Ballo di fine anno

Aperta a tutti gli studenti.

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  1. seán
     
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    "Hai deciso di assumere altre droghe perché le ragazze ti potessero trovare interessante? Se ti dicesse che non ha preso niente per convincerti a baciarlo non ti fidare" Mi ero sentito messo con le spalle al muro, e per me che ero piuttosto introverso ed affezionato alla mia privacy, quella di Reina fu senza dubbio una pugnalata. Aveva preso ciò che era successo tra di noi in aula di pozioni e lo aveva spiattellato ai quattro venti, ed a ripensarci, quell'atteggiamento senza dubbio bruciava.
    "Di alla tua ragazza di darti ripetizioni di incantesimi, fai pena"
    "Spari tante stronzate per uno che non dice mai un cazzo"
    Mi sentivo giudicato. E non mi piaceva. Iniziai a vedere Reina come una mia nemica. Non che mi dovessi sforzare tanto per farlo, in effetti: lei si stava ponendo verso di me in questi termini, ed anche se non avrei voluto che finisse così, era così che stava andando. Probabilmente, se fossi stato diverso, mi sarei fatto scivolare addosso le sue parole. Ma no, pretendevo davvero tanto da me stesso, mi sbattevo tantissimo per eccellere in vari ambiti, a volte riuscendoci anche bene. Mi sforzavo troppo per vedermi giudicato da una sconosciuta stronza a cui stavo evidentemente sul culo. Non volevo circondarmi di persone che mi vedevano in un modo nel quale io non mi riconoscevo, non mi faceva sentire a mio agio. Non volevo circondarmi di persone giudicanti. Allo stesso tempo, non sapevo perchè quelle parole, dette da Reina, non riuscivano a scivolarmi addosso. Con il tempo sarebbero scivolate via comunque, come tutte le altre, solo che ci mettevano un po' di più a farlo. Non le risposi, di nuovo, limitandomi a farmi beffa di quelle parole con un sorrisetto che avrebbe dovuto fungere da scudo verso i suoi attacchi - ed odiavo quando il mio essere introverso veniva usato come un'arma verso di me. Okay, se la metteva in questi termini, io cosa potevo fare? Certo non le avrei leccato il culo, ma volevo capirla, o almeno provarci. Per questo motivo l'avevo seguita, non appena lei aveva preso posto su una panchine poco distante.
    Rimasi a scrutare il volto della serpeverde nella penombra, mantenendo il mio posto dinnanzi a lei, anche quando mi invitò direttamente a sedermi sulla panchina, al suo fianco. No, sto bene in piedi. Le risposi, ora più freddo. Non aveva senso sedersi, dato che me ne stavo andando, e comunque non avevo voglia di mettermi lì a fare una lunga conversazione con lei, nè di avvicinarmici. Volevo solo chiarire due cose. L'idea che mi potesse saltare addosso di sicuro non mi spaventava, nè la ritenevo possibile: come lei stessa aveva detto, sapevo che l'effetto della pozione era passato per entrambi. Ascoltai le sue domande, per capire cosa la turbasse, magari volevo darle un'ultima chance di rivelarsi la persona interessante che avevo reputato o forse preferivo scoprire di essermi totalmente sbagliato - okay, non che al nostro incontro in aula di pozioni fosse stata molto più simpatica di quanto si stesse rivelando quella sera, ma per lo meno non mi aveva attaccato gratuitamente senza motivo, avevamo parlato, scambiato delle opinioni.
    Le avrei risposto sinceramente, a quella domanda, perchè non sentivo di avere niente da nascondere: l'ho bevuta perchè in quel momento volevo piacerti come tu piacevi a me. Portai le braccia conserte al petto, storcendo di lato il capo. Non ero in me quando l'ho fatto. Mi sembrava molto ovvio, che da lucido non avrei avuto la benchè minima idea di bere la pozione a mia volta. Se non volevo farlo inizialmente, c'era un motivo. Se poi l'avevo fatto, c'era comunque un motivo. E' questo che ti ha turbata? Sollevai un sopracciglio, perchè onestamente non la capivo. Era seriamente infastidita per il fatto che avevo bevuto la pozione a mia volta? Ridicolo. Ma alla fine, eravamo due sconosciuti, non doveva dimostrarmi niente, nè io dovevo dimostrare niente a lei. Certamente, però, non accettavo che mi trattasse come un idiota sprovveduto davanti a tutti. In ogni caso, questo non ti da alcun diritto di rivolerti a me in questo modo. Poca confidenza, Scott. Mi premeva chiarire questo, dato che si era rivolta a me come se fossi il suo giocattolo.
    Non c'era molto altro da dire. In aula di pozioni lei era stata molto chiara su quelle che fossero le sue aspettative rispetto agli altri, ed io d'altra parte ero della sua stessa opinione. La trovavo interessante, certo, e sicuramente anche per questo motivo era bene che me ne andassi, senza approfondire quella semi conoscenza. Non c'è altro da dire. Confermai, a malincuore. Mi resi conto che le cose stavano esattamente come lei le aveva descritte. Buonanotte allora, spero passerai una bella estate. E le diedi le spalle, per dirigermi all'ingresso del castello.



    Seán Hardice - II - 80 17 - Scheda - Diario - mask



    Interagisce con Reina e abbandona il ballo
     
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    Tassorosso
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    Il posto in cui avevo portato David era qualcosa che mi rendeva serena e mi faceva stare bene. Il mio viso si rilassava e godeva di quel meraviglioso panorama senza pensare a quello che stava accadendo oltre gli alberi a pochi passi da me. David nel mentre si era tolto la giacca e sbottonato la camicia, dovevo ammettere che vestito per bene sembrava un ragazzo carino che attirava l’attenzione ma quando si spettinava beh, gli donava di più. Era chiaro che era più a suo agio così che con bottoni precisi e giacca ben ordinata. Nel momento che spostai il mio sguardo verso di lui completamente mi resi conto che aveva i capelli bagnati e non solo. Perché era bagnato? Non ne avevo idea del perché ma David era così, faceva alcune cose che non comprendevo del tutto e questo, a volte, mi faceva sorridere. Lo vidi avvicinarsi a me e la sua frase mi fece leggermente piegare la testa e spalancare gli occhi «Oh no! Cosa dici? Io... io... non pensavo, non intendevo... »Lui si avvicinava sempre di più ed io continuavo a balbettare cose stupide. Era chiaro come l’acqua cristallina che non intendevo quello e che lui mi stesse provocando. Quando sentii il suo tocco su di me, mi scostai minimamente come se un piccolo brivido mi avesse percorso. Poi il mio corpo e la mia mente si resero conto che il tocco del ragazzo non era rude o duro, non stava facendo male o mi stava stringendo così forte da provare dolore. Il mio cuore prese ad accelerare, cosa stava facendo. La spallina scivolò con delicatezza lungo il mio braccio seguendo il movimento della gravità fermandosi vicino al gomito, mentre il dito di David sembrava seguire un sentiero immaginario che arrivava fino al polso per poi risalire. Guardai il movimento la prima volta e poi la seconda i miei occhi si spostarono su di lui. Poteva ben sentire la mia rigidità all’inizio, la paura che quella mano si potesse fermare e farmi del male iniziò a svanire la terza volta... «Cos-a... co... » cercai di dirgli ma la voce non uscii anzi si bloccò in gola. E poi si avvicinò ancora e mi spostò i capelli, anche li stavo per spostarmi ma lui mi tenne con tocco deciso ma non duro da farmi male. Quando le sue labbra si posarono sulla mia pelle nella parte del collo, trasalì leggermente. Il primo impatto mi porto a piegare la testa nella sua direzione per un leggero solletico che mi provocò, il secondo invece sembrò così delicato come una piuma che si posava sulla mia pelle. Istintivamente la mia testa andò a piegarsi leggermente come a fargli spazio. Cosa stava accadendo? Una stana sensazione, mi dava come delle piccole scosse elettriche. Ero li ferma senza dire nulla ma che percepivo mille sensazioni che non riuscivo ben a decifrare o forse si. Solo per un secondo chiusi gli occhi e quando sentii David staccarsi da me li riaprii. Era così vicino che i nostri occhi si tuffavano nella profondità dell’altro. Il cuore sembrava voler uscire dal petto, mentre i miei pensieri si confondevano in un groviglio di parole e frasi che in quel momento erano inafferrabili. Quando parlò la sua voce era come se fosse la prima volta che l’ascoltavo. Era vicino, molto vicino, mentre le sue labbra si fermarono a pochissimi centimetri dalle mie. Sentivo il suo respiro mentre qualcosa mi spingeva e mi tratteneva allo stesso tempo. Perché faceva quest’effetto su di me? Ero convinta che mi stesse per baciare ma non lo fece. Mi morsi il labbro indecisa sul da farsi “Dai lo sai che ti sta provocando... suvvia!” Pensai continuando a guardarlo negli occhi “ Devo smetterla di pensare troppo... Mi sto bloccando da sola ancora... Non devo sempre pensare... ” mi ammonì da sola "Per una volta agisci e vai..." Abbassai lo sguardo verso le sue labbra che sembravano magnetiche e sussurrai con voce dolce «Allora...? » le mie labbra si mossero con lentezza e pacatezza nel pronunciare la parola, mentre deglutii... Non sapevo bene cosa fare, così lo sguardo si abbassò come a non volergli dare altro, come a bloccarmi li... Un leggero venticello si intromise tra noi due “Cazzo, fai qualcosa...” mi ripetei ancora una volta quasi urlandomi nella mente e così in un secondo alzai la testa e le mie labbra si posarono sulle sue in uno scatto veloce. Sembrava come se non fossi io a muovermi ed a controllarmi. Ero ad Hogwarts, durante il ballo ed era chiaro che volevo e dovevo avere un contegno ma quando lui si avvicinava così sembrava farmi sparire i freni che mi tenevano ben salda. Morbide e dolci, furono le mie labbra che si posarono su quelle di David. La mano si alzò posandosi sul suo petto come per appoggio. I miei occhi chiusi era come se accentuassero le sensazioni e il mio petto seguiva in respiro leggermente accelerato. Mi staccai da lui dopo un po’ leggermente rossa sulle gote. Poteva intuire bene che li in quel momento se si aspettava qualcosa che andasse molto oltre, non glie l’avrei data, ma per me quello che stava accadendo era qualcosa di inaspettato. I miei occhi si fissarono ancora nei suoi mentre la mia mano che era sul suo petto, leggermente più in basso, iniziò a scendere, per staccarsi da lui. Sorrisi, stranita da me e da quello che stava succedendo, eppure sorrisi e una piccola risata sonora uscì senza avvertire, di quelle che mi illuminavano gli occhi scoprendo alcuni riflessi dorati, di quelle che mi rendevano meno controllata. Delle voci non distanti da noi si fecero udibili e il mio viso si girò in quella direzione ma ero ancora vicina a lui. Il suo “tenermi” non era brusco e violento, non mi stava lasciando segni... Ero sorpresa ancora una volta... “Cosa mi fai ??” domandai dentro di me... In quel momento per qualche attimo ero riuscita a scordare quello che mi ronzava sempre nella testa. Nessun obbligo, nessuna “etichetta” e nessun a tenermi stretta e sotto osservazione. Solo per un attimo ero una ragazza che viveva qualcosa alla sua portata. Inesperta e forse in ritardo rispetto ad altri ma sembrava così bello. Ero in grado, come spesso accadeva, di trovare e provare sensazioni e sentimenti anche per dei piccoli momenti o gesti, o cose che per altri potevano sembrare stupide ed insignificanti. Un bacio cosa mai poteva essere e una spallina scesa ancora di meno, invece per me era qualcosa che mi faceva provare tantissime sensazioni e mi faceva sentire libera. Non era ingenuità era avventura, per me che fino a qualche anno fa potevo solo sognare attraverso i libri e che ancora, in quel preciso momento, non mi era permesso fare... ma lui non c'era, non era li era lontano da me. Era vero, i libri mi avevano plagiata ma era l’unico modo che conoscevo per poter scappare e vivere avventure nella stanza di Casa White quando ero da sola e l'unica compagnia era Amelia la mia governante. I rumori sembravano avvicinarsi ancora di più, avvicinai questa volta io il viso a David, mi morsi ancora il labbro «Non siamo soli, mi sa...» sussurrai leggermente lasciando andare il labbro inferiore dalla stretta dei denti e con una voce quasi inudibile...




