La storia che non abbiamo mai raccontato.

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    Ma chissà se lo sai?
    Capitolo 1

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    Se ve lo state chiedendo e avete qualche dubbio vi diciamo subito che ci troviamo ad Hogwarts e siamo agli inizi degli anni duemila, Voldemort è stato ormai spazzato via da tempo, e il mondo ha iniziato da pochi anni a riprendere la vita normale. Hogwarts è rinata, c'è nuova vita dentro le mura del castello e gli anni scolastici scorrono insieme alle stagioni variegate della natura. Siamo in pieno ottobre, gli alberi si spogliano per l'inverno e il colore delle foglie è di un marroncino spettacolare. Jon ho sempre amato i colori di questo periodo, proprio per questo ha sempre conservato una foglia all'anno, si era fatto una collezione tutta appiccicata ad un libro ed era come il diario naturale dei vari anni precedenti. Chissà perché le serpi amassero fare cose veramente noiose e poco istruttive, lui non li ha mai capiti, un'altra volta avevano avuto il coraggio di interromperlo mentre cercava di osservare la nascita di un drago, lui è sempre stato affascinato da queste cose e quella volta avevano proprio esagerato, un suo compagno di casata si era procurato l'uovo e loro avevano fatto la spia. Purtroppo fu sospeso perché i draghi non si potevano portare a scuola. Senza contare che le sue ricerche erano andate tutte perse. Menomale che al mondo però esistevano persone ben diverse da loro, tipo i Corvonero o meglio LA sua Corvonero preferita, lei si che era una forza della natura e no no, non era per niente noiosa anzi gli piaceva stare con lei per tutto il tempo libero che aveva. Si erano conosciuti durante la fine del quinto anno, ed entrambi ora erano al settimo. Oh a proposito, lui era dei Tassorosso!
    Quel giorno si ritrovò disteso sul prato che conduceva verso il treno espresso per Diagon Alley, stava aspettando di vedere Zo' sbucare dalla parte opposta per prendere il treno, sapeva che sarebbe andata a fare delle compere e si era fatto trovare lì per proporgli di andare insieme. Eh si aveva spiato un po' al tavolo dei Corvonero e poi parlando gli aveva innocentemente detto che andava proprio quel giorno. Così quando la vide in lontananza si alzò in piedi scrolladosi di dosso l'erba che era rimasta sulla sua divisa, poi le andò incontro affiancandola nella camminata. < Ciao Zo'! > così la chiamava < Posso accompagnarti vero? > disse sorridento, era quasi certo che accettasse il suo invito, ultimamente erano stati per molto tempo insieme a fare praticamente di tutto, dalla cosa più divertente a quella più noiosa. Era pomeriggio e sarebbero tornati ad Hogwarts sul filo del tramonto. < Io devo comprare un calderone nuovo, l'ultima volta l'ho fatto esplodere.. Non so mica come ho fatto ma vabbé. > ci rise un po' su insieme a lei mentre erano già seduti sul treno uno di fronte all'altro < Tu cosa vai a comprare? > non ci sarebbe voluto molto, il viaggio era piacevole e anche breve.
     
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    Mi preparai di tutta fretta, abbandonando la divisa sul letto e prendendo su solo il necessario: bacchetta, galeoni e il mio giubbino con le tasche espandibili. Mi diressi giù per le scale, sorpassando quelle a cui piaceva cambiare di continuo fino a perdere anche i minuti superflui qualora uno fosse pure in anticipo. Con le mani in tasca proseguii oltre la Sala Grande ghermita di studenti a gruppetti. L'aria autunnale spostava con se delle foglie colorate. Ah, questa stagione in Scozia è un pullulare di colori caldi e meravigliosi sorrisi socchiudendo gli occhi, felice di riservarmi quel pomeriggio libero per fare compere necessarie ai miei lavoretti extra scolastici a Diagon Alley. Bramavo quel momento da tutta la settimana quindi con l'umore alto mi avviai verso la stazione del treno.

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    Oh Jon! esclamo quando compare dal nulla cogliendomi impreparata. Mi ha quasi fatto prendere uno spavento dico sorridendo in sua direzione, toccandomi sopra il seno dall'emozione. Quel mattino a colazione avevamo chiacchierato un po', ero quasi certa che la sua apparizione non fosse tutta una coincidenza. Beh, non posso esserne che contenta. Ma certo! Andiamo insieme! annuii più volte, riprendendo a camminare. Ma scherzi, ti sei fatto male con quel calderone? Precisamente cosa stavi facendo? Piegai la testa di lato ammonendolo con un dolce sorriso. Pensavo di andare da Maledizioni e Contromaledizioni appunto dissi gesticolando. Ho bisogno di un paio di beute con il tappo smerigliato, quelle che ho io sono tutte graffiate! mimai il movimento ondulatorio che si fa per mescolare un liquido al suo interno. Dei tappi di sughero e a vite per le provette e chissà se è arrivato qualche curioso pezzo che attirerà la mia attenzione. E tu hai di certo bisogno di un nuovo calderone! Giungemmo alla stazione in poco tempo, salimmo sulla prima carrozza prendendo posto uno di fronte all'altro nella stessa cabina. Mi affacciai al vetro umidiccio, scrutando fuori. E' la tua stagione preferita l'autunno? domandai curiosa mente il vagone partiva strillando.

     
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    Disse che si prese un bello spavento a vederlo così all'improvviso, ma non sembrava affatto affranta dal fatto che ci fosse lui al suo fianco, come immaginava e continuava a sperare non era la sua impressione che ultimamente stavano tanto tempo insieme e ci stavano anche bene. Insomma, Zoya non era il tipo di persona con cui ci si poteva annoiare facilmente ma a parte questo c'era qualcosa di nettamente superiore agli altri, una farfalla nello stomaco di Jonathan si muoveva ogni quando i suoi occhi incrociavano quelli della giovane Corvonero. < No figurati se mi sono fatto male. > e ovviamente non era vero, mica poteva essere che Jon dicesse la verità per far preoccupare la ragazza, era semplicemente una scottatura di poco conto che stava proprio sotto la sua manica, ma era un segreto e non lo faceva mica per dire bugie eh. < Avrò sbagliato qualcosa, non capisco che cosa ci ho messo dentro, mi sa che ero sbadato.. Ho fatto qualcosa che nemmeno io so, non so spiegarti, ma secondo te può essere che in un libro di pozioni ci sia scritta una procedura sbagliata? Non pensi che possa essere un grave errore? Oserei dire quasi imperdonabile. > disse gesticolando molto e continuando a sorridere praticamente all'infinito.
    Si ritrovarono dentro al treno che era già in corsa verso la destinazione, il Tassorosso si perse con lo sguardo verso le colline che si notava o fuori dalla grande finestra del treno, solo quando Zoya parlò si voltò ad incontrare di nuovo il suo sguardo. < Si hai indovinato, è la mia stagione preferita.. I colori sono davvero stupendi e le temperature ancora abbastanza stabili, è tutto così.. Magico! > poi ad Hogwarts la cosa diventava veramente magica < E la tua stagione preferita qual'è? > poteva essere una domanda banale, ma non conosceva davvero la risposta. Jonathan rimase a fissare la ragazza per un paio di secondi muovendo i suoi occhi blu praticamente per tutto il tempo in cui lei guardava fuori dal finestrino, poi si decise a spostarsi mettendosi affianco della Corvonero, ora poteva guardarla più da vicino e soprattutto poter guardare nella sua stessa direzione. < Vedi quelle colline? i miei mi raccontavano che esiste il regno delle farfalle proprio in quel punto li, secondo me un giorno ci dobbiamo andare.. Vorresti vederlo tu? > la sua proposta poteva essere stravagante oltre che surreale, esisteva davvero questo posto? Ma a lui non importava tanto, era una scusa per fare sempre due passi insieme. Arrivarono a Diagon Alley e quando furono giù dal treno si diressero verso il negozio di Maledizioni e contromaledizioni per fare gli acquisti. Erano già dentro il negozio quando Jonathan lasciò cadere accidentalmente tutti i piccoli calderoni che erano messi in esposizione. < Mi scusi non volevo, non volevo. > disse al padrone del negozio mentre Zoya le diede una mano a sistemare il tutto. È che lui era un po' sbadato, soprattutto quando stava insieme alla Corvonero, per lui era imprevedibile fare errori di questo genere. < Che dici Zo' mi aiuti a scegliere il calderone giusto? > si abbassò verso il ripiano più basso insieme a lei per rovistare diversi calderoni, ne approfittò di questa vicinanza per guardarla ancora una volta con un sorriso malizioso prima di sbattere la testa in uno dei ripiani. Si toccò la testa ma rimase col sorriso per non sembrare sciocco. < Che dici, facciamo veloce qui e ce ne andiamo in un posto più bello? > una proposta che ancora non aveva realmente un'idea dietro.
     
