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.LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)Ah, i Balli scolastici. Finiscono sempre per lasciarsi dietro una scia di cuori spezzati e qualche anima perduta. Per come si sta svolgendo la serata, tuttavia, anche la nomea da “robot privo di anima” potrebbe venire presto persa dal bassissimo Serpeverde, che già alla dichiarazione di Skylee sul volerlo attorno per quella serata s’è lasciato sfuggire un piccolo sospiro dalle narici, mentre gli occhi – complice probabilmente l’alcol in circolo – si sono rivolti verso la bionda annebbiati da una patina lucida di lacrime trattenute. Non è nemmeno in grado di risponderle, considerato che non saprebbe come farlo. Non è molto pratico con i complimenti, e le volte in cui qualcuno gli ha riferito di tenerci si contano sulle dita di una mano. Permane quindi in silenzio, lasciando che le iridi indugino un po’ più a lungo su di lei, decisamente meno fredde del normale e pertanto facili da attraversare per cogliere un piccolo frammento del suo cuore. Cazzo, però, un minimo di contegno vuole riprenderselo alla svelta, se non altro perché si trova in una Salagrande addobbata a festa in mezzo all’intero corpo studentesco o quasi. [No… non era ovvio… Spero che adesso le cose vadano meglio…] mormora fra sé e sé, con una voce così bassa che forse la può udire solo lui, mentre si impone di voltarsi a puntare lo sguardo altrove. C’è MARCEL che sta dando spettacolo, perché lo spettacolo è lui, ci sono tentativi di rimorchio grotteschi e reiterati poco più in là, e c’è gente che inizia ad alzare la voce e a cercare lo scontro. Chissà perché la WHEELER si trova sempre in mezzo a queste situazioni. Chissenefrega, meglio berci sopra. Cioè, per la verità non avrebbe nessuna voglia di trangugiare un altro bicchiere di quella brodaglia, ma gli viene gentilmente offerto da SKYLEE. Dopo quello che gli ha detto, non potrebbe rifiutarle proprio nulla, perciò accetta il calice e lo porta alle labbra stoicamente. Solleverebbe le spalle, indisturbato dal caos che sta venendosi a creare sulla pista da ballo, se non fosse che di lì a poco la sua attenzione cade su ROSE. L’incantevole ROSE. Bellissima, luminosa e capace di regalare i suoi migliori sorrisi pure a uno stronzo come lui. Peccato che sia pallida, e triste e stia… scappando? Che cazzo è successo? Se quel deficiente di Harris cui si accompagna spesso le ha fatto un brutto tiro, non è sicuro di voler rimanere in disparte. Serra la mascella, sentendo una scarica di nervosismo salirgli su dall’ombelico, ma le priorità al momento sono altre. Tipo appunto raggiungere ROSE, spronato anche da una SKYLEE con una nuova passione per i cristalli. [O…ok] avrebbe voluto andare dalla Tassorosso comunque, ma per qualche motivo sta titubando, e le membra del corpo gli sembrano diventate improvvisamente prive di legamenti. [Perché avete litigato?] non sono nemmeno fatti suoi, però gli scappa proprio di chiederglielo, forse per potersi concedere il lusso di prendere del tempo che non ha. “Merda, Loki, muovi quel cazzo di culo. Che problema hai?” gli risuona nella testa. [Muoviti che se no ci fugge] gli fa eco SKYLEE, spintonandolo via dal posto in cui i piedi avevano probabilmente iniziato a metter su radici. Grazie all’incentivo riesce a partite. I movimenti sono rigidi, nemmeno stesse marciando, ma si sente anche più leggero, e ad ogni passo ha sempre più l’impressione che il pavimento si stia trasformando in un ponte tibetano sospeso nel nulla. Merda. Non sa nemmeno lui come riesce a raggiungere l’ingresso, sbagliando le misure e prendendosi una plateale spallata contro lo stipite di una porta larga cinque metri, ma nonostante tutto supera l’ostacolo (?) e prosegue il suo cammino verso… verso… beh non ne è molto sicuro, ma se lui si trovasse in una situazione simile (e non gli è proprio difficile immaginarlo, avendola vissuta pochi mesi prima) imboccherebbe la strada più veloce per il dormitorio. Volta quindi l’angolo per