    Interagito con: David 🙈 :perdono:

    Abito

    Maschera


     
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    Con mia grande sorpresa, non è stato necessario l'impiego delle maniere forti e David fa la mossa intelligente di prendere la maschera e capire al volo cosa deve fare. Non so se questo vuol dire che ci tiene davvero, non so se posso affermare una cosa tanto grossa dopo questo episodio. In fondo, ma chi lo conosce? Però era giusto che entrambi avessero questa opportunità, per quanto mi scocci ammetterlo.
    “Ah sì?” faccio alla mora “peccato, per una volta sarebbe stato utile” aveva qualcosa di decisamente più importante da fare, mi dispiace aver rovinato i giochi alla modella qui presente.
    Detto ciò, mi verso qualcosa da bere. Qualsiasi cosa, purchè sia fresca. Ho le mani tanto calde che penso potrei scioglierci il bicchiere. Per fortuna non avviene, lo riempio di una sorta di succo violaceo e me lo porto alle labbra adagiandomi con il fondo schiena contro il banco delle bibite. Succo d'uva “ah! Hai ragione, hai perfettamente ragione” annuisco. Vero, si potrebbero trovare un sacco di persone con una sigaretta delle felicità. Ad esempio, me medesima. Istintivamente infilo la mano nella tasca dell'abito guardandomi intorno alla ricerca di qualche insegnante all'orizzonte e tutto sommato, sono anche disposta a condividere la mia felicità con la ragazza qui presente che però sembra aver altri progetti per la serata “potrei non dover cercare molto” ironicamente gli angoli della bocca mi si sollevano in qualcosa che sembra più una smorfia complice che un sorriso “avvisami se sei di nuovo nei paraggi” una specie di favore il mio, un'offerta tacita per una ragazza dall'espressione annoiata. Dai, non condividere è da tirchi! E poi mi ha fatto un complimento all'abito, mi sembra pure doveroso ricambiare.
    Resto sola dunque: io, il mio vestito da bomboniera, la mia canna in tasca e il succo d'uva. Scosto i capelli per permettere ad un filo d'aria di andarmi a rinfrescare proprio alla base della testa, è uno dei momenti più piacevoli della serata. Piccolo, ma piacevole. Allungo lo sguardo in direzione della spaccatura del tendone che porta all'esterno, dove probabilmente Rose e David staranno discutendo. Chissà se è stata la scelta giusta oppure no, boh, non so se avrò mai l'occasione di scoprirlo. Sembra quasi che gli eventi di stasera, la chiacchierata con Rose, sia già lontana anni luce, sembra già un ricordo. Non so perchè io abbia questo genere di sensazione. Forse è passato troppo tempo, così tanto che ora sembra tutto nuovo e distante. Mah.
    Resto con il bicchiere abbassato stretto in una mano. Collo slanciato all'indietro e sguardo in alto, verso la finta volta celeste che sovrasta la stanza. Poi la riabbasso lentamente appena sento qualcuno rivolgermi la parola “non lo so... lo è stata?” per un attimo mi ero talmente rilassata da non aver realizzato che io questa ragazza non la conosco. beh, può anche non rispondermi, in fondo il tono era del tutto retorico... Ah ma aspetta“ah, sei la ragazza di prima!” quella che avevo quasi del tutto ignorato per via di un Axel ringhioso un pelo troppo incazzato “ era un momento di confusione” non so quanto sia stata maleducata su una scala da uno a tanto, però comunque una piccola giustificazione non ha mai fatto male a nessuno. Mi soffermo un attimo sull'abito “bel vestito... attenta lì, però” con l'indice, punto appena verso la sua scollatura, leggermente scomposta. E mando giù un sorso di succo. La chiamano solidarietà femminile, no?

    Interagito con Reina e Daphne. Rimasta la tavolo delle bibite e nominati Rose, David e Axel.



