.Le pagine della nostra vita.

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    Aver ricevuto la lettera di Jonathan mi ha colto di sorpresa per il semplice fatto che il suo tono, seppure gentile e rigoroso, sembrava contenere della preoccupazione. La pagina sembrava scritta di fretta e non riuscivo a capire se era accaduto qualcosa di problematico o semplicemente l'intento é di attingere ai suoi ricordi di nuovo. Per un breve sciocco momento ho pensato che il libro che gli ho prestato sulle piante e i rimedi omeopatici non gli sia piaciuto del resto é abbastanza noioso per chi non é amante di quelle letture.
    Sono certa che si è preso del tempo per sfogliare l'album fotografico degli anni scolastici che ho conservato con cura. Infine in quelle foto che si muovono lui é presente.
    Il tempo é uggioso, è tutto il giorno che diluvia e quando sono comparsa sul retro del vicolo deserto ho apprezzato il fatto che ha smesso. Percorro il marciapiede schivando un paio di turisti orientali che stanno rigirando una cartina in modo confuso. Stringo l'ombrello e batto i piedi sul tappeto d'entrata della biblioteca storica. Scrutando all'interno dell'edificio noto un gruppetto di persone con il viso chino sulle teche centrali, quei libri non si possono prendere in prestito. Sospiro nell'attesa di vedere comparire Jonathan, non so se sia già stato quì però io devo per forza fare un salto al piano superiore. Il mio conoscente, il signor Antony O'Coe mi sta aspettando per consegnarmi dei volumi decisamente datati che sono off limits per la maggior parte dei frequentanti della biblioteca. Ci conosciamo da parecchi anni, vengo qui anche solo per prendere un caffè con lui nel locale di fronte alla struttura, parliamo di storia e di libri e lui é un settantenne che racconta i suoi anni e le sue passioni con estremo dettaglio.

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    Jonathan si è messo in viaggio presto, volutamente non ha usato la magia per viaggiare, questo perchè l'auto gli consente di rilassarsi un attimo e prendere in mano la sua leggera agitazione che diventa sempre più forte ad ogni chilometro percorso. Ha visto tante cose, le stesse cose che magari qualche mese prima non avrebbe mai voluto vedere per via del timore, se da un lato è sempre stato curioso del suo passato, dall'altro ha sempre paura di scoprire qualcosa di spiacevole. Ma oggi il nervosismo non è dovuto a questo, Jonathan è estasiato, la sua curiosità raggiunge vette altissime come le sue aspettative. Ha sete di sapere, scoprire che cosa riserva ancora quella donna, Zoya sembra conoscerlo più di quanto lui conosca se stesso. Ne ha avuto la conferma nelle numerose visioni che ha avuto, ma mai nessun indizio si è rivelato preciso, per questo lui ha diversi dubbi e vuole fare delle domande importanti alla donna che si sta rivelando una pista importante per poter almeno recuperare i ricordi da studente. Arriva davanti alla libreria e parcheggia, il cielo è nuvoloso e le sue scarpe si bagnano quando attraversa la strada, per questo prima di entrare in libreria asciuga per bene il tutto ed entra guardandosi intorno. E' stato diverse volte in questo posto, spesso per recuperare dei libri importanti, questo la sua memoria strapazzata non l'ha cancellato, ci sono ricordi nitidi nella mente di Jon, come gli scomparti di questa biblioteca. Vede Zoya da lontano e alza il braccio per farsi notare, si avvicina e la saluta con un cenno del capo, lui leggermente rigido. Ciao Zoya, grazie per esserti resa disponibile! il dottore tiene tra le mani il libro che gli ha prestato, mentre l'album fotografico l'ha lasciato a casa. Hai da fare prima? ti aspetto o... oppure possiamo cominciare? lo sguardo di Jonathan oggi appare diverso, perchè sa molte più cose su Zoya, oltre ad aver visto se stesso nelle visioni ha anche visto diverse cose personali di Zoya, lui non avrebbe mai voluto, ma come si sa le visioni non si possono scegliere o scartare. Ti ho portato questo, mi è servito davvero tanto e l'ho letto in due giorni. porge il libro a Zoya e lascia scivolare lo sguardo su tutta la sua figura. Stai molto bene. vede che è in ottima forma, si è ripresa davvero molto bene e Jonathan ne è molto contento.