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    Non me la racconti giusta, Jon, ma fa niente, l'importante è che non ti sei fatto niente di grave
    pensai ascoltando le sue domande sugli errori di battitura od espressione dei tomi. Può essere, perchè no? gli risposi gettandogli un'occhiata perplessa e facendo spallucce. Infine anche i maestri sbagliano, non credi?
    Il treno sfrecciava e in quel compartimento c'eravamo solo noi. Tutti e due eravamo incantati dal paesaggio fuori il finestrino. Le colline e i colori della stagione ne facevano davvero un bel quadro. Jon annuì, ci ho indovinato, la sua stagione preferita è l'autunno. E' magico l'autunno dissi con fare sognante voltandomi verso di lui per scoprire che i suoi occhi erano già puntati su di me. Le mie gote si colorarono di un rosa intenso e i miei occhi si dilatarono. Mi piace molto l'autunno, i colori vivaci, il suono del vento e il cinguettio degli uccelli tutti indaffarati. E' qualcosa di estremamente rilassante. Amo anche l'inverno soffiai fuori un po' di nostalgia. Mi piaceva correre in mezzo alla neve, quando in famiglia le cose andavano ancora bene. Prima di trasferirci. La neve che cade sulla testa, le persone che camminano mano nella mano e le bevande calde che ristorano il corpo. Jon si spostò di fianco a me, sullo stesso sedile, fui catturata dal suo braccio proteso verso il finestrino. Il regno delle farfalle? ripetei sbalordita. Se esiste davvero voglio vederlo! Spostai la mano sul suo ginocchio vicino, senza pensarci troppo. Andiamoci! Imbarazzata pensai che forse quel gesto avrebbe potuto metterlo in imbarazzo quindi arrossendo mi sistemai di nuovo nel sedile.
    Camminammo in mezzo alla strada principale di Diagon Alley, chiacchierando animatamente su vicende accadute in classe. Alle volte i disastri erano pure divertenti. Una volta all'interno del negozio, nello spazio riservato ai kit scolastici, Jon urtò per errore dei calderoni facendone rotolare a terra alcuni. Non preoccuparti mormorai afferrandone uno, il padrone del negozio si avvicinò. Questi sono indistruttibili. Perchè non prendi uno di questi? ne afferrai uno per il gancio. E' un classico intramontabile. Gli sorrisi teneramente. Jon è sbadato, sono le sue distrazioni ad incuriosirmi tanto. Se fai saltare per aria anche questo vieni da me, ne possiedo più di uno, posso prestartelo. Lo guardai negli occhi abbassandolo. Potremmo fabbricare qualcosa insieme un giorno di questi, almeno posso controllare che non salti per aria. Ridacchiai contenta che lui avesse scelto me come sua compagna di compere e siccome passavamo molto tempo insieme, oltre che a studiare anche a passeggiare lungo il Lago Nero o altrove, sapevo che non avrebbe mai detto no alla mia proposta. Anche perchè non sarebbe stata la nostra prima pozione fatta insieme, però ogni volta era uno spasso e infine era una scusa per rivederlo e passare del tempo insieme. Io adoravo dividere il mio tempo con lui perchè compensava il mio essere troppo ligia e severa con me stessa, la sua goffaggine mi distraeva e mi provocava dei sinceri e particolari momenti emozionanti. Mentre mi offrii di sistemare da sola e l'inserviente si allontanava mi chinai per riporre un calderone rimasto a terra, Jon si abbassò con me per poi sbattere accidentalmente il capo su una mensola un po' sporgente.

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    Hei allungai istintivamente la mano dolcemente verso la zona colpita, sopra i capelli. Ti verrà un bel bernoccolo sorrisi per farlo sentire men imbarazzato. Eravamo accovacciati a terra, la nostra vicinanza mi permise di vedere le sue iridi azzurrine da vicino. Cosa che guardavo spesso a dire la verità. Avvampando e schiarendo la voce mi alzai per rispondere alla sua domanda. Sì, prendo i tappi e le beute e usciamo di quì'. Aggiudicato questo allora? con il mento indicai il calderone interessato.
    Pagai e uscimmo insieme sul porfido. Quanto pensi durerà questo tuo nuovo acquisto? scherzai mentre lo riponevo nella mia sacca senza fondo, insieme alle mie compere. Spero poco, così ti vedrò presto come fisso compagno di pozionistica extra scolastica. Passammo davanti ad Olivander. Quanti ricordi iniziai a dire con fare sognante. Me lo ricordo come fosse ieri, non fu facile trovare la bacchetta giusta fra tutte quelle feci spallucce sfiorando il catalizzatore nella mia tasca. E tu, Jon, quanto ci hai messo? Mi immaginavo un giovane Jon sbadato che roteava a destra e a manca la bacchetta sbagliata e distruggeva mezza vetrina del negozio o che versava l'acqua del vaso in testa al signore che lo gestiva.
    Guarda! asserii con emozione. Indicai il cielo che in quel momento fu striato da uno stormo di uccelli colorati. Saranno scappati dal Serraglio stregato? dietro di loro una scia colorata si spargeva nell'aria. Magico! istintivamente feci un paio di saltelli avanzando rispetto a lui. Mi voltai piegando la testa di lato e quindi tornai verso di lui eccitata. Andiamo Jon! Dobbiamo vedere dove vanno! Lo presi per mano sorridendo tirandolo leggermente verso il fondo della via.

