Posts written by Personaggio casuale

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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    [Sì, una ragazza] ripete tranquillamente, beandosi la vista di quel faccino candido in difficoltà. Se poco prima appariva preoccupato, adesso non sembra affatto infastidito dall’insofferenza della ragazza, quanto più divertito dall’essere riuscito a suscitare in lei una reazione così spontanea e imbarazzata. Ammiccherebbe anche con un sollevarsi delle sopracciglia, lasciandole il tempo di perdersi in riflessioni che anche se non può vedere può facilmente intuire, per poi stringersi fra le spalle e piagare il capo leggermente su un lato. [Sì. Perché no?] lui lo farebbe per il ragazzo che gli piace, eccome, e se ne vanterebbe pure per gli anni a venire. [Può essere molto divertente e anche piuttosto romantico, non credi?] e soprattutto un bell’impegno per lui ad organizzare il tutto. Diciamo che non si è mai dedicato così profondamente nei confronti di qualcuno, che fosse di suo gradimento oppure no. Quindi, secondo il suo personalissimo punto di vista, non è da escludersi un’eventualità come quella paventata da lui. Ad ogni modo il bigliettino con il secondo indizio viene abilmente risolto da un’agguerrita Mackenzie, perciò l’avventura prosegue spostandosi nella Serra del Labirinto, come da istruzioni. L’atmosfera che si respira al suo interno è completamente differente da quella dell’aula con le mandragole. E’ ariosa, luminosa, incantevole. Verrebbe proprio voglia di sistemarsi a lato del sentiero, sull’erbetta appena tagliata e fresca di rugiada, a sorseggiare un tea in compagnia delle creaturine svolazzanti. E a proposito di queste, forse c’entrano qualcosa con l’improvviso cambio di umore della sua accompagnatrice, che d’un tratto si fa affabile, mollandogli un buffetto e poggiandogli addirittura le labbra su una guancia – morbida e liscia con il culetto di un bambino, perché ci tiene parecchio alla cura della propria pelle. Però lui, in tutta risposta, si scosta di un passo per poterla guardare dritta in viso, con un’espressione sorpresa e interrogativa stampata in faccia, accompagnata da due occhi spalancati da cerbiatto in autostrada. Ma che fa così all’improvviso? Cioè, non è che disprezzi il gesto. A dirla tutta pensava di meritarselo già da tempo, però non gli era parso che la compagna fosse nel mood di lanciarsi in effusioni estemporanee. Boh, non riesce a capire. Però dopo qualche attimo di smarrimento in cui non fa altro che fissarla stranito, si apre in un sorrisetto malizioso e spalanca le braccia per andare a cingerle il busto in un abbraccio stretto stretto. [Aygo!!] commenta felice. Che per inciso, vuol dire tipo “che carina” nella sua lingua madre, frattanto che nella sua mente si delinea un pensiero un po’ differente che suona più come “e vorrei ben dire!”. Gli mancava solo che lo lasciasse a vagolare da solo per un labirinto in cui ce l’ha portato lei. Comunque, scongiurato il pericolo dell’abbandono, è lì lì per cominciare a trotterellare a vanvera fra i sentieri verdeggianti e cangianti del posto, che viene indotto già a fermarsi, prima ancora di prendere una direzione, perché s’avvede di quel foglio di pergamena sporgente fra i rametti perfettamente potati della siepe. Lo coglie, neanche fosse un fiorellino marzolino, andandolo a dispiegare – e annusare, perché sì – per poi leggerne il contenuto, che toglie ogni dubbio sul mittente. E’ lo stesso tizio (o la stessa tizia) dei precedenti messaggi. Peccato che questo sia ben più criptico degli altri, e metta a durissima prova l’intelletto compromesso – chi per un motivo, chi per un altro – dei due ragazzi. Il tentativo di risposta di Jaemin viene accolto dal silenzio più totale, tant’è che per un po’ si guarda attorno spaesatissimo, alla ricerca di qualcosa che possa avere l’aspetto di una chiave; o l’ennesimo biglietto; o una cassaforte. Insomma, qualsiasi cosa. Invece nulla, tutto è come sempre, immutato. E il suo sorrisetto quasi onnipresente si spegne, lasciando il posto ad un broncio concentrato mentre torna a fissare il foglio un po’ truce. Ma quando è Mackenzie a pronunciare la sua soluzione all’indovinello, le parole della pergamena iniziano a muoversi, a comprimersi, a spezzarsi e mescolarsi per dare vita ad un commento degno delle prestazioni di ambedue i giovani concorrenti di questo improvvisato quiz a premi. Sebbene vada a colpire solo colei che ne era la reale destinataria.
