Monsters from the past?

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    Stamattina sono stato al colloquio con la preside Rei, ha accettato di farmi venire ad Hogwarts con un permesso speciale e ho dovuto però chiarire le motivazioni per cui sono qui quest'oggi. Non sono stato molto approfondito anche perché non ce n'è bisogno, la donna ha capito subito che si trattava di una cosa molto personale e importante, non ha osato andare oltre ma ha certamente voluto sapere anche solo una piccola parte. Durante la mia permanenza ad Hogwarts, mentre aspettavo il mio turno per parlare con la preside mi sono affacciato dalla balconata e una nostalgia mi ha completamente stravolto. Menomale che mi sono preso il pomeriggio per incontrare Zoya, ho potuto così fare i conti con i ricordi e richiuderli dentro ad un cassetto, perché so quant'è difficile per noi rivederci in un posto così significativo. Qui abbiamo vissuto i tempi più felici e probabilmente qui Anastasya è stata concepita. Non ha un significato importante solo per questo, ma qui siamo cresciuti e abbiamo scelto la strada da percorrere, chi diventare, abbiamo nutrito sogni e speranze e negli ultimi anni di studi lo abbiamo fatto insieme.
    null
    Non è facile rivedersi qui eppure nutro la profonda speranza di riuscire a vedere qualcosa, dopotutto diverse visioni mi hanno condotto sulla buona strada, perché non provarci? Ho fatto sapere subito a Zoya che avevo ricevuto il permesso, ho invitato anche un gufo veloce per fargli sapere l'ora e il luogo: davanti alla sala grande, ore sedici.
    Dopo il colloquio sono andato a Diagon Alley per comprare delle cose utili a qualche mio esperimento, così ho anche passato del tempo fuori per prepararmi mentalmente, spero solo che questa prova non sia vana e giuro che questa volta sto andando proprio casualmente. Il tempo passato sul treno diventa inevitabilmente triste perché mi porta a pensare diverse cose, e mi chiedo se non sto diventando pazzo o semplicemente sto passando una fase di depressione. Le ore sedici si avvicinano e sono tornato ad Hogwarts, dopo il colloquio spero di poter intravedere Danielle anche se non l'ho voluta disturbare per via delle lezioni. Quindi mi accosto alla porta gettando lo sguardo verso la sala grande, sorrido nel vedere come molti studenti vanno e vengono dalla sala grande acchiappando al volo dei muffin che stanno sopra i lunghi tavoli delle casate, è ora della merenda. Mi volto e porto le mani dentro le tasche dei pantaloni, i miei occhi intercettano improvvisamente Zoya da lontano che si avvicina con passo deciso, probabilmente non mi ha ancora visto. Le mie labbra formano una "o" quando getto fuori il fiato per il nervoso e con una tensione alle stelle.

     
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    Jonathan mi ha scritto, ho ricevuto il messaggio direttamente alla finestra dello studio riservato a me e al mio aiutante, Lennox oggi non c'è e io sono libera dalle lezioni pomeridiane. In ritardo di circa cinque minuti risalgo verso il piano principale per poi dirigermi verso la Sala Grande, dove mi ha detto che ci troveremo. Dovrò ringraziare personalmente Rya per aver capito che non è solo un ex studente nostalgico, c'è un motivo importante per cui ha richiesto la sua profonda attenzione e aiuto. Non mi interessa se lui le ha raccontato cosa stiamo passando, Rya è madre, è una donna che può capire questo genere di problematiche che non fanno chiudere gli occhi la notte.
    Lo intravvedo dopo un gruppetto di primini che se ne va con le mani colme di dolci, un paio di essi mi salutano e io sorrido il loro direzione. Mi raccomando la pergamena sul capitolo tre, ragazzi ricordo loro visto che vedo sotto alle loro ascelle un tomo di pozioni. La ricerca che devono fare in gruppo credo che sia una cosa molto interessante, non vedo l'ora di ricevere i loro scritti da correggere.
    Jonathan sembra teso, il suo sguardo passa dall'interno della sala ai grandi finestroni. Hei, Jonathan, eccomi lo saluto cercando di sciogliere un po' la sua tensione. Guardo insieme dentro all'ampio salone. Vuoi fare un giro quì dentro? domando unendo le braccia dietro la schiena e dondolandomi un po'. Allora che ti sembra esser tornato fra le mura? sorrido in sua direzione ed è probabile che sia sovrastato dai ricordi. Oppure.. propongo di raggiungere la torre indico nell'altra direzione, alle mie spalle. Quella di astronomia. So che ha significato molto per noi, questo può aprire le sue visioni almeno un po'? Chissà se vuole vedere una stanza in particolare. Mi faccio istintivamente da parte quando passano un paio di ragazze con la classica divisa Tassorosso. Prego ragazze! so che ero in mezzo al loro passaggio quindi capisco che siamo di troppo in questo punto.
    Saluto il mio collega Krueger che sta camminando verso il piano inferiore con un bel plico di scartoffie fra le mani. C'è un'ala particolare del castello che vuoi rivedere?
    Studenti del terzo e del quarto anno stanno arrivando dal fondo del corridoio, la lezione di Volo deve essere terminata, il professore Hemsworth non ha risparmiato loro i giri del campo. Alcuni sono zuppi e perdono del fango dietro i loro passi e si stanno dirigendo in Sala Grande per un break sostanzioso. Riconosco mio figlio, lo osservo mentre lui tira dritto fingendo di non vedermi, dei Corvonero sono mischiati fra di loro ed è decisamente meglio spostarci.
     
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    Danielle Richards | III anno | Corvonero


