Posts written by toxic.

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    CITAZIONE (Lucci Rob @ 4/11/2022, 17:55) 
    Grazie a Tutti Per il Benvenuto

    ☺😄😃😀☺

    Quanti anni hai?
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    Gandalf
  3. .
    Clacson
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    CITAZIONE (Skylee. @ 24/10/2022, 15:02) 
    toxic. Che ne pensiih??

    yvonne

    sexeeey :jump:
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    Mordente
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    facile
  7. .
    buono
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    PG: Maggie Lindemann (non foto troppo pulite, roba in linea)
    Aggettivi: Rebel, Rocker, Horror addict, Biting, Free
    Mood: dark

    :mah:

    Edited by toxic. - 18/10/2022, 21:51
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    Tossicchiava ancora, aveva la gola che bruciava e che sapeva di cloro. Nelle narici, quel medesimo odore. Respirava ancora la piscina.
    Stringeva Marcel, forte, come non volesse più lasciarlo andare. Per un lunghissimo e terrificante momento, aveva immaginato il suo volto, e di non rivederlo più. Un tantino esagerato, forse, vista dall’esterno… ma a volte i modi in cui si può morire sono proprio i più semplici, o i più sciocchi. Scivoli sul tappetino della vasca, metti un piede in un fosso, ti affoghi con una caramella particolarmente appiccicosa, cammini per strada con le cuffie e non ti accorgi che sta per arrivare un camioncino dritto verso di te… i modi sarebbero, insomma, innumerevoli, e la piscina, non dandoti lo stesso sostegno delle onde del mare ricche di sale, può essere un luogo veramente insidioso e ansiogeno per qualcuno che non sa tenersi a galla se non con stupidi braccioli o con incantesimi specifici che la rendessero leggera come una piuma, incantesimi che era abituata a lanciare per sé stessa, ma per cui quella volta non aveva neanche avuto il tempo.
    Quindi ora, quelle calde braccia fraterne, erano più preziose e piacevoli che mai.
    Marcel, però, non appena si rese conto che Amélie stesse abbastanza bene da mollarla con lo sguardo per un attimo, corse a posarlo direttamente su Marcus, e le sue intenzioni sembravano piuttosto chiare dal modo in cui il suo battito accelerava contro il petto della rossa e il suo corpo veniva scosso da un tremore crescente, che mise subito panico nella sorella.
    Non voleva che venisse lanciata una rissa, soprattutto in quel momento. Non aveva mai visto Marcel sperimentare una particolare aggressività davanti a suoi occhi, ma quella situazione sembrava per lui abbastanza adrenalinica da permettergli di perdere la brocca e fare qualcosa di… pericoloso.
    Cercò dunque di tranquillizzarlo come poté, nonostante non le riuscisse benissimo parlare, non ancora, data la gola che ancora le bruciava; strascicava le parole, che suonavano deboli e incerte.
    Questo non impedì a Marcel di inveire comunque contro quel ragazzo, limitandosi, per fortuna, alle sole parole, prima di alzarsi da terra per trascinarla dolcemente con sé, protettivo come sempre. Quel suo contatto rassicurava Amélie: il suo petto era casa, per lei; ciò che diceva era sempre giusto… per questo fece per seguirlo, d’istinto, senza protestare. Non aveva poi molta volta di rimanere lì, dopo l’accaduto, sinceramente… pensava di aver fatto una figuraccia terribile, davanti a Marcus. Di essersi dimostrata debole e infantile, agli occhi di entrambi. Un’adolescente strega che non sapeva neppure badare a sé stessa stando…semplicemente a galla. Ci voleva poi molto?
    Nel mentre Marcus uscì dall’acqua, e prese parola. Amélie lo osservò, ascoltando in silenzio ogni parola. – Io… non odio la piscina. È un bel posto. Avrei solo dovuto prendere… degli accorgimenti. Non è colpa tua, Marcus. È colpa… mia, che non so nuotare… e… avrei dovuto dirti di vederci altrove, magari… non potevi saperlo… – Abbassò gli occhi verso i propri piedi nudi. Cercò le scarpe, le prese… ma Marcus si fece avanti. Allungò un braccio per… toccarla. Amélie non si ritrasse, ma avrebbe preferito non sentire altre mani addosso, in quel momento di debolezza. – Hai paura… di cosa…? – gli domandò confusa, alzando un sopracciglio. – Di mio fratello…? Lui... vuole solo proteggermi. Io… lo so benissimo che posso… per questo ho accettato il tuo invito. Non è il mio...padrone – alzò gli occhi sul fratello, sperando non prendesse male quelle parole – Non ce l’ho con te, Marcus. Ti perdono, non preoccuparti… – si allontanò leggermente dal suo tocco, stringendosi maggiormente contro il petto di Marcel – Ma… Marcel ha ragione, forse è meglio rientrare… ho la gola strana e… non me la sento di stare qui. Perdonami tu, ho… rovinato quest’uscita… – in quel momento provava solo vergogna, e voglia di fuggire. – Non… dirlo a nessuno, Marcus… per favore – se la voce del suo quasi annegamento si fosse sparsa per il castello, sarebbe stata dura mettere il naso fuori dalla sala comune di Tassorosso.

