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with Skylee. [Giugno 2021 - Scambio culturale]

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    Axel
    Lezione di Pozioni e Cura delle Creature Magiche. Giugno 2021 - Scambio culturale.

    «Mors, svegliati c'è la lezione!» Come se non avessero già saltato tutte quelle del mattino. Axel si rotolò sul fianco gemendo dal fastidio e buttò le gambe fuori dal letto. A fatica spalancò gli occhi e osservò il suo compagno d'avventura ancora totalmente perso nel mondo dei sogni. «Mooors!» Allungò il braccio e afferrò il cuscino lanciandoglielo prepotentemente contro. Di tutta risposta il biondo gli grugnì un'imprecazione e si girò a sua volta sul fianco dandogli le spalle. Axel scosse il capo, il suo aveva provato a farlo... tanto peggio per lui. Si alzò a fatica e si trascinò verso il bagno dove si buttò in faccia generose quantità di acqua ghiacciata. Si guardò allo specchio e si fece di rimando una smorfia, l'immagine riflessa era quella di un relitto stremato dalla nottata alcolica appena trascorsa. Cazzo di Mors con le sue cazzo di idee. Nuovo getto di acqua fredda e si decise finalmente ad infilarsi la divisa della scuola dell'est.
    Sbuffante aveva appena finito di salire le infinite scale dei sotterranei quando una figura piccola ed esile attirò la sua attenzione: «Hei piccoletta inquietante» la apostrofò avvicinandola. «Stai andando anche tu al lago?» Non un'altra lezione con tutti, ti prego, sperò intensamente ma fu tutto inutile quando la Corvonero, ex Durmstrang, gli confermò invece che andava proprio in quella direzione. Fantastico. Sbuffò. Ma in quel dannato istituto facevano solo lezioni dove bisognava stare tutti insieme appassionatamente? Giunsero al lago e come da copione l'aria era già tesa, si erano formati i primi schieramenti. Axel aggrottò le sopracciglia e distese una mano davanti la compagna di scuola per bloccarle l'avanzata. «Dammi retta, rimaniamo in disparte» e le fece un cenno rivolto ad osservare la bionda riccia che dava in escandescenze con un Grifondoro e Evans delle Serpi. Prese posizione lateralmente e fece un lieve cenno col capo rivolto ai docenti.
    «Axel Dragonov, quinto... Durmstrang» la penna grattò le informazioni e lui incrociò le braccia al petto in attesa che la tortura avesse inizio.
     
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    Quel pomeriggio avevo deciso di dirigermi alla lezione in solitaria, dopotutto Vanja e lenticchia erano in buone mani, li avevo lasciati in compagnia di Ellie. Mi dovevo recare in biblioteca prima di cominciare la lezione, dovevo restituire dei libri ed ero arrivata un po' lunga con i tempi, avevo avuto così tanti pensieri per la mente che mi ero totalmente dimenticata la scadenza, ma avevo ancora un paio di giorni prima di finire sulla lista nera del bibliotecario e non avrei tardato oltre.