    Ellie
    Che lezione di merda, dall'inizio alla fine così come lo è stata anche quella serale dove Salvatore mi ha trascinata contro la mia volontà. Lo avrei preso a calci per ciò che mi ha fatto, per l'umiliazione che mi ha costretta a subire dalla biblioteca al campo da Quidditch attirando le occhiate di non poche persone che poi alla fine si sono prese gioco di noi. Ho odiato ogni singolo istante di quell'umiliazione che mi sarei voluta risparmiare e ringrazio Vanja profondamente per essersi schierata per prima dalla mia parte e con quel tale impeto. Io non avrei mai avuto il coraggio di parlare ad un professore a quel modo, meno che meno a Liam ma lei è... è stata una leonessa! Alcune volte ammiro la sua sfrontatezza anche se in questo caso ci sarei andata meno pesante, alla fine non è successo nulla di male, anzi, Salvatore si è persino dimostrato carino dopo. Nei modi s'intende. Come ha saputo che soffrivo di vertigini come Karen ha cambiato atteggiamento, è stato quasi... premuroso nei miei confronti e quasi potrei dire di potermi baciare le mani per questo, fossi capitata con Oliver - ho i brividi al solo pensiero - non avrei avuto la stessa attenzione e delicatezza. Una persona che mi ha deluso invece e devo dire che non me lo sarei aspettato mai e poi mai da lei, è stata Corinne, subito mi ha guardata scioccata... come sé stessi commettendo alto tradimento. So che tra noi ragazze vige la regola di non provarci con l'ex delle proprie amiche ma devo dire che in questo caso non c'era nemmeno vagamente il sospetto di una cosa simile. Non sono venuta a braccetto con Stefan, tutt'altro, e penso di avergli lasciato alcuni lividi su addome e schiena del mio passaggio, eppure lei, lei mi guardava come se l'avessi delusa come se avessi architettato un qualche piano per andare contro Karen. Io. Contro Karen. IO. Karen per me è come una sorellina minore, mai potrei farle un torto simile! Mi stupisco che Corinne abbia anche solo pensato che potessi fare una cosa simile... è assurdo. Tutto così assurdo. A fine lezione ho provato a parlare ma non mi sembra d'aver concluso molto. Non so nemmeno io come dovrei comportarmi. IO non ho fatto nulla di male, non me la sono nemmeno andata a cercare!
    A spalle basse rientro verso il castello, l'ennesima schifosa lezione di volo. Ogni lezione mi sembra battere un nuovo record negativo, sempre più brutte ed io sempre più incapace in questa materia del cazzo! Nemmeno nella parte pratica di erbologia faccio così schifo e diavolo vorrei davvero essere esonerata, avere una buona scusa per non dover mai più mettere piede al campo però i rapporti con Dìl sono un po' tesi - per via di V - e non posso presentarmi con la faccia tosta di nascondermi da lui come l'anno scorso. Finché non trovo un'alternativa valida dovrò continuare a frequentare. Che schifo! Schifo come la mia tenuta sportiva zuppa di sudore dai giri di corsa infiniti che abbiamo fatto. La corsa per volare non ho ancora ben capito a che cazzo serva... Per me ci gode e basta a vederci sgobbare così, se no non si spiega, come non mi spiego come ho fatto ad innamorarmene a questo punto: noto solo difetti nel suo modo di fare adesso, quanto è vero che l'amore rende ciechi!
    «Zio Ben?» Mi fermo, quella chioma rossiccia accanto alla professoressa Stojnov la riconoscerei tra mille e diavolo è proprio lui! Jon è qui! «C'è mio zio!» V e Sky interrompono il loro discorso che nemmeno stavo seguendo e hanno solo il tempo di vedermi sfrecciare di corsa nel corridoio. «ZIO JOOOON!» urlo a pieni polmoni e proprio mentre si gira per vedere chi lo sta chiamando gli piombo addosso abbracciandolo stretto. «Zio! Che ci fai al castello? Ommioddio, è successo qualcosa a casa? Papà?» Mi allarmo subito pensando ai miei genitori, spero non sia successo nulla a papà, ma perché Jon è qui allora? Lo guardo con due giganteschi occhioni e nel frattempo mi ritraggo dall'abbraccio poggiando lo sguardo sulla professoressa. «Professoressa Stojnov, buon pomeriggio... m-mi scusi io non...» volevo fare la pazza saltando addosso al suo ospite? Sì, qualcosa del genere.
     
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    La vedo avvicinarsi e sorridere mentre parla con degli studenti, rivedo dei ragazzi vestiti con la divisa da corvonero e ripenso a lei. Mi sforzo di non far passare tutti quei ricordi ma è praticamente impossibile. < Ciao. > i miei occhi la scrutono interamente e appoggio la spalla sul muro che effettivamente non c'è perché ci sta la porta aperta della sala grande, infatti sto per perdere l'equilibrio ma mi ricompongo passandomi una mano sui ricci rossicci, ed era da tempo che non mostravo questo lato imbranato di me, vorrei solo strappar via la parte emotiva di me che mi fa sembrare uno scemo. Accade semplicemente perché Zoya sta molto bene, la vedo felice in quel ruolo e adoro il modo in cui comunica con i suoi studenti. < Stai molto bene Zoya. >
    null
    dico con un sorriso mentre lei si dondola e i suoi occhi sono luminosi < Sembra proprio il tuo posto qui. > mi guardo ancora una volta intorno e insieme ci voltiamo a guardare la sala grande. < No va bene così, andiamo oltre.. Si, andiamo verso la torre. > probabilmente pensa che io ho un'idea precisa ma io non ce l'ho, sto andando a caso perché il castello è così grande che non so neanche da dove cominciare. In mezzo a noi passano delle Tassorosso e istintivamente sorrido a loro che mi sorridono di rimando, probabilmente diversi di loro avranno già visto la mia faccia sui giornali e praticamente ovunque, nonostante questo riesco sempre a vivere una vita normalissima, sono pochi quelli che mi fermano per strada citandomi come il migliore nel mio campo, non amo particolarmente essere famoso, non lo amo per niente. < Andiamo dove ci guida l'ispirazione okay? Sappi che non ho un'idea precisa.. > chiarifico prima di venire travolto da un abbraccio fortissimo, capisco subito che è mia nipote perché mi pareva di aver sentito la sua voce. < Ellie!! > appoggio le mani sulle sue spalle abbracciandola. < No no, non è successo niente tranquilla! > ci stacchiamo e la vedo un po' imbarazzata davanti alla professoressa Stojnov < È mia nipote... Si cioè, in realtà è la figlia dei miei grandi amici e colleghi, ma praticamente per me è davvero mia nipote. > la mia voce ha un tono orgoglioso e fiero, so che ha preso la spilla da prefetto per cui questo significa che lei è una studente modello, ne sono davvero fiero ed è così strano essere ad Hogwarts e vederci qui. La corvonero però ancora non sa di Zoya e me, di tutta quella storia ancora non l'ho messa al corrente e sarei un egoista a non dirgli proprio niente. < io e la professoressa ci conosciamo dai tempi di Hogwarts.. > lancio uno sguardo a Zoya, che è così splendida oggi.. E vorrei togliermi gli occhi di dosso per evitare che mi luccicano. Torno con lo sguardo su Ellie. < Sembri piuttosto stanca, avrai bisogno di riprendere le energie.. In sala grande c'è del cibo delizioso. > se c'è una cosa certa che non è mai cambiata quella è la varietà di cibo sui tavoli della sala grande.