    CITAZIONE
    "No, mi sa proprio che non sei molto sveglia, dolcezza. Perché non provi con un oggetto? Fai lavorare quei due neuroni."

    Si gratta la testa, non sapendo bene in che termini informare la collega della cosa. Ma va a finire che gliela allunga direttamente sotto al naso, sottraendosi a ogni responsabilità. [Beh… ha detto un oggetto, allora…] si stringe fra le spalle, arricciando il naso e il labbro superiore, meditabondo. [Il fango è un oggetto?] butta lì, per nulla convinto. [Mi sa di no… allora: SPECCHIO!] esclama trionfante, pronunciando il petto ed esibendo l’espressione di chi non se la fa mica fare da uno stupido foglietto di carta. Peccato che sia tardo, e non abbia proprio capito il gioco.
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Argh, questa ragazzaccia c’ha un caratterino che è bene non mettere troppo alla prova. Come sarebbe a dire “che tu lo voglia o no”? E’ una minaccia? Lui un po’ preoccupato comincia ad esserlo per davvero, per quanto faccia orecchie da mercante e finga disinteresse finché non gli viene in mente di chiedere il motivo per cui Mackenizie ha deciso che dovesse essere proprio lui il Prescelto per questa mission impossible. La domanda che le pone nasconde evidentemente l’aspettativa di qualche genere di apprezzamento sulla sua meravigliosissima persona. Eppure ciò che ottiene ha il retrogusto di un insulto. Cioè, gli sta indirettamente dicendo che è lui stesso fastidioso? Ma come si permette. Le farebbe mangiare tutte le gobbiglie vinte ai ragazzetti di poco prima, se solo avesse avuto il modo di intascarsene qualcuna. Invece si deve accontentare di mostrare la propria presa di distanza spingendo in avanti la mascella e frapponendo il labbro inferiore a quello superiore, schiaffeggiandole al contempo la spalla destra con la mancina senza forza: [Non sono cose carine da dire!] protesta in un falsetto lamentoso. [E poi si tratta solo di pregiudizi. Noi Serpeverde siamo scelti per il nostro talento…] e forse è meglio che non sveli quale sia il suo, vero o presunto. Ad ogni modo, la prospettiva di avere una scusa per saltare i compiti del giorno gli sembra sufficientemente lusinghiera da lasciarsi rapire dalla collega, seguendola alla volta delle Serre, senza però perdere l’occasione di occhieggiarla con sospetto come se effettivamente la cattiva di questo gioco fosse proprio lei, e non colui o colei che le ha sottratto degli appunti importanti. Tra l’altro, la sua personalissima prospettiva sulla questione è che questa persona misteriosa celata dietro la caccia al tesoro in corso, non sia altro che qualcuno che nutre grande interesse per la moretta al suo fianco. [E perché no? Pensaci: ha attirato la tua attenzione. Per di più, si è dato tanta pena a rubarti le tue scartoffie, a cercare un posto in cui nascondere la refurtiva, ti ha inviato un indizio…] prosegue testardamente nell’esposizione delle proprie idee, sporgendosi quasi completamente all’interno di un mobiletto, per poi emergerne tossicchiando a causa della polvere. [Fossi in te gli darei una possibilità. O le… potrebbe essere una ragazza. Dov’è che l’hai trovato il biglietto?] butta lì con una smorfietta maliziosa, prima di rialzarsi picchiettando i propri vestiti, e spostarsi verso i vasi delle mandragole, fra cui scorge finalmente il secondo indizio. Se lo lascia strappare dalle mani da una Kenzie particolarmente coinvolta, arricciando bocca e naso per esprimere la confusione generata da quel messaggio improbabile. [Magari è un anagramma… però è un BOOOTTO lungo, io mica ci arrivo] ammette, giusto per mettere in chiaro che lui lì non sa bene a che cosa possa servire. [V…EDI… LO…SCROTO…DEL…TAVOLO…] ci prova lo stesso, però, fosse pure per far prendere aria alla lingua dicendo le prime cose che gli vengono in mente unendo quelle lettere scombinate, e poi, sogghignando a denti stretti tutto divertito dalla propria sparata, si allontana di un paio di passi dandole