Are you insane like me?

Jeffrey\Loki, 15 marzo

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    Jeffrey Zanest | anno | casa


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    Jeffrey era decisamente contrario all'idea di vedere un nuovo magipsicologo. Questo perchè come aveva sperimentato con il primo le persone potevano essere inaffidabili. Non gli andava l'idea di iniziare una nuova terapia quando magari lo magipsicologo spariva dopo pochi mesi.E poi era continuamente un dubbio sull'aver bisogno di una terapia perchè era in dubbio sull'avere un disturbo. Un disturbo che quando era lucido gli faceva continuamente mettere in discussione se stesso,un conflitto iniziato dopo l'ennesimo abbandono da parte di una persona che lo emozionava. Jeffrey parlava di emozioni perchè non avrebbe saputo in che altro modo definire quello che aveva provato. Era molto di più di questo, comunque, era stata la certezza di trovare qualcuno che lo capiva,lo divertiva e lo rendeva allegro. Fosse stato solo quello, Jeffrey a quest'ora sarebbe ancora stato a Campo di Lavanda,lo stesso paesaggio che aveva dipinto nel suo ultimo quadro nonostante lo avesse rappresentato in modo molto diverso che rappresentava il senso di abbandono. E stava guardando il risultato del suo lavoro,la casa abbandonata dipinta in grigi,blu e neri molto sfumati si presentava davanti al suo sguardo. Una casa abbandonata, ecco come si sentiva lui adesso. Una casa abbandonata con davanti un giardino incolto pieno di piante morenti. Il sospetto che l'abitante di Campo di Lavanda fosse morto non aveva mai smesso di perseguitare Jeffrey,per questo ora leggeva ogni copia della Gazzetta del Profeta che gli capitasse tra le mani. Per vedere se c'erano notizie riguardo a Cormac,l'unica persona che lo avesse mai capito. Finora però aveva letto i giornali con scarsi risultati anche se aveva saputo che Kyle, il suo ex compagno di scuola Mangiamorte, era stato preso e la notizia gli aveva provocato un episodio di delirio calmato con una pozione calmante. Pensava di dirlo a Sun che forse era sulla strada giusta per diventare sua amica anche se avrebbe potuto abbandonarlo da un momento all'altro. Proprio come Cormac al cui pensiero due lacrime gli scesero dalle guance. Vide quello che aveva dipinto proprio come se ci fosse stato dentro. Per eliminare le sue visioni, Jeffrey ora parlava da solo. Si disse di andare a vendere il quadro perchè rappresentava la vita che ora non aveva più. Una vita che aveva avuto l'illusione di un bellissimo sogno da cui si era svegliato per trovarsi nel solito blocco della sua mente. Non voleva essere più illuso così perchè gli faceva male. Non era solo perchè quella vita era stata felice ma anche perchè Cormac gli aveva suscitato dei sentimenti davvero intesi. Jeffrey riconosceva incosciamente di essersi innamorato ma il suo io conscio non l'avrebbe mai ammesso dopo che era stato abbandonato così. Per questo non voleva più vedere quel quadro.