     
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    Ad Axel piacevano i balli. Bella scoperta. A me no, per niente, avrei voluto urlare, ma in qualche modo sapevo che quella era una menzogna, per cui optai semplicemente per il silenzio. Avevo un rapporto strano con i balli o gli eventi pubblici in generale. Ne ero sempre stata in parte attratta e in parte terrorizzata. Odiavo intensamente tutti quelli ai quali mi avevano costretto a partecipare i Métis, ma d'altra parte, ce ne erano di altri che mi facevano comparire un malinconico e lieve sorriso sulle labbra. ricordavo di quando mio padre, assorto nei suoi nostalgici pensieri, mi raccontava di quanto fosse stato romantico e speciale il ballo del suo ultimo anno ad Hogwarts. Lì infatti, dopo un lungo ballo con mia madre stretta fra le sue braccia, le aveva chiesto di sposarla. Mi raccontava di quanto fosse stato intenso quel momento e di quanto ci fosse poi rimasto male quando lei gli aveva risposto di no, dicendogli che lo avrebbe sposato solo quando finalmente avrebbe trovato la forza per ribellarsi alla sua famiglia di mangiamorte, dicendo loro che non avrebbe mai abbracciato il credo di famiglia. Lui aveva compreso le sue ragioni e aveva fatto tutto il possibile per riuscire a cambiare vita, ma la vera forza per dire definitivamente addio alla sua famiglia però, la trovò purtroppo solo dopo la mia nascita, quando vedendo il frutto del loro amore, si convinse finalmente a rinnegare il nome dei Métis. Tutto era deciso, i miei genitori si sarebbero sposati il mattino seguente alla fuga, ma quel matrimonio non si celebrò mai. Mia madre la sera stessa ebbe un incidente, o almeno questo fu ciò che mio padre mi raccontò fin quando non crebbi abbastanza da poter capire in autonomia che gli artefici di tale "incidente" erano stati proprio i Métis, che mai avrebbero potuto rinunciare al futuro capo famiglia.《Papà, sono stati i tuoi genitori a fare del male alla mamma, vero?》Gli aveva chiesto una vocina candida e innocente una gelida mattina di invero. Fu solo all'ora, che consapevole di non potermi, né volermi, più mentire, confessò ciò che era accaduto veramente. Avevo pianto per tutto il giorno dopo aver udito dalla sua calda e amorevole voce, la verità. Avevo poi giurato che non li avrei mai perdonati per un simile peccato e così feci. Mi portai tutto quel rancore fino ai giorni nostri e nel tempo, in seguito a quanto si permisero nuovamente di fare, quella volta a me e a mio padre, tale rancore non fece che crescere e crescere, corrodendomi lentamente dall'interno. Forse era per tutto quel rancore che mi portavo dietro, che in fondo, non ero mai più stata in grado di essere realmente felice. Troppo spaventata dagli orrori del mio passato per pensare di poter anche solo provare a vivere nuovamente la mia vita in pace. In leggerezza. «Cos? No no no» Protestai sorpresa sottovoce, mentre il busto del mannaro ruotava per posizionarsi esattamente davanti a me, pronto a prendermi per mano per trascinarmi fino alla pista da ballo, dove come un vero cavaliere avrebbe iniziato a danzare e a volteggiare impeccabile, mentre al suo fianco ci sarebbe stata la persona meno capace al mondo di ballare a ritmo di musica. Un cavaliere e una papera, ecco cos'avrebbero visto gli altri da fuori. «Non voglio farmi additare come papera...» Sibilai preoccupata senza fornire al Serpeverde il giusto contesto per afferrare le mie parole, troppo preoccupata a guardarmi attorno per accertarmi che nessuno ci fissasse. «I - io...» Mi chiedeva di accontentarlo, di dimostrargli che le mie parole mai dette, non che ce ne fosse realmente bisogno quando si trattava di lui, fossero vere. «Ax, io, io non riesco a ballare a ritmo di musica, io...» Mi morsi il labbro indecisa se continuare o meno la mia confessione, mentre istintivamente e senza nemmeno rendermene conto, avevo afferrato la sua mano per poi ritrovarmi avvinghiata a lui al centro della pista. Nessuna maschera mi dissi. Ne metaforica ne reale, dato che né io né lui ci eravamo mai rimessi le nostre, dimenticandole semplicemente appese agli avambracci. «Da piccola mio padre mi faceva ballare spesso, ma ecco...» Era così strano raccontarlo ad alta voce che mi sentì subito imbarazzata a dover ammettere una simile cosa, tanto strana quanto probabilmente buffa a un occhio esterno. «Ballavamo contro musica, io...» Mi morsi il labbro inferiore con aria mezza divertita e mezza imbarazzata. «Io so ballare perfettamente, se sotto c'è musica rock o alto di movimentato, ma così mi inciampo, sembro solo una papera impedita...» Ammisi infine abbassando lo sguardo con le gote ormai paonazze, consapevole che di lì a pochi secondi avremmo iniziato a muoverci, mostrando così a tutta la scuola quanto incapace e impedita fossi e tutto solo per accontentare lui, solo per fargli capire quanto diamine potessi fidarmi di lui. A tal punto da umiliarmi pubblicamente, perché segretamente desiderosa di poter volteggiare come una comunissima ragazza spensierata e priva di demoni interiori, fra le sue braccia.
    ★ ★ ★
    Prefetta Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Andata sulla pista da ballo con Axel. Né lui né Sky indossano le loro maschere e per tanto sky si guarda compulsivamente attorno preoccupata degli sguardi altrui. ♡
     
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    Corvonero
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    Annuisco. Il bagliore bianco che ci circonda sembra deciso a non sparire e io credo proprio che domani mi informerò sulla natura di questi fiori, è una nozione che mi manca.
    Appurato che entrambi stiamo bene, penso che qui il mio lavoro sia finito: Daphne non trema più, il suo tono è normale e credo che le sia passata anche la preoccupazione per la mia momentanea assenza. Mi rimarranno un po' di dubbi in seguito agli eventi che si sono susseguiti in così relativamente poco tempo. In effetti è come se il tempo si fosse dilatato e fossero accadute più cose di quelle che sarebbero potute accadere. Wow, sono capace di fare degli svarioni assurdi anche da sobrio. Forse dovrei mettere in pausa l'era per un po', quanto basta per purificarmi il cervello. Chissà se prenderò mai seriamente in considerazione la cosa o se è solo una riflessione casuale.
    Comunque ho recepito il messaggio, Daphne ha qualcuno che l'aspetta.
    Meglio così. Adesso capisco anche meglio il suo rifiuto iniziale. L'unica domanda che mi pongo è: perchè allora non ha chiesto aiuto alla sua amica, piuttosto che a me, totale sconosciuto? Ha detto di sentirsi a suo agio, forse è questo che l'ha spinta a mostrarsi vulnerabile con me? Perchè è così che ci si sente. Non avrò risposta, ne sono praticamente convinto. Anche se volessi chiederglielo non potrebbe rispondermi, non si ricorda più come ci è finita fuori dal tendone in mia compagnia. Sembra che Blackwood mi abbia portato sfortuna, dopo aver parlato con lui ho davvero fatto scordare qualcosa a qualcuno.
    - Va bene. Allora, buona serata - e resta tutto un pensiero, neanche io voglio trattenerla oltre. Quindi direi, apposto così. Eppure ad un certo punto sento un peso sulla spalla che si abbassa di qualche centimetro, poi un contatto sulla guancia destra. «Questo è il vero grazie. » ah. Ci teneva a ringraziarmi... a modo suo. Mi prende alla sprovvista con questo gesto, sono sinceramente stupito dalla contraddizione dei suoi gesti ed è anche abbastanza evidente da come la guardo a bocca semi aperta. Prima mette distanza, poi si riavvicina di due passi, si allontana di cinque e si riavvicina di dieci. Un valzer ubriaco, uno schema confuso che fatico a capire. Le sorrido appena ma non so nemmeno se fa in tempo a vederlo, perchè lei è già andata via. Che tipa. Forse dovrei capirla meglio.
    A questo punto mi volto e sembra che anche Chanel abbia deciso di allontanarsi. Non mi sorprende, quella ragazza è volubile; potrebbe essere per noia, potrebbe essere perchè ha trovato qualcosa di più divertente da fare. In ogni caso non penso che ci sia neanche tanto da preoccuparsi, non è la prima volta che la vedo comportarsi in questo modo. La guardo allontanarsi dentro il tendone e attraversare tutta la sala. Mah.
    I miei buoni propositi sull'erba, sono durati meno di uno shot: decido di approfittare dello scenario del lago nero di notte per fumarmi un'ultima, rilassante, sigaretta modificata prima di concludere la mia serata. Onestamente credo che le porrò fine: ho fatto la mi apparizione, ho inaspettatamente fatto anche da supporto psicologico. Direi anche basta. Stacco gli occhi dalla superficie del lago e le spalle dall'albero a cui mi ero poggiato e anche dietro cui mi ero nascosto, qua fuori ci sarà sicuramente qualche prefetto che potrebbe rovinarmi il momento ninna-canna.
    E infatti la spengo e rilassatamente me ne torno in camera mia. Non c'è fretta.

    Interagito con Daphne che me lo ha lasciato come un baccalà. Nominata Chanel e vista uscire dalla festa. Si è fumato la sua ninna-canna celato da un albero sulle sponde del fiume e poi uscito dalla festa.



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    Serpeverde
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    Axel
    «Non ti additerà proprio nessuno. Smettila di starnazzare adesso», replicò incurante di quelle che erano le proteste della Corvonero. Sapeva, o meglio, ne era convinto che lei nel profondo di sé sapesse farlo ma a suo avviso era troppo concentrata a tormentarsi su cosa avrebbe pensato di lei il prossimo. Lo faceva sempre di pensare al parere altrui ed Axel non condivideva questo modo di darsi noie. Lui faceva cosa gli pareva quando gli pareva e del pensiero altri se ne sbatteva altamente. Sapeva muoversi discretamente, mantenere un basso profilo, quello sì, Ethan glielo aveva insegnato molto bene e sapeva adattarsi nelle situazioni che lo richiedevano ma per il resto il vero Axel era quello: orecchini, anelli importanti alle dita e matita nera sbavata nella rima ciliare. Qualcuno lo avrebbe additato ma a lui non poteva fottersene di meno, lui aveva il coraggio di essere sé stesso a discapito di tutto. «Ax, io, io non riesco a ballare a ritmo di musica, io...» Confessò lei una volta incastrata nel centro della pista con le mani ben posizionate sul corpo del mannaro che rispose a quell’affermazione con un eloquente alzata di sopracciglia, “ma va?!”. Aveva avuto modo di sperimentare quanto fosse sgraziata proprio all’evento che aveva finito per unirli in maniera indissolubile con quel contratto che pendeva metaforicamente sulle loro teste ma che nel concreto era conservato nella bisaccia incantata che portava al collo ben nascosta sotto i vestiti. «Sì, ho notato qualcosa», fece con aria vaga ricordando per fin troppo bene i vari pestoni che la Métis gli aveva regalato in quella breve danza che gli era costata una rimbeccata con i fiocchi da parte di sua nonna, dio che megera quella! «Contro musica?!» Quel Métis doveva essere il più spostato di tutta la famiglia per divertirsi con una stronzata simile. Chi insegnava ad essere scoordinati? Solo un’idiota ecco chi ma testardo com’era il bulgaro non avrebbe desistito nemmeno di fronte a quell’informazione. «Okay, guardami, smettila di pensare al resto, alle stronzate. Guarda me», le impose fissandola con i suoi occhi verdissimi, ardenti. «This ain't a song for the broken-hearted», cominciò muovendola quasi fosse una bambola ma allo stesso tempo sussurrando al suo orecchio il testo di una delle sue canzoni preferite rock, la prima che gli saltò in testa. Aveva detto che con quello non c’erano problemi, beh, allora c’era solo da ingannare la testa! «No silent prayer for faith-departed / And I ain't gonna be just a face in the crowd / You're gonna hear my voice when I shout it out loud», ondeggiò con la testa incapace di trattenere dentro di sé quell’istinto che avrebbe voluto lui con la sua chitarra in mano collegata all’amplificatore mentre ci dava dentro con l’accompagnamento di quel pezzo. Si accontentò tuttavia guidando con più enfasi la ragazza ancora stupita da quello slancio di creatività da parte sua, forse si stava anche divertendo? Forse, ma di certo aveva smesso di guardarsi nervosamente attorno come se qualcuno dovesse pugnalarla ripetutamente alla schiena. «Luck ain't even lucky, got to make your own breaks», pausa, dove la fissò carico di aspettativa affinché prendesse parte a quel ridicolo esperimento. Se avesse continuato, come Axel si aspettava, l’avrebbe portata a compiere una giravolta sul posto che si sarebbe conclusa con lei più stretta contro il suo petto. Sarebbero riusciti ad arrivare fino a quel punto? Fatto sta che subito dopo, dei lievi colpi di tosse amplificati attirarono la loro attenzione. Con ancora le mani della prefetta nelle sue interruppe interrogativo quelle danze e con lo sguardo cercò la fonte di quel suono: il palchetto rialzato. In piedi, al di sopra di esso, il preside Edevane si apprestava ad attirare l’attenzione di tutti i presenti e di chi, a giudicare il tono della voce innalzato con la magia, si trovasse ancora al di fuori del castello. Forse l’eco di quel suono sarebbe arrivato fino in Sala Grande, non ne era sicuro, ma per il suo finissimo udito era una tortura. Inclinò il capo coprendosi l’orecchio più sensibile nell’incavo della spalla e rivolse al vecchio mago un’occhiataccia non indifferente. Che cazzo volevano ancora?