modo di risolvere l’enigma in solitaria. Tanto il suo contributo per la causa lo ha dato, più di così non può fare. La Corvonero, tra l’altro, dà prova di essere stata smistata con gran cognizione di causa da parte del Cappello Parlante, arrivando alla soluzione in tempo record e lasciando indietro un Jaemin frastornato dall’inaspettata presenza di spirito della compagna. [Ma come diamine l’hai capito…?] ha estremo bisogno di capirlo, perché lui non riesce minimamente a spiegarselo. Con questo interrogativo nella mente, zampetta dietro di lei con aria smarrita, lento e impensierito, raggiungendo così la Serra numero 5 con diversi metri di ritardo rispetto alla mora. Il Labirinto che fa da ambientazione a questa location, presenta diversi tipi di piante, fiori e piccole creaturine magiche, talune svolazzanti fra una siepe e l’altra, e si apre ad arco proprio nel punto in cui i due ragazzi sono in procinto di arrivare. Un chiaro invito ad immergersi fra le sue verdi braccia, godendosi una passeggiata all’interno di quell’intrigata ragnatela di sentieri dal profumo di arbusti e erba appena tagliata. [Uuuuhm] inspira a pieni polmoni, alzando il viso ai raggi del sole che penetrano dalle vetrate del soffitto, mentre allarga le braccia per toccare le foglie più sporgenti delle siepi, continuando ad avanzare. Si sta godendo pienamente ogni sensazione, sicché gli ci vuole un po’ a riaprire gli occhi, che aveva chiuso per la forte luce, e rendersi conto di trovarsi nei pressi del loro primo bivio. [Decidi tu. Ma se mi perdo poi mi devi venire a recuperare… non vorrai mica lasciarmi qui da solo tutta la notte! Sperduto in un vicolo stretto e buio, al freddo ed esposto ai pericoli della natura…] replica, cominciando con una delle sue interpretazioni da melodramma argentino, supportate dal linguaggio del corpo in cui si stringe, abbracciandosi da solo e chinandosi in avanti con aria afflitta… [HEY, GUARDA!] si riprende però incredibilmente in fretta dai propri dolori, puntando il dito all’angolo di quella che sembra una busta infilata fra i rami intrecciati. Pinza con pollice e indice il pezzo di carta, estraendolo dal suo nascondiglio. Ma quando fa per passare la busta alla ragazza, questa si apre da sola a mezz’aria, cominciando a recitare, cantando con una voce femminile e cristallina, il proprio contenuto:
    CITAZIONE
    Nato dal fango giace sul piano
    Uno specchio nasconde in fondo al suo vano
    Tiri la vita col ferro e la stringa fin nella soglia
    Spero che di questa fatica tu non me voglia

    Le lettere argentate dell’indovinello, compaiono sulla carta seguendo il ritmo del canto, e una volta che quello si conclude rimangono ben visibili sulla carta che aleggia fra loro. [Wooo, fantastico!!! Bravò!!!] il coreano ne sembra piuttosto entusiasta, battendo le mani e dondolando a tempo. [Ti ha dedicato anche delle poesie! E’ vero amore! …Anche se non ho capito bene cosa volesse dire] figuriamoci un po’. Fortuna che in loro soccorso, a caratteri più piccoli e leggeri, appare lentamente una nota a piè pagina.
    CITAZIONE
    Il verbo dall’enigma pronuncia
    e la chiave celata
    ne verrà rivelata.
    Oppur ai sogni rinuncia.

    E lui, che non ha smesso per un istante di osservare rapito quella lettera canterina, spalanca gli occhi a mandorla mentre le labbra si chiudono a cuore, sorprese. [E’ un rompicapo!] buongiorno. [Dobbiamo indovinare quale verbo si nasconde qui dentro!] dà una veloce sgomitata alla collega, da vero intenditore, per poi far salire una mano a grattarsi la testolina sempre più confusa. [Di verbi ce ne sono tanti, però… proviamo a dirli tutti? Comincio io] …ok. Importante è soprattutto il pathos in crescita mentre prende fiato, e stira il collo, preparandosi palesemente a cacciare un urlo: [NATO!]. Chissà se Mackenzie sia ancora dell’opinione che fosse una buona idea portarsi dietro questo figuro asiatico. Lui di sicuro si sta divertendo un mondo!