    Uscì con il padre anche se non aveva idea di dove vendere il quadro. Anzi, per essere più precisi, Jeffrey non aveva nemmeno idea di dove si trovasse avando la visione di una roccia da cui colava acqua. Per fortuna la voce di suo padre lo fece tornare alla realtà. Sei sicuro che vuoi venderlo?gli chiese.. Jeffrey disse solo quelle parole poichè era estremamente riservato e lo disse in tno malinconico e rassegnato. Marzo ora era un mese che avrebbe preferito non ci fosse. Ebbe la visione di un calendario a cui mancava proprio questo mese. Suo padre intanto stava parlando di com'era bello il quadro che trasmetteva una malinconia profonda.“Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Gli sembra passata un’eternità dall’ultima volta che ha messo piede fuori dai confini di Hogwarts, e ne ha tutte le ragioni. Da quando ha cominciato la scuola, raramente gli è capitato di fare qualche scampagnata, nemmeno in estate dato che preferisce di gran lunga starsene a bighellonare liberamente per il castello senza rotture di scatole quali un secondino pronto a fargli il pelo sulla qualsiasi, solo perché nato sotto una stella non troppo fortunata. Bisogna ammettere che comunque, il fatto di avere come tutore un Auror se l’è pure guadagnato a forza di sporcarsi mani e coscienza, perciò non può sicuramente lamentarsi del proprio destino. Però approfitta di ogni piccolo spazio concessogli per prendersi una pausa da una quotidianità opprimente. Non che gli serva effettivamente a togliersi di dosso il peso dell’ansia che lo accompagna da quando ha fatto il suo ingresso nel mondo, però almeno può fingere di essere una persona normale, che svolge un’esistenza normale, ogni tanto. E quindi ha colto la palla al balzo della gite a Hogsmead per farsi un giro nella cittadina magica a pochi chilometri dalla scuola, con la sola compagnia della fidata bacchetta in Biancospino infilata nel fodero in cuoio legato alla gamba destra e del suo immancabile coltello a scatto nascosto in una tasca interna cucita sul retro dei pantaloni. Questi ultimi sono una sorta di jeans neri, non troppo stretti da stargli attillati, ma nemmeno così larghi da intralciargli i movimenti. Una cintura orna l’orlo superiore, nera anch’essa e in pelle, mentre sopra indossa una camicia elegantemente infilata all’interno dei jeans, e una giacca semplice in stoffa, che si chiude in un unico bottone più o meno all’altezza dello sterno. Ai piedi, e forse questo stona un po’ con il resto della mise, un paio di anfibi marcano le sue impronte sullo sterrato, mentre avanza i suoi passi in quel vagabondare senza una meta precisa. Anche perché non ha il becco di un quattrino, e perciò non può fare molto se non camminare e guardarsi il panorama. O scippare la gente, ma questo è un altro paio di maniche. E’ così che finisce per raggiungere per caso la postazione di JEFFREY e suo padre, con lo sguardo perennemente incazzato e aggrottato che si stanzia inevitabilmente sul quadro ammirato dall’uomo più anziano. Rallenta, incuriosito dal soggetto, ma anche dai due astanti su cui palleggia con gli occhi per qualche istante, prima di tornare sul dipinto che in qualche modo lo fa sentire a casa. In effetti, ciò che vi è raffigurato lo tocca più da vicino di quanto non si renda conto lui stesso, ma anche se ne è inconsapevole avverte una certa vicinanza con il soggetto sostando con l’attenzione su di esso molto più a lungo di quanto non voglia. Poi, forse accorgendosi di essersi lasciato rapire un po’ troppo da quello, torna ad alzare le iridi, fissandole su quelle di JEFFREY, insistente.