     
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    Figurati, come ti ho detto il recupero della tua memoria é per me un rimmergermi nel passato. Osservo I suoi occhi grigi come il cielo, mi paiono più scuri oggi e non capisco se siano le condizioni climatiche o qualcosa che contengono o hanno visto. Non che siano brutti da vedere, proprio no. Vorrei domandargli subito cosa ha scoperto ma la vita mi ha insegnato che avete fetta non é sempre una buona soluzione. Tu faresti lo stesso no? Gli domando prima di appoggiare le dita sul pomello dorato dell'ingresso, scuoto il capo producendo un rumore con la lingua. Ho un appuntamento, faccio veloce, ti va di accompagnarmi? Lo invito ad unirsi a me anche perché se diceva di non volerci venire io dovevo andare al piano superiore da sola. Vedo che non si oppone, del resto non pare stupito delle enormi finestre e delle caratteristiche della Biblioteca. Ciò mi dice che c'è già stato. Grazie dico prendendo il libro dalle sua mani, é raro che qualcuno lo apprezzi perché solitamente mi sento dire che é stancante. Oh grazie dico annuendo è arrossendo un poco sulle guance per il complimento. Mi schiarisco la voce puntando gli occhi sui suoi, un breve sorriso e proseguo entro la biblioteca. Percorriamo in silenzio il pian terreno e ci infiliamo su una scala di marmo molto antica. Al piano superiore un uomo anziano ci saluta e io glielo presento spiegando che siamo amici da anni. Mi consegna dei volumi ben impacchettati, sono tre e hanno le pagine gialle dal tempo. Lo saluto stimando la data di riconsegna del tutto. Ah prima che usciamo mormoro verso Jonathan indicando col mento un corridoio che si fa stretto e lascia l'ala antica dove siamo appena venuti per l'incontro con O'Coe. Gli faccio cenno di seguirmi e mi guardo intorno entro quella stanza che puzza di vernice. Questa è l'unica stanza moderna possiamo dire spiego. Della biblioteca.. e non è ancora finita. Come si può vedere i libri non sono ancora stati disposti dappertutto e gli scaffali sono per metà vuoti. Nell'angolo c'è una bella vetrina di legno scuro lavorato, mi sposto davanti a quella e sfioro la superficie del vetro dell'anta principale. Credo che porteranno i migliori libri universitari dell'epoca moderna in questa stanza.
    Zoya sta sfiorando una vetrina di legno lavorato di recente costruzione.
    Il legno proviene da un albero nel limitare di Diagon Alley. É stato disboscato di recente e il legno essendo di qualità è stato impiegato per dei pensili e mensole di certo valore.
    Zoya non sa nulla, come potrebbe del resto?
     
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    Il dottore sorride all'affermazione di Zoya, lei vuole aiutare Jonathan con tutto il cuore ed oggi lui ha un motivo in più per credere che quella donna è molto interessata a lui. Jonathan ha visto tante cose tante sono le domande che volano dentro la sua testa, non perderà di certo tempo a fare delle domande esplicite, perchè non ama particolarmente dilungarsi inutilmente, quello che ha visto da conferme, ma mette tanti altri dubbi. Si che lo farei. risponde convinto, in fondo lui stesso avrebbe aiutato una persona con problemi di memoria, non solo da medico ma soprattutto da essere umano. Certo! Segue Zoya al piano di sopra e si presenta all'uomo, non ci vuole molto tempo prima di tornare indietro e prendere la porta centrale per uscire fuori, ma improvvisamente Zoya cambia strada e Jon la segue incuriosito. Lui conosce la libreria, ma non aveva ancora visto questo nuovo reparto così accuratamente costruito, osserva la mano di Zoya posarsi sul legno nuovo di zecca. Interessante, io sono venuto qui giusto un paio di volte, soprattutto quando ero di ritorno per New York.. sposta lo sguardo sul legno che lei sta toccando, allunga la mano e lo tocca per tastarne il pregio. Non l'avesse mai fatto... o forse si. Uno stato di trance si impossessa di lui, rimane completamente immobile a fissare il vuoto, lentamente sposta l'altra mano e l'appoggia sulla spalla di Zoya, rimane con gli occhi spalancati.. i suoi occhi assumono improvvisamente un colore scuro, diventano quasi neri, la prima volta che i suoi occhi cambiano colore in modo così strano, rimane in piedi, immobile davanti a Zoya, mentre la sua mente viaggia.