    Edited by Personaggio casuale - 6/2/2023, 00:31
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    D’accordo, non è che sperasse davvero di essere coccolato dal professor White, però avrebbe davvero apprezzato se cogliesse l’occasione per infastidire quel BARNES un po’ troppo irruento nei propri confronti. E va bene, pazienza, sarà per la prossima volta. Forse. Tanto ha di che riempirsi la testa durante la sua permanenza in quell’ufficio, sicché lascia correre l’affronto impunito per dedicarsi a pensieri un po’ più creativi, o per tentare di ricostruire un passato recente che in qualche modo gli è sfuggito dalla memoria. Probabilmente non era poi così importante per lui. Resta il fatto che se ne sta lì, a ciondolare sul posto e prendendo una seduta di quelle a disposizione senza rendersene nemmeno conto, prima di dare voce alle proprie elucubrazioni sul tema. Giusto perchè, insomma, è stato chiamato a farlo e non vuole disattendere le aspettative del Boss dal viso truce che di tanto in tanto gli passa sopra uno sguardo temibile. Però è confuso, e tanto anche, quindi finisce per dire esattamente ciò che sa sulla questione, ovvero il nulla cosmico, chinando anche il capo quando il timbro grave del DOCENTE interrompe il vaneggiamento in corso. ”Si concentri”. Uff, come se fosse facile farlo. Ci ha provato, no? Ma infondo che ne può sapere, l’esimio Signor White dello sforzo cognitivo a cui lo sta sottoponendo. Accetta allora il rimprovero zittendosi e stringendosi su sé stesso. Anche se quando gli viene annunciata la punizione a cui verrà sottoposto, deve impegnarsi un bel po’ per nascondere l’euforia che lo pervade. Le cucine!!! Wow, potrà visitare un luogo solitamente interdetto al pubblico, fare la conoscenza di tanti piccoli amichetti servizievoli a cui domandare favori e agi di ogni genere una volta attirata la loro simpatia, e dulcis in fundo rilassare mente e corpo svolgendo una delle attività più distensive esistenti: lavare i piatti. Sì, gli piace tantissimo lavare i piatti. Gli permette di staccare la spina, di concentrarsi sui misteri del mondo, canticchiando indisturbato o imbastendo conversazioni prive di qualsiasi fondamento logico con chiunque gli stia attorno mentre strofina le stoviglie con le bollicine. Dylan non sa, inoltre, che in Corea per lavare un singolo piatto si impiega un tempo inenarrabile, poiché le rifiniture sono importanti, e un lavaggio unico non è assolutamente sufficiente per il grado di igiene cui sono abituati. Dunque, con ogni probabilità, laverà i piatti per tipo tutto il giorno. Niente compiti, una scusa perfetta. E’ in punizione, mica può farne a meno.
    Tutto procede dunque nel migliore dei modi fino a che… “o bestie dato il suo orientamento malsano, anzi, vada a farsi controllare”. Wait, what?!?
    Per un momento lo si può vedere titubare. Poi la testolina si rialza per andare ad osservare KAI, e poi HARRY, e poi il resto della stanza, con un piglio interrogativo che non sa come formulare nemmeno nella propria mente. Infine torna al punto di partenza, con la stessa espressione seria di poco prima, ma priva della medesima tensione. La paura è scomparsa. Assieme alla stima e all’ammirazione che gli permetteva di tenere in considerazione il giudizio autoritario dell’adulto. Non ha nulla da dire, e nel cervello vortica una sola e semplice intuizione: è stupido. Non ci sono altre spiegazioni ad un’uscita così sconveniente come quella che si è appena lasciato sfuggire. Davanti a dei testimoni, per giunta. Certo, non che BARNES ne avrà da ridire, e non saprebbe dire se il PARKER voti lo stesso partito dei due, ma non gli sembra comunque qualcosa di intelligente da dire in un contesto e con delle vesti ufficiali. E se non lo sembra a lui, che non è certamente una mente illuminata, è tutto dire. Certe cose, Jaemin, le conosce molto bene; proviene da un Paese in cui l’etichetta e il linguaggio formale fanno parte di un quotidiano fastidioso e alimentato da buone parole che nascondono cattive intenzioni. Sa come funziona la ricerca spasmodica di una rispettabilità senza scrupoli, e se lui personalmente se ne distanzia fortemente, è solo per una scelta deliberata dettata da un attento soppesarsi di fattori. Come il fatto che sia ancora minorenne, che abbia le spalle ben parate, che è al sopra di questi trucchetti perché il suo pensiero è puro e limpido come una giornata di ferragosto. Spesso, almeno. Insomma non riesce proprio a credere che quelle parole siano state pronunciate dalle labbra di quello che ai suoi occhi appariva come un sapiente diplomatico. C’è una frattura sull’immagine che si era costruito di quell’uomo. Ai suoi occhi ha appena perso credibilità, e inizia a sentirsi più a suo agio, a ragionare sul fatto che, in definitiva, il vero politico in questo momento è lui. Infatti, con una calma surreale che dilaziona anche i suoi pensieri frammentati, attende il termine del colloquio, tranquillo, annuendo quando è il caso di farlo e sorridendo cordiale prima di congedarsi.