     
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    Giusto! rispose sorridendo a quella teoria avanzata dalla corvonero, anche i grandi possono spagliare no? perchè mai Jon non poteva permettersi di sbagliare? tutti fanno degli errori nella vita, la cosa valeva per tutti gli esseri umani, anche per lui che a volte peccava di orgoglio con le cose straordinarie che faceva a scuola. Riusciva a studiare bene una nozione di pozioni in meno di trenta minuti, ancora non riusciva a spiegarsi come mai non era finito a Corvonero, forse tutta colpa della sua smisurata bontà verso gli altri. Durante il viaggio amò il contatto con la giovane strega ma lei sembrò davvero arrossire questa volta, ci mise un sorriso su pensando che era stata molto dolce, quanto meno ora Jon capiva che la cosa era reciproca. Chissà se il regno delle farfalle esisteva davvero, sarebbe stato proprio bello vederlo. Menomale che ci pensò Zoya a toglierlo dai pasticci, ne aveva combinata una delle sue e con le sue abili mani sistemò i calderoni prima che il padrone iniziasse ad urlare. Si, mi sa che ne prendo proprio uno di questo.. infatti si era visto come non si erano rotti durante il disastro che aveva combinato. Il giovane Tassorosso ne approfitto per puntare le sue iridi blu negli occhi della ragazza mentre rispondeva con un sonoro Si fabbrichiamo! ed istintivamente fu in quel momento che la sua testa sbattè sulla mensola e si trovò la mano della Corva stra i suoi riccioli, si perchè Jon da studente si era lasciato crescere quella folta chioma dei suoi capelli ricci. Si ritrovò a cambiar di colore e fanculo insomma, la sua mano era sulla sua testa. oh sto bene.. benissimo! quindi si alzarono insieme e si affrettarono a terminare gli acquisti.
    Camminavano lungo la via principale e lui aveva appeso il calderone allo zainetto, faceva un po' di rumore ma non era del tutto fastidioso. Ci ho messo un'ora disse ridendo, si ricordò che era stato davvero difficile trovarla.. quasi quasi il proprietario voleva lanciarlo fuori dal negozio. La prima volta una bacchetta è esplosa, mentre le altre non davano segni di vita.. ad un certo punto lui ha avuto dei forti dubbi che ero un babbano. lui era figlio di due babbani, era stato provvidenziale che fosse nato mago. La loro attenzione improvvisamente fu attirata da uno stormo di uccelli colorati, sembrava scappassero verso il bosco e Zoya non osò trattenersi, si trascinò Jonathan prendendolo per mano e lui corse insieme a lei nella direzione in cui andavano gli uccelli. Non si fermarono ma uscirono dal villaggio e si ritrovarono in un boschetto contornato da diversi alberi, il cinguettio era molto forte e con un movimento veloce arrestò la loro corsa. < Ssssh! > si mise il dito davanti alle labbra in segno di silenzio < Dovrebbero essere qui vicino. Sta a vedere. > erano i momenti in cui tirava fuori le sue capacità imparate da bambino. Prese dalla tasca una caramella e la schiacciò mettendola sul palmo della sua mano, poi fischiò in un modo strano, sembrava di stare a sentire uno di quegli uccelli del sud America. All'improvviso tanti uccelli colorati andarono a posarsi sulla sua mano e lui rise tanto, soprattutto quando uno si posò sulla sua testa e non se ne voleva andare: la Corvonero sembrava divertita e allora, quando gli uccelli se ne andarono prese un'altra caramella e si avvicinò alla ragazza. < Tieni, prova tu..> si mise dietro di lei e con la mano alzò il braccio della ragazza, mentre l'altra era posata sul fianco di Zoya. Ci fu prima un silenzio < Pronta? > quando tutto fu pronto fischiò per la seconda volta e uno stormo enorme di uccelli colorati li avvolse completamente, così tanto che non riuscirono più a liberarsi. Risero davvero tanto e si ritrovarono ad avere tutti i capelli spettinati a causa degli uccelli che ne avevano tirati abbastanza, alla fine riuscirono a liberarsi e poterono prendersi un po' di respiro. < Sei stata bravissima eh! > e prese la Corvonero per mano portandola vicino ad un albero < Okay, saliamo su! > ormai erano finiti all'avventura e lui amava queste cose, arrampicarsi ad un albero per godersi il sole tramontare poteva essere una geniale idea. La aiutò a salire e quando furono in cima poterono sedersi affianco su un grosso ramo che bastava a tenerli entrambi, il sole iniziava a diventare arancione e i colori del cielo erano incantevoli. Fu in quel momento che Jon poté parlare con sincerità, parole che raramente si potevano sentire dette da lui che spesso cacciava via i suoi sentimenti, era sempre stato silenzioso e impacciato nelle relazioni, con lei gli risultava un poco più facile però. Spostò i suoi occhi blu sulla ragazza. < Io spesso penso che siamo stati fortunati a passare tutti questi anni di studio ad Hogwarts, questi luoghi resteranno per sempre nella mia mente .. È così bello passare questi momenti con t-te. Non credi? > la sua mano andò a prendere la sua, le regalò un sorriso e poi puntò i suoi occhi sul cielo. < Raccontami.. Qual'è il ricordo più bello che conserverai di questi anni? > non era una domanda scontata, era più profonda di quanto si possa immaginare.

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    Ridacchiai ponendo educatamente la mano davanti alle labbra quando Jon mi raccontò di come trovò la bacchetta giusta: mi immaginavo un giovane lui, riccioluto, con gli occhi azzurri e bellissimi così impacciato da muoversi meccanicamente di fronte all'anziano signore.
    Tirando Jon lui prese infine più velocità di me, trascinandomi oltre il villaggio magico e andando direttamente a immergerci nella natura. Il boschetto era piuttosto silenzioso, rotto solo dal cinguettare di quello stormo di uccelli colorati. Ce n'erano di rossi, azzurri, blu intenso e gialli. Non avevo mai visto uno stormo così, il loro suono e i movimenti che facevano insieme tenevano le miei iridi puntate al cielo. Jon! Non è meraviglioso? gli occhi brillavano e il cuore batteva di stupore ed ero così felice di dividere quel momento con il mio tasso preferito. Lui, come sempre, fu colto da tanto ingegno e nel gesto che fece ci vidi tanta dolcezza che rimasi a fissarlo in silenzio, con le gote che arrossivano e gli occhi che si dilatavano. Schiacciò una caramella sul palmo, fischiettò come non l'avevo mai sentito fare e d'un tratto una decina di quei volatili colorati piombò a cibarsi dalle sue mani. Wao! esaltai saltellando al suo fianco, finirono per fuggire via un po' per i miei bruschi movimenti e un po' perchè non c'era cibo di loro interesse. L'ultimo annidato sui suoi ricci scappò quando io mi avvicinai di più, intersecando due dita su quelli. Ha trovato un nido perfetto quì eh? alludevo ai suoi morbidi scuri capelli che ero solita, in momenti delicati accarezzare gentilmente. Dopo la prima volta in cui mi sentii a disagio capii che lui me lo permetteva. Quando l'incanto sembrava finito, lui fece l'inaspettato, porgendomi un altra caramella di quelle.