    CITAZIONE
    Non desidererei dividere questa visione con qualcuno che non sia te. quella frase gli confermò una certezza, la stessa che aveva lui e che ora voleva rivelare a tutti i costi, anche al costo di dover arrossire per tutto il resto della sua vita se non fosse andata come avrebbe desiderato. davvero? disse con un filo di voce mentre con la mano libera prese delicatamente il mento della ragazza e la voltò verso di se. Gli occhi del mago erano limpidi e sprofondavano completamente in quelli della corvonero, ci fu solo un attimo di silenzio in qui si guardarono intensamente negli occhi, poi il tassorosso si lasciò totalmente andare alle sue labbra, baciandole molto delicatamente come per capire se anche lei lo volesse, assaggiò piccole porzioni delle sue labbra e si fermò, concedendo ai suoi occhi di poterla guardare ancora una volta, poi tornò a baciarla e questa volta lo fece sul serio, le labbra si schiusero, le loro lingue si intrecciarono, sembrava che lo avessero sempre fatto in modo così perfetto. Jon si poteva sentire al settimo cielo, ogni cellula del suo corpo era in fibrillazione, il cuore impazzito, totalmente. La strinse forte a se quando il baciò finì, le diede un bacio sulla testa e finalmente rispose alla domanda di prima. E' questo il ricordo più bello Zo'. sorrise mordendosi le labbra Credo non esista nella mia vita un momento più bello di questo, ora che ci penso.. tu sei il mio ricordo bello.. ed era la pura verità, quando diceva qualcosa con il cuore faceva sul serio, erano rare le volte in cui mentiva, ma quel sentimento era autentico.

    Nella sua testa si susseguono rapide visioni, ma una in particolare si fa vedere: lui con Zoya seduti su un albero si baciano, sorridono, stanno chiaramente insieme, non è un amicizia ma qualcosa di intimo. Il dottore rimane estasiato per quel ricordo così dimenticato da lui, ma cerca di rimanere impassibile... non ci riesce perchè dalla sua faccia trasparisce lo stupore.
    Si muove, esce fuori da quella visione, gli fa male la testa ma il suo sguardo continua ad essere stupìto... avrebbe voluto veder altro, non ce l'ha fatta.
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    Zoya.. stringe il suo braccio e la porta a sedersi sulle sedie dei banchi adibiti alla lettura. Si siede anche lui, con la faccia confusa, si avvicina con la sedia. Zoya dobbiamo parlare.. non molla il braccio di lei e continua a guardarla negli occhi. Ho bisogno di farti un paio di domande... adesso, non posso aspettare.... in effetti se hanno avuto una relazione non c'è niente di cui vergognarsi, probabilmente lei era imbarazzata per questa coa e non ha mai saputo come dirglielo, ma ora quella visione gli ha dato troppe conferme, ci sono tante cose di cui desidera parlare, ha sete di sapere..
    Sposta la sua sedia e si piazza davanti a lei, appoggia entrambe le mani sulle spalle di Zoya e prende un respiro. Io ero venuto per farti delle domande.. comincia Ma ho visto anche altro adesso... e la mia domanda è.. si, perchè chiederlo è fondamentale, in fondo non ci è voluto molto tempo per capirlo... Jonathan ha una mente molto sviluppata, ma chiunque lo avrebbe capito. Noi stavamo insieme? .. è così? dalla sua risposta dipende il proseguimento del discorso, delle ulteriori domande. Jonathan aspetta col fiato sospeso, se gli dice si .. conferma che le sue visioni sono state vere. Assolutamente vere.

     
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    Anche Jonathan si avvicina alla vetrina, vuole vedere con i suoi occhi il mobilio. A quanto pare hanno scelto un'arredo perfetto per l'ala nuova. Non posso smettere di pensare che qualcosa nella sua testa sia in corso quando lui si appoggia alla mensola ben lucida e la sua faccia si fa seria. Le sue guance rimangono bianche, le labbra a momenti si piegano dallo stupore e poi le sopracciglia si dilatano distanziandosi appena. Va tutto bene? domando con un sussurro. Pare non sentirmi e non so bene cosa fare per sistemare la situazione. Tutto d'un tratto pare tornare in sè, come un nuotator che riaffiora dall'acqua, la sua mano prende il mio braccio e mi porta con se a sedere. Va tutto bene? domando col fiato sospeso. E' evidente che non è così. Il tono di voce lo conferma e le sue parole sono quelle che in questo momento non mi sarei mai aspettata. Sembra ansioso, come se il tempo stesse finendo. Dimmi, Jonathan annuisco cercando di conferirgli la tranquillità di cui ha bisogno, se posso rispondo a tutto ciò che vuoi. Appoggio le mani sulle ginocchia, si pone di fronte a me e quel gesto mi fa pensare che le domande non saranno banali ma dirette. Cosa ha scoperto Jonathan? Accigliata seguo i suoi movimenti, le sue braccia si appoggiano sulle mie spalle, dritte come un ponte. Mormora che aveva dei quesiti che si sono arricchiti adesso, ma come? Prendendomi per il braccio? Tastando la libreria? Per me non è stato comprensibile stavolta, del resto è durato poco e il luogo forse mi ha distratta a sufficienza per non capire il nesso da cui ha tratto informazioni. E quali poi?
