La storia che non abbiamo mai raccontato.

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    Il tono di Jon si alzò di alcuni decibel, credevo di non averlo mai visto così ed era la pura verità. Rimasi ad osservare la sua reazione perdendo un lembo di cuore ogni volta che le sue parole mi colpivano come uno schiaffo. Ero cosciente che non saremmo andati da nessuna parte continuando ad urlarci addosso e continuare a rinfacciare gli errori. Ci Si doveva sedere e decidere chiaramente cosa fare. Io non avrei rinunciato alla promessa fatta a mia madre e lui a quanto pare non avrebbe mai rinunciato al suo sogno. Forse quello che desideravo di più erano le sue scuse o erano delle promesse. Esattamente non sapevo se dicendo una di queste due cose avrebbe effettivamente sanato la situazione. Probabilmente il fatto di aver deciso da solo aveva ferito me più di quanto lui immaginava.
    Le parole uscirono dalla bocca del tassorosso a fiumi, la sua faccia era tirata e i suoi occhi brillavano, pensavo di non averlo mai visto piangere di rabbia o di dolore prima di adesso. Forse io avevo pianto con lui di felicità, questo certamente. Diceva che non sapeva rispondere alla domanda, anche lui in qualche momento si contraddiceva e quando tirò in ballo la nostra età le mie viscere si contorsero. Dove vuoi arrivare con questo discorso? domandai piegando la testa di lato incredula. Lui continuò a parlare e probabilmente non sentì nemmeno la mia voce. Non ti amo nello stesso modo in cui tu ami me, il mio sentimento non è pari a quello tuo. Se fossi stata una vigliacca e di noi non me ne fosse fregato nulla avrei preso e me ne sarei andata. Invece rimasi dove ero, con al schiena pietrificata sciogliendo le braccia dal mio petto. Le lacrime si fermarono e probabilmente quello che vedeva lui era l'immagine di una Zoya come non l'aveva mai vista. Che s-stai dicendo? La mia voce aveva un tono differente: era incredula e impreparata. E se potevo anche aggiungere mi sentivo spaventata. Stava crescendo dentro di me una strana sensazione: è la conferma del fatto che fra noi non ci sarà un futuro solido? Tu me lo hai detto Jonathan. Mossi dei passi verso di lui, veloci, i pugni stretti e le braccia tirate. Ero davanti a lui e osservai per bene le lacrime che lasciavano i suoi bellissimi occhi. Puntai il dito verso di lui, in altra occasione poteva essere interpretata come una minaccia ma in quel momento era un gesto mosso dalla situazione straziante. Perchè menti? Cristo! Perchè lo stai facendo? La cosa che non ti si addice è dire bugie. Per cosa esattamente.. per sentirti meno in colpa? ..non assumerti la responsabilità che tutto questo sta accadendo unicamente perchè sei egoista come tu stesso hai ammesso. La verità era quella e quella soltanto.



    Tu cosa? Pensavo di non aver sentito bene. Invece era chiaro perchè lo ripeté un'altra volta. T-tu cosa? Lo incalzai di nuovo.
    Se avevo preso coraggio adesso le lacrime ricominciarono a zampillare. Cosa stai facendo Jonathan? Volevo fuggire lontano, se esisteva un modo, un incantesimo capace di sistemare le cose avrei voluto saperlo fare. Non ero più una bambina che sperava fosse tutto un tremendo incubo o che fantasticava sul fatto che domani le cose sarebbero andate a posto nel migliore di modi. Jonathan stava rompendo con me per andare a studiare in America. Cosa stai f-facendo? Ero allibita, una parte di me ripetendo quel quesito, voleva spronarlo a ragionare anche se il tono con cui l'aveva detto era piuttosto fermo. Di certo non era un insensibile: leggevo nella sua espressione, voce ed occhi tutto quello che stava provando. Per questo non credevo a ciò che mi aveva detto o non a tutto almeno. Voglio sentirlo.. così mi farò da parte.. il petto tremava la voce anche e ormai rauca dissi Dimmi che non mi ami più.. e allora prendi il tuo biglietto per l'America e di me avrai solo i ricordi di questo anno passato insieme.
    Non lo avrei pregato di rimanere. Se il suo egoismo avrebbe prodotto menzogne anche in risposta a questa ultima domanda mi sarei fatta da parte d'ora in poi. Non gli avrei mandato una lettera per dirgli che mi aveva strappato il cuore.
    Ero convinta che il dolore provato da bambina quando scoprimmo la doppia vita di mio padre fosse ineguagliabile. Questo era molto più lacerante.