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    [Tattica?] ripete, sbattendo le palpebre a ripetizione e con enfasi per far intendere oltre ogni ragionevole dubbio come lui sia assolutamente confuso da quel commento. Comunque nel farlo, finisce per chinare malauguratamente la testa, e le sue iridi si piazzano precisamente sul cavallo in bell’evidenza di BARNES. E insomma, se si parla di gente assatanata, è felice di essere in buonissima compagnia. Intrigantissima compagnia. Con quella camicia che viene posta a velo poi, la cosa si fa pure più interessante, accidenti. Harry a quanto pare non è consapevole che il “vedo/non vedo” sia una delle forme di intrattenimento più in voga nel Paese d’origine dell’orientale. Senza accorgersene, gli viene anche spontaneo passarsi la lingua a umettare le labbra, prima di avvertire in un sottofondo fastidioso e un po’ distante le minacce provenienti dall’oggetto attuale del suo desiderio. [Cioè sei un tipo da camporella, Barnes?] gioca sui possibili doppi di quel “ti faccio fuori” talmente poco carismatico da scatenargli ilarità più che preoccupazione. Talvolta è davvero un peccato che sappiano parlare. Ruota il viso dall’altro lato, scocciato da questo “inconveniente”, seppure le pupille risultino refrattarie al cambiamento di visuale e raggiungano il legno della porta davanti a loro con ritardo di una manciata di secondi. E non ci rimangono nemmeno per molto, visto che BARNES ha la bella pensata di spintonarlo facendogli venire in mente che è da troppo tempo che se ne sta zitto e buono e ora ha proprio bisogno di sfogarsi. Parte col piagnisteo esagerato, cercando conforto e sostegno da un KAI di pietra che non lo degna neanche di uno sguardo, ma questo non lo esime dall’appoggiarsi alla sua spalla più vicina. Cioè, a dirla nella maniera più onesta possibile, gli si abbarbica sul braccio, cedendogli quasi tutto il proprio peso, perché hey, è stato colpito, si sente mancare il pavimento da sotto i piedi, si sente debole e vittima di un attacco immeritato, ha assoluto bisogno di essere consolato! Comunque l’antifona è forte e chiara, HARRY: la mammina è il tuo punto debole, e questa informazione Jaemin l’ha recepita e archiviata in tempo zero. Non fosse che sta nascondendo la faccia contratta da un dolore inesistente contro l’omero di KAI, si potrebbe intravvedere il ghignetto malefico che gli si è aperto in viso per una frazione di secondo, subito dopo sostituito da un’espressione sciocco-basita per l’ennesima offesa ricevuta: un calcio sugli stinchi. Pessima idea, BARNES. Il coreano stava già frignando a voce abbastanza alta da farsi sentire per tutto il corridoio, ma adesso che la porta sta venendo aperta, e non ci sono più barriere fra loro e La Morte, alias il Vicepreside White, le lamentele si fanno più articolate e puntualizzanti. [Aaaaaaahi! Barnes sei un bruto!] protesta piagnucolante, cercando di infilare l’uscio per primo, in modo da raggiungere un porto franco in cui discutere in maniera matura e civile degli alterchi con i colleghi. [Professore, aiuto! Barnes mi picchia!] tipo così, insomma. Gli punta il dito contro, riprendendo quindi a massaggiarsi la spalla “dolente” e pure lo stinco a momenti alterni, cosa che lo costringe a saltellare un po’ sul posto. E che lo distrae più di quanto non lo sarebbe già di per sé per mantenere l’equilibrio, con tutto che ha la mente che sta già vagando su fantasie ispirate all’arredamento di quell’ambiente ormai familiare. Tanto è vero che di tutta la sfuriata di WHITE non ha percepito che qualche stralcio qui e lì, soprattutto la parte che lo riguarda più da vicino e solo perché per un istante avrebbe giurato di aver visto un’intensa luce verde sfrecciare dagli occhi del DOCENTE fino ai propri. «Comportamento inaccettabile, commenti indecenti alla cattedra. Signor Wan perché la cosa non mi stupisce?» il labbruccio inferiore si sovrappone a quello superiore, mentre si stringe fra le spalle, in un tacito “non saprei”. Almeno ha smesso di molleggiare e ha assunto un’espressione che vorrebbe dare l’impressione di essere tenera e rassicurante ma che risulta più una paresi facciale intimorita. Adesso è lui che vuole la mamma. Intanto gli altri si sono messi in assetto da bravi ragazzi, e hanno iniziato a raccontare le loro versioni