     
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    Sono piuttosto stanca anche se non ho corso come i miei compagni lungo il perimetro del campo da Quidditch, mi sento inutile e frustrata quest'anno. Devo momentaneamente mettere in pausa il mio ruolo da cercatrice così come gli allenamenti privati. In verità quelli sono andati via via a scemare prima di sapere della gravidanza: il rapporto fra El e il professore era precipitato e io, per rispettarla e perchè non riuscivo a vederla così giù, avevo cominciato a ridurre gli appuntamenti alla piscina della scuola. Spesso mi allenavo in solitaria, usufruivo delle scope della scuola. Aimè tutto ciò mi mancava e non poco, vedere sfrecciare i ragazzi sopra il mio capo mi aveva fatto sentire più goffa di come mi sentivo già ogni giorno. Hemsworth aveva accettato il mio aiuto alle sue lezioni per mansioni molto semplici, la sera della prima lezione di apertura avevo illuminato la pista d'arrivo per chi aveva più difficoltà. Non erano mancate frecciatine, disguidi e dispetti da parte di qualche serpeverde, ma la faccia di mia sorella El aveva battuto ogni cosa. Infastidita, incredula e dispiaciuta erano le principali sensazioni che si potevano vedere nel suo viso quando aveva preso il volo con Stefan e non vedeva l'ora che quella lezione terminasse.
    Quando decretò la fine della lezione la presi sotto braccio, lei mezza sporca di fango e di sudore per la paura di volare, feci cenno a Skylee di unirsi a noi due. Adesso facciamo un breve break e in dormitorio parliamo di quanto successo umh? le dico trascinandola fuori dal campo. La seguo, quando siamo nel corridoio principale d'entrata ci dirigiamo verso la Sala Grande. Skylee scommetto che i muffin chiamano te ah? le faccio l'occhiolino mentre lei ci anticipa, carica ancora di energia. Ellie rallenta e i suoi occhi luminosi puntano una figura proprio davanti all'entrata del salone. Metto a fuoco, la professoressa Stojnov sta parlando con qualcuno esterno alla scuola. Hei dove.. vai? le stavo per dire, mi anticipa per salutare quello che riconosco solo qualche passo dopo: il Dottor Bennet, lo stesso medico che ho detestato per tutti i miei due appuntamenti al San Mungo. Che cazzo ci fa quì? Pare conoscere Zoya Stojnov e siccome questa cosa che la scuola fa entrare chiunque non mi aggrada, così come la contentezza che emana El per quell'uomo, sbuffo e sussurro in sua direzione. Ci vediamo dentro un leggero cenno verso la professoressa di pozioni e mi dileguo passando davanti al dottore e osservandolo stranita.
     
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    Grazie Jonathan sorrido in sua direzione, si percepisce l'imbarazzo che aleggia e allora prendo la palla al balzo ricordando qualcosa che sa per certo. Come ben sai.. bramavo di tornare quì un giorno alzo il mento compiendo un cerchio come a indicare l'intero castello. Certo, Jon, ci incamminiamo e vediamo cosa ci va di vedere strada facendo dico facendo spallucce. E' vero non sappiamo da dove partire e se non lo sa lui io gli sono di poco aiuto. Sto per voltarmi e invitarlo a percorrere il corridoio che conosce come le sue tasche, quando una corvonero del terzo anno spunta dal gruppetto e saluta Jon in modo molto animato. Se dapprima la osservo con il sopracciglio alzato per la confusione mi addolcisco qualche secondo dopo, adagiando le spalle lungo la parete dietro di me e incrociandole sul davanti assorbendo con gli occhi la scena. Mi fa tenerezza il rapporto che la Signorina Richards ha con Jonathan e viceversa. E' bello come lei lo chiama anche se, lui stesso specifica, non sono imparentati davvero ma li lega una profonda amicizia. E' meraviglioso quello che li lega e io rimango un po' in disparte per nulla infastidita. Altri studenti provenienti dall'allenamento passano davanti a me, proprio fra i due e dove sto. Una in particolare, quella che si muove con lei praticamente ovunque le sussurra qualcosa dopo aver scrutato Jonathan in modo strano. Si vede che lui conosce molte più persone di me. Mi perdo le parole della ragazza che a primo impatto sembra preoccupata, si volta poi verso di me insicura di aver interrotto qualcosa. Buon pomeriggio! E' così.. annuisco avanzando di qualche passo per unirmi ai due. Abbiamo studiato proprio quì, non è vero Jonathan? le do questa informazione in più e le sorrido. Non si preoccupi Signorina Richards! passo lo sguardo su Jonathan perchè non ha interrotto proprio nulla e le riservo poi un sorriso gentile e dolce; la Signorina Richards è una delle migliori del suo corso sai? aggiungo. Sono fiera dei miei Corvonero. E sono felice di rappresentarli quest'anno. Ricorda bene Jonathan, che la Sala Grande offre deliziosi spuntini ogni pomeriggio, lavorano sodo. Concordo, buona giornata ci vediamo domani, ore nove mh? annuisco e poi aspetto che Jon mi affianchi. Non sapevo che conoscessi Danielle profondamente sussurro.
    Camminiamo verso la torre e con un cenno della mano indico la facciata che ci accompagna. Beh i quadri sono sempre gli stessi, credo che se chiedi al signore barbuto là in fondo ti racconterà la tua storia, da quando sei arrivato in prima al giorno degli esami.
     