    Hai finito di guardare l'album? domando cercando di anticipare le sue domande. So che contiene una valanga di ricordi, è chiaro che avrà una miriade di domande.
    Ma la domanda che mi porge non ha niente a che fare con una lezione di erbologia, un incontro al campo, una gita fuori Londra o ad un episodio burlone. Stavamo insieme? Sgrano gli occhi, non sono preparata. Sapevo che la domanda prima o poi sarebbe giunta ma lui ha anticipato di molto le mie aspettative. Apro la bocca e la richiudo, le parole non mi vengono. Fino al giorno prima avevo pensato a come dirglielo se non lo avesse visto o capito durante tutte le visioni che gli avrei fornito. Mi ero fatta delle frasi e lui le aveva appena cancellate. Io.. mormoro. Rimango immobile, la schiena è ferma, gli occhi non si staccano dai suoi, di certo in essi può leggere assoluta sincerità. Io.. non mi aspettavo questa domanda devo ammetterlo. Prendo fiato. Però sì, quello che dici è vero. Non aggiungo altro, non so di preciso cosa ha visto: un bacio? La nostra vacanza nella neve? Le nostre fughe alla torre ovest? Quando scherzavamo sulla nostra futura villetta fantasticando su un futuro insieme? Oppure la nostra rottura?
    E' stato molto tempo fa dico con voce roca, un colpo di tosse e distolgo lo sguardo, a forza di cose mi sciolgo dalla sua stretta frontale. Intreccio le braccia sul davanti. Da quando te lo stai chiedendo? Mi domando se abbia visto qualcosa da quando sono finita in ospedale, se vagamente qualcosa è scaturito quando ha fatto un salto a casa mia. Quando? Non è fondamentale in realtà, sto cercando di capire in realtà cosa ha visto.

     
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    Zoya chiede più volte al dottore se sta bene, evidentemente la faccia di lui non esprime niente di tranquillo. Lui non si aspettava una visione in quel momento, come può essere possibile che sono capitati nel posto giusto al momento giusto? questa storia comincia a sconvolgerlo, non sa ancora se in modo positivo o negativo, è la prima volta che sta avendo tutti questi indizi abbondanti sul suo passato scolastico, Jonathan ha sempre più sete di sapere, ma sa benissimo che una relazione tra lui e Zoya c'è stata, per questo motivo bisogna prendere tutto con le pinze, la questione potrebbe essere più delicata del previsto. Tante sono le domande che si fa, se non stanno più insieme potrebbe essersi trattata di una relazione giovanile, il primo amore, un gioco, lui questo non lo sa perchè le visioni che ha visto sono davvero prive di reale profondità, ma sa per certo che prima di tutto c'è stata una stima reciproca, un'amicizia ben consolidata nel tempo. S-si sto bene. no non è vero. Jon è agitato e felice, confuso e curioso allo stesso tempo, si sente esplodere il cuore nel petto. Sedersi di certo aiuterà la situazione. Non ho finito l'album, se non ti dispiace vorrei t-tenerlo ancora un po'... Zoya si gira, non riesce più a guardarlo negli occhi, perchè? perchè gli priva il suo sguardo?
    Vorrebbe entrarci dentro quegli occhi, ma è come se Zoya fosse improvvisamente diventata rigida, spaventata da quella notizia così forte per lei. La rivelazione l'ha spiazzata. Cosa significa?
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    il silenzio della biblioteca amplifica il momento quasi imbarazzante, lei lo ammette e Jonathan ha la conferma che tutto ciò che ha visto è vero. Istintivamente si porta la mano sulla tasca della giacca ma non osa uscir fuori qualcosa che ha già pensato di dargli dopo, ora non è proprio il momento, meglio lasciar tutto alle parole, al confronto diretto. Jonathan cerca di dire qualcosa ma si ferma, sta riflettendo, poi finalmente Zoya torna con lo sguardo su di lui. Jonathan rimane con gli occhi fissi in quelli azzurri della donna che sono leggermente nostalgici, sembrano forse un po' tristi. Da un paio di giorni Zoya.. risponde con tono decisamente serio Credo di aver visto delle cose importanti. e decidere di prendere quel biglietto che ha trovato dentro il libro, lo esce fuori, è il biglietto per New York, allunga il braccio e lo porge alla donna rimanendo sempre con lo sguardo fisso, alza un sopracciglio. L'ho trovato dentro il libro che mi hai prestato. in realtà Jonathan non vuole mettere in difficoltà Zoya, vuole semplicemente sapere il suo passato ma non insistere sul ricordo di quella relazione, non sa com'è finita e non sa se in qualche modo hanno sofferto, non ne ha idea. Ascolta.. io n-non voglio che parliamo per forza di questa relazione che c'è stata, non so che cosa è successo.. non so quanto sia stato importante, se parlare di questo ti fa soffrire possiamo lasciar perdere.. insomma, a tutti capita di avere delle relazioni che non sono andate bene .. io voglio solo conoscere quello che ero, capisci? lo dice sulla base di quella lettera che ha visto, ha potuto vedere una Zoya decisamente sofferente, non può dimenticare quelle parole.
