Kai fino a quell'istante aveva creduto che la lettera di sua sorella, fosse il dramma più duro da dover superare. Ciò che non aveva messo in conto, era il fatto di dover affrontare un faccia a faccia con Halley. Se pensare a sua sorella e ad ogni ricordo legato a lei, lo facevano fremere di paura, la vista di Halley riduceva il suo stomaco ad una carta straccia e accartocciata. Sentiva le budella contorcersi e i suoi sensi, andare a puttane: provava un senso di rifiuto verso quella ragazza e ce l'aveva a morte con lei per averlo lasciato solo quando ne aveva più bisogno. Con lei al suo fianco, aveva ripreso a boccheggiare e a vedere uno spiraglio di luce nel suo futuro ma dopo essere stato abbandonato, era ritornato sul fondo dell'abisso. E quella sarebbe stata solo l'inizio della fine. Kai aveva lottato per la sua redenzione, per provare a sistemare le cose ma da qualche tempo a questa parte aveva smesso di farlo e stava aspettando solo il momento giusto per lasciare questo mondo.
David, certo. David. Sempre quel fottuto figlio di puttana in mezzo alle palle. Era davvero stanco della sua presenza e aveva preso la decisione che a settembre avrebbe cambiato dormitorio, trasferendosi in quello di Harry. In fin dei conti, era quello che in poco tempo era riuscito a guadagnarsi la sua fiducia.
Avrei comunque preferito che me ne parlassi, invece di sparire così su due piedi. Lui aveva sempre dovuto dare una spiegazione ad Halley sul perché che era legato alle sue azioni e lei? A lei tutto era dovuto e lo aveva trattato come un giocattolino. Era così che si era sentito nelle mani della grifondoro: un giocattolo con cui giocare fino al momento in cui non aveva trovato un giocattolo più nuovo e divertente con cui sostituire il modello vecchio. Poi era sempre stato lui lo stronzo della situazione, certo.
Cosa ci trovi in lui? E soprattutto cosa ti spinge a stargli accanto? Non lo vedi che è un mentecatto, uno squilibrato. Non che gliene importasse per davvero, era l'odio e il risentimento che provava nei suoi confronti a farlo parlare.
Vi ho visti, sai. Sembra che stiate forzando le cose, non avete nulla in comune. I due cozzavano l'uno con l'altro e per come la vedeva lui erano due linee parallele destinate a non incontrarsi mai. D'altronde come si erano conosciuti? Prima della festa di Natale, non gli era sembrato che tra i due ci fosse qualcosa.
Tu non sei come lui o forse sì? Non ti ho mai capita, Wheeler. Era così: aveva sempre creduto di conoscere Halley meglio delle sue tasche e invece, in quel momento, si rese conto che le grifondoro era un volto senza un nome. Era come se fino al momento della rottura del loro rapporto, lui avesse interagito con una sconosciuta. Non la riconosceva più e anche in quel momento non sapeva se stesse parlando con Halley o con l'ombra di lei stessa.
Non era tua intenzione, eppure lo hai fatto ma poco importa. Sono abituato ad essere abbandonato per qualcosa di più interessante, di più soddisfacente. Non preoccuparti, continua a vivere la tua vita come se non ci fossi. Kai era fermamente convinto che le azioni derivavano per forza di cose da un forte desiderio di compierle, perciò Halley voleva abbandonarlo e lo aveva fatto nel peggiore dei modi, scomparendo senza lasciare traccia. La rottura aveva ridotto il cuore di Kai ad un mucchio di macerie, portandolo a soffrire e a desiderare di non essere mai nato o peggio ancora, lo avevano portato a voler far finire al più presto la sua esistenza. Non era solo per Halley che voleva togliersi la vita ma anche per merito di tutto il contesto che girava intorno alla vita del giovane Parker: una famiglia distrutta, la vista dei suoi genitori inermi nel letto di un ospedale, il suo patrigno che lo costringeva a compiere azioni deplorevoli, tutto faceva sì che Kai pensasse al momento in cui avrebbe trovato il coraggio di togliersi la vita.
Io con te ho fatto così e stavo bene fino a quando non sei piombata qui all'improvviso. Già, dopo che si era reso conto che Halley non sarebbe più tronata da lui, aveva fatto finta che non l'avesse mai conosciuta. Halley per lui era morta, ideologicamente parlando.