    – parlato –Pensato"Citazione parlato altro PG"
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  10. .

    Finalmente quella lezione stava giungendo al termine. Gli effetti della pozione erano ormai svaniti, così come l’eccessiva allegria che aveva portato con sé, smuovendole una sana dose benessere che le aveva fatto dimenticare il sonno che altrimenti avrebbe provato per tutta la lezione. Lei era una che si svegliava prestissimo, di sicuro prima di tutti gli altri, andando a dormire prima del tempo. Il sonno per lei era sacro, e quando le pile le si consumavano, si portavano dietro tutto il buonumore e la positività che la caratterizzavano; per fortuna, a quel giro, c’era stato Marte, e poteva ritenersi fiera del lavoro che avevano fatto… o che, beh, aveva – quantomeno – aiutato a fare.
    Salutò la Scamander, mostrando ancora sincera stima per l’autorità che aveva dimostrato, che era così lontana dal proprio carattere da sembrare la dote più meravigliosa del mondo.
    Tornata al proprio posto, ebbe appena il tempo di sistemarsi sulla sedia, che il compagno Reid, il suo “salvatore”, le passò vicino sussurrandole qualcosa vicino all’orecchio.
    La rossa lo guardò, sbattendo le palpebre, non aspettandosi per nulla una richiesta del genere, in cambio del favore che le aveva fatto. Insomma… non era nulla di speciale, o difficile. Era persino comodo.
    Una Amélie più grande, navigata o semplicemente meno ingenua avrebbe potuto vedere il marcio nelle sue intenzioni… o quantomeno un palese tentativo di approccio atto al rimorchio. Suo fratello, sicuramente, l’avrebbe pensata così. Chissà se aveva sentito…
    Annuì come segno di aver compreso la dritta sulla fialetta, che effettivamente si trovava ancora all’interno della sua cartella, e bisbigliò con un filo di voce un semplice – Vedremo –, guardandoselo filare davanti per tornare al proprio posto. Dopodiché si piego sulla cartella, attenta ad agire solamente quando la professoressa fosse intenta a guardare in tutt’altra direzione; sfibbiò la cartella il minimo indispensabile per infilarvi una mano sottile all’interno, tirar fuori la fialetta e richiuderla di nuovo. Poi se la mise dietro le spalle, aspettando nuovamente che la Garcia guardasse altrove, per lanciare in Wingardium Leviosa sulla fialetta e farla avanzare rapidamente nel buio per trovare posto accanto alle altre.
    Ecco fatto… per quella sera, forse, era finita.
    Le membra, a quel punto, si erano fatte più pesanti che mai. Iniziò ad avvertire anche un leggero mal di testa, che la portò a cingersi entrambi le meningi con le mani. Questo non la mise in condizione di rispondere alla professoressa, né di voler parlare in generale. Una volta che Marcel le fu nuovamente affianco, si abbandonò debolmente con testa sul suo braccio, emettendo un leggerissimo lamento senza farci neanche caso.

    Amelie Von Nassau, II anno Tassorosso.
    Interagito con Alex, rimesso la fialetta apposto con un Wingardium Leviosa, abbandonatasi sul braccio di Marcel poiché avverte un leggero mal di testa, dato forse dal sonno, forse dalla pozione… non è dato sapere.