    Una volta restituiti i tomi mi allontanai saltellante verso la tenuta della scuola, la lezione sarebbe stata all'aperto e avrebbe trattato due delle mie materie preferite. Non ci misi molto e fui una delle prime ad arrivare, di Vanja non vi era ancora traccia, ma ero certa sarebbe arrivata in tempi brevi, cosicché potessi nuovamente tenerla sott'occhio e assicurarmi che stesse bene. «Bentornata professoressa, sono felice di vederla bene» Avevo grande stima di quella donna e adoravo le sue lezioni, la notizia del suo incidente mi aveva rattristato molto e ora che la vedevo nuovamente in forma e pronta a riprendere le lezioni, non potevo che esserne felice. «Professore» Non mancai di salutare pure l'uomo e cercai di mantenere un atteggiamento formale, seppure negli ultimi tempi avevo avuto modo di conoscerlo in vesti più "informali", durante le svariate giornate passate al lago nero per studiare le varie creature che lo abitavano. «Skylee Métis, terzo anno, Corvonero» Mi annunciai come da richiesta per far prendere nota al registro stregato della mia presenza e dopo averlo fatto mi diressi verso l'ampia distesa verde alle mie spalle. Un volto noto mi si palesò immediatamente alla vista e non potei fare a meno di cedere ai miei istinti ed avvicinarmi a lui con aria furiosa. «Tu... non ti hanno ancora espulso?» Lo sdegno che provavo nei suoi confronti era papabile. «Ci vuole un bel coraggio per prendersela con una ragazza e per di più incinta... non ti vergogni di te stesso?» Parlavo a bassa voce per non farmi sentire dai docenti, ma il mio tono era freddo e pungente. Quel ragazzo aveva osato aggredire Vanja, mia sorella e per cosa poi? delle vane provocazioni. Non mi sembrava possibile che all'interno di una scuola tanto prestigiosa si potessero verificare situazioni tanto deplorevoli, eppure forse mi sbagliavo, dato che era esattamente ciò che era accaduto.
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    «Appunto perché a Durm sono così speravo qui fosse diverso» replicò alla piccola Axel incrociando le braccia al petto, contrariato. «Odio la confusione» e il modo in cui lo disse lasciava intendere più un "odio le persone" rispetto a quanto realmente avesse proferito.
    A braccia conserte ed un broncio perfettamente stampato sul viso rimase in attesa quando a loro si avvicinò un moretta che letteralmente rubò contro la sua volontà la mocciosa inquietante tirandosela dietro, fosse stato qualcun altro probabilmente Axel sarebbe intervenuto ma quando il suo sguardo si posò sul fondoschiena della ragazza perse ogni bellicosa iniziativa. «Come?» Chiese senza staccare lo sguardo dalla mora di spalle. Un altro vecchio compagno dell'istituto nordico gli si era avvicinato, tale Stefan Salvatore. «Ah la solita vecchia Durm, quando non sanno come riempire le lezioni si crucia qualcuno o qualcosa» suo malgrado Axel sorrise all’ex compagno di scuola. «Non vedo perché tornare lì, le regole non sono cambiate in caserma e poi...» tornò ad osservare la Corvonero - aveva un culo pazzesco! - solo allora notò l’occhiataccia che gli stava dedicando una ragazzina dai capelli ramati, poteva essere di qualche anno più grande di Ariadne, la Corvonero, sicuramente non aveva più sedici anni, ma da quello che poteva vedere Axel aveva già le forme al posto giusto per i suoi gusti. Le schiacciò un occhiolino impertinente. «La fauna locale è decisamente migliore» ghignò al Serpeverde per poi poggiargli una pacca sulle spalle quando i professori organizzarono le squadre.
    «Le nostre strade si dividono, Salvatore. Buon divertimento» e così dicendo si accomiatò dal Serpeverde. All’indicazione di via libera della docente mosse alcuni passi verso la pergamena e scrutò le squadre ricercando il suo nome e quello degli altri componenti di questa avventura. Tornò al suo posto dove rimase ad aspettare a braccia conserte l’arrivo dei compagni. Lui non si sarebbe scomodato a raggiungere qualcuno. La prima ad arrivare fu Ariadne seguita poco dopo dalle altri due. Ottimo. Pensò. Uno scheletro tutto capelli, una mocciosa inquietante e una gravida... dovevo restare a letto come Mors. I suoi occhi verdi si fermarono a valutare ogni componente soffermandosi alla fine sulla più giovane. Un sospiro fuoriuscì dalle sue labbra appena schiuse. La cosa imbarazzante in tutta quella vicenda era che la ragazzina era la meno peggio tra le tre. «Prima le signore» fece un cenno verso la Foresta Nera dopo che, quella che doveva essere la Rosencratz - da quel momento Miss Simpatia, oltre che la gravida - lo rimbeccò. Partivano già male se aveva gli ormoni che le giravano storti.
