Erbologia. Quella era una delle poche materie che proprio non riuscivo a farmi entrare in testa. Tra l’altro non sono mai stata una che faceva fatica, o che tendeva ad impegnarsi poco, anzi a dire il vero ho sempre cercato di dare il massimo per il mio futuro e per mia madre. In effetti era sopratutto per lei, per renderla orgogliosa. Infondo eravamo solo io e lei, e non potevo farla vergognare. E poi erano così interessanti le materie scolastiche! Che dire, non ero di certo una che se ne fregava! Eppure quella diamine di materia era proprio impossibile per me. Tra l’altro il professore Blackwood non mi piaceva per niente. Era un serpeverde ed aveva un atteggiamento che proprio non mi andava a genio. Però non potevo di certo scegliermi i professori, quelli erano e quelli dovevano rimanere. Di certo non arrivava Chloe Thompson e cambiava le cose, purtroppo.
Martedì pomeriggio. Ultima lezione. Erbologia. Il professore Blackwood aveva introdotto un nuovo argomento: l’algabranchia. Certo, era un argomento interessante per molti. Per me no. E tra l’altro ero convinta che il professore se ne fosse accorto. Mi lanciava delle occhiate che non erano di certo sguardi di stima. Nella mia testa però una delle motivazioni non poteva che essere perché ero una grifondoro. Insomma, la stima tra le due casate non è mai stata molta, non che io partissi prevenuta, però non potevo avere una buona idea.
La mia attenzione venne catturata dal professore quando disse di avere deciso di dare un compito da svolgere a coppie, dovevamo scrivere qualche riga riguardo ad una pianta a nostro piacimento. Sean Hardice. Mi aveva accoppiata con lui. In realtà non sapevo molto di lui, solo che era un serpeverde. Ci eravamo messi d’accordo per vederci un’ora dopo nella Sala Grande. Non ero una che amava arrivare in ritardo, anzi, ero piuttosto puntuale. Per questo arrivai una decina di minuti prima e mi accomodai su una delle tante sedie libere in attesa dell’arrivo di Sean.
«Basta che non mi faccia pure aspettare…» mi lasciai sfuggire mentre sistemavo le mie cose sopra al tavolo.