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    Tu sussurrai Tu sei geniale! arrossii vistosamente mentre lui si poneva dietro di me, alzava delicatamente il mio palmo verso l'alto con la caramella frantumata sopra. annuii quando mi domandò se ero pronta. Il mio era pari ad un sussurro eccitato, non stavo più nella pelle nell'attesa che quei pennuti tornassero. Fischiò ancora e tutto diventò colorato dinanzi a noi e intorno a noi. I volatili si palesarono strillando e sbattendo le ali, formarono uno stormo vivace, ci avvolsero come un mulinello e i nostri capelli cominciarono ad ondeggiare nell'aria. Quando si saziarono di quella piccola delizia, arretrai un poco appoggiandomi al corpo di Jon, mi feci piccola piccola di lato, sentendo che lo spostamento d'aria si faceva sempre più stretto sui nostri fianchi. Tutto si sciolse in un baleno, lo stormo si ricompose e volò lontano, sembrava un arcobaleno mobile e dai colori sgargianti. Ridacchiai per il suo complimento, tutto questo è perchè tu sei un abile fischietto, Bennet!
    Il sole stava per tramontare e accolsi con felicità la proposta del Tassorosso. Non soffri di vertigini eh? annuii, facendomi aiutare dalle sua mani intersecate l'una sull'altra a mo di scalino. Scusami, peso poco, faccio in fretta. Una volta sopra mi protesi allungando la mano e afferrando il suo giubbotto aiutandolo a salire ed evitando spiacevoli cadute. In alternativa avrei usato la bacchetta attutendo il colpo. Lesto fu presto sul ramo con me e io smisi di preoccuparmi. Il panorama di fronte a noi a quell'altezza era bellissimo: l'arancione si fondeva col rosso e delle striature color ciano spuntavano a caso fra delle nuvole poco accennate. Sì lo è risposi alle sue parole, sentivo i suoi occhi addosso, la sensazione era particolare e il mio cuore iniziò a battere forte. Mi voltai a guardarlo, per intersecare di nuovo le iridi blu con le sue, che mi stavano già guardando. I colori del cielo gettavano su di lui delle sfumature, mutando i suoi occhi, che io trovavo immensamente belli durante le ore di luce più intense. Quel blu non era banale, per me. Era lo stesso colore del mare caraibico, mi trasmettevano serenità. Questi anni sono stati intensi, non avrei desiderato studiare altrove aggiunsi. Perchè non avrei conosciuto te. Mi piace stare in tua compagnia, Jon dissi sostenendo lo sguardo, in modo che capisse che ero al cento per cento sincera. Devo ammettere che sei stato tutto un programma, Signorino Bennet spiegai con dolcezza. All'inizio non capivo se ti piacevo.. cioè se ti scocciava la mia presenza. Ridacchiai ricordando che al primo e al secondo anno durante le lezioni quando ci sedavamo vicini o ci mettevano a fare lavori di gruppo sembrava che evitasse il mio sguardo. Io spesso pensavo di non essere per lui una gradita compagna. Invece, con il tempo ci eravamo man mano sciolti, avevamo cominciato a parlare e avevamo capito che le nostre paure e stupidi pensieri erano infondati. Lui era la persona che cercavo quando dovevo sfogarmi oppure anche solamente per mangiare una pralina di cioccolato in compagnia. E io, quando lui aveva bisogno di un ripasso o di una camminata al Lago Nero non avevo mai detto di no.
    La sua mano intersecò la mia, quella più vicina al suo lato e io sorrisi trasmettendo tutto il mio assenso. Il mio ricordo più bello? ripetei dilatando gli occhi per lo stupore. Se devo scegliere una vicenda che ricorderò con il sorriso per tutta la vita scelgo quel giorno che siamo usciti dal Lago Nero dopo l'immersione alla lezione di cura delle creature magiche. Ce la siamo vista brutta e noi ci sedemmo sotto al tramonto, su quel masso piatto che c'è ancora oggi presso la riva sospirai mentre il cuore faceva uno strano scherzo

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    E io iniziai a toglierti i pezzetti di alga dai tuoi ricci bagnati. Ridacchiai arrossendo di nuovo. Mentre tu ripetevi che ci potevamo lasciare le penne. Io non riuscivo a distogliere lo sguardo dai tuoi capelli arruffati e tu ti lamentavi. Fu un bel quadretto. Quale è il tuo? In realtà c'erano un centinaio di ricordi che avrei custoditi. E la maggior parte conteneva una Corvonero e un Tassorosso adolescenti. Appoggiai la mano libera sulle nostre, stringendole con un po' di pressione. E questo, Jon con il mento feci cenno al tramonto che ci stava avvolgendo. Non desidererei dividere questa visione con..il fiato mi si fece corto per l'emozione. Con qualcuno che non sia te. Ce l'ho fatta, l'ho detto. Che strana sensazione.

     
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    Jon! Non è meraviglioso? Si lo è! disse davvero sicuro di ciò che diceva, la cose con lei sembravano addirittura straordinarie, tutto quello che poteva sembrare banale non lo era per niente, tutto intorno a loro si trasformava e tutto sembrava andare bene per loro, come in un sogno ad occhi aperti.. era tutto reale. A Zoya piacque e sembrò gradire molto la scena degli uccelli colorati che si posavano su di lui, si lasciò infilare una mano tra i capelli e rimase col suo solito sorriso ad osservare la Corvonero mentre si preparava al sua turno: i complimenti di Jon si sentirono per tutta la foresta talmente parlava forte, era così lui, quando una persona attirava la sua totale attenzione non faceva caso neanche al volume che usava per parlare. Arrossì quasi quando le disse di essere geniale, lui si sentiva sempre così spesso uno sciocco che quello le sembrò un complimento grandioso.
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    Certo che no! non soffro di vertigini, io amo arrampicarmi sugli alberi. rispose mentre la aiutava a salire per prima, poi in qualche modo Zoya aiutò anche lui per sicurezza, lo conosceva bene e sapeva che quando meno se lo aspettava poteva fare un pasticcio, col carattere particolare che aveva era in grado di cacciarsi nei guai in pochi istanti. Quando si sedettero sul grande ramo la sua voce sembrò diventare quasi un sussurro alla vista di uno spettacolo naturale maestoso, tutto sembrò prendere una piega decisamente più calma e .. romantica.. e Jon si chiedeva se non era il momento datto per esprimere ciò che aveva taciuto fino a quel momento, ma la lasciò parlare, i suoi gesti furono delicati, Zoya non rifiutò la sua mano stretta alla sua e al Tassorosso tutto sembrava così magico, i suo cuore iniziò a pulsare più velocemente. Già.. neanche io riuscivo a capire se la mia presenza ti piaceva, sai a volte uno non è del tutto sicuro quando non conosce una persona. i suoi occhi erano costantemente su quelli della corvonero che luccicavano di un qualcosa di nuovo, sembravano così diversi dal solito, lei lo guardava in un modo intenso, diverso. Non potè fare altro che rimanere incantato dal suo racconto, di tanto in tanto sorrideva perle cose buffe che la ragazza raccontava Si me lo ricordo, e poi entrambi abbiamo preso un bel raffreddore.. ancora oggi mi ricordo il tuo naso rosso perchè avevi preso troppo freddo. rise a quel ricordo così buffo eppure per niente scontato, anche a lui le era rimasto nella memoria. Il mio ricordo? .. vediamo.. Quando fu il suo turno di raccontare il suo ricordo rimase un po' su a rifletterci, anche se poi alla fine si concentrò sulla mano di lei che si posava sulle loro mani che erano già strette tra loro. No, Jon non riuscì a guardare il tramonto, ma il suo sguardo si spostò prima sulle mani e poi su lei, che era intenta a guardare il tramonto e a dire quelle parole che gli mossero qualcosa dentro. Non desidererei dividere questa visione con qualcuno che non sia te. quella frase gli confermò una certezza, la stessa che aveva lui e che ora voleva rivelare a tutti i costi, anche al costo di dover arrossire per tutto il resto della sua vita se non fosse andata come avrebbe desiderato. davvero? disse con un filo di voce mentre con la mano libera prese delicatamente il mento della ragazza e la voltò verso di se. Gli occhi del mago erano limpidi e sprofondavano completamente in quelli della corvonero, ci fu solo un attimo di silenzio in qui si guardarono intensamente negli occhi, poi il tassorosso si lasciò totalmente andare alle sue labbra, baciandole molto delicatamente come per capire se anche lei lo volesse, assaggiò piccole porzioni delle sue labbra e si fermò, concedendo ai suoi occhi di poterla guardare ancora una volta, poi tornò a baciarla e questa volta lo fece sul serio, le labbra si schiusero, le loro lingue si intrecciarono, sembrava che lo avessero sempre fatto in modo così perfetto. Jon si poteva sentire al settimo cielo, ogni cellula del suo corpo era in fibrillazione, il cuore impazzito, totalmente. La strinse forte a se quando il baciò finì, le diede un bacio sulla testa e finalmente rispose alla domanda di prima. E' questo il ricordo più bello Zo'. sorrise mordendosi le labbra Credo non esista nella mia vita un momento più bello di questo, ora che ci penso.. tu sei il mio ricordo bello.. ed era la pura verità, quando diceva qualcosa con il cuore faceva sul serio, erano rare le volte in cui mentiva, ma quel sentimento era autentico.
    Rimasero abbracciati ancora per un paio di minuti e poi presero l'ultimo treno per Hogwarts. Erano dentro il treno ma seduti accanto questa volta, non volevano proprio staccarsi. Domani allora fabbrichiamo qualcosa insieme? potremmo provare a fare la pozione che mi è esplosa l'altro giorno. disse mentre con le dita premeva il naso della Corvonero, era stata lei stessa a proporsi per fare qualche pozione insieme. Dimmi un po', che cos'è che vorresti fare questo fine settimana? potremmo andare ad Hogsmeade o insomma, qualunque cosa basta che ci sei tu! avevano davanti un mondo, ora sembrava tutto più emozionante e Jonathan non si sarebbe lasciato sfuggire i momenti liberi per stare insieme.