Non ho alcuna intenzione di perdonarti. No, non lo avrebbe mai fatto perché non c'era perdono per chi decideva di uscire dalla sua vita dopo avergli fatto credere a cose che non erano altro che un mucchio di puttanate.
Halley, è così. Come si erano ritrovati a parlare dei peccati del serpeverde, ancora non riusciva a spiegarselo. Eppure aveva sentito il bisogno di consegnare il suo fardello nelle mani di Halley, come se così facendo sarebbe riuscito ad alleggerire il carico emotivo. Cosa che non portò a nulla di tutto ciò, anzi, la testa del serpeverde iniziò a girare vorticosamente e il respiro si fece più corto.
Cazzo, un attacco di panico non ci voleva. Pensò e nel mentre iniziò a credere di star perdendo il controllo, di star impazzendo invece di preoccuparsi di se stesso pensò ad Halley e alla minima possibilità che c'era di farle del male. La odiava ma non sarebbe mai riuscito a ferirla, perciò le intimò di andarsene da lì prima che accadesse qualcosa di irreparabile. Si accasciò per terra e iniziò a pregare che quello strazio finisse al più presto, poi, una voce:
Malachai. Come un soffio giunse alle sue orecchie ma ciò non sembrò destarlo dal suo stato. Poi ancora:
Basta! Alzò la testa e vide la grifondoro stringere i pugni come se ne avesse abbastanza di lui e di tutte le cose che stava dicendo. A quel punto, però, in lui scattò qualcosa che lo fece alzare rabbiosamente e con altrettanta rabbia si diresse verso la ragazza. Erano nuovamente vicini, a tal punto da percepire il respiro l'uno dell'altro.
Sono stufo di te e di tutti quanti. Disse allargando le braccia per poi farle cadere stanche lungo i suoi fianchi.
Sono stufo di quelli come te che cercano di controllare la mia vita, che mi dicono cosa fare e cosa no. Specialmente ne ho le palle piene di quelli come te che pensano di avere il diritto di ritornare da me, dopo che mi hanno abbandonato a me stesso senza degnarmi di una miserabile e fottuta spiegazione. Era giunto il momento di tirare fuori tutto ciò che aveva covato nel profondo e che era diretto solamente e soltanto verso colei che lo aveva ferito più di tutti quanti.
Se ci fosse stato qualcun altro al mio posto, lo avresti rincorso e supplicato pur di non farlo uscire dalla tua vita. E invece, siccome da questa parte c'era il sottoscritto, hai pensato bene di lavartene le mani e di sparire in silenzio. Era quello che pensava: lui non era nulla, lui era un soprammobile che si poteva prendere e utilizzare fino a quando faceva comodo, poi lo si poteva lasciare al proprio posto fino al prossimo utilizzo. Ma lui non ne poteva più di essere trattato in questo modo, nemmeno il mostro peggiore del mondo meritava un simile trattamento.
Sì, sono stato io Halley. Ed ecco che un nuovo segreto, veniva consegnato nelle mani della grifondoro.
Sono stato io perché la tua presenza mi destabilizza. Glielo si poteva leggere negli occhi che era così.
Ti odio! Ti odio per avermi dato la falsa speranza che con te al mio fianco potevo salvarmi. Ti odio perché mi hai abbandonato, ti odio per avermi fatto provare delle cose per te delle quali tu te ne sei sbattuta il cazzo. Ti odio perché dopo avermi fatto abituare alla tua assenza, torni qui e mi fotti la testa con le tue stronzate. Stava delirando e forse era il caso di levarsi di torno prima di poterla ferire intenzionalmente. La tempesta, in quel momento si trovava proprio sulle loro teste e Kai era sicuro che avrebbe recato qualche danno irreparabile.
Se non avessi trovato quella lettera, non credo che saresti venuta a cercarmi. Aveva avuto pietà di lui, ecco perché era tornata. Ma se lei non fosse venuta a conoscenza di quelle cose, avrebbe continuato ad ignorarlo perché aveva David a cui rivolgere le sue attenzioni.
Sei così brava negli addii, non vedo perché tu non possa farlo anche adesso. Con un'ironia sprezzante nel tono della voce,le sussurrò quelle parole.
Se non te ne vai tu, lo farò io. Le servì un ultimatum: prendere o lasciare.
E non venirmi a cercare, voglio essere lasciato in pace.