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    < E alla fine ci sei riuscita! > Alla fine siamo riusciti entrambi a realizzare i nostri sogni, lei è semplicemente perfetta nelle vesti di professoressa di pozioni, non avevo mai avuto dubbi da giovane studente quando mi diceva che sarebbe diventata una professionista delle pozioni. Insegnare ad Hogwarts è sicuramente una delle cariche più prestigiose qui nel mondo magico, è sicuramente un posto ambito da tanti e non credo sia stato facile per lei prendere questo posto.
    Mentre Ellie si prende tutte le mie attenzioni e Zoya rimane a guardare intravedo Vanja Rosencrantz che mi guarda con un aria infastidita. Non ho mai capito qual'è il problema con quella ragazza, ricordo benissimo che è venuta da me a farsi curare, ma non è mai più tornata serie ante per proseguire le cure, mi disse addirittura che la cura non era servita a niente quando invece non l'aveva provata come si deve. Non saluta nemmeno e ci passo sopra, dopotutto è probabilmente in un periodo ribelle della sua vita o non lo so, non ho mai capito perché non sto simpatico a quella ragazza, raramente mi capita di fare antipatia a qualcuno. Lo dico davvero. < Si, eravamo dello stesso anno! > rispondo con un sorriso guardando prima Ellie e poi Zoya < Sono molto contento per Danielle infatti, non avevo dubbi che fosse la migliore.. > rispondo orgoglioso di lei e lo sono veramente, si vede dal mio sguardo contentissimo e il sorriso perenne stampato in faccia. < Allora ci vediamo Ellie. > alzo la mano in segno di saluto e ci incamminiamo per i corridoi. < Oh si, voglio molto bene a Danielle.. Ci conosciamo da molti anni, praticamente da quando è nata. >
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    se di ripenso vedo che è passato tanto tempo e mi capita ultimamente di pensare a mia figlia ogni volta che passo del tempo con lei, in qualche modo Ellie mi aiuta inconsapevolmente a placare quel senso di vuoto che mi perseguita, senza saperlo la sua compagnia mi salva ogni giorno. Un gruppo Grifondoro del quinto anno sono molto distratti e giocano tra loro, stanno per travolgere Zoya e con una mano prendo il suo braccio e la tiro leggermente. Comincia improvvisamente una visione, il mio sguardo rimane puntato in avanti e continuo a camminare anche se rallento il passo, gli occhi sono spalancati e la fronte rigata da un espressione sorpresa. Mi trovo nella zona esterna di Hogwarts, Anastasya corre felice e sembra quasi che mi inviti a venire con lei, avrà all'incirca quattro anni e istintivamente comincio a camminare più velocemente nel momento in cui la visione finisce. Stringo il braccio di Zoya e la invito a cambiare completamente direzione. < L'ho vista.. Un'altra volta... > aumento il passo e lascio il braccio di Zoya, quasi corro quando arrivo nel grande spazio all'aperto di Hogwarts, in fondo si vede il lago nero e mi fermo in mezzo al nulla guardandomi intorno con aria confusa. Rimango in silenzio continuando a guardare ovunque mentre sento Zoya avvicinarsi. < Zoya... > la chiamo, poi mi volto incontrando il suo sguardo. < Ti ricordi quando abbiamo ballato quella sera..? Tu sei entrata in una visione insieme a me.. Era tutto vero, ho fatto delle ricerche approfondite e ho scoperto che in casi rari un veggente è in grado di portare con sé una persona dentro le proprie visioni.. > le porgo la mia mano e poi anche l'altra < Solo pochi veggenti hanno questo dono.. E tu sei la persona con cui posso farlo, ma devi volerlo anche tu... > le mie mani sono ancora lì che aspettano le sue < Vuoi provare?.. > accenno un "si" con la testa per convincerla < Prendi il ciuccio.. Non preoccuparti, ci sono io e non ti succederà nulla.. > so che le visioni possono spaventare molto una persona che non è abituata, ma sa anche che io so cosa significa averle e sono anche un guaritore, non può succedere nulla di male. < Ti prego.. Facciamolo Zoya.. Potrebbe essere una stupidaggine, oppure possiamo scoprire qualcosa in più. >
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    Gli occhi di Jonathan sono luminosi e sognanti quando parla di Danielle. Annuisco e condivido la sua felicità. Danielle è una studentessa molto promettente, rigorosa, sempre puntuale, devo dire che è ammirevole la sua dedizione allo studio. In questo caso parlo della mia materia! dico guardandola sparire dietro alla rossa scemata poco prima. Tutti si sono fiondati al break pomeridiano e io e Jonathan continuiamo a camminare nel corridoio, per fortuna la prontezza del dottore evita lo scontro con dei ragazzi. Lo ringrazio e arrossisco appena ricordando che ai tempi della scuola quello sbadato era lui. Io ero sempre vigile, tenevo tutto sotto controllo; forse questa volta sono così colma di pensieri da non prestare attenzione a chi mi viene incontro. Lo guardo, il profilo è piuttosto rigido e il suo sguardo punta qualcosa che non c'è. Mi soffermo sulle rughette provocate dall'espressione, mi piacciono così tanto che mi ci perdo qualche secondo prima di realizzare che Jonathan è nel suo mondo Va tutto bene? domando a bassa voce, se sta avendo un collegamento mentale o una visione non voglio disturbarlo. La sua risposta si basa su una stretta al braccio, già fra le sue dita, mi trascina a passo svelto altrove e io lo seguo curiosa e speranzosa. Dice che l'ha vista e un brivido mi percorre la schiena mentre una sensazione contrastante si fa strada nel mio petto: sento un calore innaturale o forse un calore che non percepivo da troppo, troppo tempo.
    D'un tratto si allontana ad ampie falcate e io lo seguo fin oltre l'arco di pietra, il vento settembrino colpisce i nostri abiti e i capelli mi inondano il viso, mi affianco a lui solo quando mi chiama.
    Ascolto la sua spiegazione, non ho mai capito nulla di visioni del resto non mi sono mai informata dettagliatamente. Io sono la persona con cui può farlo, avere una visione condivisa. Lo guardo, dritto negli occhi titubante. Non ho paura del pericolo, so che potrei vedere qualcosa che risveglierebbe un'altra volta ciò che sento nei suoi confronti e faccio fatica a sopprimere. Mi mordo il labbro inferiore. Possiamo vedere il passato? domando e non sono sicura che sia la domanda che in verità volevo fargli. Frugo in tasca ed estraggo le chiavi del mio armadio personale alla scuola, sfilo il ciuccio che ho attaccato all'anello più grande. Le chiavi non le perderò mai se sono attaccate ad un oggetto così prezioso per me. Appoggio le mie mani sulle sue, stringo fra le dita il ciuccio datato, il suo colore è pallido lo ha perso nel tempo. Ma per me e lui vale più dell'oro. I miei occhi si fondono con i suoi. Sì, lo voglio, dimmi come posso aiutarti.
     