    Chissà se lo sai - Lucio Dalla

    Ti ho guardata e per il momento
    Non esistono due occhi come i tuoi
    Così neri, così soli che
    Se mi guardi ancora e non li muovi
    Diventan belli anche i miei
    E si capisce da come ridi che
    Fai finta e che non capisci, non vuoi guai
    Ma ti giuro che per quella bocca che
    Se ti guardo diventa rossa
    Morirei
    Ma chissà se lo sai?
    Ma chissà se lo sai?
    Forse tu non lo sai
    No, tu non lo sai.
    Poi parliamo delle distanze, del cielo,
    E di dove va a dormire la luna quando esce il sole
    E di come era la terra prima che ci fosse l'amore
    E sotto quale stella, tra mille anni
    Se ci sarà una stella, ci si potrà abbracciare?
    E poi la notte col suo silenzio regolare
    Quel silenzio che a volte sembra la morte
    Mi dà il coraggio di parlare
    E di dirti tranquillamente,
    Di dirtelo finalmente
    Che ti amo
    E che di amarti non smetterò mai
    Così adesso lo sai
    Così adesso lo sai
    Così adesso lo sai
     
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    Davvero? la sua voce mi scompigliò un po', quel sfarfallio mi stava dando una nuova sensazione: così bella che mi pare di non essere sveglia; stavo sognando per caso?Le sue delicate dita mi riportarono alla realtà, sfiorandomi il mento, i suoi occhi si fusero nei miei e io non riuscivo a saziarmi di quelle perle bellissime. Avrei voluto stare millenni immobile, a osservarne le sfumature. Avvampai, proprio mentre vedevo il suo viso avvicinarsi, d'istinto chiusi gli occhi percependo le sue labbra sulle mie. Sapevano di buono, un gusto simile al miele. Lo assecondai, cancellando la sua titubanza, slegando la mano dalla sua e sfiorandogli lo zigomo libero, una carezza che sapeva sì, era quello che desideravo, sono così felice che tu lo stia facendo. Ci guardammo per un attimo mentre il mio cuore pulsava incessante e il mio corpo provava una sensazione paradisiaca.

    Tornammo ad assaporarci, ne fui certa, era la cosa più bella che mi avesse regalato Hogwarts prima d'ora: il suo incontro. Passai le mani sui suoi scuri ricci, tirandone qualcuno con fare delicato, il suo profumo mi inebriava le narici ed arrivava fino al mio cervello che non riusciva a smettere di pensare a come era romantico stare seduti su un ramo, al tramonto quel giorno d'autunno. Io ero in estasi come non mai, credevo che questo momento non si manifestasse mai, mi ero qualche volta chiesta se quello che desideravo lo pensava anche lui, evidentemente era così.
    Seguì una delle dichiarazioni più belle mai udite, o meglio solo nei film alla televisione babbana. Io sono il tuo miglior ricordo Jon? ripetei, le iridi umide di gioia. Noi lo siamo, Jon. Accolsi il suo bacio congedante. Questo sarà il nostro posto, verremo quì quando dovremo sistemare qualcosa che non va, che ne dici?
    Prendemmo il treno per il ritorno, seduti vicini. Certo, ci troveremo nella stanza delle necessità, porteremo il calderone nuovo e io fornirò ciò che ti manca sorrisi in sua direzione. Che ne dici di scoprire se esiste davvero il posto delle farfalle di cui mi parlavi? Adesso non posso resistere a questa curiosità sai! Gli presi la mano, avvicinando il naso al suo dandogli un buffetto. Ogni cosa diventa magica, insieme a te.

     
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    Distrazioni pericolose
    Capitolo 2


    Avevano deciso di andare al lago nero per stare lontani dalle mura della scuola e godersi un po' di pace e serenità, l'ultimo anno alla scuola di magia e stroneria non era scontato, tutto era decisamente impegnativo e pieno di cose da fare, ma i due studenti non perdevano mai l'occasione giusta per staccare la spina e rifugiarsi in qualche posto che potesse consentire loro un momento in disparte, lontani dagli occhi indiscreti. E poi Jonathan amava la natura ad alti livelli, non si sarebbe fatto scappare un dopo pranzo così soleggiato, il tempo infatti era molto sereno e insieme a Zoya ne approfittò di quel paio di ore che avevano a disposizione. Il mago correva per i corridoi del castello e quando vide la ragazza passeggiare in mezzo agli altri studenti, la prense al volo per mano e se la trascinò. < È ora via viaaa! > disse mentre anche lei si mise a correre per raggiungere in fretta il lago nero. Jonathan aveva detto alla corvonero che sarebbero volati sul posto non appena sarebbe finita l'ultima ora di lezione, infatti lui aveva passato la sua ultima ora in modo decisamente poco concentrato, aveva perfino trasfigurato le cose in modo sbagliato, il suo rendimento scolastico per quel giorno era stato un vero disastro. In realtà era preso da altro, aveva pensato continuamente a Zoya e non vedeva l'ora di stare un po' da solo con lei. Ma adesso finalmente erano insieme. Si catapultarono e si misero in riva al lago: erano seduti accanto e parlavano un po' di tutto. < Ti ho mai detto che una volta mi sono perso sulle montagne in Giappone? Sono andato a fare un escursione con i miei genitori, mi sono distratto inseguendo una strana volpe e mi sono perso.. È stata un'esperienza terribile. Ho dormito una notte in mezzo alla foresta.. > se ci pensava sembravano essere passati tanti anni, invece era successo solo quattro anni prima. Jonathan appoggiò il braccio sulle spalle di Zoya, la strinse a sé con lo sguardo rivolto verso il lago immenso che avevano davanti. < È un ricordo abbastanza brutto ma ho amato il Giappone, credo sia uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto.. E tu quanti ne hai fatti di viaggi mh? >.
    Alla fine Jonathan non resistette e si immerse con i piedi nell'acqua che gli arrivava a metà polpaccio, lui lanciava delle pietre in modo da farle rimbalzare e lo faceva vedere a Zoya che a sua volta ci provava. <
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    eh no, riprova ancora vedi che ce la puoi fare, me lo sento! > scherzò mentre lei provava a far rimbalzare più volte i suoi sassi, facendolo quasi con una rabbia da far paura < Stai attenta a non far arrabbiare qualche pesce.. Si potrebbe vendicare! > ci rise su per un bel po', ogni tanto veniva fuori quella parte di lui in cui amava prenderla bonariamente in giro. Ne approfittò per venire dietro di lei e mettere le mani sulla sua pancia mentre lei era concentrata a mirare per bene il suo prossimo tiro. < Forse questo ti può aiutare! > Iniziò a solleticarla e chissà se adesso avrebbe perso davvero la concentrazione.
     