    Decide finalmente di uscir fuori quella pagina scritta a mano e piegata in quattro, la porge a Zoya. Ti prego di leggere questa.. ma non adesso. E' la visione che ho avuto quando ho toccato il biglietto.. perchè sinceramente mi sono venute tante domande e .. però voglio darti del tempo per rifletterci, sono rimasto molto colpito da questa visione. si volta verso la vetrina di legno che ha toccato poco fa e fa un sospiro Ho appena visto altro toccando quella vetrina. i suoi occhi si posano sulle labbra d Zoya Ci stavamo baciando per la prima volta, è molto probabile che l'albero su cui eravamo seduti è stato abbattuto, ne sono quasi sicuro.. ti ricorda qualcosa? chiede incuriosito, assottigliando un po' i suoi occhi Rispondi solo se ne hai voglia.


    Nel foglio che Jon ti ha lasciato, ci sono scritte solo le parole in rosso.
    CITAZIONE (ZoyaVS @ 18/5/2021, 21:01) 

    29.12.1998
    Caro Jon,
    Mi sento incredula.
    Non mi è bastato ciò che ho sentito qualche giorno fa?
    Ho pianto giorno e notte, mio fratello è quasi impazzito.
    Mi ha accusato di portare nostra madre sempre a fondo. L'ho sentita urlare come mai prima d'ora, credo che la sua depressione sia all'apice della sua drasticità. Penso che il medico che la segue verrà quì domandi. Che anno strano questo. Che anno pieno di travagli e sofferenze. E io che l'ho iniziato col sorriso e più volte sotto un cielo stellato in cui i corpi celesti scendevano come la pioggia sopra i nostri occhi, ho perdutamente sognato di guardare quei
    cieli insieme a te. Per tutta la vita. Invece ...
    ora non lo faccio più. Non ho mai più osservato la notte senza di te. Non ci riesco perchè mi domando: tu alzi il naso all'insù ricordandoti di me? E' una cosa che sento nostra e non sono pronta. E' come se quello fosse un'azione che ci appartiene, come se nessun'altro nella terra lo facesse. Che cosa stupida, però è così.
    Sai, Jonathan, ho patito tanto quando ti ho visto; e non smetto di pensare, ma se i nostri occhi si fossero per un secondo incontrati fra la pioggia incessante, come avresti reagito?
    Sono quì, ti scrivo ancora con la mano che trema, con la piuma che traballa e vuole fuggire dalle mie esili dita. Ho comprato un biglietto con destinazione New York, ho deciso che verrò da te per il giorno del tuo compleanno. Voglio vederti e dirti ciò che devi sapere perchè non ce la faccio più. Ho preso delle decisioni da sola pensando che siano giuste eppure non mi sento completa. E' come se parlartene avessi la tua approvazione: per i miei errori, per ciò che ho correttamente deciso. Non lo so!
    Uno sorriso timido traballa sulle mie labbra pensando a qualche ora fa quando sono uscita dall'agenzia babbana dove ho comprato il biglietto: la signora mi ha chiesto perchè avevo gli occhi arrossati e lucidi. Ho tentennato e infine le ho detto che avevo pianto di gioia e che tutt'ora ero in attesa di vedere una persona speciale. Le ho parlato di te, senza dire il tuo nome anche se per lei saresti stato un estraneo infine, le ho detto che diventerai qualcuno di importante un giorno. Lei mi ha osservato e ha scosso il capo più volte "Ragazza, parli con gli occhi dell'amore, non occorre che tu lo specifichi" se n'è andata sul retro sfiorandomi la mano e io sono rimasta immobile in apnea. Mi mancava il fiato e quando sono uscita ho pianto a dirotto nascondendomi il viso fino a casa. Mi vergognavo di mostrarmi a chi incontravo e poteva conoscermi: mi sono sentita una bambina che continua ad inseguire qualcuno che ha deciso di andarsene.


    Z.