     
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    Jonathan aveva completamente perso la ragione, la valanga di domande da parte di Zoya le sembravano così pesanti ed era quasi impossibile cercare nella sua mente, la sua mente complessa e incredibilmente geniale si inceppò totalmente davanti a tutte quelle emozioni contrastanti che stava provando. Zoya riuscì ad intuire che dietro le parole di Jonathan c'era una bugia, lui la amava ma aveva le mani legate da un sogno forse più grande ancora di qualsiasi altra cosa. Era confuso con se stesso e quasi non riusciva a dare delle risposte a se stesso. La domanda era Lui amava davvero Zoya almeno quanto lei amava lui? forse no? o forse si ma con grande rammarico doveva dire a se stesso di non essere pronto ad un amore così enormemente importante?
    Ormai la sua gola era diventata secca, non aveva più lacrime da versare, per un attimo tutto si fermò.. anche le sue lacrime smisero di uscire, la sua faccia divenne più convincente. Sono egoista.. lo era per davvero, ed era sincero ad ammetterlo, come avrebbe fatto qualunque Tassorosso. Le domande della ragazza si susseguivano e rispose lui quasi in modo meccanico. Ho detto c-che ti lascio.
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    lei rimase completamente shoccata dalla frase del ragazzo, lui se ne stava in mobile e con il respiro che si faceva sempre più veloce, più insistente. Si sentiva morire, avrebbe preferito essere investito da un treno in corsa piuttosto che vivere tutto ciò che stava vivendo. Il suo cuore era squarciato, letteralmente diviso a metà, sanguinante, eppure era stato lui a causare tutto questo , era stato lui a giungere a quella conclusione che sembrava davvero essere l'unica soluzione. Per un attimo passarono davanti ai suoi occhi tutti i ricordi migliori di quell'ultimo anno trascorso ad Hogwarts: la maggior parte erano tutti con Zoya, il loro primo viaggio insieme, tutte quelle volte in cui si erano divertiti a creare le pozioni, le lunghe passeggiate in luoghi stupendi, la gita in mezzo alle farfalle, la prima volta insieme e poi.. alzò la testa e guardò l'albero, quell'albero era stato il sigillo del loro amore, un amore bellissimo che stava finendo nel peggiore dei modi.. l'albero del primo bacio, della felicità che si erano promessi a vicenda, era tutto lì davanti a loro.. e lui lo stava facendo, lo stava per dire veramente. Tutto si stava sgretolando rapidamente e distruggendo completamente. Con un nodo alla gola tornò a guardare Zoya, ormai erano entrambi allo stremo, avevano pianto, avevano urlato, avevano parlato.. eppure Jonathan trovò la forza per dire ciò che forse non avrebbe mai voluto dire. Se è questo che voleva sentirsi dire allora lui lo avrebbe detto... Non posso.. dirtelo.. era questa la conclusione di tutto, era convinto di amarla.. ma probabilmente si rendeva conto di non amarla abbastanza, se questo non era bastato a convincerlo a rimanere, a scegliere un università diversa da quella che lo avrebbe preparato ad essere uno dei migliori guaritori e neurochirurghi al mondo. .. io Ti amo.. le sue parole erano tremanti Ma non posso più amarti.. sembravano incerte le sue parole ma la sua espressione era ferma, convincente. Si sentiva addosso il peso di questa grande responsabilità, di questa scelta cruciale. Probabilmente più tardi se ne sarebbe pentito in ritardo. la stava perdendo, lui era artefice del suo destino. Non posso più amarti. si mise a ripetere affinchè capisse bene. E' finita. disse per finire quasi in un sussurro debole.

    Ti ho deluso o abbandonato?
    dovrei sentirmi in colpa o lasciare che i giudici mi guardino male?
    Perché ho visto la fine prima che iniziassimo
    si, ho visto che tu eri cieca ed io sapevo di aver vinto,
    quindi ho preso quel che era mio per diritto divino
    Ho preso la tua anima durante la notte
    potrebbe essere finita ma non finirà lì,
    sono qui per te se solo te ne importasse
    hai toccato il mio cuore, hai toccato la mia anima
    hai cambiato la mia vita e tutti i miei obiettivi

    e l'amore è cieco e l'ho saputo quando
    il mio cuore era accecato da te
    ho baciato le tue labbra e stretto a me la tua testa
    ho diviso con te i tuoi sogni e il tuo letto
    ti conosco bene, conosco il tuo odore
    sono diventato dipendente da te