direzionarsi verso la scalinata che conduce ai piani inferiori, ed è lì che la vede, accucciata, in procinto di togliersi le scarpe. Rallenta. Prende un respiro che dovrebbe riempirgli i polmoni ma che invece gli si ferma a metà, e lo lascia in apnea. Non sa cosa dire. Si sente un vero imbecille a stare lì, in piedi come uno stoccafisso, con questo cazzo di bicchiere ancora in mano che non sa dove lasciare. Nemmeno la mano libera sa bene dove metterla, quindi la infila nella tasca dei pantaloni, ma poi gli sembra di apparire ancora più idiota, quindi la riporta lungo il fianco, e a lisciare la stoffa della tasca. Così, non c’è un motivo. E’ solo un fascio di nervi. [Ciao] non ricorda di aver mai salutato qualcuno così dai tempi delle elementari. E’ proprio una parola stupida. [Stai bene?] e questa è una domanda ancora più stupida. E’ palese che non stia bene. L’ha seguita apposta. Dio, si può essere così incapaci? Però non riesce a pensare a niente di meglio. Non riesce a fare niente di più sensato che restare lì a guardarla con uno sguardo impanicato e le guance che lentamente si fanno un po’ più rosee. [Ahm… stai bene, voglio dire… il vestito. Ti dona] sempre più stupido. Fa un passo in avanti, avvicinandosi alla parete, e chinandosi ad appoggiare finalmente il calice. In tutto questo, spera che SKYLEE sia ancora abbastanza lontana da non assistere a questa scenetta pietosa. Chissà se all’esterno l’imbarazzo è evidente quanto lo è per lui.SPOILER (clicca per visualizzare)Si commuove per le parole di SKYLEE, e si beve due bei bicchierozzi di sbobba alcolica. Poi, decisamente brillo segue ROSE fuori dalla Salagrande e prova a iniziare un’imbranatissima conversazione con lei. Citati alcuni presenti al Ballo, in particolare Marcel, Halley e David.
Edited by Justapoint - 5/1/2023, 19:33. -
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.LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)Vedere ROSE in preda ai singhiozzi gli strazia il cuore più di quanto aveva immaginato. Perché non è poi così sorpreso di trovarla in lacrime, no, ma la vista del suo viso disperato ha l’effetto di una doccia ghiacciata, che lo blocca a distanza di un paio di metri. Una statua di sale. Vorrebbe sorriderle quando lei spiega che l’abito è di sua madre, e ancor di più quando gli viene fatto il complimento di rimando. Però non riesce a rispondere nulla sul momento, e tra l’altro è anche piuttosto convinto che si tratti solo di una mera gentilezza che non corrisponda al vero. Una cazzata a fin di bene. Perché lei è fatta così. Sempre carina e dolce, anche quando vorrebbe solo essere altrove. E’ evidente che sia così. Sosta quindi con le iridi su di lei, ascoltando in religioso silenzio ciò che ha da dire, prima di riuscire a compiere quei dannati passi che gli servono per accorciare la distanza fino a raggiungerla. [Capisco] gli si scioglie anche la lingua, anche se un po’ faticosamente, visto che la voce sembra ancora un po’ ingolfata nella gola stretta. [E’ difficile mettere a tacere le proprie paure…] ora è diventato anche Capitan Ovvio, ma almeno sta facendo uno sforzo per parlare. E poi è vero che ha capito. Cioè, gli mancano i dettagli, le persone coinvolte, i come e i perché, ma in linea molto generale crede di aver intuito cosa affligge la Tassorosso. [Non so… Voglio dire, credi che potrebbe fare qualcosa che non dovrebbe, e che lo farebbe di nascosto da te? Non ti senti sicura?] quello stronzo di un Harris. E’ sicuramente tutta colpa sua. Infame. Come può ferire una ragazza come ROSE? Gli fa salire la bile al solo pensiero, nonostante poi si renda conto di come stia facendo prevalere il proprio orgoglio maschile sul resto e finisca per vergognarsene, correggendo il tiro. [Cioè, beh… però magari sono solo timori infondati. L'hai detto anche tu, no? Magari ha solo detto, o fatto, qualcosa di fraintendibile, e vi siete capiti male] ecco, meglio. Questo è probabilmente ciò di cui ha bisogno ROSE in questo momento. Un palliativo, la speranza di