    Sta ballando con Sky

    ATTENZIONE: IL PRESIDE EDEVANE STA PER FARE UN ANNUNCIO!



    Edited by Dragonov - 28/7/2022, 08:43
     
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    Abram Edevane | Preside di Hogwarts


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    La serata era trascorsa nel più piacevole dei modi. Abram, costretto sul trono del preside si era goduto il trascorrere delle ore ondeggiando il pesante capo a tempo. Soffriva Abram, soffriva molto in quell'infelice corpo che non smetteva di tormentarlo nella sua terminale agonia. Si era sottoposto per tutti gli ultimi due mesi alle cure sperimentali di un guaritore che lo seguiva presso il San Mungo ma la sua condizione non sembrava trovare giovamento. L’anziano uomo sorrise con affetto guardando i suoi amati ragazzi sorridere, tutti nelle loro mise eleganti, mentre danzavano, chiacchieravano e/o scoppiavano in fragorose risate. C’erano nuove coppie nascenti, formatesi dall’impeto di quell’incombenza posta dalla scuola. Sotto sotto, Abram, amava che i suoi ragazzi fossero posti in quella condizione, in quell’impasse di dichiararsi alla persona che aveva attirato la propria attenzione e con un moto di nostalgia il vecchio ricordava quegli stessi batticuori che lo avevano tormentato a quell’età, quei rimpianti quando il coraggio era venuto meno e la soddisfazione, invece, quando tutto era filato per il meglio. Certo, quella sera non erano mancati i battibecchi. C’era stato un istante per cui un ristretto gruppetto sembrava sul punto di degenerare in una lite. «Aspetta...», aveva quasi supplicato il collega Blackwood che si era eretto pronto a intervenire. Aveva fiducia in quei giovani e difatti, presto, le cose si erano quietate nuovamente e con un sorriso appena accennato a sollevargli gli angoli delle stanche labbra, si era voltato soddisfatto alla volta di Edmund, impassibile. Sospettava che le attenzioni del sottoposto fossero una non troppo piacevole imposizione del vicepreside White, che premuroso, aveva insistito perché non si affaticasse per un tale impegno sociale ma Abram era stato irremovibile: doveva almeno chiudere l’anno in bellezza.
    «Ce la faccio mio caro», la voce flebile, balbettante per lo sforzo di alzarsi dalla poltrona ben imbottita per quello che doveva essere il discorso finale. Alcune ultime parole, giusto per chiudere quel meraviglioso anno scolastico e tirare finalmente le somme per l’evento ognuno di quei ragazzi stava realmente aspettando: l’elezione del re e della reginetta di Hogwarts. Durante il corso della serata erano sorte delle cabine magiche ai lati degli ingressi al cui interno, singolarmente, ogni studente o professore – perché no? – avrebbe potuto esprimere la sua preferenza tra una lista di studenti di sesso maschile per il re e di sesso femminile per la regina, ma, inclusivo com’era l’uomo era stato inserito un ultimo riquadro di valutazione. Lì ogni studente avrebbe potuto esprimere la sua preferenza se non presente nella rosa dei candidati. L’inclusività, quanto amava Abram dare una possibilità ad ogni singolo ragazzo o ragazza di sbocciare nelle sue qualità. Si schiarì la gola a lungo e successivamente, estraendo la bacchetta, si castò un Sonorus alle corde vocali richiamando l’attenzione dei suoi ragazzi con alcuni decisi colpetti al calice di cristallo. «Miei ragazzi... Che meravigliosa serata, non trovate?» Esordì attirando a mano a mano l’attenzione dei partecipanti che andò voltandosi verso il soppalco dove il preside, leggermente ricurvo, ostentava una salute che non aveva emanando una placida serenità. «Spero vi siate divertiti fino a questo momento. Colgo l’attimo per ringraziare il professore Blackwood, le sue assistenti, i prefetti e caposcuola che si sono impegnati per rendere incantevole e... “magico”», accentuò il sorriso per il gioco di parole, «questo evento. L’anno scolastico si chiude ufficialmente!» Alcuni fuochi d’artificio magici in tinta con le decorazioni scoppiarono innocui al di sopra delle loro teste. «A breve partirete per le vostre meritate vacanze ma prima... So che state aspettando con trepidazione questo momento!» Continuò aggiungendo febbricitante attesa a quello che era il focus principale del suo discorso. «È giunto il momento di eleggere i vostri Re e Regina! Prego Edmund, la busta!» Si schiarì ancora la voce amplificata mentre il professore di Erbologia consegnava con eleganza nelle mani del preside una busta bianca dagli eleganti profili rossi che aveva l’aria di essere ufficiale. «La reginetta duemila ventidue di Hogwarts è...» Aprì la lettera con un movimento secco estraendo il foglio e sussurrando sottovoce, ma non troppo, il nome letto. Qualcuno nelle prime file avrebbe sentito distintamente la perplessità con cui l’uomo lesse quel nome. «Axel Dragonov Decretò, la perplessità ancora ad imprimergli il tono mentre scorreva il secondo nome presente nella busta. «Mentre il vostro Re è Ryuu Watanabe...» Fece una pausa, imbarazzato ma durò poco. In un attimo il sorriso tornò a distendere l’espressione del mago che con rinnovato entusiasmo concluse: «Axel e Ryuu salite sul palco! Quest’anno Hogwarts avrà due re o... Beh, insomma! Deciderete voi!» A differenza del suo vice, Edevane, era un fervente sostenitore dell’uguaglianza dei diritti tra tutti gli esseri viventi. Non sarebbe di certo stato quell’esito alternativo a sconvolgerlo, anzi, l’idea che Hogwarts incoronasse la prima coppia arcobaleno era fonte d’immenso orgoglio per lui. «Ragazzi avanti! Ryuu, Axel salite!»



    PARAMETRI INCORONAZIONE

    - classifica finale -

    1 - AXEL DRAGONOV (primo classificato con 8 voti a favore)
    2 - RYUU WATANABE (primo classificato a parimerito con 8 voti a favore)

    RISULTATO:
    Regina di Hogwarts 2022: 1
    • 1d2
      1
    • Inviato il
      20/7/2022, 19:51
      STAFF.
     