     
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    Cerco di domare i battiti perchè questo momento non era previsto. Di certo non mi sarei mai aspettata oggi di essere travolta da delle rivelazioni simili. O meglio, in tutta questa storia dovrei essere io a conferire a Jonathan qualcosa che ha perso. In realtà mi ha battuto sul tempo, con il suo dono. Non sono arrabbiata, sono spiazzata e pertanto devo cercare di non essere troppo irruenta o completamente esagerata nel raccontare cose che lui non capirebbe. I ricordi sono una matassa intrecciata di avvenimenti, non avrebbe senso raccontare l'apice se manca tutto il mezzo. Se io volessi potrei prendere le mani di Jonathan e dirgli che deve scavare a fondo, potrei a momenti alterni raccontare di sana pianta vicende che secondo me deve sapere. Ma non sono io che devo riscrivere i suoi ricordi, io posso aiutarlo, ma non posso avere il dominio di ciò che è suo. Sospiro e quello non è un atto pregno di stanchezza, astio o disorientamento, è atto a esternare la difficoltà del momento. Jonathan probabilmente si sta rendendo conto tramite i miei silenzi e il muoversi delle mie iridi che stiamo facendo fatica entrambi, può anche capire tutto il mio impegno.
    La sua mano tende verso di me un pezzo di cartoncino, allungato, sembra piuttosto datato. Lo afferro stranita, lo rigiro un paio di volte trovandoci poi il verso; Comprendo che è un biglietto aereo di anni or sono, lo si capisce dal modello al momento completamente sparito e dall'anno stampato in caratteri bluastri nell'angolo in alto a destra. La città di partenza e di arrivo sono la risposta alle mie domande. Quello è un biglietto di sola andata per NY acquistato al termine del millenovecento novantotto. Le mie perle azzurre si dilatano, rimangono a fissare il nome della destinazione. Sono bloccata e il respiro mi manca.
    Percepisco gli occhi insistenti di Jonathan gravare su di me. So che se alzo lo sguardo su di lui sarà lì a cogliere i dettagli del mio, è bene che io sia pronta quando lo farò. I miei ricordi sono piuttosto lucidi, anche se non metto a fuoco per bene il volto della donna che me l'ha venduto quel giorno. Al momento sento una fitta indefinita al centro del petto e cerco di travisarla con tutta me stessa pensando che sia la tensione e la delicatezza del momento a giocare in me un brutto scherzo.
    Infine lo faccio con lentezza, stacco gli occhi dal biglietto, tenendolo ancora a mezz'aria e lo guardo negli occhi. Lo trovo lì, silenzioso, con un volto che non riesco a decifrare. Il battito accelera, indugio sul taglio della sua mascella. Questo.. questo era dentro al libro di Bach? E' una domanda stupida quella che faccio, la voce è rauca e trema appena.
    Per fortuna inizia a parlare, le sue paiono giustificazioni e infine lo sono davvero, come può comprendere l'intensità di un sentimento se ha dimenticato tutto? E come posso io dirgli cosa lui sentiva? Non avrebbe senso, Zoya, dagli le risposte che gli servono per riordinare i tasselli. Non cercare di raccontargli ciò che il suo cuore ti disse vent'anni fa! Tutto quello non esiste più, quindi perchè dovresti dirgli che vi siete amati tanto? Sembra la mia coscienza mi stia parlando all'orecchio e infine ha ragione, io non posso descrivere ciò che lui stesso sentiva. Sì capisco gli rispondo a bassa voce.
    In realtà no, non ci riesco perchè mi rendo conto che siamo giunti al più grande interrogativo che mi ponevo dalla prima volta che l'ho rivisto: se Jonathan riuscisse a ricordarsi di noi, lui ricorderebbe anche ciò che ha provato? Ho la mia risposta oggi, no. No, la memoria del cuore non esiste. Un brivido mi percorre ogni vertebra.
    Mi sento amareggiata anche se dopo tutti questi anni non vi è niente di sentimentale che ci lega. Di una coppia andata in frantumi sono l'unica a ricordare e una parte di me che non osa ammetterlo sostiene che quei pezzi sono andati a cancellarsi proprio quest'oggi: che senso ha avere dei ricordi se non sono condivisi? Perdono di significato e mi fanno sentire una sciocca.
    La memoria del cuore non esiste.
    Vorrei anche io cancellare tutto ciò che ricordo di noi.
    Così potrei sentirmi leggera.
    Come lui.
    Ignara di tutto
    e concentrarmi su ciò che mi dicono gli altri, molto più semplice: sostanzialmente prendendo alla lettera ciò che viene raccontato e immagazzino come un robot. In modo apatico. Senza senso.
    E' questo che penso di ciò che lui sta acquisendo, certa che conoscere il passato senza conoscere la profondità di ciò che si apprende deve essere un circolo vizioso di cattivo gusto. Io al suo posto sarei felice di conoscere il mio passato senza conoscerne le emozioni?