     
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    Jeffrey Zanest | anno | casa


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    A Jeffrey il viaggio che aveva fatto per sentirsi vicino a sestesso era inutile e stava giusto pensando che non era bastato. Non era bastato a farsi capire, c'era un mondo dietro i suoi occhi. Tornava a contare i giorni ma in lui c'era l'illusoria speranza di poter riabbraciare quello che non aveva più. Fu distratto dalla sua confusa autoanalisi dalla voce del padre che si rivolgeva a qualcuno dicendo che sì, quel quadro l'aveva fatto suo figlio. Allora rivolse lo sguardo verso la persona a cui erano state rivolte queste parole e vide un ragazzo, sembrava un adolescente perso. Jeffrey colse lo sguardo che diede al quadro. Ti-ti piace? gli chiese un pò imbarazzato siadal padre sia da quella circostanza. L'imbarazzo però svanì in fretta sostituto dal ricordo di parole che aveva sentito neanche un mese fa:"se hai voglia di piangere,piangi. Se hai voglia di dipingere,dipingi. Fregatene di ciò che dicono gli altri. Sono felice che ti piaccia. Jeffrey stava per dire al ragazzo che poteva prenderlo per poi dirsi che quel quadro rappresentava anche un suo ricordo personale,un ricordo che non poteva nemmeno sopportare di vedere infatti gli appariva come una macchia scura.Quindi lo voleva vendere appunto perchè non voleva più piangere per l'ennesima persona che lo aveva abbandonato. Jeffrey aveva subito abbandoni anche dai genitori in quell'ospedale psichiatrico babbano dove lo avevano addormentato. E non si fidava delle persone ma voleva dare quel quadro a chiunque si mostrasse interessato. E lui non si fidava a volte nemmeno di se stesso quindi ebbe un momento di conflitto interiore. Stette quindi per un attimo indeciso mentre suo padre blaterava su quanto fosse orgoglioso del modo di dipingere di Jeffrey e invitava il giovane sconosciuto a notare gli accostamenti di colori. Il conflitto interiore del pittore si risolse e lui chiese al ragazzo:dimmi sinceramente cosa faresti del quadro se te lo dessi adessoPensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Il suo sguardo viene intercettato dal più giovane della coppia che gli sta davanti, anche se per un attimo ha l’impressione di non essere realmente visto. Però la domanda che sgorga dalle labbra altrui gli fa intendere che la sua presenza lì imponga una sorta di conversazione, o convenevoli di qualche tipo. Gli piace? Non saprebbe sinceramente rispondere a quella domanda sul dipinto. Da una parte ne è affascinato, l’accostamento e la scelta dei colori tocca le corde giuste, e il senso malinconico traspare con chiarezza da ogni tratto. Perciò deve ammettere che concorda con l’entusiasmo dimostrato dall’altro signore, quello più anziano, sebbene l’espressione che dimostra non è esattamente quella che si confà a questa circostanza. E’ apatico e dà la sensazione di non provare alcun tipo di emozione, con lo sguardo fisso e le palpebre leggermente socchiuse. Le labbra formano una linea retta, inespressive. Ma alza brevemente il mento per poi farlo tornare al punto di partenza. Annuisce, insomma, in risposta alla domanda. Anche se un altro lato di lui trova dell’inquietudine nel sostare troppo a lungo sul disegno. E quindi è più per cortesia che si sbilancia in quel gesto appena accennato. [Non potrei pagartelo] questa invece è la replica più sincera che possa dare alla questione successiva, che potrebbe dare l’idea di voler tagliare corto sull’argomento, e tuttavia non lo fa. Perché si prende una piccola pausa per riprendere fiato, lentamente, per poi riprendere a parlare. [Ma suppongo che non fosse questo che ti interessava sapere] alza un sopracciglio, interrogativo, saettando con le pupille sugli occhi altrui, forse in attesa di un qualsiasi segnale di condiscendenza. Il registro peraltro rimane informale, anche da parte sua, nonostante sia evidente lo scarto d'età fra i due. [Starebbe bene appeso alla parete di un pub rivolto a quelli che mandano giù la loro vita di merda assieme all’alchol] non si fa troppi problemi a parlargli onestamente e senza troppi giri di parole. [Oppure nell’ingresso di casa, per ricordarsi quanto sia schifosa la propria esistenza] aggiunge, alzando nuovamente la testa quel tanto che basta a rendere gli occhi ancora più assottigliati e indagatori sull’altro, salvo poi riabbassarsi sul quadro. [Anche la tua non mi sembra da meno] commenta. Potrebbe essere sarcastico, ma non ne diamo alcuna certezza. Anzi, a giudicare dalla stronzaggine si direbbe semplicemente incapace di filtrare il messaggio, addolcendolo con le buone maniere o semplice senso civile. O, semplicemente, non è interessato a farlo.