essersi sbagliata per davvero. Ci sarà tempo poi, a posteriori e con l'anima meno tormentata, per ragionare sul rapporto di fiducia fra i due. Adesso non è il momento adatto. Adesso è importante tamponare le ferite e ristabilire un equilibrio. [Cos'è successo?] a questo punto avere un quadro della situazione un po' più preciso gli sarebbe utile, per capire come muoversi in quelle acque agitate. [Se ti va di parlarne] specifica comunque, mettendo le mani avanti, figurativamente parlando, mentre di fatto le porta al viso, a sfilare la maschera che ha ancora sugli occhi. Sfila anche la giacca del proprio completo, accucciandosi sulle proprie ginocchia, vicino a lei, per depositargliela delicatamente sulla testa, così da nascondere la sua chioma cangiante. Poi, con estrema cautela si sistema un po’ più comodamente, appoggiando le spalle alla parete e sedendosi a terra, a pochi centimetri dal corpo della ragazza. Senza osare toccarla, però. ROSE è intoccabile. Specialmente per uno come lui, sporco fino al midollo delle storture del mondo. [SKYLEE è preoccupata quanto me] le confida, lanciandole uno sguardo con la coda dell’occhio. Crede che la cosa possa alleggerirle un po’ la tensione, sorprendendola positivamente. [Mi ha detto che avete litigato] butta lì, piegando un po’ il capo, come se non credesse più di tanto a quella versione. Gli sembra piuttosto palese che le due tengano l’una all’altra al di là di qualsiasi incomprensione sia avvenuta fra loro. [Comunque non l’ho propriamente lasciata da sola… S-spero] conclude, facendosi cogliere all’ultimo dai dubbi. Aveva detto che sarebbe arrivata, ma non vedendola ancora comparire, l’ansia di averla effettivamente lasciata indietro sta iniziando ad avvertirla. Infatti non può evitare di far scattare le iridi verso lo svincolo da cui è venuto..
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.LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)Le lacrime di ROSE sono una visione difficile da sopportare per lui. Vorrebbe poterle far smettere, subito, con un gesto, una parola o un incantesimo. Eppure è consapevole di non potere fare proprio niente per lei se non restare lì al suo fianco ad ascoltare quelle parole talvolta sconnesse che le escono direttamente dal cuore. Ha anche notato la ripetizione di quel “sicura”, che non fa che confermare il timore che la Tassorosso si trovi in uno stato di confusione tale da non trovare solido nemmeno il pavimento su cui poggia i piedi. Però le sue labbra dicono il contrario, ed è il cuore di Loki quello che si spezza quando la sente pronunciare quelle frasi piene dell’amore che prova per David. Merda, ne è proprio innamorata. Non che pensasse di avere davvero qualche chance con lei, ma semmai la sua mente avesse osato anche solo sperarlo, in quel briciolo di follia dettato dall’alcol ormai in circolo, adesso non può che mettersi l’anima in pace, mandando giù il boccone amaro e lasciando sanguinare la ferita appena aperta finché non smetterà spontaneamente. Niente di nuovo sotto il ponte, comunque. Anzi, il ponte, ora, deve esserlo lui. Per ROSE. [Burbero…] ok, diciamola così. Lui avrebbe di certo usato qualche altro termine più colorito per descrivere quanto gli appaia odioso quel ragazzo. Ora più che mai. Il tono sarcastico con cui lo dice probabilmente suggerisce in parte i suoi pensieri, ma preferisce lasciarli intendere senza aggiungere altro. E lei invece si è fidata. Bella fregatura del cazzo. Ci è caduto qualche mese addietro nello stesso tranello della fiducia gettata in pasto ad uno stronzo, ma è sicuro che il crollo delle certezze subito da lei sia di tutt’altro livello, fondandosi su un rapporto di lunga durata. Almeno per come l’ha capita lui. E poi… che vuol dire “fino in fondo”? [In che senso…?] è un’idea di merda chiederglielo direttamente, ma gli è uscita la domanda prima che riuscisse a fermare la lingua. Spera di non risultare invadente, e si pente di aver aperto bocca subito dopo, ma ormai è andata e non può far altro che mordersi il