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    «Sei sicura?»Era davvero facile prendere il giro il coniglio. Si era avvicinato e l'aveva toccata solo che, in un primo momento, si era irrigidita. Aveva avuto la stessa reazione in piscina quando le aveva toccato il braccio, e pensare che si era avvicinato lentamente, non era stato brusco come le altre volte. «Di che hai paura, coniglio?Non ti faccio male.» Per rimarcare il concetto le accarezzò una guancia, mentre con l'altra mano le abbassava la spallina del vestito. La sfiorò con delicatezza, il suo intento era quello di farla cadere in tentazione. Voleva che fosse lei a baciarlo. Non riusciva nemmeno più a parlare tanto che era nervosa, al che David sorrise. Era carina come un coniglio, decisamente. Aveva fatto bene a prenderla in custodia, era troppo ingenua e quindi andava educata per bene ai piaceri della vita, e chi meglio di lui poteva farlo? Nel mentre la stava stuzzicando con dei baci sul collo, l' odore che emanava era sempre piacevole. Poco dopo avvicinò il viso al suo: ora toccava lei. Gli diede un bacio che di passionale aveva ben poco, avrebbe voluto prenderla e infilarle la lingua in bocca come suo solito ma si trattenne, se voleva il tasso doveva andare adagio, altrimenti sarebbe scappata. La mano a contatto con i suoi pettorali poco aiutava, nella sua mente immaginava altri posti in cui avrebbe potuto metterla. Cercò di pensare ad altro. Avrebbe sfogato la sua libido nel Bronx ma qui, con lei, non poteva. Rose non era quel tipo di ragazza, l'aveva capito subito dopo la festa di San Valentino. Di base era una verginella inesperata che arrossiva alla minima provocazione e, chissà per quale assurdo motivo, David trovava quelle reazioni divertenti e infatti non perdeva occasione di metterla in difficoltà. «Hai abusato di me, hai visto? Avevo ragione. » Si accorse che aveva avvicinato il viso al suo, mordendosi le labbra. Lui aveva cercato di contenersi, ma a quel punto era inutle. Le prese la testa e colmò la distanza tra le loro bocche, baciandola con passione. Attese che schiusesse le labbra prima di far incontrare le loro lingue, adesso si che si ragionava. Continuò per qualche secondo e poi si staccò, prendendo aria. «Colpa tua. » Fece qualche passo indietro, se non si allontanava rischiava di prenderla di peso e farsela dietro qualche cespuglio. «Rientriamo.»Le fece un cenno del capo indicandole l'entrata del tendone e si avviò senza aspettarla, sapeva che l'avrebbe seguito. «Vedi di non cadere.» La guardò con la coda dell' occhio, per ora non era andata col culo a terra e nessuno l'aveva rapita, ma con quel tasso non si poteva mai sapere, attirava solo guai. E lui era uno di quelli. L' ingenuo coniglio non aveva capito di aver attirato l'attenzione di un lupo pronto a sbranarla e ormai era tardi per tirarsi indietro. Dopo qualche miniuto giunsero a destinanzione, e non appena entrarono sentirono la voce del preside nominare il re e la reginetta del ballo. «Vuoi la corona?» Si rivolse a Rose. Era poco probabile, era troppo timida per voler essere al centro dell'attenzione, tuttavia la domanda gliela fece lo stesso. Guardando la pista da ballo si accorse che il suo caro compagno di stanza stava ballando con l'avvoltoio. Ghignò, aveva sempre ragione. Quando sentì che la reginetta era niente poco di meno che Axel scoppiò a ridere, immaginando la reazione dell'altro. Il suo re, invece, era un certo Watabe. «La reginetta Dragonov, suona proprio bene! » E adesso ballavano? Desiderava un cellulare babbano, avrebbe ripreso quella scena solo per farsi due risate quando ne aveva voglia. «Povero avvoltoio, non è la sua regina. » Mise una mano dietro la schiena nuda della ragazza, spingendola leggermente in avanti per avere una migliore visuale dello spettacolo che da lì a poco si sarebbe tenuto. Ma poteva, nel frattempo, non approffitare e far scivolare la mano sul fondoschiena del povero coniglio? Ovviamente no. Però, glielo aveva solo sfiorato, quindi non lo avrebbe colpito. Forse.



    Ha fatto lo sporaccione con Rose, sono entrati e ha citato Axel e l'avvoltoio.


    Edited by David_ - 20/7/2022, 22:07
     
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    Era stata una serata particolare, non c'è che dire. Aveva assistito al bacio di Halley e Ryuu, alla gelosia di un ragazzo che non aveva mai visto, aveva avuto un attacco di panico e si era rivolta ad Hunter. Non solo aveva cantanto per distrarla, ma aveva ammesso delle cose che non si aspettava. E lei che aveva fatto? Per pareggiare i conti gli aveva dato un bacio. Il corvonero era rimasto di sasso, l'aveva colto di sorpresa. Aveva raggiunto il suo scopo, sarebbero stati entrambi confusi dopo quella sera, non solo lei. Scosse la testa, tutto si aspettava tranne che quello. Si era ripromessa di ignorarlo e invece aveva fatto l'esatto opposto. Molto coerente, Daphne, davvero. Dopo essere rientrata nel tendone aveva bevuto velocemente una Sprite e aveva rivolto la parola alla ragazza di prima, quella vestita di lilla. «Decisamente, però in compenso la sala è stata allestita molto bene.» Il tema scelto non era scontanto, e le decorazioni erano state curate nei minimi dettagli. Solo che potevano evitare di mettere quei fastidiosi fiori là fuori, per tutto il tempo non avevano fatto altro che ricordarle il suo imbarazzo, perché il bianco per quello stava. Almeno avrebbe aiutato altri a confessare i loro sentimenti, il rosso era sicuramente incluso tra i colori. «Sono proprio io. Daphne, comunque. E se non mi sbaglio stavi insieme al ragazzo con cui sta ballando Skylee.» Si voltò a guardali, la corvonero era al settimo cielo. Onestamente, non si aspettava fosse lui quello per cui nutriva dei sentimenti, anche perché era un tipo molto particolare e se ne stava sempre per conto suo.
    Abbassò lo sguardo quando le disse della scollatura, per poco non le usciva una tetta da fuori. Si voltò e si aggiustò per bene. «Grazie, questo vestito è davvero una piaga.» Arrossì leggermente quando si rese che era stata in quello stato davanti ad Hunter, non avrebbe dovuto abbassarsi per osservare quei maledetti fiori. Per fortuna era stato un gentiluomo come gli aveva detto e non aveva guardato in posti dove non doveva, o almeno così le era sembrato. Venne distratta dalla voce del preside che annunciò il re e la reginetta del ballo, nemmeno sapeva che c'erano delle elezioni. Alzò un sopracciglio quando sentì il nome di Axel e Ryuu, e adesso? «Credi balleranno?» Se aveva capito il personaggio, il giapponese non avrebbe avuto problemi a danzare con uomo anzi, non stava aspettando altro che mostrare le sue doti da ballerino. Il movimento del piccione ne era un chiaro esempio. Tra la folla notò un'altra coppia: quella formata da Rose e David. Quando erano andate al Wonderland la ragazza aveva confessato di trovare sexy quel cretino del suo concasato. Sperò che almeno fosse stato un cavaliere decente. La festa era quasi finita e questo signifiava che a breve sarebbe stato ufficilamente il giorno di morte di sua nonna. Sospirò, le sarebbe piaciuto vedere il ballo tra quei due ma ne aveva abbastanza, voleva andare via. «Ti auguro un buon proseguimento di serata, ci vediamo!»[Le sorrise e poi si diresse verso l'uscita. Aveva bisogno di una doccia e di stare da sola, per fortuna la sua compagna di stanza aveva altro da fare. E con quello l'anno scolastico era ufficialmente finito.




    Interagito con Kynthia. Citati Hunter, Sky , Axel e Rose con la piaga. Ha parlato un po' con Kynthia e poi è andata via dal ballo dopo aver sentito del re e la reginetta Alexa e.e
     