     
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    Sì,l'avevo immaginato ma avrei delle difficoltà anche a daterlo gratisrispose Jeffrey al ragazzo. Le sue capacità sociali erano sempre basse perchè non si fidava delle persone e queste erano le difficoltà di cui parlava. Non poteva dare via un suo ricordo a una persona che non conosceva. Anche suo padre parve pensarla allo stesso modo perchè gli rivolse uno sguardo perplesso.Infatti la tua disponibilità finanziaria è solo un dettagliorispose all'altro. I soldi ora erano solo un minuscolo dettaglio in mezzo alla grande possibilità di dare via un sentimento. Il quadro rappresentava la malinconia di Jeffrey per l'abbandono che aveva subito. La malinconia e la disperazione perchè in quel momento aveva saputo di non poter stare vicino a qualcuno che combatteva contro qualcosa di più grande di lui. Invece il ragazzo con cui ora si trovava
    a parlare gli sembrava trattarlo come un suo pari. La maggior parte delle persone quando conosceva Jeffrey lo trattava come qualcuno da curare o da evitare invece quell'adolescente no. Alle sue parole ebbe la visione del suo quadro appeso alla parete del pub con molto fumo intorno.Sì, come posto per appenderlo ci può stareammise il pittore in tono neutro mentre il suo viso era e rimaneva inespressivo. Solo i suoi occhi sembravano un pò assenti ma comunque la voce della persona con cui stava parlando lo teneva ancorato alla realtà. E questo gli era capitato solo nelle conversazioni con Cormac.Allora questo non è un quadro da abitazioneintervenne suo padre rivolgendosi a entrambi ma sopratutto al figlio.No,non lo sodisse Jeffrey scuotendo la testa,i capelli rossi gli vennero davanti e lui se li tolse dal viso.Hai ragione,la mia vita non è...non è facile essere meammise poi con un sospiro. Eppure nonostante questa difficoltà Jeffrey sperava di trovare un miglioramento nella sua condizione. Eppure continuava a dipingere e a vivere nonostante la desolante solitudine in cui si era trasformata la sua vita.“Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Si stringe fra le spalle quando gli viene detto che non può portarsi via il dipinto gratuitamente. D’altro canto era quello che si aspettava di sentire, perciò non ne rimane particolarmente colpito, finendo semplicemente per dimostrare quanto la cosa non gli giunga inaspettata. Invece rimane perplesso per il dire successivo di JEFFREY. In che senso le sue finanze sono un dettaglio? Gli è appena stato detto che non può riceverlo in regalo. E quindi non capisce cosa passi per la testa dei due. Questo lo indispone parzialmente, perché non gli piace avere le idee confuse. E dunque le iridi si spostano in un punto imprecisato verso l’alto, per poi tornare sul ragazzo con i muscoli del viso un po’ più tesi. Sospira anche un po’ scazzato, ma non ha motivo di prendersela sul personale, quindi lascia correre e cerca di concentrarsi su cose che riesce a comprendere. Come per esempio il posto giusto in cui appendere il quadro, suggerendo una location che sembra convincere anche l’autore e colui che gli sta di fianco. La seconda che propone, al contrario non viene accolta allo stesso modo. Non è qualcosa che lo riguardi, a dire il vero, però ascolta i loro pareri salvo poi far finire la conversazione su un tasto spinoso per tutti. La vita privata di uno sconosciuto, di base, non gli interesserebbe, ma ormai ha tirato in ballo l’argomento e avverte la sensazione di dover proseguire su quella strada. O forse è solo un’impressione. Comunque prova a sondare il terreno, che tanto non ha niente di meglio da fare. [E’ una merda per tutti] questo è doveroso per lui sottolinearlo. Che non creda di essere l’unica anima in pena del mondo, perché con il Serpeverde questo nervo, per quanto scoperto, non attecchisce nemmeno un po’. [Però potrebbe essere interessante sapere con quale spirito hai partorito questo paesaggio] prosegue, facendo scivolare per l’ennesima volta gli occhi sulla tempera. Sposta anche il peso del corpo maggiormente sul piede sinistro, così da stare un po’ più comodo, perché si aspetta una storia lunga e ricca di colpi di scena.