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    L'energia che sprizzava Jon alimentava anche me. Perchè quando la sua mano intersecò la mia mentre camminavo nel corridoio nei pressi della Sala Grande, il mio viso tramutò all'istante: dal sorpreso divenne decisamente radioso. Le guance si tinsero di un rosa pescato e insieme a lui corremmo all'esterno in direzione del Lago Nero. Avevo accettato il suo invito, del resto non rifiutavo se non vi erano dei seri motivi. Nemmeno essere indietro coi capitoli di studio erano una scusa buona perchè preferivo trovarmi con lui in biblioteca o nella stanza delle necessità. Quest'ultima si era rivelata una covo ricercato per stare per i fatti nostri in qualsiasi momento. Jon rispondeva alle mie curiosità sulle creature magiche come fosse una lezione privata con un esperto, e diamine se ne sapeva! E io colmavo le sue piccole lacune in pozioni con uso di pazienza e di un ingrediente che non era scontato e che usavo solo con lui: l'amore di trasmettere ciò che sapevo. E amore e basta.

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    In Giappone? domandai retorica guardandolo mentre la sponda si faceva vedere con le sue calme e scure acque dinanzi a noi. Sapevo che era un assiduo viaggiatore quando poteva e spesso mi aveva raccontato un sacco di aneddoti. Gli brillavano gli occhi e io ero tutta orecchi. Non hai avuto paura a passare una notte da solo? Ripensai un po' alla mia terra d'origine, non c'ero più tornata perchè anche se amavo quei posti nell'insieme odiavo la figura di mio padre. Quell'uomo che avevo amato tanto e che aveva tradito la nostra famiglia. Pensare al paese dell'est mi suscitava un mix di sensazioni contrastanti e allora ne parlavo pochissimo. Jon sapeva, gli avevo detto più volte che pensavo di non aver mai conosciuto mio padre per quello che era e che quando eravamo venuti a conoscenza della sua doppia vita, il mio amore per lui andò in frantumi. Lui portò nella nostra famiglia, soprattutto a mia madre, una depressione molto forte. Io inizia a prendermi cura di lei e quindi quel malessere si impossessò anche un po' di me. Abbassai gli occhi, scacciando questi pensieri. Mi bastò incrociare le perle azzurre del mio tasso preferito per sentire le farfalle portare via la tristezza e i ricordi malsani. Non ho mai visto il Giappone, sarebbe bello andarci un giorno. Ho letto che a Kyoto vi è un giardino chiamato Kokedera, penso che vi sia una vasta quantità di asfodelo, nandina e aralia. Poi chissà che altro c'è! Fantasticai per un attimo sulle bellezze di quei luoghi verdeggianti e mi immaginai Jon con lo sguardo sognante fra i cespugli a rilevare qualche genere di movimento riconducibile a dolci scoiattoli o insetti. Non ho viaggiato moltissimo, quando ci siamo trasferiti da Ekaterinburg nei territori inglesi siamo rimasti un po' sedentari. Infine la situazione a casa non era delle migliori e non è che al momento fosse bellissima. Sono riuscita ad andare a Siviglia con mio fratello l'anno scorso, un viaggio strettamente turistico. E' stato bello, tutto sommato. Sospirai a mentre il suo braccio si appoggiava sulle mie spalle conferendomi la sicurezza di cui avevo bisogno aggiunsi: Ma un giorno voglio farlo.. viaggiare intendo. Mi piacerebbe diventare una pozionista davvero! Il tono tornò vivace e puro come prima, parlare del futuro mi faceva sentire fiera di me e dotata di forza. E tu che vorresti fare dopo gli esami?
    Lui entrò nell'acqua gelida e io lo seguii. Era interessante come rendesse ogni piccola cosa bella. Si mise a lanciare dei sassi sul pelo dell'acqua, essi rimbalzavano in avanti come frisbee. Non credo di farcela dissi prendendone uno a mia volta dal fondo. Presi la mira e andò a fondo. Brontolai e riprovai per poi innervosirmi un po'. Eh non sono portata! Il tocco di Jon mi fece capire che aveva avuto la brillante idea di sconcentrarmi per davvero. Mi misi a ridere, cogliendo il suo intento. Con il sasso in mano mi dimenai alzando un po' di acqua sui suoi vestiti. Vedi! Così non vale! Stai barando! ridacchiai voltandomi verso di lui, poggiando il naso sul suo. Non si fa, Jon. Il tono è estremamente dolce. Sfiorai le labbra delicatamente. Stavo per assaporare quel dolce sapore che desideravo tanto quando un fruscio alle mie spalle mi fece voltare di lato, troppo lentamente per accorgermi che qualcosa era sbucato dalle placide acque. Oh mio Dio feci tempo a dire, le mie braccia cercavano di nuotare in avanti invano. Bevvi una grossa quantità di quell'acqua salmastra e quindi sbracciandomi all'infinito afferrai il nulla.

     
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    Si, a tutti poteva capitare di aver paura di passare una notte da solo nel bel mezzo di una foresta pericolosa, e Jonathan non ne era rimasto indifferente , anche se un grande sangue freddo faceva parte del suo carattere, quel sangue freddo che si rivelò molto importante in futuro, quando anche questo talento le permise di diventare un eccellente guaritore, uno tra i più bravi al mondo.. ma questa è un'altra storia.
    null
    beh si, non è stato facile starci per una notte.. credo che tutti sentiremo un po' paura in una situazione simile. rimase a fissarla completamente ipnotizzato dal suo racconto, ma soprattutto dalla sua voce, Jon amava follemente la sua voce e questo gli consentiva di rimanere anche ore ed ore ad ascoltarla mentre raccontava i suoi ricordi, le sue giornate, anche la lista della spesa volendo. Si svegliò dal sogno appena arrivò una domanda, sorrise perchè si aspettava già la scelta di Zoya Ti ci vedrei proprio tanto a fare la pozionista, magari potresti viaggiare per il mondo .. per cercare degli ingredienti rari, ti ci vedrei proprio. e lui che cosa vedeva nel suo futuro? una volta aveva avuto una visione chiara di quello che sarebbe diventato, altre volte invece non desiderava sapere il suo futuro. Comunque la sua visione coincideva perfettamente con quello che abitava profondamente il suo cuore. Entro la fine di quest'anno devo decidere.. però si, studierei medimagia per diventare un guaritore. Tu mi ci vedresti? inarcò un sopracciglio con fare interrogatorio, il fatto è che il suo sogno era assai costoso, forse questo era l'unico motivo che lo rendeva indeciso, i suoi genitori non si trovavano in ottime condizioni economiche.
    Il discorso comunque non durò tanto a lungo, si fecero trasportare dall'attività che Jonathan aveva inventato sul momento, i sassi facevano tanti piccoli cerchi sull'acqua, quelli di Zoya invece affondavano. Il tassorosso poteva assaporare la dolcezza della ragazza quando si avvicinò a lui, la guardò intensamente negli occhi sorridendo, prima di concederle un bacio che sarebbe diventato un po' più denso se qualcosa improvvisamente non si fosse mossa. Si vede scivolare via le labbra della corvonero, e per un attimo rimase impietrito. La sentì urlare e poi sparire, inghiottita dall'acqua.
    null
    ZOOOOOO!!!!! urlò con gli occhi spalancati, poi non ci pensò due volte: impugnò la sua bacchetta e con l'aiuto di un testabolla si tuffò immediatamente senza pensarci. Tastò un lumos maxima per vedere dove si dirigeva la maride che si trascinava Zoya verso il fondale, una rabbia incomprensibile si impossessò di lui, l'istinto di protezione si accese a livelli che neanche Jonathan pensava di possedere. Un bombarda lo aiutò a creare uno scoppio d'aria che lo fece arrivare vicino alla creatura, afferrò con una mano la gamba della corvonero cercando di tirarla e se, puntò la bacchetta verso la sirena e si servì di uno stupeficium non verbale che assicurò la vittoria, la creatura lasciò la sua preda e Jonathan se ne appropriò. Creò per prima cosa un testabolla a lei che comunque aveva perso i sensi. Il tassorosso la prese sottobraccio e nuotò fin quando le loro teste raggiunsero l'aria, fuori da quell'incubo. La trascinò a riva e si assicurò prima di tutto che fosse in grado di respirare. Schiaffeggiò la sua faccia con forza. Ti prego.. svegliati.. svegliati.. praticò la respirazione bocca-a-bocca, lui lo sapeva fare molto bene ma decise di mettere di nuovo mano alla sua bacchetta Anapneo! nella speranza di liberare in fretta le vie respiratorie. Appoggiò la sua testa sul ventre della ragazza chiudendo forte gli occhi e scuotendola con le braccia. Svegliati.. svegliati!! respira..
    Anapneo: libera le vie respiratorie da qualunque gas od ostacolo alla respirazione.
     