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    La serata non poteva che migliorare, pensava il ragazzo dai capelli blu, anche perché con tutte le varie fasi di degenero a cui aveva già assistito come avrebbe mai potuto peggiorare? Fuori dal tendone l'ambiente aveva cominciato a popolarsi sempre di più con l'avanzare del tempo, ormai si poteva percepire come la serata stesse andando verso la sua naturale conclusione, con tante faccette tristi a dimostrazione che mai nulla di buono usciva da eventi del genere. Ci si ritrovava sempre delusi per il comportamento di qualcuno o incazzati per gli atteggiamenti di un altro. Basta eventi, erano una mezza tortura. Seduto su una panchina con la sua folle accompagnatrice, se ne stava con la testa reclinata all'indietro a fissare la volta celeste alla ricerca di una stella cadente, se fosse stato abbastanza fortunato gli sarebbe caduta in faccia
    -La prossima volta che decidi di voler fare incazzare un sociopatico, per favore, avvisami- non è che si sarebbe tirato indietro voltandole le spalle, ma almeno si poteva preparare! Non stette poi a disquisire sui gusti della mora, per quanto strani li trovasse, anche perché non sentiva di essere la persona più adatta a giudicare in quel senso. Aveva altri talenti, ecco. Sentì la voce del preside provenire da dentro, di certo aiutato da un incantesimo perché quel tipo stava lentamente rotolando verso la fossa, dubitava avesse una voce così potente in modo naturale, e sperò fosse giunto il momento dei saluti, dei ringraziamenti per aver partecipato dopo averli costretti, e di augurare loro un felice ritorno a casa. Tante belle cose insomma, potevano anche fare lo sforzo di andare a sentire cosa avesse da dire. C'era anche la possibilità che quelle fossero le sue ultime parole in generale, a giudicare dalla sua salute cagionevole
    -Andiamo a sentire che altro vogliono- si alzò dalla seduta e allungò la mano a quella che, ancora per il momento, era la sua dama ed insieme si incamminarono all'interno seguendo tutti gli altri che come loro si erano fatti attirare dalle possibili novità che avrebbero potuto annunciare.
    Stette ad ascoltare i ringraziamenti superflui che non interessavano nessuno se non i diretti interessati, e inarcò un sopracciglio quando il discorso virò su i futuri re e reginetta del ballo. Ancora l'idea gli faceva storcere il naso, sembrava una trovata molto americana e lui, che quelle cose le aveva viste giusto nei film babbani, ancora non ne capiva il senso, ma sorrise osservando il professor Blackwood fare da valletta. Era un ruolo in cui non lo aveva mai immaginato, ma non gli veniva male. Comunque, l'unica sicurezza che aveva in quel momento, era proprio che non aveva alcuna trepidazione nell'attendere di scoprire i nomi dei due vincitori. Tanto non ci sarebbe stata nessuna vera sorpresa, la reginetta sarebbe stata una ragazza complessata e il re un tizio egocentrico qualsiasi, e solo un paio di minuti dopo poté affermare di aver avuto ragione, almeno a metà. Dragonov come reginetta e lui stesso come re. Spassoso.
    -Ah- fu l'unico commento che gli sfuggì dalle labbra, ancora confuso e affatto sicuro di sapere come prendere la notizia. Era palese che non fosse la persona più adatta a ricoprire il ruolo, a stento le persone sapevano il suo nome, era solo uno degli ultimi arrivati. Doveva essere uno scherzo, non vi era altra spiegazione, ma perché lui? Cercò il tenebroso Serpeverde tra la folla, non doveva avere una faccia molto felice, e poteva pure capirlo. I casi erano due, o qualcuno si stava divertendo a fare outing alla povera serpe, o stavano solo cercando di infastidirlo accoppiandolo con uno dei pochi ragazzi grandi estimatori della fava. Magari la battuta fatta a Normai ad inizio serata aveva contribuito a dare l'idea di imbarazzare una persona o due. Ma non avrebbe dato loro la soddisfazione di vederlo mortificato davanti ai loro giochetti e, se al primo invito a salire sul palco era rimasto congelato sul posto, ancora intento a metabolizzare la cosa, al secondo invito si voltò verso Halley
    -Sai già cosa scrivere sulla mia lapide, Dragonov non mi sembra di buon umore- le sussurrò prima di incamminarsi in direzione del preside.
    Salì sul palco con uno dei sorrisi più finti che avesse mai indossato, mentre in testa i pensieri vorticavano suggerendogli azioni che, probabilmente, avrebbe rimpianto. Ma alla fine chi se ne fregava. In poco tempo se ne sarebbero tutti tornati a casa, e avrebbero tutti dimenticato quello stupido giochino malefico. Guardò di nuovo Axel con la coda dell'occhio, dispiacendosi per lui e quello che gli stavano facendo e, sebbene non fossero amici e nemmeno conoscenti, non era quello il modo di farlo uscire allo scoperto. Ormai si era convinto che lo avessero fatto per far uscire il suo segreto, e non era giusto. Avrebbe dovuto farlo con i suoi tempi e a modo suo. Si fermò, accanto al preside voltandosi verso la reginetta designata e facendogli un cenno con il capo come a dire “Tranquillo, Jack, ti copro le spalle”, per poi girarsi verso quelli che avrebbero dovuto essere i suoi compagni, 'sti simpaticoni, rivolgendosi a loro con la sua immancabile faccia di bronzo
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    -Buonasera a tutti, che grande onore ci avete conferito in questa serata così speciale. Vorrei ringraziarvi personalmente, in particolare vorrei ringraziare tutti quelli che hanno perso, non ce l'avrei mai fatta senza di voi- con la destra si batté il pugnetto un paio di volte sopra il cuore con espressione melodrammatica. D'un tratto fu felice che non vi fossero stati alcolici o le cose sarebbero potute andare in modo molto diverso -Grazie per averci dimostrato il vostro affetto e il vostro amore e vorrei dirvi che anche io vi amo, persone qualunque, ma temo abbiate fatto un errore- che cazzo stava facendo?
    -Scusa, Dragonov, mi spiace per te ma qui c'è solo una vera regina, e non sei tu- con i tre classici schiocchi di dita, destra, sinistra, destra, sancì la fine del suo mini discorso improvvisato, autoproclamandosi reginetta. Certo, se la serpe glielo avesse concesso. Magari invece avrebbe colto l'occasione per uscire allo scoperto, che ne sapeva lui? Ecco, ora avrebbero litigato per chi delle due dovesse fare la regina. Che bello. La serata non poteva che migliorare, diceva.


    Interagisce con Halley fuori dal tendone e all'interno. Si convince che Axel sia gay e decide di provare a toglierlo dall'imbarazzo facendo la parte della reginetta al posto suo. Proprio una coccola.
     
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    Grifondoro
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    “Ah beh, grazie!” visto il mio coinvolgimento nell'allestimento della sala, quantomeno, mi prendo il complimento! Non che ci tenessi chissà quanto all'andamento della serata ma già che è stato tutto un po' una merda, almeno un minimo di riconoscimento mi risolleva l'umore.
    La memoria non mi ingannava, così si chiama Daphne “sono Kynthia” mi presento con allegato un cenno della testa ed un sorriso accennato. Ma passano dieci secondi e il mio sorriso si trasforma prima in un'espressione confusa e poi in una sorta sorriso stupito. come se avessi sentito lo scoop del secolo “Axel?! E Skylee??” resto là col bicchiere a mezz'aria e pure io mi volto nella stessa direzione in cui guarda la bionda. Non siamo nel deserto, non è un miraggio. Purtroppo sono sobria, quindi non è nemmeno un'allucinazione. Quelli sono proprio AXEL e SKYLEE che ballano in pista con un'espressione beata, troppo beata “...wow” concludo poi compiaciuta, posando il bicchiere vuoto dietro di me. Wow. Immagino che la crisi sia stata scongiurata, mh? E chi lo avrebbe mai detto che la ragazza in questione fosse proprio la prefetta corvonero? Dal loro atteggiamento poi direi che è ufficiale, non mi sembra che siano intenzionati a tenerlo nascosto... quindi non c'è nulla di male se mostro al serpeverde la mia faccia impressionata, direi. Potrà notarla a giro concluso, non appena decideranno di voltarsi da questa parte. Son stupita, davvero. Una grande sorpresa. Skylee... anche lei è fa parte di quella cerchia di persone a cui non ho più rivolto la parola.
    Comunque, basta, scrollo la testa e metto i pensieri alle spalle con l'eco di Rose che mi ripete "sei una grifondoro, agisci!". Giusto, giusto. “Oh, figurati... lo capisco” mi avvicino di poco alla bionda e con aria complice, le rivelo il piccolo segreto che questa sera ha combattuto la gravità “il mio lo tengo su col biadesivo” quello per abiti, si intende. Grande scoperta di ingegneria del mondo babbano.
    A momenti quasi non salto sul posto quando la voce del preside inizia a rieccheggiare nella sala, perchè è finalmente arrivato il grande momento della serata: l'elezione del re e della reginetta del ballo. Yeeeeeh... entusiasmante. Tutto il mio incredibile entusiasmo, lo si vede dal modo in cui fiaccamente batto le mani fra di loro. Chi saranno mai i portatori della corona, non posso andare a dormire senza saperlo, davvero. Insomma, sto là con un sopracciglio alzato palesando tutto il mio dissenso per questa americanata terribilmente trash.
    Ma l'annuncio fatto dal preside, supera ogni mia possibile previsione. Supera l'incredibile.
    Axel ed un altro ragazzo, che non conosco ma che dal discorso che fa ha decisamente la stoffa della regina, sono stati rispettivamente incoronati reginetta e re del ballo “cazzo, spero di sì!” rispondo a Daphne con probabilmente più entusiasmo di quanto sia necessario, ma quando ricapita un'offerta così PERFETTA per sfottere il bruto bulgaro che stasera è riempito di brillantini metaforici dalla testa ai piedi? Io direi mai più. Quindi chi sono io per non sfruttarla.
    Saluto la bionda con un gesto della mano. E arrivato quindi, il grande momento: allargo le mani ai lati della bocca, mi metto in punta di piedi, allungo il collo, ed improvvisamente un urlo di incoraggiamento si erge tra le folle “Dragonov non farti rubare la corona! RISPLENDI MIA REGINA!” ci aggiungo un cuoricino con le mani perchè l'amore bisogna sempre diffonderlo con passione, no? E quindi. Best momento della serata.

    Interagito con Daphne. Nominate Rose e Skylee.
    Osservati Skylee e Axel e rivolta un'espressione incurioZita a quest'ultimo.
    Inoltre, ha fatto un bel coretto per incitare il suo amico. FORZA DRAGONOV ALE' ALE', REGINA MIGLIORE NON C'E'.