     
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    A Jeffrey sembra che in qualche modo quel ragazzo abbia colto il punto. Suo padre sta seguendo la conversazione tra loro con trabquilla discrezione. Visto quello che era sucesso con Cormac, Robert si sentiva responsabile di ciò che le parole o le reazioni degli altri provocano al figlio ed era pronto a intervenire. Jeffrey comunque per il momento non dava segni di turbamento, si limitò ad annuire alle parole dell'altro non volendo discutere delle vite altrui. Avrebbe potuto descrivere la vita di Sun ma era molto riservato sia su se stesso sia sugli altri.Uh,bè, sono molto triste quindi ho sfogato la mia tristezza nel dipingere. Robert non interuppe il figlio mentre stava cercando nella sua mente confusa le parole più adatte per descrivere il suo processo creativo,I colori del dipinto rappresentano le mie emozioni al momento. I colori per me sono un mezzo per comunicare quindi direi che il giallo rappresenta la desolazione. Vedi, le piante morte e secche, il giardino incolto rappresentano uno stato di abbandono.Jeffrey prese il quadro dalle mani del padre per indicare i colori al ragazzo. Faceva molto male e non poteva certo concetrarsi in quelle condizioni, le sue mani tremavano mentre lo teneva. Doveva solo osservare degli attimi di pausa perchè ora vedeva il proprio dolore come una distesa infinita di lacrime scesa dal cielo.Sì, ha dipinto questo quadro mentre era appena stato abbandonato da una personaintervenne Robert parlando al ragazzo e la sua voce spezzò la visione di Jeffrey.Non ne parlo volentieri anche se non è la cosa più brutta che mi sia capitataammise pensando che la sua vita era stata una sucessione di cose brutte ma adesso era in uno stato d'animo quasi speranzoso. “Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Nota l’apprensione del più anziano dei due, ma non dice nulla, limitandosi a osservarlo per un po’ in viso e cercando di cogliere il legame fra loro. Gli sembra di riconoscere una certa somiglianza, perciò immagina che potrebbero essere parenti, magari stretti come appunto padre e figlio. Considerazioni che registra come appunti mentali, di cui probabilmente non se ne farà nulla, ma che gli viene naturale osservare. Ha passato quindici anni a studiare le persone e a carpirne caratteristiche cruciali per poter colpire sempre i tasti giusti in caso di bisogno. Però al momento non ne ha, quindi è solo un riflesso incondizionato dovuto alla scelta di lasciare che Jeffrey si prenda tutto il tempo di cui ha bisogno per raccontare ciò che vive dentro al suo dipinto. Intasca anche le mani nella giacca, tornando con le iridi sul giovane che sembra aver deciso cosa dire. Annuisce debolmente alle spiegazioni sulla scelta del colore giallo e delle piante incolte, seguendo poi con lo sguardo ciò che gli viene indicato. Tuttavia, ciò che cattura maggiormente la sua attenzione sono le mani tremanti dell’altro. Dettaglio che naturalmente non gli sfugge, e anzi insiste parecchio a guardare, senza preoccuparsi di venire scoperto. Interrompe quell’occhiata pressante solo quando prende parola il padre di Jeffrey, verso cui si volge a quel punto. [Mh, ho capito…] mugugna, per far intendere di aver compreso non solo le parole, ma anche il complesso di emozioni che vi sta dietro. E infatti ritorna sull’altro ragazzo, questa volta un po’ meno severo. Le sopracciglia si rialzano appena, ammorbidendo l’espressione, che comunque rimane un po’ assente e dà l’impressione di essere poco coinvolta. [E’ un buon modo per affrontare una perdita] indica con un gesto del mento il quadro. [Non so cosa sia meglio per te. Ma potrebbe essere catartico dipingerne altri finché non avrai metabolizzato la cosa] prova a suggerire. Non è che sia proprio la persona migliore a dispensare consigli sull’argomento, comunque, anche perché di base nutre abbastanza fiducia sulle capacità di autoconservazione personale della gente. Però non ha molto altro da dire, dato che infondo, non vuole spingersi troppo a fondo nella vita passata di quella persona. Non vuole impicciarsi più di così.