    «Già» fu il suo unico commento a quanto le disse la ragazzina, non si sarebbe liberata né di lei né delle altre due. Infilò svogliatamente la casacca blu elettrico e mentalmente maledì i professori per aver scelto colori tanto accesi... all'interno della foresta avrebbero sicuramente attirato l'attenzione delle creature che vi abitavano. Fece scivolare la bacchetta dall'interno della manica alla mano e la strinse addentrandosi al fianco di Ade tra la boscaglia. Si castò un Testabolla come le compagne per evitare che il forte odore del cespuglio gli desse alla testa e rimase di guardia, una guardia breve, poiché udirono il trambusto del passaggio di qualcosa e mano a mano che si avvicinavano pareva lo scalpiccio di zoccoli.
    «Centauri o altro, tieni su la bacchetta che ci sarà da divertirsi» rimasero qualche istante in attesa finché dalla coltre di cespugli non sbucarono due unicorni. Gli animali nitrirono e inaspettatamente partirono alla carica nella loro direzione.
     
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    «Scusami?» Se non so tutto farei meglio a stare zitta, sul serio? Domandai in risposta alla provocazione del ragazzo. «Hai ragione, sicuramente mi sono persa il pezzo della storia in cui il tuo scarso controllo possa essere giustificato in un qualche modo, perdonami... Che sciocca» Ero furiosa. Invece che chiedere scusa e pentirsi delle sue azioni, il massimo che sapeva fare era nascondersi dietro un dito, vantando chissà quale scusante per ciò che era successo. Imbarazzante. I toni si alzarono piuttosto in fretta e nonostante avessi tentato di mantenere la calma ormai non ero più totalmente certa di volerlo fare. Fortunatamente e incredibilmente, visto i nostri rapporti non propriamente ottimi, in mio "aiuto" accorse un Serpeverde del mio anno, che nonostante il suo solito menefreghismo per il mondo, mi diede manforte e mi risparmiò di sbottare totalmente nei confronti del Grifondoro. «Attento, da come parla sembra avere un conto in sospeso pure con te, non vorrei mai che finisse per attaccarti alle spalle...» Finsi di essermi appena ricordata un dettaglio molto importante e aggiunsi. «Ah no, giusto... a lui piace prendersela solo con le ragazze in dolce attesa, sei fuori pericolo!» Mi limitai a lanciare un ultimo sguardo glaciale al ragazzo, prima che la professoressa di pozioni intervenisse per spegnere la discussione sul nascere. La smisi solo per rispetto nei suoi confronti, ma se solo mi fossi ritrovata nuovamente quel coglione tra i piedi, avrei sicuramente terminato il discorsetto che avevo in serbo per lui. Indossai la casacca blu accesso come da indicazioni dei docenti e mi unii alla mia squadra, per la prima volta dopo tanto tempo mi ritrovai in squadra con mia sorella e non potei che esserne felice, significava che avrei potuto vegliare su di lei e Lenticchia, la bambina che portava in grembo, per tutta la durata della lezione, non potevo chiedere di meglio. «Vedi di stare attenta, mi raccomando. Anche se è giorno la foresta nasconde al suo interno molteplici pericoli» Non tutti provavano il suo stesso entusiasmo nel cacciarsi nei guai, io non di certo, anche se dovevo ammettere che il mistero che aleggiava intorno a quella foresta mi aveva sempre affascinato. «Vanja... davvero ti pare che io non sappia come sia fatto quel cespuglio? Sono una Corvonero, metà della mia vita la passo a leggere e studiare, certo che so cosa dobbiamo cercare» Le dissi non appena mi chiese se avevo intuito cosa cercare in seguito agli indizi della professoressa, che con tono gentile e amorevole ci chiese di cercare dei rametti da un cespuglio particolarmente insolito. «Scusala, la simpatia a volte abbandona il suo corpo» Confidai sorridente allo studente di Durmstrang che si trovava in squadra con noi. «Sono Skylee, piacere...» Tagliai corto dopo i convenevoli del caso. Tutto sommato la nostra squadra aveva tutte le carte in regola per portarsi a casa ottimi risultati, tre Corve e uno studente più grande, non potevo chiedere di meglio. «Ottimo, allora noi penseremo ai rametti mentre voi ci coprite le spalle, forza V, seguimi» I rumori si facevano sempre più vicini e prestando estrema attenzione a non attirare l'attenzione di qualche altra creatura nei dintorni, mi chinai appena, raggiungendo così il cespuglio designato. «Diffindo» Castai l'incantesimo svariate volte e raccolsi quattro rametti lunghi e sottili, per la pozione ne sarebbero serviti soltanto due, ma gli imprevisti erano sempre dietro l'angolo e la precauzione non era mai abbastanza. «Tieni V, prendine due, così avremo il doppio delle possibilità di riportarne indietro abbastanza» Dissi porgendole due dei quattro rametti che tenevo in mano.