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    Non lo so se rivedremo il passato o il futuro, le visioni sono sempre incontrollabili e molte volte confuse e difficili da decifrare, voglio un po' sperare di vedere il passato, ma un passato che va a prendere la vita di Anastasya, è questo quello che io spero e se vedessi il passato di noi due rischierei di perdere la concentrazione. Mi reputo già molto sensibile alla sua presenza, in effetti mi sono dichiarato senza troppi problemi esponendomi al rifiuto, lei ha risposto confusamente ma ho sentito il sentimento ricambiato, anche se non si è espressa a parole è stato facile intuirlo. Tuttavia questa storia appare ancora confusa ai miei occhi, se abbiamo deciso di troncare del tutto i sentimenti perché continuo a cercarla in questo modo, perché oggi sono qui senza un vero e proprio programma o idea precisa da seguire? È forse solo perché mi andava di vederla, suvvia Jonathan ammettilo a te stesso, i tuoi occhi sono solo per lei, non hai scuse con te stesso.. Mentre senti il bisogno di proteggerla da sentimenti contrastanti per evitargli altri dispiaceri, è tutto così difficile. < Può essere. Non siamo noi a controllare le visioni. > rispondo con tono basso, quasi come se la grande tenuta della scuola ci sentisse. Prende il ciuccio che stava appeso alle sue chiavi, osservo le sue mani appoggiarsi sulle mie e poi ci guardiamo, i suoi occhi sono di un azzurro che non si può definire, non esiste forse un azzurro così bello. Le mie mani fanno pressione sulle sue e le stringo. Mi chiede cosa deve fare, io vado ad intuito perché anche per me questa è una cosa nuova, tuttavia ho studiato e mi sono informato. Faccio in modo che il ciuccio si richiuda tra le nostre mani che si stringono. < Così dovrebbe andare. > e spero tanto che funzioni perché se no mi sentirei uno stupido. Rimaniamo in silenzio a fissarci, sulla mia faccia compare una ruga di espressione quasi infastidita perché vorrei che funzionasse all'istante, non ho pazienza, qual'è il problema? < Rilassati. > sussurro mentre una brezza fresca soffia sui nostri visi. Ancora un istante con gli occhi spalancati, poi li chiudo improvvisamente mentre la mia coscienza si catapulta in quella che sembra una scena già vista: cammino nello stesso luogo ma sono indietro di vent'anni circa, davanti a me ci siamo noi sdraiati sul prato che guardiamo le nuvole. Mi volto e al mio fianco però non c'è Zoya, qualcosa mi fa capire che non è riuscita ad entrare nella visione con me. Le mie mani allora la tirano verso di me quasi in modo improvviso facendola sbattere contro il mio corpo, la stringo al mio petto rimanendo con gli occhi chiusi, rimanendo in stato di semi trance. Voglio che entri con me e sembra funzionare, mi ritrovo infatti ad avere Zoya un po' sconvolta al mio fianco, sorrido a lei. I nostri corpi sono quasi trasparenti ma la visione è abbastanza limpida. Zoya e Jon dal passato discutono guardando le nuvole e sembrano così felici, Jonathan si alza da terra e porge una mano a lei che si alza e comincia a scappare, lui la rincorre e riesce ad acchiapparla alle spalle portandosela in braccio: cadono a terra e si baciano, poi scappano insieme mano nella mano. Tutto ciò che vedo mi trasmette serenità, eravamo molto felici e sereni in quel periodo, forse eravamo anche molto ingenui e la vita ci sembrava una favola. Non oso guardare Zoya, non voglio vedere la sua espressione ma vorrei vedere altro, e la visione cambia: siamo nel bagno degli studenti e una serpreverde dai capelli corti e biondi è chinata sul lavandino: sta vomitando e tra le mani tiene una cannuccia, accanto al lavandino sul marmo c'è una striscia di cocaina già mezza consumata. < Non puoi! > dico preoccupato cercando di avvicinarmi, lei si gira ed ha una faccia piena di lacrime, confusa, completamente sciupata dalla droga. < Non farlo!!! > precipitoso cammino verso di lei ma quella ragazza si volta con molta rabbia e urla in modo disumano. <. NOOOOOOOOOO!!! > la sua fortissima voce fa completamente
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    scomparire la visione in un mix di confusione, ho la nausea perché mi sento preso in un vortice di confusione, di angoscia, non so neanche dove si trova Zoya. Ma non percepisco più neanche il mio corpo, davanti a me compaiono due figure: Zoya e Ian nudi, avvolti da colori confusi, che si baciano senza mai fermarsi. Non voglio vederlo. Mi rifiuto e prepotentemente mi stacco da lei, usciamo dalla visione e la sorreggo invitandola a sedersi a terra. < Siediti.. Siediti... > il mio respiro è affannato, mi siedo accanto a lei con una faccia sconvolta.. Ho visto troppe cose. La guardo, mi volto a guardare altrove, incapace di mettere insieme i pezzi. Che cosa ho visto? Che informazioni sono riuscito ad avere? Sono felice, arrabbiato e confuso. Alzo la mano in sua direzione fermandola, prima che dica qualcosa parlo io. < Serpeverde.. È stata nella casata di Salazar.. Se la visione è giusta.. > ho i miei dubbi, perché Anastasya doveva studiare ad Hogwarts? poi rifletto senza mai guardarla < Non voglio che parli più a Ian, delle nostre cose. > specifico con fermezza < Che cosa le hai raccontato? > giorni fa mi disse che avrebbe parlato con Ian, io ne ho parlato con Nora e le cose non mi sono piaciute, sono estremamente infastidito. Scuoto la testa. < Probabilmente Anastasya starà soffrendo più di quanto possiamo pensare... > con una mano stringo l'erba < Non doveva succedere.. > il mio tono è grave, mi sento così inutile e arrabbiato .