     
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    Jeffrey provò un grande dolore nel tenere il quadro che si manifestava con il tremore delle sue mani. Eppure non poteva mollarlo perchè era parte di lui,l'unico pensiero che riusciva a farlo resistere era che l'avrebbe dato a qualcun altro.Robert a un certo punto gli si avvicinò.Ti aiutogli disse reggendo a sua volta il quadro. Il figlio gli rivolse un cenno di ringraziamento con il capo, felice che ci fosse il padre a sostenerlo. Anche nella sua risposta al ragazzo c'era una certa dolorosa tensione ma si sforzava di avere un tono neutro. La condizione mentale di Jeffrey lo spingeva ad avere visioni e a indentifocarsi con esse,per questo ora sentiva così tanto dolore nel tenere il quadro. Ma suo padre gli fece spezare la sua visione riportandolo alla realtà. Gli occhi verdi di Jeffrey si fecero più lucidi e tutte le sue sensazioni più chiare,dai suoni che sentiva al contatto dei suoi vestiti con la pelle.Il ragazzo alzò le sopracciglia nella sua direzione con uno sguardo più assente.è un buon modo per affrontare qualunque emozionereplica in tono soddisfatto perchè ha trovato qualcuno che sembra capirlo. Tutte le altre persone che Jeffrey ha incontrato non sembrano come lui mentre quel ragazzo gli sembra essere simile a lui in qualche modo. Certo,avranno età e vite diverse ma un punto in comune c'è l'hanno.Nemmeno io so più cosa è meglio per mestesso però sì,penso che quello che mi hai detto sia un buon consiglio. Di solito dipingo un quadro alla volta.Forse potete continuare questa conversazione in un bar. Papà,lasciami prima continuare il discorso. Dicevo...sì, dipingo un solo quadro alla volta per una sola mia emozione,mi ha sempre un pò aiutato in un certo senso.Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Allarga un po’ le spalle pronunciando il petto leggermente in avanti quando Jeffrey si dimostra essere d’accordo sul modo salutare di gestire le sue emozioni esprimendole sulla tela. Soddisfatto a sua volta, si potrebbe dire, anche se non accenna sorrisi di sorta, né tantomeno a voler aggiungere altro sull’argomento. Tanto comunque ci pensa il ragazzo che ha di fronte a proseguire, spiegandogli il suo modus operandi rispetto alle emozioni provate al momento della stesura di un soggetto. Inspira più profondamente, assaporando l’aria fresca primaverile, ma anche prendendosi del tempo per immagazzinare le informazioni e farsi un pensiero a riguardo. [Allora presumo che ne avrai ancora per un bel po’] replica con leggerezza, nonostante il tema greve che stanno affrontando. [Intendo che di solito in questi casi non è solo una l’emozione che si prova, quanto un insieme indistinto e contrastante…] fa del suo meglio per spiegare meglio il concetto che vorrebbe esprimere. Si è fatto infatti l’idea che la persona che gli sta davanti sia estremamente fragile, perciò presume di dover in qualche modo essere un po’ meno brusco di quanto non faccia solitamente, soprattutto con gli sconosciuti. E sta in qualche modo sforzandosi di andargli incontro, per quanto quella conversazione sia per lui eccessivamente carica di sentimenti che preferirebbe non dover sviscerare troppo a lungo. Banalmente non ci vuole pensare, abituato a relegare la propria emotività dietro a barriere difensive piuttosto pesanti. Riguardo all’invito di spostarsi in un pub, inoltre, non ha niente da dire: ha già fatto presente di non avere con sé nemmeno uno zellino, e per di più Jeffrey pare non voler cogliere la proposta. Non sarà di certo lui a proporgliela, tanto più adesso che il desiderio maggiore sarebbe quello di proseguire oltre dimenticandosi di aver toccato tasti sensibili del proprio animo.

