte.» L'espressione sul suo viso s' indurì. I suoi lo chiamavano così, suo fratello, per loro, era il lupo e lui un cane da riporto. Poveri illusi.
    Il tiro di Axel era stato bello forte, ma non tanto da fargli chissà quanto male. La trasformazione era imminente, qualche mese fa avrebbe sentito più dolore. Tuttavia, non si lamentò, era proprio l'allenamento di cui aveva bisogno, e la giusta dose di violenza non avrebbe fatto altro che aizzarlo ancor di più. «Hai colto le mie parole,bene. Dieci punti a serpeverde!» Aveva, poi, rispedito il tiro al mittente senza trattenersi. Era consapevole del fatto che non avrebbe potuto egualiare la forza dell'altro mannaro, per ora. Solo dopo la mutazione effettiva, i poteri della licantropo sarebbero stati suoi. Ghignò, non vedeva l'ora di diventare più forte, sperò solo che la trasformazione non gli desse problemi. Quando il momento fosse giunto sarebbe stato solo. Nessuno, a parte pochi eletti, avrebbero saputo della sua natura. Perché sì, essere un licantropo ti rendeva forte ma anche vulnerabile all' argento, allo strozzalupo e così via. Che rottura di cazzo. Si accorse che Axel gli si era avvicinato, non era più dall'altra parte del campo ma a pochi centrimentri da lui con la mascella serrata e uno sguardo tutt'altro che amichevole. David divenne serio, lo stava provocando per caso? Che cazzo aveva in mente? Rise di fronte a quell'accusa, non si stava facendo i fatti suoi, aveva solo scherzato un po'. «Puoi tenere i tuoi cazzi per te, Dragonov. Ti stavo solo stuzzicando come hai fatto tu poco fa con la figlia del vicepreside. Siamo pari, mi sembra.» Se quella per lui era invasione della privacy non capiva un cazzo. Anche lui aveva fatto delle illiazioni tra lui e in coniglio ma, a differenza sua, non si era scaldato perché non erano vere. Strinse la mazza in una morsa d'acciaio, gli occhi neri fissi in quelli verdi di Axel, a lui la mossa.


     
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    Axel
    Quanto era idiota. Nemmeno valeva la pena rispondergli, che si cuocesse nel brodo dei suoi errori! Così pensò Axel scuotendo impercettibilmente il capo alle parole che l’Harris gli rivolse con una certa presunzione. Al solito si poneva come se sapesse tutto lui di ogni cosa ma la realtà era ben diversa. Era un’idiota, con pessime capacità logiche per non capire un dettaglio tanto semplice. Lui poteva pensarla come voleva della coniglia, tassa, quel che era, ma la differenza, nel loro caso, l’avrebbe fatta il percepito di lei. Se David con il suo modo di porsi, di fare il “carino” nei suoi confronti, finiva anche solo per farle girare la testa in quel senso, se anche solo avesse destato più che una simpatia, beh, poteva dirsi fottuto. Nell’esatto momento in cui le fette di prosciutto sarebbero cadute dagli occhi della ragazza vedendo il Serpeverde per ciò che davvero era chi l’avrebbe fermata dal vendicarsi? Chi l’avrebbe fermata dall’andare dal papino preside – perché il White praticamente quello faceva – a vendersi quell’idiota? Niente e nessuno. Ma... peggio per lui, no? Un giorno, forse, avrebbe sviluppato un po’ di furbizia per arrivarci. Un giorno. Del resto dei discorsi del compagno di stanza fece pressoché spallucce in quanto di poco conto soprattutto non coinvolgendolo attivamente nella questione. Poterono sfogarsi con qualche tiro, alcuni da parte di Axel al di sopra della forza ritenuta umanamente accettabile ma di cui, con uno come David, non doveva preoccuparsi. La sua silente parte lupo lo rendeva più resistente di un comune umano mortale e questo permetteva al bulgaro qualche licenza di più. «Li vedo come animali, che ti devo dire. Infondo, in parte, lo siamo anche noi.» Il concetto espresso dal ragazzo era giusto, ma la smorfia che storse i lineamenti del bulgaro esplicitava molto bene cosa ne pensasse di quella sua parte animale. Non era un mistero, infatti, che lui odiasse quella parte di sé come odiasse tutto ciò che ne derivasse. Anche se ne sfruttava i poteri, oramai parte di lui, una componente naturale di sé, odiava comunque quella parte poiché gli ricordava fin troppo bene da dove aveva origine e quando lo ricordava era come se lo squarcio al collo diventasse automaticamente più sensibile provocandogli un certo fastidio. Per quanto David contasse i giorni che lo separavano dal congiungimento a quella sua parte di DNA, Axel andava maledicendosi giurando che se ne avesse avuto la possibilità avrebbe barattato senza remore quella vita con una “normale”.
    L’allenamento/sfogo stava stentatamente procedendo fino a quando il Serpeverde non ebbe l’ardire di cominciare a provocare il lupo. A che pro poi? Non era dato sapersi. Di punto in bianco aveva deciso di rompere il loro accordo – proposto da lui, peraltro, in primissima battuta – per andarsi ad intrufolare nei fatti del bulgaro. Axel e la prefetto Corvonero non avevano nulla, se non Ethan a fungere da legante in quel casino che erano le loro vite ma a David non sembrava bastare quelle spiegazioni volendoci trovare forzatamente qualcosa che non c’era. Qualcosa che non ci sarebbe mai potuto essere. Ma che cazzo ne sapeva lui poi? Non aveva una vita sua per andare ad impicciarsi in quella degli altri?
    Giunta la misura il bulgaro decise di non andarci per il sottile. Volò in picchiata contro l’Harris fermandosi solo ad una spanna dalla sua posizione, gli occhi fiammeggianti di una rabbia sorda che presto, se il moro avesse continuato su quella falsa riga avrebbero portato l’ex durmstranghiano a perdere definitivamente le staffe. La luce animale che scintillava negli occhi del Dragonov era un avvertimento che l’Harris avrebbe dovuto farsi bastare per non incappare in conseguenze peggiori. «Ti stavo solo stuzzicando come hai fatto tu poco fa con la figlia del vicepreside. Siamo pari, mi sembra.» Ritrattò lui, capendo forse l’antifona. In realtà non erano pari di un cazzo. Axel si era limitato a dargli dei consigli – cosa di cui non era tenuto e di cui si sarebbe ben visto di replicare – mentre David era andato già proprio pesantemente con le provocazioni. «Bene, continua a farti i cazzi tuoi» sibilò d’avvertimento continuando a mantenere fisso lo sguardo. Si allontanò e stufo di quella storia e del moro stesso s’infilò la pluffa sottobraccio scendendo al terreno. Poteva fottersi anche l’allenamento a due, l’aveva detto che non faceva coppia e se farlo portava solo a farlo innervosire di più beh, avrebbe continuato in solitaria. Senza dire una parola, senza esplicitare le sue intenzioni all’altro scese dalla scopa rispedendo con un colpo di bacchetta la pluffa ed il mezzo al loro posto nel ripostiglio. Avrebbe continuato da solo.


    CITAZIONE
    CONCLUSA.
     
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