.Get together.

Alaska, Dil

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    Mi spiega con un sorriso beffardo che le da fastidio quando la chiamo con nome e cognome, ed io sorrido di rimando, quasi compiaciuto per quella frecciatina. Si è infastidita e forse ne sono un po' contento, non per la cosa che ho detto ma per la complicità con cui lei ha risposto. Se lei è un tipo difficile da gestire beh, ha trovato sicuramente una persona che tiene testa al suo carattere. Non sono per nulla un ragazzo del tutto tranquillo, sembro forse tranquillo ma dentro di me sono instabile, spericolato e ribelle.. non sarà certo Vanja a farmi paura no? forse è per questo che la adoro!
    Quando stiamo mangiando e faccio mille domande lei risponde con pochissime parole, in effetti non mi sento per nulla soddisfatto e continuo a non capire che cosa vorrebbe fare dopo cena. Non lo so Vanja. Dipende molto dalla situazione. ammetto con un tono serio e che sa di fermezza, non so fino a che punto potrei preferire di salvare me, e comunque il discorso non mi soddisfa ma non vorrei insistere. Dice che non duelleremo e allora? inizio a presagire qualcosa che non mi piace, che cosa vuole fare? La vedo alzarsi, abbiamo finito di cenare e sembra decisa ad andare via per fare cosa? Mi alzo dalla sedia e senza pensarci due volte afferro la giacca pesante e la metto chiudendola per bene.
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    Okay okay, certo che vengo ma spiegami. la vedo sparire fuori e la seguo a ruota. Mi fermo a distanza da lei, strizzo un po' gli occhi perchè mi viene il vento contro e poi comincio a metabolizzare il tutto. Infilo le mani dentro le tasche e la osservo in silenzio, mi parla di nuovo di Abigail e non aggiungo parole, sospiro solamente e non so che cosa dire, perchè mi ha portato qui? che cosa vorrebbe dimostrarmi? tiene qualcosa tra le mani e non capisco cos'è. Lo so Vanja.. rispondo così piano che non so neanche se mi ha sentito. La osservo mentre si avvicina e mi porge una fiala, la guardo in faccia serissimo quando mi chiede di usare la bacchetta e anche la fiala. Che cosa vuol dire? chiedo preoccupato e no, non voglio che faccia cose strane e vorrei sapere il motivo per cui lo vuole fare adesso, perchè? Perchè devi farlo? mi guardo intorno confuso percependo che il luogo è grandissimo e... se si trasforma e si mette nei guai? La mia non è paura, è solo preoccupazione per quello che sta per accadere, non è poi così difficile intuirlo dopo tutto quello che ha detto. Appoggio d'istinto le mani sulle sue spalle guardandola seriamente. Che cosa devo fare esattamente? scuoto la testa e non sono per niente convinto. Io... non voglio che tu mi dimostri qualcosa, almeno spiegami perchè lo vuoi fare. perchè vuole farmi vedere? Non capisci Vanja? anche se ti trasformi in un lupo io ti voglio bene lo stesso, non mi terrorizzo e non voglio che tu ti trasformi per dimostrarmi che non ti accetti e che secondo te sei un mostro. Perchè lo vuoi fare?
     