labbro inferiore e maledirsi per poi lasciarle qualche minuto di raccolta personale. In silenzio. Posizionandole la propria giacca sulla testa per coprirle i capelli cangianti, e sistemandosi al suo fianco, discreto. [Non dirlo nemmeno] di essere un disastro. Gli dà fastidio. Trova ingiusto che lei debba sempre colpevolizzarsi. Il che è abbastanza ironico, dato che lui non è affatto da meno. Tira su con il naso a sua volta, ma senza un valido motivo per farlo. E’ più un modo per prendere aria mentre scalcia con la punta di un piede un sassolino che non sa se sia sempre stato lì, o se lo abbia portato la scarpa di qualcuno che non ha neanche visto passare. Prima non lo aveva notato. Il fatto che lo stia facendo adesso è ovviamente un modo come un altro per evitare di rimuginare troppo sulla situazione in cui si trova: essere seduto a terra di fianco alla ragazza per cui ha una cotta (?), che piange disperatamente per un altro ragazzo. Però lei, sorprendentemente, riprende a parlare, descrivendogli davvero gli eventi appena trascorsi. Ne è colpito. Di solito sono entrambi piuttosto riservati, perciò si volta rapido e attento verso di lei, anche se per un attimo è costretto a tendere l’orecchio verso l’angolo da cui è venuto percependo gli stessi rumori avvertiti da ROSE. Cioè, c’è una festa in corso, perciò da quella direzione proviene un gran casino, ma quelle voci gli sembravano un po’ troppo vicine. Qualche attimo di tensione, che gli fa irrigidire la schiena e solleva il dubbio se debba alzarsi a controllare, ma poi la Tassorosso continua il proprio discorso, dunque torna a rivolgerle tutte le attenzioni del caso. Gli attori della scena sono un’accozzaglia di gente che non è sicuro di aver mai visto nello stesso posto nello stesso momento, ad eccezione delle aule scolastiche. Perciò aggrotta le sopracciglia, perplesso. Halley, cazzo, sempre lei. Possibile? Davvero, per quanto la Grifondoro gli risulti come una nota stonata presente in ogni circostanza del genere, in questo caso fa fatica anche solo a figurarsela in compagnia di David. [Capisco…] risponde invece, facendo tornare lo sguardo dritto davanti a sé. Ha bisogno di fare mente locale, perché l’istinto lo porterebbe a confermare quanto la possibilità che sia effettivamente accaduto qualcosa fra i due soggetti in questione sia tangibile. Però, nella concretezza dei fatti, nulla risulta scontato. David e Halley, tra l’altro. Chissà. [Forse questo Kai si è impensierito nello stesso modo in cui lo stai facendo tu] butta lì, incerto, iniziando a torturarsi il collo con la mancina. [O forse la tua conoscenza approfondita con Harris ti fa capire alcune sfumature che non posso capire io. Quindi, in buona sostanza sono fottutamente sbagliato per questo compito, Rose. Ti chiedo di scusarmi] china il capo, rassegnato, iniziando a sentirsi di troppo, a percepire con più chiarezza che non avrebbe mai dovuto correrle dietro. Tutto ciò che ha fatto è stato trattenere egoisticamente una persona in uno squallido angolo del Castello solo perché per un istante ha avuto la pretesa di poter riparare qualcosa anziché distruggerla. E invece… [Sì…] fa male. Non sa proprio cosa fare. Ridarle speranza significherebbe gettarla di nuovo fra le braccia di uno stronzo che finirebbe quasi sicuramente per ferirla di nuovo. Ma dirle che la persona che lei ama con tutta sé stessa ha dimostrato di essere un figlio di puttana senza scrupoli rischierebbe di fare ancor più a brandelli l’anima già straziata di Rose. Non c’è scampo a quelle lacrime e quel trucco sbavato. Al massimo può tentare di arginare qualche danno facendole sapere che ha degli amici che si preoccupano per lei, compresa SKYLEE. [Siete proprio testarde] commenta, tentando di sollevare un angolo della bocca, senza riuscirci molto bene. Il risultato è un mezzo sorriso sconsolato. [Siete importanti tutte e due, cazzo] mette i puntini sulle “i”, togliendosi quella smorfia dalla faccia per sostituirla con un’espressione esasperata e a tratti irritata. [E