dei fatti, e lui non riesce a focalizzarsi troppo a lungo sui dettagli di quegli infiniti sproloqui. Stanno parlando della lezione più recente, almeno questo gli è chiaro, ma quindi gli serve di ripercorre la memoria a ritroso per tornare agli eventi di quella mattinata passata fra i banchi di Trasfigurazione. Uno sforzo mastodontico, considerando che la scelta di seguire un ordine preciso degli interventi pone, nella sua mente, i ragazzi in un’immaginaria fila indiana d’innanzi al Boss, e da lì a farsi venire dei flash su un trenino dai tratti lussuriosi è un attimo. Addirittura in più versioni. Ma comunque… Il racconto di KAI non gli suggerisce proprio niente. Non ha ricordi sul tema, e si chiede se fosse presente durante quella lezione incriminata. Magari fisicamente sì, ma non ci giurerebbe. Forse sarebbe più semplice concentrarsi se il cervello non gli facesse partire in automatico un medley delle canzoni delle Blackpink, con tanto di coreografia scenografica ad opera di meravigliosissimi pinguini rosa rimbalzanti. Quelle alucce tozze che si muovono in sincro, mentre i piedini picchiettano il ritmo, sono proprio adorab… I PINGUINI! Illuminazione divina. Deve chiedere ad ALEXIS di raccontargli per filo e per segno cosa ha pensato, detto e fatto per ottenere una simile perfezione. Chissà se Carrie potrà intercedere per lui. Chissà cosa sta facendo Carrie, adesso, mentre lui sta lì a prendersi una strigliata per qualcosa che chiaramente non ha fatto. Altrimenti se lo ricorderebbe, no? Boh, forse. Comunque potrebbe essere andata al Club senza di lui, così come Jonas si starà divertendo a mandare messaggi in bottiglia giù per lo scarico. Tra l’altro, a proposito di questo, potrebbe fare una puntatina nel bagno delle femmine lì di fianco per chiedere a Mirtilla se ha visto Charlie giocare al parco-acquatico fra le tubature facenti parte del suo territorio. I fantasmi sono tipi territoriali o è solo che scelgono di restare in un luogo sicuro? Sta di nuovo divagando. Da dove aveva cominciato? Per qualche strano motivo gli viene in mente il professor Oak e il suo famoso detto: "c'è un tempo e un luogo per ogni cosa, ma non ora". Solo che al posto della faccia canuta del ricercatore pokemon c'è il viso delicato della Huxley. Deve aver fatto un qualche collegamento. In effetti ricorda che lei gli aveva detto qualcosa che suonava un po’ allo stesso modo, per quanto fatichi a contestualizzarlo. Lo sguardo torna su BARNES e la sua interpretazione esemplare di persona educata e a modo. Ci cascherebbe lui per primo se non fosse stato “barbaramente bullizzato” poco prima di entrare nell’ufficio del CAPOCASA. Però la trovata del fiore non è malvagia, potrebbe usarla a sua volta per ingraziarsi i favori degli individui più ostici. Alla peggio riempirà il mondo di fiori colorati. Petaloso. Ha perso il filo nuovamente. Solo che c’è un po’ di tensione palpabile nell’aria, e HARRY ha smesso di parlare, il che significa che è il suo turno. Per ultimo. Non è la sua posizione preferita, di solito preferisce stare davanti. [Non sono maleducato!] protesta alla volta del compagno. [Sono un po’ esuberante, entusiasta, distratto, ma di sicuro non sono Africano. No, aspetta…] accidenti, sta mischiando le cose. Che confusione, ha il cervello talmente in effervescenza che non sa più nemmeno come sia arrivato a prendere posto in una delle poltrone. Quand’è che ci si è seduto? E cos’è che voleva dire? Rivolge gli occhi spaesati sul docente, contraendo la fronte nell’estremo tentativo di restare sul pezzo. [Penso che la Professoressa ce l’abbia con me da quella volta che ha pensato le avessi portato via il marito] ovvero, anche se ci ha costruito attorno un teatro, esattamente “la volta” che lo ha portato lì, di fronte a DYLAN. Il problema è che lui non ricorda per davvero la dinamica della vicenda, ed è anche fermamente convinto che il problema sia stato il malinteso di cui va blaterando. [Però posso giurare su quello che vuole che non l’ho mai nemmeno sfiorato quell’uomo! Credo.] ora che ci pensa, gli è capitato di passare qualche piacevole ora con dei ragazzi ben più grandi di lui. E se fosse…? Solleva le sopracciglia, sovrappensiero. Questa storia sta prendendo una piega inaspettata. [C-Cioè… non so neanche se ce l’abbia un marito. Ce l’ha?]