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    Medimagia? ripetei quando pensò che quello era il suo destino. E dove ti piacerebbe studiare Jon? Ero curiosa, anche se dentro di me una strana sensazione mi faceva pensare che gli istituti migliori si trovavano molto lontani dalla Scozia. Non ci diedi molto peso, aveva un anno per pensarci e io non ero di certo una che imponeva qualcosa. Jon era un ragazzo di talento, lo avrei sostenuto in qualsiasi sua decisione. L'oceano non ci avrebbe mai sperato, io nutrivo un forte sentimento per lui, anche se ancora non glielo avevo detto. Ero una sognatrice provetta, quella che amava nascondersi sotto le coperte fantasticando sul futuro anche molto lontano. Da quella sera avrei pensato a come sarebbe stato Jon col camice bianco.Sai, magari ti dona mormorai alzando gli occhi sui suoi. Mi persi ancora nelle sue celesti e particolari perle e arrossissi vistosamente. Il camice da medico. Sorrisi nuovamente conferendogli il mio migliore appoggio. Inseguire i sogni sempre! Renderli reali! Aggiunsi per fargli capire che se quella era la mansione che lo attirava doveva assolutamente ascoltare se stesso. Era il motto a cui mi affidavo praticamente sempre per darmi forza. E lo avevo usato molto quando mamma era rimasta sola.
    La creatura che si avvinghiò al mio arto inferiore mi trascinò sott'acqua, la bacchetta chissà dov'era. Non sarei stata capace comunque di reagire poichè la velocità di quella creatura era elevata. Mi dimenai con le braccia cercando di arrestare la corsa. Il gelo dell'acqua cominciò a farmi male il petto, la nuca a tirarsi per i continui cambi di direzione. Stavamo andando sempre più a fondo e poichè non ero stata capace di prendere un bel respiro, visto che non ero pronta a tutto ciò, inglobai anche acqua. Via via mi sentivo soffocare e le forze andavano a mancare. Urlai più volte il suo nome localizzando la superficie sperando invano di vedere la sua figura venire verso di me. Non ero sicura di rivederlo, la luce andava a spegnersi e non ero certa in tutto quel susseguirsi di immagini sfocate di rivedere la luce del giorno. E i suoi occhi.
    In un millisecondo ripensai al suo viso, un attimo prima. Dovevo dirgli che lo amo con tutta me stessa, non posso morire senza averglielo detto! Mi maledissi, con uno strano senso di colpa che andava via via a sostituirsi con la convinzione che sarebbe finita davvero così.
    Le palpebre si chiusero e il buio ebbe la meglio.
    [...]

    Vidi solamente delle ombre davanti agli occhi, il chiarore ben presto mi rimise al mondo, un conato mi fece piegare in avanti, liberandomi dalla stretta che poi riconobbi come le braccia di Jon. Il cuore mi pulsava in petto, la paura aveva ancora la meglio su di me. Tossii più volte liberandomi da altra acqua. Cosa era successo?

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    Tremante mi misi a sedere, cercando con gli occhi di connettere e constatare come stavano le cose. Sentii il calore di Jon avvolgermi. Avevo la sensazione che mi stesse chiamando più volte, era tutto così confuso e facevo fatica a parlare. Oh Jon! mormorai voltandomi verso di lui, fradicia e spaventata come non lo ero mai stata in vita mia. Nel petto martellava così forte il cuore: perchè ero sopravvissuta e perchè lui era la prima cosa che vedevo dopo quell'incubo. Sei tu, in carne ed ossa, pensai passando le braccia intorno al suo collo noncurante di bagnare anche lui. Non aveva più senso nulla ora. O meglio non mi importava altro che rimanere stretta in quell'intreccio.

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    G-grazie g-grazie! dissi con tutta la voce che mi era rimasta. Ancora tremante lo strinsi più forte a me chiudendo gli occhi e intersecando le dita biancastre fra i i suoi ricci. Non potevo ricominciai singhiozzando Pensare di non vederti più. Iniziai a piangere, il petto tremava in preda a tremolii emotivi e dovuti al freddo.
    Tu sei, il mio porto sicuro.


     
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    Non lo so ancora.. sto facendo delle ricerche sulle varie opportunità, avrò le cose più chiare tra un paio di mesi.. per adesso si doveva godere l'ultimo splendido anno ad Hogwarts. Sul da farsi era ancora abbastanza confuso, sicuramente doveva cominciare col prendersi una laurea generica per poi andare a puntare su qualcosa di più specifico, anche se Jonathan ambiva al gradito più alto. Ma aveva ancora le idee un po' confuse, per cui non disse nulla di affermativo alla ragazza, ma sorrise quando lei le disse che il camice da medico gli donava, voleva immaginarsi già in quei panni e.. non era poi così male come idea. Sempre! rispose lui con entusiasmo, bisognava seguire i propri sogni affinchè si realizzassero al meglio, su questo era perfettamente d'accordo.
    [...]