no, non stai bene, perciò non posso andarmene]. I nervi gli sono saliti a fior di pelle, e tutto quello stupido discorso sull’augurarsi un buon Natale come se lo fosse mai stato, lo indispone più di quanto si aspettasse. Ancora non la guarda, ma è perfettamente consapevole dei movimenti di lei. Sa che è in piedi, e sa che vuole scappare. E in tutta risposta lui si gira dall’altra parte. Non glielo impedirà. Se è ciò che vuole, è libera di farlo. [Comunque non mi è andata così male. Ho passato del tempo con Skylee e con te, perciò…] cazzo, gli è partita la vena sentimentale. Proprio nel momento peggiore possibile, tra l’altro, dato che in quella succede qualcosa che non avrebbe mai sperato accadere in vita sua: un regalo. Al suo compleanno. Va bene, lei non può saperlo che è il suo compleanno, ma quel dono per quanto semplice, è spontaneo. Ed è per lui. Ed è la cosa più importante del mondo. Lo accetta, cogliendolo con una delicatezza tale che rischia di sfuggirgli dalla presa. Lo porta davanti a sé, osservandolo a lungo, con affetto, prima di coprirsi il viso con la mano libera. Non deve piangere. Merda, non ci riesce da anni, se lo facesse adesso sarebbe proprio un gran coglione. Sente gli occhi inumidirsi e il viso scaldarsi, così si stringe un po’ fra le spalle, incurvandole. [G-grazie] ha la gola talmente chiusa che gli esce solo un filo di voce spezzata. Ma almeno ha il volto asciutto. Per quanto possa servire a conferirgli un’aria da duro, a questo punto. [Senti… non sono bravo con le parole, però… se tu potessi vederti per come ti vedo io, Rose, gli sputeresti in faccia a quello stronzo]. Che smidollato. Gli sta pure salendo la nausea, e i contorni delle cose cominciano ad apparirgli sfumati. E non è solo per il velo liquido che ha davanti agli occhi. Non sono previsti meteoriti per la distruzione imminente del pianeta, vero?.
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.LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)Merda, sta lentamente prendendo la consapevolezza di essere ubriaco. Cioè, non proprio del tutto, forse è la definizione di “alticcio” quella sensazione che sta facendosi strada sempre più prepotentemente nelle sue membra e nella sua mente, ma gli è ormai evidente dalla repentina fluttuazione dell’umore che si trova in uno stato alterato e a tratti confusionale che gli sembra ragionevole attribuire all’unica cosa che ha ingurgitato in tutta la serata: le bevande zuccherine dal retrogusto amarognolo. Alcolico, appunto. Vuoi che siano state effettivamente “corrette” da qualcuno? A questo punto è probabile. Ed è anche l’ultima cosa che avrebbe voluto accadesse in un momento così delicato. ROSE ha bisogno di conforto. Un conforto che lui non è in grado di darle e non solo. Una parte nascosta di lui vorrebbe davvero che Harris si levasse definitivamente dalle palle, lasciando un po’ di spazio a qualcuno che saprebbe prendersi cura della Tassorosso come merita. Tipo… lui? Che cazzata. Dev’essere quello schifo che ha bevuto a fargli partorire questi pensieri senza senso, che si vergogna persino di aver formulato. E’ chiaro che non può farlo. Non è degno, e non è nemmeno la persona adatta a fornire il supporto necessario alla ragazza. Per quanto lei sostenga il contrario, per quanto lei gli dica apertamente che “non è sbagliato”, lui continua a sentirsi fuori luogo e si convince che le parole di ROSE siano una morbida carezza pietosa. Perché ROSE è dolce, e buona, e gentile e non potrebbe mai ferire nessuno. Neanche un idiota che l’ha rincorsa per farla sentire meglio e che invece se ne sta lì a farsi venire fantasie prive di raziocinio. Patetico. Ancor di più perché nel profondo si culla pure di queste emozioni. Gli danno l’illusione di essere in pace con sé stesso dopo lunghissimi mesi in cui non ha fatto che prendere a pugni quelle stesse eccitazioni perché rivolte al target sbagliato. Questa volta, invece, è corretto. E’ perfetto, in tutto il suo candore. Lei è perfetta. E lui un perfetto testa di cazzo.