    ★ ★ ★
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    Lo sguardo del mannaro setacciava la foresta mentre stringeva la bacchetta nel pugno. Lo scalpiccio di zoccoli era in avvicinamento e presto avrebbero scoperto se ad arrivare erano Thestral o ben di peggio. «Mi basta che non siano centaur!» Borbottò in risposta alla ragazzina al suo fianco che ne aveva imitato i movimenti. Essendo i più "anziani" della squadra avrebbero dovuto addossarsi il lavoro sporco di quella prova e questo ad Axel infastidiva più di tutto. A Durmstrang perlomeno sapevi che dovevi arrangiarti ed era un tutti contro tutti, lì ad Hogwarts aveva sperato in una sorta di vacanza in quel senso.
    Il primo cavallo gli apparve di lì a poco seguito da un secondo, Axel se ne stupì inarcando le sopracciglia, aveva pensato a molto peggio e gli unicorni, che lui sapesse, erano tra le bestie più pacifiche in circolazione. Ma non quelli. Il primo nitrì sollevandosi sulle zampe posteriori e scalciando dalle anteriori prima di partire in sua direzione, alla carica, fendendo l'aria con il corno appuntito.
    Prima che potesse fare qualsiasi cosa questi fu sistemato da Ade che però non calcolò il secondo che successivamente era partito al galoppo nei suoi confronti, infilzandola con il corno. Axel ammirò la scena guardandola rotolare rovinosamente sul terreno duro e seguì il tutto mimando sul viso smorfie di dolore. Le si avvicinò.
    «Ti avevo detto di tenere la bacchetta alta» la apostrofò allungandole una mano per aiutarla a rialzarsi. Si guardò attorno visualizzando le altre due Corvonero che in tutto ciò si erano bellamente fatte gli affari propri. «Utili» commentò a denti stretti avvicinandosi loro. «Spero abbiate preso i rametti fintanto che gestivamo la situazione» sfiatò in loro direzione in quello che voleva essere un attacco nemmeno troppo velato. «Ce la fai?» domandò alla ragazzina, per quanto piccola era l'unica di utile insieme a lui in quella squadra e averla fuori gioco avrebbe significato più lavoro per il mannaro insieme alle altre due snob intente a farsi l'allegra passeggiata per la campagna.
    Si addentrarono nella foresta fino a che marciando non arrivarono nei pressi di un piccolo laghetto, lì vi avrebbero trovato sicuramente i tentacoli di Murtlamp.