    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me

    Sono un sognatore ma quando mi sveglio,
    non puoi spezzare il mio spirito, sono i miei sogni che prendi con te
    e visto che stai andando via, ricordati di me
    ricordati di noi e di quello che eravamo

    ti ho vista piangere, ti ho visto sorridere
    ti ho guardata per un pò mentre dormivi
    sarei stato il padre dei tuoi figli
    avrei passato il resto della vita con te
    conosco le tue paure e tu conosci le mie
    abbiamo avuto i nostri dubbi ma adesso stiamo bene,
    e ti amo, giuro che è vero.
    non posso vivere senza di te

    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me

    Ed io ancora stringo la tua mano nella mia
    nella mia, quando mi sono addormentato
    e denuderò la mia anima in tempo
    mentre mi inginocchierò ai tuoi piedi
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me

    Sono così vuoto, tesoro, così vuoto
    sono così, così, così vuoto
    Sono così vuoto, tesoro, così vuoto
    sono così, così, così vuoto
     
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    Lo ripeté ancora: sono egoista. Quella frase cominciavo a detestarla e per un millisecondo pensai di essere ad un passo di sbraitargli addosso il fatto che non era un bravo attore. Certo, sapevo che era determinato ma in fondo non lo credevo capace di fare del male alle persone. Per questo gli avevo chiesto di dirmi in faccia letteralmente di non amarmi più. Forse cercavo della parole forti, così taglienti da ferirmi abbastanza da scollarmi da lui. In pratica era masochismo puro: volevo che mi ferisse così tanto da costringere il mio cuore a odiarlo. Così avrei sofferto meno che essere lasciata con frasi che confermavano il fatto che era il decorso delle cose a farci allontanare e non il sentimento.
    Jonathan non lo disse chiaramente, nelle sue parole sentii tutto l'amore che ci eravamo promessi in quell'anno entro e fuori le mura del castello. Lo sentivo tutto ed era puro e nonostante ciò per lui non era sufficiente. Come era possibile che scegliesse di partire e abbandonare chi amava? Questo non riuscivo a capirlo. Come puoi.. mormorai con gli occhi azzurri ormai venati di rosso, mi bruciavano gli occhi, le palpebre erano pesanti. Come fai.. mi corressi. Mi voltai verso il ramo di quell'albero dove ci eravamo seduti molti mesi prima. Calpestare tutto quello che abbiamo condiviso, non me ne capacito. Stavo parlando da sola perchè ormai non desideravo un cambiamento alle sue decisioni e alle sue parole. Credo che non riuscirò a guardare un altro tramonto come l'ho visto con te. Gli parlai con le spalle girate e un'ampia percentuale di me era convinta non potesse sentire, tanto la voce era bassa. Non mi importava che lui sapesse questo, non mi vergognavo dei miei sentimenti. Ero solo delusa, amareggiata e affranta. Poi alzai il tono di voce dandogli le spalle. Non si tratta di non potere, Jonathan dissi alzando il capo e facendomi forza. Non vuoi, è ben diverso. Volere è potere, oltre ogni ostacolo. Mi dispiace Jonathan. Non sapevo perchè mi stavo scusando io, forse perchè gli avevo dato troppo amore e nonostante lui mi stesse dicendo che era tutto finito io gliene avevo regalato ancora. Nonostante tutto, nelle mie parole glielo avevo detto ancora una volta, l'ultima.
    Non attesi un secondo in più, non riuscii a voltarmi per guardarlo in faccia. Inspirai un paio di volte come se l'ossigeno non fosse mai sufficiente e mi diressi verso il sentiero del boschetto. Sarei tornata al castello da sola. Indugiai a livello del tronco dell'albero e ci appoggiai il palmo della mano socchiudendo gli occhi. Penso che amerò questa corteccia per il resto della mia vita.
    Forse ero una sognatrice, una che amava le speranze fino alla morte.
    Quel gesto era un ti amo che sigillava quello che provavo.
    In quel momento lo ritenevo indistruttibile.
    Credevo davvero che anche se Jonathan spariva lo avrei amato e lo avrei aspettato un domani.
    Forse ero giovane e troppo.
    Forse stavo promettendo a me stessa qualcosa che avrei dimenticato anni avvenendo: la mia testa, ma non il mio cuore.


    conclusa.
     
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