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    Pene bulgaro
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Sta uscendo pigramente dalla Sala Grande, dopo una scorpacciata di muffin e caramelle di ogni tipo che gli hanno procurato una leggera acidità di stomaco. Un rutto sonoro riesce a fare un po' di spazio, ma attira anche l'attenzione di chi bazzica la zona nello stesso momento. Come per esempio alcuni ragazzetti intenti in una sfida di gobbiglie nel corridoio, che è perciò anche una sfida alla sorte nel caso fosse di passaggio un professore o qualche altra creatura mistica poco avvezza ai giochi estemporanei. Non è ovviamente il caso di Jaemin, che anzi, si precipita a partecipare entusiasta alla gara, salvo poi prendersi tutto il tempo del mondo per sistemare la biglia designata e calcolare la distanza, le dimensioni, la massa dell’oggetto, il peso, e infine la pressione da esercitare con le dita, accovacciandosi sul pavimento. E poi stendendosi pancia sotto. E poi ancora alzandosi in piedi per osservare la scena da un’altra prospettiva. Insomma va a finire che i bambini cominciano a lamentarsi dell’attesa infinita, e lui, divertito per aver ottenuto esattamente la reazione che voleva, finge di indisporsi a sua volta perché non gli permettono di giocare da vero professionista. Allora si vuole intascare la biglia. Ma arriva una Mackenzie tutta trafelata che senza neanche chiedere il permesso gli aggancia la mano più vicina, trascinandoselo via. [Aspetta, non avevo ancora contrattato! Questo è un oltraggio all’autorità, sono un Capo Prefetto!] protesta, ciondolando con il peso tutto in avanti, mentre si lascia trasportare dalla presa salda della ragazza. Fa per aprire la bocca una seconda volta, quando le paroline magiche pronunciate da lei gli penetrano nel cervello, e lo fanno desistere per via istantanea dall’aggiungere lamentele moleste. “Se mi aiuti saró in debito con te e potrai chiedermi qualsiasi cosa”. D’accordo, Mackenzie. Ha la sua completa attenzione. [Woah, e perché ti servo proprio io?] non che gliene importi per davvero, sia chiaro, solo che già che la ragazza gli sembra partita con il piede giusto, vuole tentare di guadagnarsi persino qualche complimento. Sulla perspicacia, l’arguzia, o anche solo la bella presenza. Non si butta via niente. Attende con un sorriso radioso che gli venga detto esattamente ciò che vuole sentirsi dire, pena la messa in atto di un broncio che lo indisporrà per il resto della scampagnata, rendendo la sua compagnia una specie di condanna all’esasperazione, e poi si decide a sistemarsi in posizione eretta, come si conviene ad un normale essere umano. Non ha capito bene cosa ci facciano nelle serre e non è nemmeno troppo entusiasta di addentrarsi in quella dedicata alle Mandragole, occhieggiandosi intorno con preoccupazione e sospetto, però quantomeno la spiegazione gli viene fornita proprio mentre sta passando mentalmente in rassegna i peggiori scenari, con tanto di biglietto. Lascia andare la mano di lei, che frattanto aveva finito per stringere a sua volta - perché un po’ di sano contatto fisico non si rifiuta mai - e afferra il pezzo di pergamena che gli viene allungato. [Hey, fanno sul serio…] commenta, rileggendo più di una volta la prima riga, prima di spostare gli occhi a mandorla sul viso della ragazza. Fa seguire un momento di pausa scenica, arricciando le labbra pensieroso e accompagnando ogni battito di ciglia ad un [Mmmh] assorto. [Diciamo che più che aver attentato alla mia inesistente autorità, questo si figura come un sequestro di persona] quindi, in parole povere, sta suggellando l’ipotesi della cattiva condotta della Corvonero. Il sorrisetto malizioso che gli sorge spontaneo sulla faccia, però, suggerisce che non ne sia seriamente allarmato. Piuttosto, non sono proprio domande da farsi a uno come lui che si diverte a pungolare la gente di proposito al solo scopo di dare un po’ di fastidio e attirare l’attenzione altrui. [La buona notizia è che invece che perdere un’intera giornata sui libri, possiamo goderci la bella temperatura odierna passeggiando fra le zone floreali del Castello!] riprende, cominciando a indagare a saltelli fra i banchi e le scaffalature, sereno. Dal canto suo, non vedeva l’ora di avere una buona scusa per bighellonare, quindi questo intermezzo pomeridiano lo sta accogliendo di buon grado, assaporando anche la predisposizione di Mackenzie a