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    Che cosa vuol dire? Perchè devi farlo? Continuo a fissare Dillon senza batter ciglio, non rispondo volontariamente alle sue domande condite di preoccupazione. Sento che la sua voce si vena di insistenza e quando gli ho consegnato le pillole sedative ha in parte compreso dove voglio arrivare.
    Mi irrigidisco e non muovo nemmeno mezzo labbro quando mi prende dalle spalle e chiede cosa fare. Scuoto solo il capo in risposta e fisso il suo catalizzatore infilato fra le dita, prima di mormorare un Te l'ho detto, salvati tu. I miei occhi grigi sostengono il suo sguardo con durezza e se ha paura che rientri ora, se non vuole si opponga.
    É chiaro che sta cercando di persuadermi a cambiare idea e non ci riuscirà mai.
    Non voglio dimostrare niente a te, Dillon, sono l'ultima che si vuole mettere in mostra sai?
    Lo guardo in faccia e col mio mutismo lo sto probabilmente irritando.
    Lentamente alzo le braccia, infilandomi fra le sue tese sulle spalle. Le mani gelide prive di guanti si appoggiano sul suo cappotto, i piedi fanno perno a terra con la punta sprofondata nella neve. Prendo forza e lo spingo, é talmente grosso che non lo sposto. Lo spingo di nuovo sul petto per infastidirlo, con poco successo. A-Avanti lo incalzo con il fiato mozzato dalla fatica infondendo un altro colpo. Fammi incazzare! Soffio fuori il fiato con arroganza e con un urlo che sa di disperazione ripeto FAMMI INCAZZARE! SO CHE SAI COME FARLO!
     
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    Quello di cui sono sicuro è che stavamo tranquilli fino a cinque minuti fa, forse quella tranquillità da parte sua era solo una stupida recitazione? Mi chiedo adesso quanto le faccia bene stare qui, in un posto così sperduto e lontano da tutto. È chiarissimo che Vanja non sta bene, nella sua voce percepisco la disperazione e non risponde alle mie domande. Ora si avvicina e mi spinge con tutte le sue forze, la guardo stupito senza muovere un muscolo e lei continua spingermi ed urla, urla disperatamente. Mi chiede di farla incazzare e perché mai dovrei farlo, perché dovrei farla sentire male? < Vanja.. > dico con voce calma prima che cominci a spingermi ripetutamente, non si ferma e penso che mi stia facendo incazzare adesso. Deve essere lei ad incazzarsi e mi colpisce?
    Cerco di non perdere la pazienza ma ne possiedo pochissima e lo so che mi sto incavolando per il suo comportamento così brusco e disperato. < SMETTILA VANJA!! DEVI DARTI UNA CALMATA!> urlo in faccia a lei prima di muovere le braccia e stringerla a me, la faccio alzare da terra e lei sbatte i pugni contro il mio petto. < Adesso vieni dentro e la fai finita! > ma non capisce che così peggiora solo le cose? Perché vuole trasformarsi? < SMETTILA DI URLARE CAZZO!! NON PUOI OPPORTI, NON LO VEDI? > in effetti non mi scalfisce minimamente la sua rabbia e i suoi modi di fare, me la porto di forza verso casa sprofondando i piedi sulla neve, compiendo grandi passi verso l'abitazione.
     