    – parlato –Pensato"Citazione parlato altro PG"
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  11. .
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    Ok, i prossimi minuti avrebbero decretato se Alex Reid fosse un idiota, o meno. Aveva messo nelle sue mani ogni speranza di mancata punizione, per quella sera: "Missione Gatto Grasso”, si sarebbe potuta chiamare. Amelie vide la sua micia rossa, dalle forme eccessivamente tondeggianti, gironzolare fra le gambe del moro, strusciandocisi contro senza ritegno. Non era una gatta dai gusti particolarmente difficili: bastava che le dessi dei grattini, o dei cibo. Amélie sperò che ne avesse con sé: in quel caso non sarebbe stato particolarmente difficile farla uscire di scena, ma era una possibilità altamente improbabile.
    Ma quello sembrava ignorarla… maledizione. Almeno fino a quando non trangugiò il contenuto della provetta, alla goccia, prima di infilarci qualcosa e farla levitare nel semi-buio in cui erano immersi dritta verso la sua cartella; la rossa si piegò di soppiatto per tenerla aperta il tempo che la gatta vi entrasse, prima di richiuderla – meglio di come aveva fatto precedentemente – e alzare un pollice grato in direzione del corvonero, che la aveva inaspettatamente aiutata, nonostante fosse sembrato abbastanza antipatico a inizio lezione. Con le labbra formò le parole “ti devo un favore”, a mani giunte; dopodiché torno a dedicarsi alla lezione.
    La Scamander aveva già deglutito la sua fialetta, quindi fu il suo turno: insapore, effettivamente.
    In pochi secondi, si sentì subito entusiasta: di essere lì, a quella meravigliosa lezione, di far coppia con Rain, di avere un bellissimo gattone grasso sano e salvo nella cartella e il fratello nella sua stessa aula: tutto era al suo posto, tutto andava bene. Perciò, tutto era bellissimo.
    – Dai qua, ci penso io! – esclamò allegramente (e non con spocchiosaggine), dopo che Rain stese la mappa di fronte a loro e mettendo le mani sulle squadre con un tocco leggero, delicato, quasi amorevole: volevano essere trattate bene, quindi erano in vita, in un certo senso; Amélie le avrebbe maneggiate con la cura e il rispetto che si meritavano.
    Successivamente, il ruolo di Amélie fu essenzialmente quello di seguire con allegra propositività le azioni della compagna Serpeverde, cercando di rendersi utile come poteva: le teneva le squadre nelle posizione giuste, le stirava la cartina, la aiutava a contare i centimetri, a prendere per bene i punti. In parole povere, cercava di facilitarla, mentre quella aveva già preso il timone di tutto; però ad Amélie faceva piacere: si trovava molto a suo agio in quel ruolo, e poi non aveva ansia di sbagliare, perché percepiva in Rain una sicurezza tale che era impossibile da voler contestare.
    – Sì, questo così…bravissima! – la incitava, controllando a sua volta che quello che stava facendo fosse corretto. Beh, non era poi molto complicato, neanche per chi non era così pratico in geometria. Un attimo di incertezza, al momento di trovare Aldebaran. – Sì, dovrebbe essere all’incircaaaa… direi che possiamo segnare…QUI, che dici? – ma quella segnò già un punto lì vicino. – Mh sì…dai, va bene lo stesso! – si portò indietro per ammirare la visione d’insieme. – Non è carino, tutto compilato? – piegò il mento sulle mani giunte poste sotto di esso. Subito dopo si sentì spinta dalla forza incontenibile di un sentito abbraccio, così le avvolse le braccia attorno alla vita, saltellando sul posto, come una bambina piccola. – Batti cinque! – prese delicatamente il polso della Scamander e spinse la sua mano contro la propria, per schiaffarla, scherzosa ma soprattutto vittoriosa. – Ora segniamo gli effetti… mhh. – si poggiò la parte basse della matita contro le labbra a cuore, gli occhi socchiusi nello studiare la compagna. A chi era andata la pozione affetta da Marte? A lei o a Rain? Difficile dirlo.
    “Non conosco bene la mia compagna; non ancora, almeno… quindi non posso dire se abbia avuto grossi effetti per quanto riguarda la presa di posizione, ma credo ne abbia sicuramente avuti. Io, dal mio canto, mi sono sentita incredibilmente allegra e positiva, con una gran voglia di fare. Poco prima mi sentivo all’opposto: incerta e nervosa, dunque penso che la pozione affetta da Marte sia stata la mia: quella col tappo nero. Non mi spiegherei, altrimenti, un cambiamento così netto. È stata una bella lezione.” Aggiunse quelle ultime parole, presa ancora dal buonumore.
    – Sono contenta di essere stata divisa con te! Sembri una molto brava, a scuola – fece un sorriso a trentadue denti a Rain. – Siamo una bella coppia. Spero che ricapiteremo insieme! –

    Amélie Von Nassau
    II anno, Tassorosso.
    Interagito da vicino con Rain, a distanza con Alex.
    Il gatto è tornato sano e salvo nella sua cartella d’origine (?), in cui è richiuso.
    La pozione ha avuto un’effetto quasi spumeggiante in Amélie, presa da un buonumore addirittura maggiore di quello che ha solitamente (incredibile), arrivando addirittura ad abbracciare la compagna (Rain). È un ca**o di miele.


    – parlato –Pensato"Citazione parlato altro PG"
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28 replies since 2/9/2022
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