     
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    In effetti lo faccio da molto tempoconfessa Jeffrey con un sospiro. L'arte è la sua unica compagnia ormai perchè nessuno ha dimostrato di capire la sua solitudine. La sua mente vaga tra ricordi di pareti di ospedale piene di suoi disegni al quadro che ha venduto poco tempo fa. L'arte è la sua unica amica da sempre quindi il suo tono è per metà rassegnato e per metà soddisfatto. Ormai è solo quando dipinge che si sente veramente felice. Jeffrey non può nemmeno immaginare cosa sarebbe la sua vita senza dipingere.Ah,sì, hai centrato il punto. è esattamente questo. Annuisce e alla proposta del padre si rende conto di stare parlando con qualcuno di cui ha la forte illusione di essere capito veramente. Jeffrey non si spiega questa cosa ma quel ragazzo incontrato per caso lo fa sentire come se gli fosse vicino,come se lo capisse davvero. Certo,ha provato altre volte queste sensazioni ed è andata male e non sa chi ha di fronte però su quel punto si capiscono.Papà, io non voglio andare in un bar. Non ho fame nè setescuote la testa. Allora il padre propone di andare a prendere qualcosa per entrambi e offre lui. Sembra un pò impacciato nel dirlo.Grazie,vorrei solo un bicchiere d'acqua. Robert chiede anche all'altro cosa vuole per guardarsi intorno. Qui c'è solo la Testa di Porco, vediamo un pò..si dice avviandosi.Mi scuso per mio padre,lui è sempre così entusasta quando conosco nuove persone. Spero che tu non sia imbarazzato dal suo attegiamentodice poi Jeffrey all'adolescente. Sa benissimo che Robert coltiva l'illusione di incontrare qualcuno che abbia un rapporto duraturo con il figlio. Ma è inutile farsi illusioni quando gli altri non sono come te e quindi i loro modi di essere sono molto lontani dal tuo modo di essere. Però Jeffrey ha una piccola speranza che il modo di essere di questo ragazzo concida con il suo.“Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Non era esattamente quello che voleva dire, riconoscendo già in partenza una famigliarità nell’utilizzo degli strumenti di pittura, però prende per buono ciò che gli viene risposto, ascoltando l’altro raccontarsi. Quello che lo colpisce invece maggiormente è la premurosità di quello che ormai gli è stato indirettamente presentato come il padre del ragazzo con cui si sta interfacciando. Fa infatti slittare le iridi azzurre direttamente sull’uomo, prendendosi qualche tempo per osservarlo un po’ meglio. Studiandolo quasi. Poi torna su Jeffrey, e un sopracciglio gli si alza senza che possa rendersene conto. Certo, non ha nessun diritto di giudicare le vite degli altri, tantomeno di criticare la loro (in)stabilità emotiva, però davvero fatica a capacitarsi di come il ragazzo possa dare l’impressione di essere così spaesato nel mondo nonostante un genitore supportivo al fianco. [Preferisco non avere debiti] taglia corto sulla questione delle ordinazioni, che è un po’ l’ultima cosa che vorrebbe ottenere, quella di legarsi a qualcuno per il solo fatto di dovergli restituire una semplice cortesia. Magari è anche un po’ brusco nelle parole, però inizia a mal sopportare tutta quella situazione, perché non sta più capendo quale possa essere il punto di arrivo. Perché stanno parlando della vita privata di questo ragazzo? Perché sembrano così interessati alla sua opinione? E’ solo un passante. Dove vogliono andare a parare? Deve cercare di stare calmo, anche perché il ragazzo forse si sta accorgendo del muro che inconsciamente sta ponendo davanti a sé, scusandosi per l’invadenza del padre. [Non fa niente…] replica, recuperando l’aplomb, anche se evita accuratamente di dare una risposta diretta, cui sarebbe costretto a dare un responso positivo.