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    Ci metto tutta la forza che ho, urlo in sua direzione, la resistenza che ho per questo genere di cose è pochissima: vuoi il fatto che non mi alleno al capo della scuola da troppi mesi, postumi della gravidanza, malnutrizione e stress psicofisico. Non riesco a spostare il corpo di Dillon nemmeno di un passo, è immobile e i suoi occhi azzurri sono scurissimi al buio di questa sera.
    Punto il piede destro nella neve con decisione e mi do uno slancio più potente in sua direzione anche se stavolta riuscissi a colpirlo un po' quello che mi interessa è provocarlo. Si incazzasse allora forse riuscirei nel mio intento. FALLO! insisto in sua direzione. La voce non è più arrogante come prima, è velata da un leggero tremolio che nasconde tutta la mia frustrazione e la tristezza per cui sto facendo questo assurdo tentativo al chiaro di luna. Aiutami, cazzo i miei pensieri soffocati non mollano, le lacrime stanno al loro posto e allora lo carico di nuovo. Capisco dal suo volto che la decisione l'ha presa ancora prima di uscire da quella porta, non mi darà mai quello che voglio al costo di litigare con me come tutte le volte che abbiamo già fatto. E' testardo come un mulo e non importa se glielo chiederò in ginocchio, Dillon non mi permetterà mai di trasformarmi. Non di certo perchè ha paura di me o non sa gestire la cosa, ha paura che la mia situazione mentale precipiti maggiormente. E anche se non gliel'ho detto il mio intento era vedere la bestia che sono, un avvertimento per lui e un ricordo mancante per me. Ricordo di aver accusato gli acciacchi da trasformazione per ben due giorni, i muscoli di ogni parte del corpo mi dolevano come se qualcuno avesse piantato dappertutto dei piccoli cutter con lama finissima ma profonda. Il dolore dell'operazione subita non erano nulla al confronto.
    Di rimando urla che devo darmi una calmata, perdo la pazienza urtandolo di nuovo. CAZZO! LO SO CHE PUOI FARLO! lo istigo. Arrabbiati, se questo è l'unico modo per poi far arrabbiare me, che ne so offendimi, fa qualcosa, qualsiasi cosa! La sua stazza è molto più grande della mia, spazientito e con il viso tirato dal nervoso spalanca le braccia e mi circonda senza troppa fatica, sento i suoi muscoli tirati dentro al giubbotto nero, la sua spalla che preme sotto al mio mento. Interrompe le mie azioni e per quanto io mi divincoli sono circondata da quell'abbraccio sedativo. Lasciami! Smettila Ethan! Smettila! E' a quel punto che non mi da ascolto, mi stringe al petto e i miei piedi si staccano da terra, il peso si sposta sulla sua spalla e lui non può vedermi visto che si sta dirigendo nella completa oscurità verso casa, ma sto piangendo dalla disperazione. Lo colpisco con tutta la forza che mi rimane, sbattendo i pugni dove ho lo spazio per farlo. Mi sgrida di nuovo con voce autoritaria. Chiarisce che non ha senso oppormi, comprendo che è tutto inutile.
    Il silenzio cala, le mie lacrime cadono sul naso e poi a terra mescolandosi alla neve, i suoi passi ben presto raggiungono l'abitazione e mi cala sul divano, di fronte al fuoco, vedo il suo petto gonfiarsi sotto al giubbotto. E' chiaramente tirato e stupito, mi guarda di lato in silenzio. Di rimando mi tiro sui gomiti osservandolo dal fondo del divano dove sono. Non era una dimostrazione per te, Dillon dico deglutendo. Sospiro e scuoto il capo raccogliendo una lacrima ghiacciata rimasta sul viso. La voce è macchiata dalla disperazione e mi guardo le mani come se fossero verniciate di sangue. Spesso le sogno esattamente così, le mani di un'assassina. Cerco di rilassare la schiena buttandomi sul divano, i capelli si spargono ovunque, fisso il soffitto in silenzio. C'è una stanza libera su mormoro dopo non averlo ancora sentito parlare. E' furioso di certo, sento il suo respiro contrastare lo scoppiettare del fuoco.

     
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    Vanja cerca di liberarsi con la forza ma è chiaro che non può fare niente contro di me. Ho però paura che si trasformi per la rabbia, cosa che menomale non accade nel mentre la porto a casa ancora stringendola a me. La sento tremare, sono sicuro stia piangendo adesso ma non mi fermerò. Arriviamo dentro la casa e chiudo ma porta alle mie spalle, la metto sul divano e sono già incazzato e senza pazienza. La osservo mentre mi dice che non era una dimostrazione per me. Lo so perché lo voleva fare, o almeno ho cercato di spiegarlo a me stesso, ma non è così che si guarisce dalle ferite profonde dopo aver perso una persona cara. < Non importa Vanja. > rispondo con tono arrabbiato ma calmo, sono solo stufo e vorrei passare oltre per evitare di accanirmi contro di lei. Il suo comportamento mi ha urtato ma non per me, ma per lei e la sua salute. Non voglio che vive ancora da sola, qui dispersa nel nulla. Questo non posso accettarlo, voglio che si faccia aiutare e me lo sono messo in testa. < Grazie. Buonanotte. > dico rigidamente perché sono così, quando mi fanno incazzare col cavolo che sono carino. Così me ne salgo sopra senza dire una parola e sparisco dalla sua visuale.
    conclusa
     
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19 replies since 26/1/2022, 20:01   164 views
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