Accenna un sorriso, senza avere repliche per quelle rassicurazioni che non meritava. Poi si indispone perché non sopporta i discorsi sul Natale, e il non capire perché le due ragazze si ostinino a non venirsi incontro, e si sente anche un po’ allontanato da ROSE che vorrebbe – a ragione, peraltro – solo starsene per fottuti cazzi suoi. Poi ancora, la sente alzarsi e si volta dal lato opposto, rassegnato. E’ turbato da questo saliscendi di apprensioni. Non sa nemmeno più che cosa sta provando, se c’è una forza che prevale su un’altra o è solo un miscuglio di sensazioni a caso che si scontrano e si mischiano. Il fiore che gli viene donato, non è che la ciliegina su una torta tutti-i-gusti, che all’improvviso prende il sapore della commozione, e lo lascia stordito a raccogliere internamente le proprie lacrime per non lasciarsene sfuggire neanche una. Riesce a non cedere con enorme fatica, stringendosi fra le spalle e nascondendo il viso nei momenti più critici. Ma quando si sente sfiorare la mano, sussulta sul posto, volgendo il viso verso ROSE, o meglio il punto in cui ROSE sostava fino a un secondo prima, salvo ritrovandosela addosso. Non si accorge che la propria mano libera sta andando automaticamente a stringersi sulle dita delicate di quella altrui, quasi a trattenerla, sebbene la stretta sia sufficientemente leggera da permetterle di sottrarsi al contatto. [Grazie] ripete, disorientato. I loro visi sono così vicini che gli basterebbe staccare la nuca dalla parete su cui s’è appoggiata per annullare completamente le distanze fra loro. Che è esattamente quello che fa lui. Perché non ci sta capendo più niente, e finisce per fare la mossa più stupida che potesse mai fare. Il respiro di ROSE è caldo e accogliente, e gli solletica la pelle. Allungando di poco le labbra, può percepire appena l’umidita delle sue, prima di rendersi conto di cosa cazzo stia combinando, e ritrarsi istantaneamente. Lascia pure la sua mano, semmai non ci avesse già pensato lei in autonomia, osservandola con un’espressione a metà scioccata e a metà colpevole, mentre si sente rivoltare lo stomaco sottosopra e assume un colore prossimo al verde. Nauseato. Da sé stesso o dall’alcol? Più probabile la prima. [Sì…] risponde. Si sente bene. Cazzata. Si sente una merda. […No.] corregge il tiro, più sinceramente. [Mi dispiace…] mormora, mentre si rialza con urgenza, senza più riuscire a guardarla in faccia. Adesso è lui che ha fretta di andarsene. Che deve andarsene. [Sono un gran coglione]. Che altro può dire? Nulla. Ha già fatto abbastanza danni, senza che si metta pure a peggiorare la situazione con scuse penose. Perciò, se non dovesse essere trattenuto, comincerebbe a muovere veloci e lunghe falcate verso l’uscita. Ha assoluto bisogno di prendere aria.SPOILER (clicca per visualizzare)...va beh, la gif è indicativa, non ci formalizziamo 😝. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Usicta.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Uscita! Grazie a tutti
Edited by Rose Mia White - 11/2/2023, 21:55. -
.LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)La sensazione piacevole dell’incontro soffice fra le loro labbra, passa immediatamente in secondo piano quando si accorge dell’errore madornale che ha appena commesso. Anche il suo cuore inizia a battere a ritmo frenetico, ma purtroppo non è solo per essersi spinto troppo oltre con la ragazza che gli fa smuovere le farfalle nello stomaco. Probabilmente quella corsa forsennata di battiti è dovuta piuttosto alla paura di aver appena fatto a pezzi la loro amicizia, qualcosa che per lui ha la valenza di un tesoro inestimabile e di cui avrebbe voluto prendersi cura, e che adesso sembra essere definitivamente perso. Ha appena raso al suolo ogni progresso fatto in questi mesi, ogni ricordo felice condiviso con lei, relegandolo dietro un becero e fallimentare tentativo di pretendere “di più”. Perché? Nemmeno lo voleva. Gli bastava starle vicino e vederla sorridere. Perché? Il sangue gli si gela nelle vene sentendo le mani della ragazza allontanarsi da lui. Immagina che si senta schifata da quel contatto inatteso, seppure fosse stata lei la prima ad averne cercato il calore con