    Sto pensando troppo che non noto subito che il mago mi sta tendendo un altro foglio. E' un foglio bianco piegato su se stesso più volte, sembra moderno e lo apro con cura. Le dita mi tremano un po'. Può esserci altro?
    Ascolto la sua richiesta. leggerlo altrove con calma. Sono tremendamente curiosa e faccio fatica a dargli ascolto, deglutisco e annuisco. Va bene, come vuoi rispondo.
    Mentre cerco di dire qualcosa in più lui si sposta nuovamente davanti alle vetrina, lo guardo con aria interrogativa, il suo passo e i suoi gesti preludono che ha altro da dire. Ho promesso che ti avrei ridato i tuoi ricordi, Jonathan sospiro e glielo ricordo, quindi risponderò alle tue domande. Mi sposto di fronte a lui notando che i suoi occhi grigi guizzano sui mio viso e mantengono il collegamento. Appoggio la mano sulla mensola del mobilio. Io non capisco.. mormoro osservando la superficie ben trattata. Questo legno..? Le sue parole, i ricordi, il tocco diretto con il mobilio nuovo generano un lampo a ciel sereno. Questo legno viene da Hogsmeade. Asserisco e Annuisco incredula servendomi delle sue informazioni, a patto che siano attendibili. Credo... credo tu abbia visto il nostro primo bacio distolgo lo sguardo da lui e mi stacco dalla vetrina. Come se la mano stesse toccando qualcosa di ardente.
    Gli do le spalle e comincio a camminare cercando di abbattere la tensione. Hai visto solo questo? La mia domanda sembra curiosa, in realtà quell'albero era legato anche alla rottura avvenuta quasi un anno dopo a ciò che ha visto. Deglutisco.

     
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    Gli occhi di Jonathan vedono una Zoya decisamente sconvolta, più il dottore scorge certi segnali e più pensa che la donna non colo è ancora legata al fatto della loro storia giovanile, ma ha come l'impressione che stia "fuggendo" da qualche pensiero che la intristisce. Jon coglie i dettagli e non lascia mai qualcosa al caso, si vede che la donna fa fatica a respirare soprattutto quando vede il biglietto... gli occhi del guaritore ondeggiano sulla sua figura con fare curioso, si morde le labbra Jonathan, sta riflettendo e studiando la figura che ha davanti. Di lei nessun ricordo, e questa cosa rende certamente triste il dottore.. come fa a non ricordarsi gli anni più belli della sua vita? Si, era dentro il libro. risponde senza dare un particolare tono alla voce, per lui è solo curiosità, quella visione un po' l'ha lasciato perplesso e si chiede che cosa c'era di importante che Jonathan doveva sapere. Ora però inizia ad essere stanco, l'ultima visione ha assorbito molte dell sue energie, la donna da parte sua sembra molto spiazzata e Jonathan non vorrebbe porgere altre domande per oggi.
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    Zoya ripete a Jonathan che è pronta a risponder a qualsiasi domanda, il cuore del mago si riempie di speranza e gratitudine. Grazie Zoya.. non sa neanche lui quante volte ha già detto grazie alla donna, ringraziarla non è mai abbastanza e per lui significa molto il contributo della strega, senza di lei non avrebbe rivisto tante cose.
    Sposta lo sguardo sul mobile, insieme a lei che si fa domande.. ed ha uno sguardo assente, di sicuro sta ricordando qualcosa ..con un intensità che ancora Jonathan fa fatica a capire, eppure qualcosa dentro di lui si agita quando lo sguardo di Zoya ricade nei suoi occhi, in un palpito si sente il cuore nelle orecchie, come se esplodesse da un momento all'altro. Quando Zoya comincia a camminare lui la segue, è come se scappasse. Io.. s-si ho visto solo questo adesso, mentre come ti ho già detto.. la visione che ho avuto l'altra sera è racchiusa in quella busta. Non sa se proseguire con le domande o andarsene, insieme escono dalla biblioteca e a Jonathan viene un'idea. Ti andrebbe di venire a cena? si schiarisce la voce e si corregge Nel senso.. in quattro.. ci sarà un evento di musica in un locale a Londra, mi farebbe piacere invitare te e potrai portare con te qualcun'altro. Se vuoi. lui non perderà tempo a dire questa cosa a Nora, vorrebbe tanto far conoscere alla sua compagna la donna che lo sta aiutando ad esplorare il suo passato. E' anche un modo per ringraziarti per la tua gentilezza, il tuo aiuto è stato molto fondamentale. e spera lo sia ancora per un po' di tempo.