    Edited by Kynthia - 23/7/2022, 00:48
     
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    Tassorosso
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    Era quasi istintivo irrigidirmi in alcuni momenti e David se ne rese conto. Abbassai lo sguardo leggermente e poi scossi molto piano la testa. Sentii il suo tocco delicato sulla mia pelle mentre mi accarezzava una guancia. Lasciai che il contatto fosse preciso e dolce, piegai solo un pochino la testa istintivamente. Il contatto tra le nostre labbra avvenne e non fu prepotente o come i suoi ultimi baci, ma fu dolce, tranquillo senza fretta. Mi sorprese e una volta staccati uno dall’altra mi fece sorride, anche in quella serpe esisteva la dolcezza? La sua frase mi fece rialzare lo sguardo verso di lui. «Ehi! Io-io non ho abusato...» dissi in tono da bambina e colpendolo delicatamente sul petto con la mano ma sapevo che stava scherzando e mi misi a ridere. E fu li che mi riprese baciandomi con passione, uno dei suoi baci. Ero sorpresa perché pensavo mi avrebbero infastidito e invece lo lasciai fare, accompagnai e non rimasi impassibile ma il bacio divenne simbiosi di entrambi. Afferrai i lembi della sua camicia aperta con la mano per non farlo staccare da me subito e quando il distacco fu inevitabile avevo ancora la mano che stringeva il tessuto di lui. I nostri occhi si tuffarono l’uno nell’altro e sorrisi ancora una volta alla sua affermazione «colpa mia?» scossi la testa «Accidenti mi sento molto potente in questo momento...» era riuscito a farmi scherzare senza pensare alle conseguenze o pesare ogni mia parola detta. Quel ragazzo mi faceva diventare matta era come stare sulla scopa in mezzo a una tempesta dove i sentimenti e le emozioni si confondevano, ruotavano e poi si scontravano tra di loro e nel mentre riuscivano a trovare anche la pace. Lo vidi far qualche passo indietro e dirmi di rientrare. Lo lasciai andare leggermente avanti mentre diedi l’ultima occhiata a quel meraviglioso paesaggio epoi lo seguì. «EHi non correre ho dei tacchi io!» gli dissi mentre sollevavo con le mani il vestito per agevolare la camminata, i tacchi non erano molto alti e avevo scelto di proposito qualcosa di più comodo e per fortuna avrei aggiunto in quell’istante. Arrivati nel tendone mi affrettai a mettermi al lato di David mentre il preside sembrava pronto a fare un discorso. Ci avvicinammo e sorrisi quando capii che stavano per annunciare la regina e il re del ballo. Mi guardai intorno trovando ognuno dei presenti belli ed affascinanti ed osservandoli immaginavo ognuno di loro avere la corona. La domanda di David mi riportò alla realtà e lo fissai per qualche attimo «Io? No no... non credo di riuscire ad avere tutti gli occhi addosso... però...» però sarebbe stato carino non avevo fantasticato su di me e non ci avevo minimamente pensato «Chissà forse mi avresti visto rossa come una fenice !»conclusi non includendomi a prescindere nella scelta, ero fatta così, non ci speravo nelle cose. Nel mentre il preside sembrava leggermente sorpreso nell’annunciare il re e la reginetta e poi cambiò espressione e sembrò contento. Capii il motivo appena pronunciò il nome della reginetta, “Dragonov”. Spalancai gli occhi e portai le mani verso la bocca, un po’ per lo stupore e un pochino per celare la piccola risatina nel vedere il volto di Axel a quell’annuncio. David non si fece scappare dei commenti, ma non fu l’unico, intorno sembrava che tutti avessero da dire la loro. Rimasi a fissarlo e per quello che mi aveva raccontato Sky non immaginavo come stesse prendendo la cosa. Alla frase su Sky di David lo colpii con il gomito «Potevi esserci tu al posto di Axel...» Gli dissi eppure vedere quella scena e guardare la corona da reginetta mi faceva venire il sorriso ma cercavo di trattenermi. Con lo sguardo cercai di individuare Sky ma con tutti gli studenti che si muovevano e che parlottavano di Axel e Ryuu non riuscivo a vederla. Era stato davvero un ballo particolare e il finale ne era all’altezza. I miei occhi si posarono su Ryuu che cercava di fare un discorso ed iniziai a fantastica, la mia mente stava elaborando pensieri, era un momento così spensierato, almeno per me. Era bello quello che era accaduto ci voleva che anche il re e il re o la reginetta e la reginetta o come si volessero chiamare fossero liberi. Trovavo l’amore così bello e romantico, certo non era il caso di Axel. Quel pensiero mi fece quasi esplodere una risata, dovetti girarmi dando le spalle alla direzione del preside e degli eletti e semi nascondermi dietro David. Mi schiarì la voce e in quel momento vidi Kynthia mi fermai a guardarla qualche attimo prima di ritornare a guardare verso il palco. «Beh credo siano carini no?» chiesi a David che sembrava molto divertito come del resto tutti.
    David mi mise la mano dietro la schiena come per accompagnare il movimento in avanti per guardare meglio ma la sentii lentamente scivolare verso il mio fondoschiena. Mi mossi leggermente e misi la mia mano dietro afferrando la sua e la feci salire leggermente più su per poi tenerla per un po' ferma nella mia con una temperatura un pochino piùfresca rispetto a quella del serpeverde. Lo guardai prima seria e poi con un mezzo sorriso mentre cercavo di vedere meglio quello che accadeva agli eletti.



    Interagito con: David

    Nominati: Axel, Ryuu, Sky e Kynthia.

    Abito

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    Edited by Rose Mia White - 25/7/2022, 09:07
     
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    Rimasi piacevolmente sorpresa quando le labbra del Bulgaro si mossero per cominciare a cantare le strofe di una canzone babbana che più e più volte era stata riprodotta sul telefono che mi aveva regalato Ellie. Pure le mie, di tutta risposta si mossero, creando un enorme sorriso che addolcì la mia espressione precedentemente tirata e preoccupata. Mi sentivo come ipnotizzata dalla sua voce sussurrata alle mie orecchie e prima che potessi accorgermene i miei piedi cominciarono a muoversi, questa volta in maniera coordinata e per nulla incerta. Se non fossi stata così totalmente assorbita dalla sua voce forse la musica di sottofondo mi avrebbe reso più complicato il tutto, ma in quel momento nemmeno la sentivo. Era come se tutto attorno a noi fosse svanito. Era come se su quella pista da ballo ci fossimo sempre e solo stati noi. Un passo avanti, un paio di lato e un altro passo girando di tre quarti su noi stessi. La conoscevo bene quella danza. Gli insegnanti privati che mia nonna mi aveva appioppato me l'avevano spiegata un centinaio di volte, ma nonostante i passi si fossero impressi alla perfezione nella mia mente, i piedi non ne avevano mai voluto sapere di muoversi a tempo, creando così una versione impacciata e scoordinata di quella danza tanto classica quanto complessa. Era stupendo riuscire finalmente a danzare liberamente senza sentirsi la papera che oramai davo per scontato essere durante quegli eventi. Persino mia nonna si sarebbe congratulata con me per una simile performance, anche se dubitavo seriamente che avrebbe potuto apprezzare un simile sotterfugio per raggiungere una perfetta armonia nei movimenti.
    Alzai di poco il mento per poter incatenare il mio sguardo in quello bellissimo e splendente di Axel, che tacitamente mi intimava di proseguire con il ritornello della canzone. Allargai nuovamente un enorme sorriso sincero e senza timore o vergogna lasciai che le mia voce uscisse cristallina. «It's my life / It's now or never / But I ain't gonna live forever / I just want to live while I'm alive» Sussurrai avvicinandomi al suo orecchio prima di permettere al Serpeverde di farmi volteggiare su me stessa per poi riaccogliermi fra le sue braccia, questa volta decisamente più vicini rispetto a prima. «It's my life» Conclusi arrestando i nostri movimenti. Ero felice. Dannatamente felice e in quel momento avevo voglia di fare solamente una cosa.
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    Mi alzai in punta di piedi e con fare estremamente timido e lento mi avvicinai al suo viso per premere dolcemente le mie labbra sulle sue. Avevo il cuore che pareva volesse uscire dal petto, ma non mi interessava più di nulla, nemmeno di chi ci avrebbe potuto vedere -che vista la situazione, sarebbe stato praticamente mezzo castello- volevo solo cancellare quella modesta distanza che ci aveva diviso durante il ballo, per annullarla, eliminarla permanente. Purtroppo però il tempo a noi concesso durò meno del previsto e un paio di colpi di tosse magicamente amplificati, segnalarono a tutte le persone presenti nel tendone e forse persino a quelle nelle sue prossime vicinanze, visto il volume usato, che il Preside di Hogwarts stava per prendere parola. Era giunto il momento di annunciare il re e la reginetta del ballo e segretamente, in un qualche scenario immaginario della mia mente dove non ero io la prefetta più detestata fra tutti quelli esistenti, mi sarebbe persino piaciuto vincere una simile competizione. Era così frivola e sciocca come ambizione che mai l'avrei rivelata ad alta voce a qualcuno, troppo orgogliosa per ammettere che sotto il guscio blindato di cui mi rivestivo e i modi di fare duri e intransigenti, nascondevo un lato molto sensibile e desideroso di poter provare a vivere anche solo per qualche minuto nel corpo di una comunissima adolescente in fibrillazione per aver ottenuto una stupidissima coroncina. «Che razza di scherzo del cazzo è?» Mi lasciai sfuggire involontariamente all'annunciare del nome della "fortunata". Con tutto ciò che era successo quella sera nemmeno ci avevo pensato a votare per qualcuno, come non avevo minimamente degnato d'attenzione il corretto susseguirsi delle votazioni. Mi ero distratta e seppure non ero l'unica che ci avrebbe dovuto prestare attenzione, mi sentivo abbastanza in colpa per l'accaduto.
    Guardai Axel con sguardo preoccupato. Conoscevo fin troppo bene il suo carattere tutt'altro che calmo e pacato e ad un simile annuncio non serviva un genio per intuire che non ne sarebbe stato affatto felice, tanto più se alle sue spalle stupidi cori e battutine cominciavano a prendere piede. «Hey, nemmeno con un tutù da ballerina addosso smetteresti di essere così dannatamente affascinante e sexy» Gli sussurrai soncera prima di lasciargli la mano che inconsciamente gli avevo stretto per la preoccupazione che un innesco di trasformazione potesse aver luogo in lui. Non avevo idea di come avrebbe potuto reagire a tutto ciò e non potevo negare di esserne assolutamente preoccupata. Giunti a quel punto potevo solo confidare nel suo buon senso e nel suo essere solitamente superiore alla maggior parte degli stimoli esterni. Nemmeno un simile scherzo avrebbe potuto intaccare il pietrificante sguardo che era solito indossare e se solo fosse salito sul palchetto dell'icoronazione con una simile espressione in volto, chiunque avesse avuto la buona idea di contraffare i voti, se ne sarebbe pentito alla svelta, o almeno questo era ciò immaginavo.
    ★ ★ ★
    Prefetta Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Interagito con Ax e reagito all'annuncio.
     