    «A voi gli onori» scandì rivolto alle due Corvonero che fino a quel momento avevano fatto ben poco. Si piazzò a margine dello stagno e rimase puntato a braccia incrociate con lo sguardo smeraldino che setacciava la foresta. Fu proprio perché non tenne lo sguardo a revisionare il lavoro delle altre che uno di quei piccoli mostri si arrampicò e gli morse il polpaccio. Il mannaro imprecò sonoramente prima di scagliare alcuni lampi rossi dalla bacchetta in direzione della piccola creatura che sfuggiva. «CAZZO!» Imprecò massaggiandosi il polpaccio: bruciava oltremisura oltre a dargli degli spasmi alla muscolatura simili a tremolii. «Se abbiamo tutto andiamocene da questo posto del cazzo!» Ringhiò mentre quella sensazione ardente si propagava nel resto del corpo costringendolo a sudare. Se non trovava una soluzione presto la Bestia avrebbe preso controllo dei suoi nervi.
     
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    «Toglimi una curiosità, in che modo ti saresti reso utile tu? Eh?...» Risposi infastidita al ragazzo di Durmstrang, che poco prima aveva snobbato il mio tentativo di presentazione. Che non fosse socievole glielo si leggeva in faccia, ma che fosse odioso fino a quel punto non lo credevo affatto. «Fino a prova contraria noi abbiamo recuperato parte degli ingredienti necessari, mentre tu? Tu lasciavi che un tenero unicorno infilzasse la più giovane del gruppo? Uh complimenti bell'imbusto, ottimo lavoro» Sputai tagliente mentre ci dirigevamo verso la riva del lago. Con un braccio sorreggevo mia sorella che pareva più stordita del dovuto, forse il suo testabolla per proteggersi dagli effetti del cespuglio magico non era stato abbastanza efficace e qualche spora di polline le si era insinuata nel naso, probabile, pensai fra me e me. «Tu Stai bene? Sei tutta intera?» Chiesi gentilmente alla ragazza voltando il capo. L'incontro ravvicinato con l'unicorno poteva finire molto peggio, ma era stata brava e grazie ai suoi nervi saldi aveva trovato un modo per liberarsi dalla presa della creatura. Una volta giunti al laghetto lo studente di Durmstrang si sentì di assumere il controllo e atteggiarsi a mo' di supervisore tecnico, mi limitai a lanciargli una brutta occhiataccia, ma visto che la Corvonero era ancora provata e lui non sembrava intenzionato a fare assolutamente nulla, io e Vanja decidemmo di fare come poco prima e ci avventurammo alla ricerca degli ingredienti mancanti. «Fai attenzione mi raccomando» Sussurrai in direzione di mia sorella mentre cercava di ledere attentamente gli arti della creatura. Qualcosa andò storto e diverse creature si fiondarono su di noi con fare aggressivo, una morse Vanja, regalandole un bel taglio sulla caviglia, un'altra riuscì ad assaporare la carne del Durmstranghiano, ben gli stava, mentre un'ultima mi si attorcigliò alla gamba. «Petrificus Totalus» Riuscii a gridare poco prima che la creatura si insinuasse sotto al tessuto della divisa, riuscendo così a farsi uno spuntino con la mia gamba. Il corpicino pietrificato della creatura cadde in acqua con un tonfo secco, mi dispiaceva per lei, ma prima venivo io. Presi la creatura immobilizzata fra le mani e l'appoggiai delicatamente sulla riva del lago. «Vedrai che tra poco starai meglio, non appena l'effetto svanirà» L'effetto dell'incanto sarebbe svanito in fretta, permettendo così alla creatura di tornare allegramente all'interno delle torbide acque del lago, ma avrebbe concesso a me e alla mia squadra di andarcene indisturbati verso la direzione opposta. «Ragazzi, che vi succede?» Chiesi preoccupata alla vista dei due in preda a tremolii vari e sudorazione fuori controllo. «Dobbiamo andarcene alla svelta da qui, le creature potrebbero tornare all'attacco da un momento all'altro. Riesci ad aiutare Vanja che è più leggera? Domandai alla ragazzina rimasta in disparte. Io penserò a Mr. Sono utile come un cucchiaio bucato. Forza andiamo» Afferrai il moretto per un braccio e incurante delle sue proteste me lo passai intorno al collo per riuscire a sostenerlo senza troppe difficoltà, era pesante, ma la cosa che più mi disgustava era il suo sudore appiccicoso che iniziava a bagnarmi il collo, disgustoso. Sapevo che stava male e che non era colpa sua, ma trattenere svariati conati di vomito mentre ci allontanavamo dal lago, fu un'impresa più dura del previsto.