    Quello che accadde dopo sconvolse completamente tutta la serenità che avevano respirato quel pomeriggio. Da una parte fu felice e si alleggerì il suo cuore quando vide la ragazza svegliarsi tra le sue braccia, dall'altra aveva ancora in corpo l'adrenalina che le era venuta fuori lottando per la vita, per la vita di Zoya. Non smise neanche per un secondo di tenerla stretta a se quando la corvonero si sedette al suo fianco, vederla alzarsi con le proprie forze gli sembrò un miracolo, era così felice. Zo.. respirava ancora forte per la fatica che aveva dovuto fare per trascinarla via da quel mostro marino. E' finita.. la strinse al suo petto, entrambi erano inzuppati ma non importa, erano riusciti a scamparsela da una creatura che forse si era semplicemente innervosita per qualcosa, e che aveva trasformato tutto in un incubo.. un incubo rapido, che non lascia spazio ad errori. Se Zoya era salva, forse non lo doveva neanche a se stesso o forse si, l'importante era che adesso lei era lì tra le sue braccia. A quelle parole quasi si commosse Jon, era davvero la prima persona che voleva vedere? era davvero la persona più importante? Posò un bacio sulla sua testa Neanch'io.. ssh.. Calmati adesso.. le sue mani accarezzarono la sua testa, la sua schiena, trasmettevano calore, protezione. La giovane corvonero era debole, spaventata e infreddolita. Jon non perse tempo, la prese in braccio e se la portò in infermeria. Passarono alcune ore, ormai era quasi ora di cena e Jonathan non aveva smesso di stare seduto proprio affianco al letto di Zoya, lei dormiva beatamente mentre gli occhi di lui si spostavano sull'anziana professoressa che aveva davanti, poi si ritornavano di tanto in tanto su Zoya, mentre a bassa voce rispondeva alle domande della docente che prendeva appunti sull'accaduto.
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    E' stata per lungo tempo priva di sensi? No, si è ripresa dopo pochi minuti.. rispose Jon scuotendo leggermente la testa, era mancato solo per un breve lasso di tempo, per cambiarsi, poi è sempre rimasto vicino alla corvonero. Lei è stato davvero coraggioso signor Bennet, oltre al fatto di aver soccorso la ragazza in modo impeccabile. 50 punti a Tassorosso. Alla fine del breve colloquio la professoressa andò via e lui si avvicinò alla ragazza stringendo la sua mano.. subito si ritrovò improvvisamente catapultato in un mondo parallelo.

    Una ragazza dai capelli rossi stringe una bambola e piange
    Jonathan entra nella stanza illuminata, lei è girata di spalle e non smette di piangere
    "Che cosa significa?"

    Cerca invano di raggiungerla, ma lei appare sempre più lontana.
    Sembra tutto molto triste.
    "Che cosa significa?"

    Il Tassorosso tornò con la coscienza in infermeria, davanti a lui Zoya sembrava svegliarsi, stava aprendo gli occhi e lui sorrise schiacciando via il ricordo della visione. Strinse la sua mano Come ti senti adesso? ti sei fatta una bella dormita eh.. hai sognato? infatti poco prima sembrava proprio che sognasse, perchè sussurrava delle parole sconnesse. Hai fame? si voltò a prendere il vassoio che aveva preparato con la cena che aveva accuratamente preso lui stesso dalla sala grande, era ormai passata l'ora di cena e Jon pensò che Zoya avesse bisogno di riempire un po' lo stomaco. Questo è per te. disse appoggiando il vassoio pieno di pietanze sul letto.
     
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    La sua risposta mi scaldò il cuore, l’unico antro di me che in quel momento aveva una temperatura elevata. IL suo bacio rassicurante si posò sui miei fradici capelli. Per un istante quella figura attorcigliata che erano in sostanza i nostri corpi rimase invariata. Tremavo, ma sapevo che tutto era finito. Se non ci fosse stato Jon quel giorno non avrei giurato di vedere la luce ancora. Ero giovane per rimetterci la pelle.

    Mi sollevò da terra e in silenzio raggiungemmo l’infermeria della scuola. Appena toccai il letto sprofondai in un sonno ristoratore e rassicurante, la mano di Jon stringeva la mia.
    Appena mi svegliai il grande stanzone privo di rumori dell’infermeria si prostrò ai miei occhi che guardavano qua e là disorientati. Dei bisbigli al di là del mio materasso attirarono la mia attenzione. Non conoscevo i presenti in fondo alla stanza, ma lui cancellò ogni domanda. Mi posizionai con la schiena contro il cuscino candido e lo guardai. Sembrava calmo ed era ciò che in quel momento trasmetteva anche a me. Ho dormito molto? Domandai con voce molto bassa. Ero ancora decisamente scossa, le ossa mi dolevano e graffi su tutti gli arti inferiori erano stati medicati con cura. A dire la verità ho sognato, se così si può dire, delle figure in bianco e nero.. risposi alla sua domanda alzando le iridi sulle sue. Come se il mio cervello cercasse di mettere ordine in ciò che ho visto sotto le acque del Lago Nero. La paura ha esaurito le mie energie. Ho cercato di lottare con tutte le mie forze per riaffiorare. Ho un ricordo poco chiaro di ciò che ho visto sott’acqua, era così buio. Quella creatura.. aggiunsi. Mi tirava sempre più giù. Trasalii mentre un brivido mi percorreva la schiena.
    Jon spostò un vassoio con una zuppa fumante e dei crostini all’olio. Di fianco c’erano anche un paio di muffins con gocce di cioccolato. Sorrisi, passando lo sguardo fra le pietanze e il suo viso. Con dei piccoli movimenti del sedere mi avvicinai al centro del letto, muovendo il palmo sul lenzuolo per fargli cenno di avvicinarsi. Il vassoio venne posato direttamente sul letto, io da una parte e lui dall’altra. Vieni, fammi compagnia dissi in un sussurro prendendo un pezzetto di pane croccante. Lo misi in bocca. Stai qui con me. Gli accarezzai la mano con un gesto dolce e lo invitai a rimanere.
    Era ora di cena, il banchetto sarebbe stato più invitante, di certo non lo avrei fermato se voleva mangiare al tavolo dei tassi. Aveva già fatto abbastanza.

     
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  15.  
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    < Probabilmente il sogno ha riempito quel vuoto di paura che hai avuto, non ti ricordi quasi nulla e il tuo cervello ha elaborato qualcosa per te. > rispose posando una mano sulla guancia della ragazza, con dolcezza. < Ma adesso è tutto passato. > Ora però tutto si era calmato, era come essere rinati dopo uno spavento del genere, e se c'era qualcosa che Jonathan aveva profondamente capito era quanto ci tenesse a Zoya. La paura di perderla aveva messo in lui una forza incredibile, questo aveva permesso a lui di salvarla prima che fosse troppo tardi, ed ora si godeva la vista della ragazza che aveva davanti a lui come fosse la cosa più bella dell'universo, lo era per davvero, era nella fase del pieno innamoramento. Non se lo fece ripetere due volte, si sedette sul lato opposto e prese un grissino, i suoi occhi erano costantemente puntati su Zoya e fu il momento migliore per dichiarare tutto ciò che aveva provato in quel momento assurdo.
    null
    < Ho temuto tanto per te Zo', per un attimo l'infelicità mi è passata davanti e.. Non oso immaginare come sarei stato in questo momento se le cose fossero andate diversamente. > abbassò la testa pensieroso, e forse per la prima volta si intravide un po' di paura nella sua espressione, lui che era stato coraggioso nell'affrontare quella situazione, adesso la sua maschera cadeva.. Anche lui aveva profondamente provato paura, una paura assurda e lacerante. Alzò lo sguardo ma con un sorriso di sollievo, portò una mano sui capelli della corvonero e spostò qualche ciocca. < Però questa cosa mi ha fatto capire che tu sei davvero importante.. Molto. > si avvicinò alla ragazza e catturò le sue labbra con decisione, le sue mani scivolarono sui suoi fianchi, lei cadde con le spalle sul letto e lui ci finì sopra, era completamente lasciato andare ai suoi sensi quando qualcuno tossí per farsi sentire, si fermarono all'istante e Jonathan si ricompose mettendosi in piedi, perché sapeva già che sarebbe stato rimproverato, e così avvenne. - signor Bennet! Da lei non me l'aspettavo! Le sembra il modo di trattare così la gente ammalata? Fili subito in sala grande! - lui rispose subito < Ma stavo solo.. > - Non si discute! Queste cose in infermeria non devono accadere. Via. - la professoressa era stata chiara ed esigente, Jon roteò gli occhi e salutò Zoya con un bacio sulla guancia. < Riposati! > guardò un'ultima volta la professoressa con uno sguardo leggermente infastidito e sparì dallinfermeria.
     
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