quell’abbraccio. Prende le distanze, la sua espressione pallida gli suggerisce che ha tutte le ragioni per sentirsi in colpa. E quando le lacrime ricominciano a sgorgare dagli occhi di Rose, il ritmo cardiaco rallenta per un attimo, e una fitta di dolore si propaga dal centro del petto verso gli organi vicini. Si è rotto. Forse è andato in mille pezzi. Non saprebbe dire di preciso, sa solo che sente l’impulso di levarsi di torno prima che glielo chieda lei. Non potrebbe sopportarlo come non può sopportare che quelle nuove lacrime stiano scendendo a causa sua. Percepisce le parole della Tassorosso come se fossero distanti chilometri, e vorrebbe non farlo affatto. Ha paura di sapere cosa gli stia per dire. Infatti comincia a muoversi, lasciandola indietro nonostante avesse appena detto che non poteva abbandonarla. Codardo. Doppiamente, visto che ne ha tradito la fiducia prendendosi libertà che non doveva nemmeno venirgli in mente. Compie qualche passo malfermo verso il portone d’ingresso, ma prima che possa raggiungerlo una figura alta gli si piazza davanti facendolo barcollare pericolosamente. Non capisce nemmeno da dove sia sbucato fuori, il cervello fa cilecca nel ricostruire gli eventi e comunque non è in grado di focalizzarsi su questo aspetto perché il muso duro che ha appena evitato per miracolo minaccia di… boh. Non lo sa neanche lui. Ed è lo stesso HARRY a tenerlo in piedi, agguantandogli la camicia all’altezza della spalla, perché altrimenti, sbilanciato com’è, avrebbe finito per schiantarsi a terra. L’espressione colorita che accompagna quel gesto, poi, ha l’effetto di un Confundus, tant’è vero che lo sguardo di Loki, dapprima assottigliato e indisposto, diviene presto un punto interrogativo. Non ha capito. Cioè, ha capito ciò che gli è stato detto, ma non ha riferimenti per comprenderne il motivo. Quindi non sa nemmeno cosa rispondergli e rimane ammutolito, con una smorfia incomprensibile stampata in faccia, finché non lo vede andar via. Solo allora, seguendolo con le iridi e voltando di poco la testa di lato, si accorge che ROSE lo ha seguito e si trova dietro di lui. Avvampa, prendendosi un momento, prima di ruotare con il corpo in modo da poterla guardare in viso. Anche se, una volta che ha completato il giro, gli occhi tornano ad abbassarsi. Però sono cambiati. Il velo disinteressato e freddo che li copriva mentre fronteggiava Harry è sparito, addolcendone la forma e rendendoli più profondi. Nella mente una sola domanda continua a pizzicarlo, a tratti allusiva, a tratti fastidiosa: perché? Perché lo ha seguito? Forse vuole delle spiegazioni che lui non è in grado di fornirle. Forse vuole dargli risposte che non vuole sentirsi dare. Forse è solo Rose, la meravigliosa Rose che si preoccupa e si colpevolizza anche per le colpe degli altri. In ogni caso, però, la sua presenza lì gli sta rendendo le cose terribilmente più difficili. Forse. Oppure apre la porta ad una speranza che non credeva di avere. La testa vortica. I pensieri sono incoerenti, spesso in contrasto fra loro, e lui vorrebbe essere ovunque tranne che lì, in piedi come uno stoccafisso a guardare un punto casuale del pavimento per evitare di incrociare la visuale di lei. La mano sinistra fa per alzarsi con l’intento di depositarsi debolmente sulla spalla destra di lei, un gesto che si compie quasi di riflesso col suo, ma all’ultimo scatta indietro, senza giungere a destinazione, come se si fosse scottata. E viene riportata lungo il fianco. Annuisce, quasi impercettibilmente. Non è che stia davvero bene, ma di sicuro quella domanda così affettuosa lo rassicura. Anche lui non se la sente molto di parlare. Ha la gola annodata a sufficienza da rendergli difficile farne uscire dei suoni, ma lei, nonostante tutto, è lì a preoccuparsi per lui. Adorabile. Le dita della destra stringono appena il fiore che gli è stato donato, senza metterci troppa forza per non rovinarlo. […E’ meglio che vada…] mormora, dopo istanti che gli sembrano interminabili, arrischiandosi a lanciarle una fugace occhiata, prima di riprendere a camminare, decisamente più incerto e lento, volgendosi indietro un paio di volte, come se non sapesse se la decisione presa fosse quella giusta..