    ★ ★ ★
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    «Oh beh certamente tagliare due rametti mentre giocavate a fare le principesse canterine nei boschi è stata una gran fatica!» Ringhiò verso le due. Axel scosse il capo, davvero avevano anche il coraggio di ribattere e fare le altezzose? Da quello che aveva capito i Corvonero dovevano essere quelli più intelligenti del castello ma, attraverso quella prova, aveva potuto notare quanto fossero unicamente i più palo in culo... Cosa che invece era affibbiata ai suoi compagni di dormitorio: i Serpeverde.
    «Voi due cominciate ad abbassare la cresta e a rendervi davvero utili» ribatté al commento della rossa. L'avrebbe presa a sberle non fosse stata una donna e per di più incinta... ma questo non le dava comunque il diritto di testare i suoi nervi. Rimase di guardia alla raccolta dell'ultimo ingrediente anche se questo non lo risparmiò dal beccarsi un morso da una di quelle creature in quanto le inette erano state così sciocche da farsele scappare.
    Imprecò infastidito mentre zoppicava allontanandosi dal punto di raccolta e si appoggiò ad un tronco respirando con fatica. Le fiamme sembravano lambire il suo corpo costringendolo a sbottonare alcuni bottoni della camicia in cerca di refrigerio. Dei rivoli di sudore imperlavano la sua fronte scendendo lungo le tempie. Axel si passò una mano sulla fronte scoprendola intrisa del suo sudore. «Porca puttana» imprecò tra sé annaspando in cerca di ossigeno mentre continuava ad aprire la camicia, gli sembrava di soffocare dal caldo. Liberò la camicia dai pantaloni, era fradicia all'altezza della schiena e solo in quel momento, quando la bionda riccia lo toccò si curò che avevano finito il lavoro e dovevano uscire da lì. «Che cazzo vuoi? Mollami!» La apostrofò quando questa gli si avvinghiò al braccio adducendo di volerlo aiutare. «Non ho bisogno di niente, lasciami!» Continuò perentorio scuotendo il braccio nel tentativo di liberarsi di lei. La ragazza cominciò a trascinarlo di peso, sembrava più forte di quanto apparisse esternamente ma al mannaro comunque non andava giù quell'imposizione. Rudemente le tolse il braccio dalle spalle e la allontanò con una certa sgarbatezza. «Ti ho detto di lasciarmi stare bionda, non è difficile» le ringhiò fulminandola con la sguardo. Zoppicando uscì dalla foresta insieme alla altre mantenendosi ad una certa distanza finché non raggiunsero il campo dove l'insegnante spiegò loro che potevano cominciare a preparare la pozione sottolineando più volte che avrebbero dovuto collaborare. Il ragazzo roteò gli occhi al cielo, tutto quel buonismo e collaborazione strideva con quanto era stato sempre messo in pratica e ricordato a Durmstrang, nella scuola del nord vigeva la regola "ognuno per sé" e Axel non riusciva a gestire tutto quel buonismo.
