Ballo di fine anno

Aperta a tutti gli studenti.

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  1. Dragonov
     
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    Axel
    «Non ti additerà proprio nessuno. Smettila di starnazzare adesso», replicò incurante di quelle che erano le proteste della Corvonero. Sapeva, o meglio, ne era convinto che lei nel profondo di sé sapesse farlo ma a suo avviso era troppo concentrata a tormentarsi su cosa avrebbe pensato di lei il prossimo. Lo faceva sempre di pensare al parere altrui ed Axel non condivideva questo modo di darsi noie. Lui faceva cosa gli pareva quando gli pareva e del pensiero altri se ne sbatteva altamente. Sapeva muoversi discretamente, mantenere un basso profilo, quello sì, Ethan glielo aveva insegnato molto bene e sapeva adattarsi nelle situazioni che lo richiedevano ma per il resto il vero Axel era quello: orecchini, anelli importanti alle dita e matita nera sbavata nella rima ciliare. Qualcuno lo avrebbe additato ma a lui non poteva fottersene di meno, lui aveva il coraggio di essere sé stesso a discapito di tutto. «Ax, io, io non riesco a ballare a ritmo di musica, io...» Confessò lei una volta incastrata nel centro della pista con le mani ben posizionate sul corpo del mannaro che rispose a quell’affermazione con un eloquente alzata di sopracciglia, “ma va?!”. Aveva avuto modo di sperimentare quanto fosse sgraziata proprio all’evento che aveva finito per unirli in maniera indissolubile con quel contratto che pendeva metaforicamente sulle loro teste ma che nel concreto era conservato nella bisaccia incantata che portava al collo ben nascosta sotto i vestiti. «Sì, ho notato qualcosa», fece con aria vaga ricordando per fin troppo bene i vari pestoni che la Métis gli aveva regalato in quella breve danza che gli era costata una rimbeccata con i fiocchi da parte di sua nonna, dio che megera quella! «Contro musica?!» Quel Métis doveva essere il più spostato di tutta la famiglia per divertirsi con una stronzata simile. Chi insegnava ad essere scoordinati? Solo un’idiota ecco chi ma testardo com’era il bulgaro non avrebbe desistito nemmeno di fronte a quell’informazione. «Okay, guardami, smettila di pensare al resto, alle stronzate. Guarda me», le impose fissandola con i suoi occhi verdissimi, ardenti. «This ain't a song for the broken-hearted», cominciò muovendola quasi fosse una bambola ma allo stesso tempo sussurrando al suo orecchio il testo di una delle sue canzoni preferite rock, la prima che gli saltò in testa. Aveva detto che con quello non c’erano problemi, beh, allora c’era solo da ingannare la testa! «No silent prayer for faith-departed / And I ain't gonna be just a face in the crowd / You're gonna hear my voice when I shout it out loud», ondeggiò con la testa incapace di trattenere dentro di sé quell’istinto che avrebbe voluto lui con la sua chitarra in mano collegata all’amplificatore mentre ci dava dentro con l’accompagnamento di quel pezzo. Si accontentò tuttavia guidando con più enfasi la ragazza ancora stupita da quello slancio di creatività da parte sua, forse si stava anche divertendo? Forse, ma di certo aveva smesso di guardarsi nervosamente attorno come se qualcuno dovesse pugnalarla ripetutamente alla schiena. «Luck ain't even lucky, got to make your own breaks», pausa, dove la fissò carico di aspettativa affinché prendesse parte a quel ridicolo esperimento. Se avesse continuato, come Axel si aspettava, l’avrebbe portata a compiere una giravolta sul posto che si sarebbe conclusa con lei più stretta contro il suo petto. Sarebbero riusciti ad arrivare fino a quel punto? Fatto sta che subito dopo, dei lievi colpi di tosse amplificati attirarono la loro attenzione. Con ancora le mani della prefetta nelle sue interruppe interrogativo quelle danze e con lo sguardo cercò la fonte di quel suono: il palchetto rialzato. In piedi, al di sopra di esso, il preside Edevane si apprestava ad attirare l’attenzione di tutti i presenti e di chi, a giudicare il tono della voce innalzato con la magia, si trovasse ancora al di fuori del castello. Forse l’eco di quel suono sarebbe arrivato fino in Sala Grande, non ne era sicuro, ma per il suo finissimo udito era una tortura. Inclinò il capo coprendosi l’orecchio più sensibile nell’incavo della spalla e rivolse al vecchio mago un’occhiataccia non indifferente. Che cazzo volevano ancora?


    Sta ballando con Sky

    ATTENZIONE: IL PRESIDE EDEVANE STA PER FARE UN ANNUNCIO!



    Edited by Dragonov - 28/7/2022, 08:43
     
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123 replies since 1/6/2022, 14:33   3782 views
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