    Jonathan assottiglia lo sguardo e nota una farfalla bianca piegata sul parabrezza della sua auto, sembra così strano che ce ne sia una con quel tempo di pioggia. La sfiora con le mani e vola via Che strano! esclama inarcando le labbra in un sorriso e puntando gli occhi sulla farfalla che vola in alto.

     
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    Jonathan mi ringrazia e io non posso che annuire in silenzio, concentrando i miei occhi ovunque basta che non sui suoi occhi. Grigi, intensi, con delle diramazioni che a dire il vero ho studiato per molto tempo negli anni passati. Sebbene la mia curiosità sia talmente ampia da voler sapere se nel tempo sono rimasti uguali, mi rendo conto che sarebbe una cosa sciocca indugiare per troppo tempo. Si domanderebbe se sono strana, se lo sto fissando per qualche motivo che può essere riconducibile all’aspetto. Penso anche che sia per me. La decisione di non volerli guardare a lungo. La motivazione è che il dolore che ho patito quasi ventidue anni fa è svanito del tutto, ma dentro di me è rimasta un’impronta: la verità è che ho paura che qualcosa torni indietro. La sensazione è quasi paragonabile ad uno schiaffo. Quindi ricordo a me stessa che ho accettato di ridargli quello che ha perso, io invece lo faccio per me fino a che avrò l’occasione di dirgli ciò che è rimasto sepolto negli anni. Poi potrò sentirmi una persona normale e lui un uomo con la memoria recuperata.
    Scuoto il capo. Dovrei ringraziare te a dire la verità mormoro in un soffio. E di certo le labbra si sono mosse prima di pensare due volte. Con un gesto della mano cerco di sviare e travisare quanto detto, come se fosse una frase di circostanza venuta fuori per la tensione del momento. Scusa aggiungo e infine prendo fiato per sostenere il suo sguardo non vorrei che pensasse di aver di fronte una bambina nelle vesti di donna. Mi prenderò del tempo per leggerla, stasera va bene? Dico con fermezza e sfioro la carta della lettera che ho posto in tasca.
    Il silenzio ci accompagna verso l’uscita e per quanto tutto questo interessi anche a me, noto che strada facendo ovvero che la carne messa al fuoco sta aumentando mi sento più stanca. E’ come aver percorso chilometri di corsa, lui non se ne rende conto forse ma gestire i suoi ricordi e dargli le risposte corrette non è facile. Di certo non è difficile per il fatto che c’è del mistero, per il solito motivo preferisco che compia un lavoro sensato. E io devo stare al mio posto. Io.. sì.. va bene dico girando di scatto il capo verso di lui. Mi sta parlando di cenare e io che sono tornata in forma non posso che cogliere il suo invito a gonfie vele; anche perché ci continuiamo a vedere per studiare il passato e la cosa stanca entrambi. Per una volta dovrebbe essere bello passare del tempo insieme senza doverci sforzare di scavare indietro nel tempo giusto? Un sorriso genuino in sua direzione, mentre sistemo i libri al petto. Ridacchio, mi sento quasi leggera a sentire che andremo in gruppo. Certo annuisco più volte e il mio pensiero corre veloce alla figura di Ian, a lui piacerebbe andarci? Credo di sì. Fammi sapere dove trovarci, non mancheremo!
    Lo saluto mentre la testa comincia a pulsarmi, non posso fare a meno di seguire con gli occhi la sua camminata lungo il viale. Mentre sto ferma fra le persone che camminano imperterrite con ombrelli chiusi stretti al polso lo vedo fermarsi proprio nella portiera del guidatore. Sembra parlare con qualcuno di invisibile, poco dopo mi rendo conto che una farfalla di piccole dimensioni si allontana dal suo parabrezza. Il tempo uggioso sembra essere durato anche troppo, il cielo è cupo e piccole gocce mi cadono sui capelli biondi. Sono ancora ferma con la schiena rigida, una persona mi urta per sbaglio e io mi scuso educatamente anche se non è colpa mia, uno scatto con le dita e l’ombrello si palesa sopra la mia testa, l’asta si ferma sulla mia spalla, Con le dita rigiro in moto rotatorio l’ombrello fino a che non lo vedo sparire entro la sua auto. Sospiro rilassandomi all’istante prima di sentire un gorgoglio proveniente dallo stomaco. In concomitanza con le gocce che stanno scendendo via via più copiose vedo l’auto partire verso il semaforo.
    Ancora una volta i miei occhi blu l’hanno visto andare lontano.
    Un po’ come vent’anni addietro.
    E solo ora mi rendo conto che le coincidenze e la memoria sono affascinanti ma altrettanto enigmatici.
    conclusa


     
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8 replies since 26/1/2022, 16:43   92 views
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