     
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    Il ciuccio viene stretto fra le nostre mani, forse quello è un ponte perfetto per creare la magia che mi permette di avere la stessa visione di Jonathan, non so di preciso come funziona ma lui sembra sicuro di sè. Acconsento, lo guardo profondamente con un'enorme speranza, i suoi occhi sono così intensi che sembrano due perle metalliche. Vedo le sue diramazioni così nitidamente che potrei paragonarle ai rami di un alberto in autunno.
    Rimango in silenzio e non accade nulla, così quando mi intima di rilassarmi ci metto tutto l'impegno che ho per far si di riuscirci. Diciamo che un po' riesco ad ammorbidire la schiena e le braccia pure tenendole con le sue. Pare funzionare, si ammutolisce e ho la stessa sensazione delle volte scorse, Jon è nel suo mondo ma io sono quì e non riesco nemmeno a dire mezza parola per non disturbare il suo lavoro. Si stringe a me e io appoggio i palmi sul suo petto, il ciuccio si schiaccia fra me e lui. Non vedo più nulla, una serie di colori mi avvolge e poi comincio a camminare senza riuscire a toccare terra. Sento che il mio peso non esiste, guardandomi intorno riconosco una Hogwarts più giovane, indietro ai nostri anni. Due adolescenti si fanno compagnia, chiacchierano e indicano il cielo con le dita un po' come fanno i bambini. E' così che funziona, quando sei innamorato ti senti più piccolo, ogni cosa, anche la più stupida acquisisce un valore diverso quando la condividi con la persona giusta.
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    Riconosco una giovane Zoya, un giovanissimo e riccioluto Jonathan. Non so se è una mia sensazione o sta accadendo davvero, sento il cuore battere così forte che ne percepisco l'eco in quella visione, come se ci fosse un televisore babbano acceso a tutto volume. Un vortice inghiotte quella scena, il tutto diventa una stanza dei piani superiori, la riconosco perchè anche oggi i bangi della scuola non sono molto diversi. La stanza è poco illuminata e si sente un gocciolare continuo, una figura femminile nelle vesti verde e argento si chiana con viso sul marmo. Il rumore è chiaro e non ho dubbi: sta sniffando qualcosa di illegale. Mi monta la rabbia ma anche la tristezza e l'impotenza; so che sono inutile e che quello che sto vedendo non è modificabile. E' qualcosa che posso soltanto vedere, ma che significa? Non ho nemmeno visto il volto di quella ragazza per capire che cosa centra con noi. Anastasya? E' lei? Frastornata respiro tornando nella vita quotidiana, Jonathan non mi guarda in volto, ma che sta succedendo? Jonathan? Sembra volermi evitare ma poi mi invita a sedere. Cosa c'è? E' spaventato da quella visione o lui ha visto dell'altro? L'ho perso di vista ad una certo punto, nel bagno degli studenti c'ero solo io e la sconosciuta. E' una Serpeverde .. è stata.. ripeto e il mio cervello comincia a consultare gli studenti che partecipano ai miei corsi, mi sforzo di ricordare i volti delle ragazze che tutt'ora studiando quando insegno ma mi ricordo che lei a quest'ora dovrebbe essere già diplomata e chissà dove. Scuoto il capo. Non ha senso farnetico. Deve aver studiato a Durmstrang, forse è il nostro volere di trovarla quì che genera delle visioni in questa scuola. E' che noi lo desideriamo e quindi l'abbiamo visto mi fa male dirgli questa opzione.
    Cerco i suoi occhi ma quello che mi dice dopo mi fa sentire strana, un po' amareggiata e preoccupata. Non voglio che parli ad Ian delle nostre cose. Lo ascolto in silenzio e mi guardo le mani. Cosa gli ho detto? In verità gli ho chiesto perchè ti ha contattato e cosa si è messo in testa. Spiego e non gli mento perchè non ho niente da nascondere. Qualsiasi cosa accade a questo mondo sembra che sia colpa tua spiego usando le parole che Ian stesso ha detto. Voleva difendermi da te sussurro dopo una breve esitazione. Taccio incapace di frenare le parole che scalpitano dentro la mia bocca. Dal padre di mia figlia.. sorrido mentre lo dico. Questo ci lega per sempre.. La risposta a lui e ad Ian è molto chiara: stare distante da Jonathan è impossibile.
    Anastasya sta soffrendo, Perchè dici così? Mi domando da cosa lo deduce. E' errata la visione.. commento convinta. Non doveva succedere.. per favore.. quando parli.. pensa all'effetto che fanno le tue parole su di me...
     
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    È ciò che desideriamo e quindi abbiamo visto Hogwarts per questo? < Non lo so.. Forse potrebbe anche essere che sia stata adottata da Inglesi? O dopo essere uscita dall'orfanotrofio sia emigrata qui in Inghilterra? > chissà, ci sono molti dubbi su di lei e comincio a pensare che di questo passo non riuscirò mai a trovarla. Ma questo non glielo dico, può leggere però la preoccupazione nei miei occhi. Mi preoccupo per quello che ha vissuto la piccola Anastasya, avrà vissuto un infanzia felice o triste?
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    Questa cosa non mi fa più dormire la notte, più le ricerche si intensificano e più questa paura prende il sopravvento su di me. Mi racconta cosa ha detto a Ian e rimango a fissarla seduto accanto a lei, non posso credere a ciò che dice.. Semplicemente non me l'aspettavo. Non mi aspetto neanche il suo sorriso quando lo dice, e sulle mie labbra compare un leggero sorriso che non riesco a trattenere. ci lega per sempre . Scuoto la testa tornando con espressione seria. Mi arrabbio. < Non c'è bisogno che qualcuno ti protegga da me. > ribadisco nuovamente anche se l'avevo già detto l'altra volta in ospedale < Anche se Ian forse ha ragione. > affermo con convinzione portando lo sguardo sulla grande tenuta della scuola, sospiro. < Se non mi fossi comportato stupidamente molto probabilmente Anastasya avrebbe di sicuro vissuto una vita più felice.. > e con questo rispondo anche alle sue ultime parole, sono arrabbiato, ma con me stesso. E prima che lei aggiunga altro nego con la testa e parlo io. < Lo so che queste parole ti fanno male, ma è così.. Ora bisogna solo prendersi la responsabilità delle proprie colpe, va bene.. Lo so che ti fa soffrire ma è così. Sarebbe dovuto andare diversamente e questo lo sappiamo, ma possiamo in qualche modo rimediare, anche se mi sento arrabbiato perché vorrei fare qualcosa per non farla soffrire.. . > perché in fondo sappiamo entrambi che Ana sta soffrendo. Il tono è sempre lo stesso: arrabbiato ma nonostante questo il mio sguardo verso di lei rimane estremamente comprensivo, dolce. Abbasso leggermente il tono avvicinandomi a lei, guardando i suoi grandi occhi azzurri. < Sarei dovuto restare vicino a te, aldilà del fatto che aspettavi una bambina.. Perché non è solo lei che ci unisce per sempre.. > si sa che i figli sono la cosa più bella del mondo, ma vuoi o non vuoi andranno sempre via, mentre la persona con cui hai scelto di condividere la vita invecchia con te e vive ogni cosa con te. Io non mi sento legato a lei solo per il fatto di avere una figlia, ma c'è altro.. E sono infastidito per la visione che ho visto, potrei sembrare egoista ma in questo momento non riesco a pensarla felice con un'altra persona che non sono io. Sono egoista. Lo so. Ma nessuno può amare lei quanto me. Nessuno. Non finisco la frase ma con le mani stringo leggermente la stoffa del suo colletto e la tiro a me posando delicatamente le mie labbra sulle sue, le do tre piccoli baci uno dietro l'altro senza mai sembrare prepotente.. Le ho assaggiate ed ora i miei occhi sprofondano nei suoi, le mie dita sfiorano la sua guancia e sento il suo respiro così vicino.. Aspetto di vedere una sua reazione, i miei occhi la guardano con tenerezza e desiderio. Non voglio forzarla e lasciarla libera di prendere una decisione. Non ho pensato prima a questa cosa, è semplicemente tutto spontaneo. Il profumo di Zoya è irresistibile per me, le sue labbra mi richiamano ma io cerco di resistere. Non ho parole e non ne voglio dire, ascolto solo il mio cuore impazzito e completamente preso da lei, dalla sua bellezza e dal suo modo di essere semplicemente lei.