     
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    Allora,papà,vai a prendere l'acqua solo per me dice Jeffrey ricordandosi quando lui è andato a prendere il gelato la prima volta che ha incontrato Demetrius. Ma sono solo ricordi ora, ricordi che sembrano appartenere a una vita fa. Ricordi svaniti nella nebbia di una sua visione mentre il padre si allontana. Jeffrey detesta i ricordi,non si fida di loro e finora gli sembra quasi di aver vissuto la vita di un'altra persona perchè veramente non ci sono prove di quello che ha vissuto a parte due fazzoletti dall'odore di lavanda. Ma forse ora può andare avanti con quello che il destino gli offre. Si scusa per suo padre. Ok allora possiamo parlare di quello di cui stavamo parlando prima,eri interessato a che sentimento c'è dietro i miei quadri. Bè, ci sono quasi solo sentimenti negativi quindi la faccenda non è molto interessante.Jeffrey non è disposto a parlare della sua vita privata a uno sconosciuto perchè non si fida ancora e non lo farà mai. è così distrutto dalla sua insicurezza che si giudica anche un pittore non interessante. Le parole che gli altri gli dicevano sulle sue qualità sono sono parole quindi adesso deve formarsi una nuova opnione di se stesso.“Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    LOKI NORMAN – 15 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Osserva il genitore altrui allontanarsi, prima di riportare le iridi assieme all’attenzione su Jeffrey. Imprime il suo sguardo sui lineamenti provati di quello straniero, quasi a voler riconoscere in lui la familiarità di quelle ferite di cui hanno parlato poco prima, ma poi le sue parole gli fanno cambiare idea. Si è chiuso nel suo guscio, è palese da come il discorso appena riaperto viene immediatamente e quasi forzatamente richiuso, lasciando lo spazio ad un indefinito che non vuole essere posto sotto esame. O almeno questa è la percezione che ne ha Loki, che non ha dunque più motivo di insistere oltre in quelle indagini interiori. Infondo non sono cose che lo riguardano e non è il tipo di persona che si impone di aiutare gli altri qualora questi non lo desiderino. La discrezione è la sua parola chiave, motivo per cui abbassa le pupille sul quadro per l’ultima volta, annuendo. [Capisco] replica pacificamente, prima di girare piedi e busto verso una viuzza della cittadina magica, riprendendo il proprio cammino. Una mano viene alzata a mo’ di saluto. [Alla prossima, pittore] aggiunge anche, senza smettere di avanzare e senza nemmeno voltarsi indietro.


    Scusami ma sono un po' incasinato... visto che questi due si stavano un po' chiudendo in sé stessi, ho optato per farlo andare, spero non ti spiaccia :3 Magari potremo farli ribeccare più avanti (quando sarò un po' più libero!). Intanto grazie per la role!
     
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    Jeffrey Zanest | anno | casa


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    [spoiler_tag]Grazie della role, ne potremmo fare un'altra in futuro.[/spoiler_tag]
    Jeffrey sorride alle ultime parole del ragazzo perchè nessuno lo ha mai capito e lui è l'unica persona che lo fa. Gli viene da dirlo ma non si fida ancora. Per evitare l'intervento del padre invece dice:sono felice che tu abbia capito. Solo queste parole escono dalle sue labbra pallide ed eteree come il viso. Si sente davvero felice perchè è stato in compagnia che l'ha capito davvero. Forse sono più simili di quanto pensi. Probrabilmente forse in futuro farò una mostra, spero che tu venga a vederla. Io sono Jeffrey Zanest, Aggiunge senza specificare quando farà una mostra ma intedendo che sarà presto. Quell'incontro gli ha dato la determinazione per farla,magari una cosa piccola come nella visione che sta avendo adesso. Quella conversazione gli ha dato un sollievo e la certezza di conoscere qualcuno che lo capisce. Non importa adesso se Cormac l'ha abbandonato, alla faccia sua ha incontrato una personsa migliore.
    Alla prossima,ci rivedremo quando passerò ancora di quarisponde anche al cenno di saluto per poi avviarsi a vendere a domicilio forse con più ottimisno.“Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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14 replies since 28/4/2022, 13:37   220 views
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