    «Ce la faccio» confermò ad Ade. Saltellò precariamente sul posto con la gamba buona, per aggiustarsi con l'equilibrio, ed attraverso alcuni incanti Locomotor ben scagliati evocò gli strumenti di cui avevano bisogno. Fece cenno alla ragazzina di cominciare e la osservò mentre versava la metà dell'acqua necessaria nel calderone insieme ai tentacoli di quelle bestie di Satana che lo avevano morso. Attese che bollissero e nel frattempo preparò un recipiente con della carta filtrante. «Aspetta, faccio io» si avvicinò alla ragazzina ed attraverso un secondo incanto locomotor impose al calderone di versare il suo contenuto nel recipiente che aveva preparato. Lentamente il contenuto passò attraverso la carta filtrata ed Axel la diluì utilizzando ulteriore acqua per poi comandare, con una certa fatica, che il calderone tornasse sulla fiamma che abbassò. Si passò la mano sulla fronte, stava letteralmente sgrondando sudore e le mani cominciavano a tremargli. Dannate creature...
     
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    Il ragazzo di Durmstrang tentò svariate volte di liberarsi dalla mia presa, era sciocco da parte sua non riuscire a mettere da parte l'orgoglio e farsi aiutare, soprattutto considerando che quella era una prova, di squadra per giunta, ma questo sembrava non capirlo e alla fine riuscì a dimenarsi abbastanza da convincermi a mollare la presa, donandogli nuovamente la sua tanto agognata libertà. «Che diamine di problemi hai?» Chiesi stupita e infastidita dai suoi gesti. «Vai! Sei libero... scappa prima che ti contagi col vaiolo di drago» Imbecille. Aggiunsi fra me e me. Davvero non capivo il comportamento tanto rude del ragazzo, ero abituata ai modi acidi di Vanja, ma era nulla in confronto a quello lì, che per qualche strana ragione preferiva zoppicare come uno scemo fino al campo piuttosto di accettare l'aiuto di un compagno di squadra. Chissà cosa facevano agli studenti di Durmstrang per renderli tanto odiosi. «Certo ci penso io, tranquilla» Dissi una volta arrivati al campo, ma il moretto mi precedette e con una serie di incantesimi fece fluttuare tutta l'attrezzatura verso il bancone in pietra. Sbuffai silenziosamente rigirando gli occhi al cielo. Ma chi ti aveva chiesto nulla? Sta fermo e lascia fare a me, no? A quanto pareva no. «Me la cavo piuttosto bene, però direi che per fare prima ci potremmo dividere i compiti» Risposi pacata alla mia concasata rivolgendo lo sguardo all'enorme clessidra viola sopra le nostre teste. «Non vorrei mai che rimanessimo fregati col tempo» Per il bene della squadra cercai di dare poco peso al Durmstranghiano, che ancora una volta aveva ignorato le parole mie e dell'altra ragazza, ed aveva iniziato a mettere mano alla pozione procedendo di alcuni passaggi. «Io penserò a ridurre in polvere i rametti... sempre che tu non voglia fare pure questo...» Stuzzicai verbalmente il ragazzo con il sorriso più falso e gelido che le mie labbra erano in grado di creare. Iniziava a darmi seriamente sui nervi quello lì.
    Prima che potesse prendere sul serio le mie parole allungai un braccio e afferrai i rametti da pestare, li adagiai nel mortaio di pietra e col pestello cominciai a disegnare piccoli cerchi in senso orario. Quando i rametti furono finalmente ridotti in polvere li unii al resto del composto nel calderone e mescolai due volte in senso orario e una in antiorario il tutto, spensi poi il fuoco soddisfatta del mio operato e mi rivolsi ai miei compagni di squadra. «Ok, direi che ci siamo...» Mentre parlavo i miei occhi attenti non smettevano un attimo di controllare le bolle sulla superficie del composto e si assicuravano che non ci fossero complicazioni. Pareva fossimo riusciti a creare un'essenza di Purvincolo soddisfacente e ora non rimaneva che usarla sui nostri compagni feriti, anche se avrei fatto volentieri a meno di condividerla con il moretto. Quello lì meritava di soffrire ancora un po' per il suo brutto carattere. Ma era una lezione e non potevo certo fare di testa mia.
    ★ ★ ★
    Prefetta Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Conclusa
     
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