     
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    Non lo so! ripeto più volte mettendomi le mani fredde sul viso. Non so più a cosa pensare, qualsiasi opzione la mia mente partorisce più il fatto di non trovare cose coerenti nelle tue visioni mi rattristano. Ce la stiamo mettendo tutta eppure non otteniamo nulla di chiaro. Potrebbe essere stata adottata proprio quì ma perchè ne sei così convinto? Indico un punto lontano dove credo che sia il mio paese d'origine. Potrebbe essere rimasta in Russia no? Se non mi fossi comportato stupidamente molto probabilmente Anastasya avrebbe di sicuro vissuto una vita più felice.. sospiro e guardo anche io oltre a me, fissare un punto del paesaggio mi permette di esternare le mie emozioni senza incontrare i suoi occhi che mi confondono. Smettila ti prego sussurro, la voce è calda, materna e non sono tesa mentre lo dico. Cerco la sua mano, è sul suo ginocchio piegato e gliela stringo osservando sempre davanti al mio viso. Non continuare a darti colpe, non continuiamo a darcele.. aggiungo. Il passato.. ha appunto questo nome.. passato. Forse seguire la cura del suo collega mi sta aiutando a mettermi in carreggiata meglio, vedo le cose più ordinate, mi faccio prendere meno dalla disperazione. Certo non sono pacifica e felice, ma come mai potrei in una situazione simile? L'hai appena detto.. possiamo rimediare ripeto le sue parole e allora mi volto a sinistra dove è seduto. Lo faremo, in verità lo stiamo già facendo.. unendoci nelle ricerche, nonostante le difficoltà, la rabbia, i rancori e ciò che i ricordi riportano a galla. Non è una cosa da poco Jon se ci pensi.
    Ha sempre avuto cura lui di me, quando crollavo, quando volevo solo sentirmi dire la frase "la troveremo"; adesso che lo vedo abbattuto è il momento di fornire il mio di aiuto e Jonathan, il padre di mia figlia, se lo merita. Si sta prosciugando con queste ricerche e il dolore non lo lascia vivere come vorrebbe, non gliel'ho mai fatto notare la le sue guance sono più piatte, i suoi occhi sono velati di sconforto e le sue occhiaie bluastre sono visibili sulla sua pelle bianca. Sarei dovuto restare vicino a te. Sento il cuore pulsare più velocemente ma è ancora poco distante dal regolare. Avrei dovuto dirtelo confesso di rimando e scuoto il capo prendendomi le mie colpe ancora una volta. Infine l'ho tenuta perchè era tua aggiungo fissandolo negli occhi. Non avrei desiderato che suo padre fosse un altro, mai. Le ultime parole assumono un tono molto basso ma la delicatezza con cui parlo fa capire che sto parlando col cuore.
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    Il tempo si muove a rilento, il viso di Jonathan si posa sul mio, le sue mani si avvinghiando al colletto della mia camicia. Rimango immobile mentre le sue labbra delicate si posano tre volte sulle mie. Il suo sapore è inconfondibile, la dolcezza con cui lo sta facendo è propriamente di Bennet e non è mai cambiata. Sento il suo respiro nasale sul mio volto, i miei occhi si chiudono e rimango appoggiata alle sue labbra quando termina l'ultimo bacio. Soffio il fiato sulle sue labbra, in quei millimetri che ci dividono dopodiché appoggio lentamente il palmo della mia mano destra sulle sue labbra morbide e calde. E' un divisorio silenzioso. Rimango con la fronte sulla sua, percepisco le grinze della pelle e i nostri profumi fondersi.
    Sospiro ad occhi chiusi, mentre un timido sorriso delinea le mie labbra dietro alla mano immobile. Non è un gesto irruento ma delicato: mette in pausa questo momento e non lo cestina.
    Un colpo di tosse volontario, i miei occhi celesti cercano i suoi giusto a qualche centimetro. Sfilo il palmo candido che ci divide e mi prendo una manciata di secondi per fissare quegli occhi rarissimi proprio di fronte ai miei. Possiamo rimediare partendo da ora sussurro caldamente, mi piace che il silenzio ci avvolga e che la profondità delle parole si percepisca come tale. Smettendo di ferirci a vicenda facendo riaffiorare gli sbagli aggiungo. Affrontiamo le conseguenze e basta.. le parole si vanno a smorzare, il tragitto verso le sue labbra sembra lunghissimo. Le appoggio, rimanendo immobile, cercando di catturare il suo profumo attraverso le narici, quasi con la paura di dimenticarlo a momenti.
     
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    Potrebbe si.. mi stringe la mano ed io rispondo intrecciando le dita con le sue. La verità è che le visioni forse non fanno altro che confonderci, nel nostro piccolo stiamo cercando di fare ogni cosa per trovare Anastasya. La sento vicina e questo però mi fa sentire ancora più forte, tra noi sembra esserci della calma e sto amando questo momento seppur sempre doloroso: sto ricordando un tempo di felicità e spensieratezza, una tranquillità che ormai non conosco da tempo. Lo faremo, in verità lo stiamo già facendo.. unendoci nelle ricerche, nonostante le difficoltà, la rabbia, i rancori e ciò che i ricordi riportano a galla. Non è una cosa da poco Jon se ci pensi. mi scappa un sorriso speranzoso Si, ogni tanto inciampiamo ma ce la stiamo facendo. ogni tanto litighiamo, ci diciamo anche le cose più orribili in faccia, ma alla fine siamo sempre qui a tenerci la mano, e questo vuol dire che ce la stiamo mettendo tutta per andare d'accordo.. oltre a questo però io mi sento legato a lei, ma non so se in lei è ancora acceso il sentimento per me, a volte lo percepisco e a volte faccio fatica a capirla.
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    Non avrei desiderato che suo padre fosse un altro, mai. quelle parole addolciscono il bacio delicato che ci diamo, queste parole mi fanno pulsare il cuore fortissimo e avrei voglia di tenerla stretta a me, di baciarla fino a non respirare più. Eppure mi placo in un senso di pace assoluta quando mi mette le dita sulle labbra, rimango fermo con gli occhi chiusi e sento il cuore che infiamma, li riapro quando stacca le dita da me e ci guardiamo, forse erano anni che non guardavo degli occhi in quel modo. Le mie labbra si curvano in un sorriso leggero. Ed io non avrei mai voluto una madre diversa da te per mia figlia. dico con voce sussurrata e profondamente vera. Perchè è così. Possiamo rimediare partendo da ora lei conferma il mio impegno di cercare di andare avanti senza ripassare nel passato, le sue parole mi danno sicurezza perchè so che ci siamo capiti, che stavolta ci siamo davvero capiti fino in fondo. Bisogna affrontare le conseguenze insieme, rimanendo uniti..
    I pensieri si fermano nello stesso momento in cui le sue morbide labbra si ricongiungono alle mie. Per la prima volta forse dopo tanti anni mi sento al posto giusto e assaporo il momento fino in fondo. E' la prima volta dopo tanti anni che Zoya si avvicina di sua spontanea volontà, la prima volta che non sono io a richiedere le sue labbra. Questo mi fa sentire desiderato, in fondo non sono solo io a volerla aldilà della storia di nostra figlia, in questo momento ci siamo noi ed è fondamentale restare uniti. Non resisto molto a lungo, dopo alcuni interminabili secondi in cui le nostre labbra sono unite, le mie mani premono delicatamente sulle sue guance e vorrei che per il momento si scordasse di tutte le preoccupazioni. Mordo delicatamente il suo labbro inferiore tirandolo appena, questo mi consente di essere un po' più audace e le mie labbra schiudono le sue, voglio la sua lingua e il suo sapore inconfondibile, lo voglio anche solo per un momento e me la prendo.
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    Non so quanto dura, non voglio esagerare perchè siamo nel suo posto di lavoro, ma è praticamente impossibile resistere. Mi stacco in modo difficoltoso da lei e mi mordo le labbra. Appoggio i palmi delle mani sull'erba. Possiamo rivederci domani sera, quando finisco il turno in ospedale.. potrei conoscere Sejal, che ne dici? sorrido e guardo aldilà ripensando alla brevissima visione che ho avuto, non so se Zoya l'ha vista ma io ho visto una finestra triste, e vorrei fosse solo frutto del mio intelletto. L'idea di rivederci al di fuori delle ricerche, cercando di passare del tempo insieme senza angosciarci.. è possibile farlo Zoya? penso tra me e me mentre aspetto una risposta. Se vuoi.