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    Axel
    Quella serata era destinata a rimanere impressa nella memoria del bulgaro per il rollercoaster emotivo nella quale, ignaro, si era trovato a bordo. Axel era partito con euforia qualche ora prima, quando si era uscito dal dormitorio, dirigendosi con un ampio sorriso verso le grandi aspettative che vi aveva riposto per poi trovarsi ad attraversare picchi di quella che non aveva voluto spontaneamente identificare come gelosia ma che lo aveva portato, attraverso un ultimatum del tutto inaspettato, a stringere finalmente la Corvonero tra le sue braccia. Avevano raggiunto un precario accordo: un’amicizia a tutti gli effetti con l’aggiunta di benefit ma, con sua sorpresa per essersi trovato a chiederlo per primo, con l’esclusiva. Nessuna apertura ad eventuali aggiunte in quel duo, nessuna scappatoia in cerca d’altro. Per Skylee lui doveva essere l’unico e... beh, lo stesso doveva essere anche per lui. Era ciò che voleva quell’esclusività? Si... Boh... Forse? Sentiva di sì, che era la cosa giusta ma forse, con una certa probabilità non indifferente, era anche l’enfasi dell’attimo che si stava godendo. Forse al mattino dopo avrebbe sbattuto la testa contro le colonne del baldacchino per la gigantesca cazzata che aveva appena fatto. C’erano ancora drink alterati? No, impossibile, era pieno di prof.
    Fissò Skylee attendendo che continuasse la canzone di Bon Jovi lì dove aveva volontariamente interrotto il pezzo e con un enorme sorriso luminoso accolse la sua voce cristallina inondargli il condotto uditivo. Era armoniosa, modulata correttamente ed un dannato piacere d’ascoltare per un musicista come lo era lui. Si lasciò trasportare dalla musica per poi guidarla in una giravolta che sarebbe nuovamente terminata stretta tra le sue braccia quando il colpo di tosse del preside Edevane interruppe tutta la magia impedendogli di godersi un altro po’ quella stretta perfettamente a ritmo. Axel non poteva immaginarlo, minimamente, ma di lì a poco sarebbe precipitato nell’ultimo folle salto emotivo di quella sera, forse. Interruppe la danza mantenendo il braccio attorno alla schiena della Corvonero e osservò con il capo inclinato per il fastidio – doveva proprio urlare a quel modo? Lo avrebbero sentito fino al continente! – ciò che aveva da dire l’anziano mago. A quanto pareva dalle sue parole c’erano state delle votazioni ed effettivamente ora si spiegava cos’era il foglio che aveva visto circolare e sulla quale aveva vergato un segno senza darvi troppo peso. Niente poco di meno che i futuri re e reginetta di Hogwarts. Che stronzata! Quel posto era sempre più assurdo, a Durmstrang non avevano cose del genere... balletti, feste, reginette. L’espressione sul suo viso s’arricciò ma finì per distendersi e gelarsi quando il suo nome, il SUO FOTTUTISSIMO NOME, fu associato al ruolo di regina. Lui, regina. Che razza di scherzo di merda era quello?! Un ringhio cominciò a vibrargli in petto e distrattamente sentì la presa di Skylee al suo braccio farsi più stretta. Tutti lo stavano fissando e lui, di rimando, giaceva gelato sul posto incapace di reagire se non con lo sguardo omicida che aveva negli occhi. Avrebbe ucciso qualcuno, eccome se lo avrebbe fatto. Lasciò persino scivolare la bacchetta nella mancina per... Skylee gli scosse più forte la mano attirando disperatamente il suo sguardo prima di lasciarlo andare. La guardò in tralice. Che cazzo di complimento di merda era quello?! Ma nei suoi occhi vi lesse il terrore e capì che era unicamente di riflesso alla sua reazione. Espirò dalle narici e senza dire una parola si avvicendò a salire sul palco accompagnato dal tifo dei suoi compagni. «Ti ci impalo con la corona, kuchka*» borbottò tra sé fissando con odio crescente i pochi gradini. Percepì anche il commento di David che gli fece serrare ulteriormente la mascella desiderando ardentemente di rendere la sua faccia un lavoro di Picasso.
    Continuò a non proferire parola, limitandosi a fissare con odio chiunque incrociasse il suo sguardo mentre in tasca stringeva più forte che mai i pugni per contenerne il tremore. Non. Doveva. Trasformarsi. Doveva trattenere la Bestia. E ci riuscì incredibilmente, ma non per la sua forza di volontà ma grazie allo spettacolo che diede Watanabe. Proprio nel momento in cui il preside arrancava nella sua direzione per consegnargli la corona questi, dopo una breve occhiata significativa, si fece avanti focalizzando totalmente l’attenzione di tutti su di sé: «Scusa Dragonov, mi spiace per te ma qui c'è solo una vera regina e non sei tu.» Axel era esterrefatto. Lo stava ancora fissando con espressione arcigna quando capì cosa fosse appena successo. Fece una smorfia d’assenso muovendo la testa per poi inclinare il capo verso il preside e proferire stentatamente: «posso signore?» L’anziano annuì preso dallo svolgersi incredibile di quegli eventi ed il mannaro non se lo fece ripetere due volte afferrando entrambe le corone e strappandogliele letteralmente di mano. «Che dire Watanabe... M’inchino a te!» Così dicendo fece e nel farlo incastrò la corona della regina all’interno di quella del re e piegandosi regalmente le porse al giapponese. Se Ryuu glielo avesse permesso gliel’avrebbe adagiata lui stesso sul capo. “Fatti furbo!”
    E fottetevi tutti branco di bastardi!


    *stronza

    Interagito direttamente con Skylee, il preside e Ryuu
    Indirettamente con Kynthia, citato David
     
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    «Per rossa intendi i capelli o quando diventi un pomodoro?» Probabilmente era la seconda opzione dato che, fin ad ora, i capelli le erano diventati di quel colore solo quando si arrabbiava, come poco fa. E lui la trovava sexy, aveva sempre avuto un debole per le rosse, se poi succedeva perché era gelosa di lui ancora meglio. Nel mentre il preside aveva annunciato la reginetta del ballo: Axel. Era scoppiato a ridere e l'aveva preso in giro, aspettava solo di vederlo con la corona in testa, sarebbe stato un vero spettacolo, tanto da meritare la prima pagina del giornalino scolastico. Sentì Rose dargli una gomitata, la guardò di sfuggita, era più interessato a vedere la reazione del suo compagno di stanza. «Io sarei stato re, non di certo reginetta come lui.» Era ovvio, non si sarebbe mai messo quella cosa brillantinata in testa, era troppo uomo per farlo. «Hai paura che Draganov possa offendersi se ti vede ridere? Lo stanno facendo tutti.» Lui compreso. E come poteva non farlo? Era troppo divertente. Ed ecco che la cerimonia di incoronazione ebbe inzio, anche se per Axel sembrava più una condanna a morte visto l'espressione poco felice che aveva in volto, sicuro stava bestemmiando forte nella sua testa. Purtroppo le cose andarono diversamente da quanto sperato visto che l'altro eletto si proclamò reginetta della serata, rubando la scena all'altro mannaro e indossando la corona. Ma non poteva farsi i cazzi suoi quel deficiente? «Molto, però ha preso un titolo non suo.» La reginetta Draganov non sarebbe stata dimenticata tanto facilmente, non per David almeno.
    Mentre osservavano la scena, aveva fatto scivolare la mano sul fondoschiena del coniglio, sfiorandolo. Credeva che l'avrebbe colpito, e invece si limitò a spostarla e a stingerla nella sua. Quel gesto, però, era troppo intimo e non gli piaceva affatto, così si ritrasse. Quelle cose gli stavano sul cazzo, credeva di essere stato abbastanza chiaro sul quel punto sia a gesti che a parole, ma a quanto pareva si era sbagliato. «Coniglio, non mi piace essere preso per mano.» Suo padre gli aveva sempre detto che gli uomini della famiglia Harris dovevano dominare, non essere dominati, e lasciare che una donna ti prenda per mano davanti a tutti era visto come un cedimento. Era come se stesse dichiarando al mondo intero di averti catturato, sottomesso. Un ragionamento strano, insensato anche, ma nella sua famiglia c'erano regole di quel tipo e, per quanto li disprezzasse e volesse farli fuori uno per uno, era stato cresciuto con quegli ideali e non era facile disfarsene. E poi, onestamente parlando, si era rotto il cazzo di quel ballo e se quei stronzi dei professori non avessero quasi obbligato i loro studenti ad andarci avrebbe evitato, aveva di meglio da fare che stare lì insieme a quei deficienti. Solo questo? Ah giusto, aveva messo piede a quella stupida festa anche per far piacere alla coniglietta visto che era rimasta dopo il trattamento di merda che aveva ricevuto quella volta in piscina. Non aveva fatto come gli altri e questa cosa l'aveva incuriosito, tanto da decidere di volerla tenere per sé e capire cosa l'avesse spinta a farlo. Almeno per ora. In estate avrebbe anche potuto cambiare idea, era sempre stato un tipo alquanto lunatico e non era facile mantenere il suo interesse, si stancava subito delle cose e delle persone. «Io me ne vado. Tu che fai, coniglio? Resti o vieni con me?» Le spostò una ciocca di capelli dietro l' orecchio, guardandola intesamente. Aveva una vaga idea di come avrebbe voluto finire la serata: con lei sotto di lui che urlava il suo nome.



    Interagito con Rose facendo sempre casti pensieri e citati Sky, Axel e Ryuu. Se ne vuole andare ahaha
     
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