     
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    Inciampare ci rende più forti no? Soffio sulle sulle sue labbra prima che rapiscono le mie e la mia lingua. Credo che non ci sia sapore più buono di lui eppure non so descriverlo. É dolce? Salato? Non lo so, é qualcosa che nel tempo non é mai cambiato.
    Non mi pongo troppe domande, come é accaduto in Russia sono attirata dalla sua bocca più di come dimostro. Non fossimo ad Hogwarts sono certa che avrei voluto la sua lingua con foga e avrei preso il suo colletto fra le dita per non lasciarlo sfuggire. I respiri si infrangono l'uno sull'altro e ci ritroviamo a fissarci senza fare altro. Non possiamo fare altro per la verità. Sposto un riccio ribelle, la delicatezza del tocco é materna e leggera. Dopo di ché sentendomi arrossire mi allontano sul mio posto a sedere, l'imbarazzo ha la meglio, guardo davanti a me mentre parla e torno sulle mie. Sejal dorme alle ventuno quasi sempre, non é ancora abituata ai nostri orari.
    Rispondo tranquillamente come se quello che è successo non ci avesse scomposto. Dentro di me c'è un vortice di emozioni che cerco di domare. Termini il turno alle diciotto? Potresti venire direttamente a vederla faccio spallucce. Domani ha il pomeriggio libero dalle lezioni di inglese, la troverai vigile e attivissima. Sorrido pensando alla costruzione della muraglia che rende il mio salotto un vero disastro. Sposto lo sguardo su di lui sorridendo dolcemente. Quando sei emozionato di vederla?
    Lo capirá che dentro a questa domanda ce n'è un'altra di più grande? Forse mi faccio castelli in testa o forse no, ma le sue gote rosa sono indice di tenere sensazioni.
     
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    I contrasti che abbiamo avuto forse ci sono serviti a capire che nonostante tutto la voglia di farcela insieme rimane, che io non posso fare tutto da solo anche se lo volessi, che alla fine ho sempre bisogno di lei, anche solo la sua presenza, il suo calore mi rimette in moto. Non esiste una donna così, una persona come lei che mi fa stare così bene ed è semplicemente bellissimo poter assaporare il sapore delle sue labbra, così dolce e non posso sottrarmi a tanto piacere che ne deriva da quel gesto così intimo. Dura un attimo eppure sembra esser durato una vita intera, Zoya mi ha completamente annebbiato la vista e riempito il cuore, non credevo di potermi innamorare un'altra volta a questa età. Perché l'età adulta ti fa calcolare ogni cosa, hai sempre la consapevolezza di dover fare bene le cose, hai le esperienze che ti hanno forgiato e le grandi delusioni della vita che ti mantengono con i piedi per terra. Invece con lei mi sembra di tornare a quel periodo, quando eravamo giovani e guardandoci negli occhi capivamo già tutto. Ora la mia vita non è semplice come una volta, ma quando mi avvicino a lei sento il cuore in fiamme e mi sento a casa, tutta la rabbia e il rancore ormai sembrano essere svaniti nel nulla, il sentimento sovrasta qualunque altro ostacolo.
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    Esiste solo lei, io e la pace. Siamo forse imbarazzati, lei più di me. Semplicemente perché è avvenuto tutto spontaneo, non c'è bisogno di dare spiegazioni e forse ci stupiamo di noi stessi, di come quel sentimento ancora esista dopo lunghi anni di lontananza. Credo sia incredibile e forte. < Va benissimo. > sorrido < Verrò domani appena finito il turno, vengo direttamente a casa tua. > Sono molto contento di conoscere la bambina, il pensiero vola a nostra figlia e inevitabilmente mi verrà naturale pensarla quando domani sarò lì. Chissà Zoya come si comporta con i bambini, non ho mai avuto modo di vederla come madre in realtà.. È un pezzo che mi manca. La sua domanda dolcissima mi fa leggermente arrossire. Forse pensiamo alla stessa cosa? < Sono molto, molto contento di vederla.. Non vedo l'ora di conoscerla. > i miei occhi luccicano e sospiro, mi sento più leggero e devo elaborare il tutto. Degli studenti si avvicinano man mano e ci rialziamo da terra < Sarà meglio che ora ti lasci al tuo lavoro.. > camminiamo sul vialetto in pietra verso Hogwarts, guardarla mi mette pace ma anche una certa ansia, i mostri del passato purtroppo provengono dalla stessa fonte della felicità. Un giorno forse riuscirò del tutto a superare questo problema, e quel giorno troveremo Anastasya. Ci fermiamo l'uno di fronte all'altra. < Grazie. > mi avvicino baciando la sua guancia, la guardo arrossire e sorrido di rimando. < Ciao! > mi allontano lentamente voltandomi di tanto in tanto verso di lei, fino a quando imbocco l'entrata dei corridoi.

    conclusa.
     
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