fornirgli il proprio supporto in futuro. Deve essere proprio il suo giorno fortunato. Anzi, gli viene in mente che dovrebbe segnarsi la data per giocarsela al lotto. [Comunque la vera investigazione qui è un’altra. Dobbiamo capire chi ti ha presa così in simpatia da dedicare tutto questo tempo a prepararti il mega scherzone. Ha la parvenza di una dichiarazione. Hai qualche idea?] afferma, spostando pericolosamente dei vasi nei pressi della cattedra, di cui ha notato qualche foglia strappata. In effetti a quel punto non ci mette neanche tanto a individuare fra il terriccio un secondo pezzetto di pergamena, che agguanta con aria vittoriosa, sollevandolo sopra la testa come un trofeo e sventolandolo festoso. [E voilà! Sì, lo so, sono un genio. Prego, non c’è di che, puoi tenere a freno gli ormoni!] se la fa e se la canta da solo, trotterellando contemporaneamente verso di lei, per poter prendere un grande respiro e dispiegare quel foglietto pronto a recitarne le indicazioni. Pone le braccia in avanti, come un direttore d’orchestra che sta per dare inizio all’esibizione, e dopo un paio di secondi di religioso silenzio atto a raggiungere l’adeguato livello di pathos, schiude le labbra: [Didcroevrioiinotaovevlinn…] rialza il capo, grattandosi i capelli, confuso. [Eh?] Le iridi indugiano un’altra volta fra le lettere. No, non ci ha capito nulla. Forse è la grafia. Forse improvvisamente si è dimenticato l’inglese. Quindi tirando su con il naso contrariato le porge il messaggio, nella speranza di ricevere delucidazioni direttamente da lei.
    D I D C S C R
    O E V R I I O I I N O T A O
    V E V L I N N

    Peccato che il testo della lettera sia effettivamente quello scandito dal coreano, che per una volta non si è bevuto niente di strano e non si sta inventando qualche cretinata delle sue. Allarga invece le braccia, dondolando la testa come se questo lo aiutasse a smuovere un po’ di polvere fra i neuroni, riattivando quelli dormienti. [Magari mancano delle lettere… o una parte intera da intersecare…] butta lì, perplesso.
  8. .
    Amore 😢
  9. .
    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

    [CHARLIEEEE!!!!] sbraita, facendo tremare le porte dei cubicoli dei bagni. Muove qualche passo avanti e indietro per la passerella in mezzo ad essi, ritornando poi nei pressi di un piccolo calderone in cui è ancora possibile veder sbollentare un intruglio denso dal colore bluastro. [Oh, però, era qui un secondo fa, non può essere andato troppo lontano!] commenta speranzoso alla volta di Jonas. Questi gli lancia di rimando uno sguardo sperduto, prima di alzarsi a sua volta andando a esaminare il cubicolo più vicino. [Se si è buttato di sotto, è andato… a meno di cercarlo per tutto il Lago Nero] replica poi, indicando lo scarico del wc. [Anche. Magari mandiamo un messaggio alle sirene, che ci facciano sapere qualcosa. Dici che sanno leggere l’inglese?] confuso, il giovane coreano non si sta dando per vinto, cercando fantasiose soluzioni al problema intercorso, e dopo una stretta di spalle riprende in pompa magna. [Per me è ancora in circolazione. Guardiamo il soffitto. CHARLIEEEE!].
    Sono al secondo piano. Il bagno dei maschi è improvvisamente diventato un laboratorio di sperimentazione pozionistica, senza un perché, che vede all’opera due giovani ragazzi dal dubbio talento in materia, ma assolutamente entusiasti. Vicino ai lavandini è stato piazzato il pentolone e tutt’intorno sono sparsi gli ingredienti e gli strumenti da lavoro, ma della cavia non v’è più traccia. E’ durante la ricerca di quest’ultima che una lettera scarlatta si infila sotto al portone d’ingresso del locale, andando a picchiettare la spalla destra di Jaemin, che in tutta risposta scaccia il fastidio la mancina, come se stesse allontanando una mosca. [Sta’ cheto] che non vuole mica essere disturbato. [Cazzo, Jae, è una strillettera!] lo avverte Jonas, facendolo voltare in direzione della busta pronta all’esplosione. Rimane per un istante interdetto, ma poi la spintona nuovamente, indisturbato da quella presenza ormai familiare. [E tu urla più forte, allora!]. [Dici che si può?]. [Non so… Scopriamolo!]. Gonfia i polmoni a più non posso, e quando la voce del Vicepreside comincia a tuonare per tutto il piano, i due ragazzi hanno già messo in moto le corde vocali, con le vene del collo in rilievo per lo sforzo e i visi che lentamente assumono la stessa colorazione accesa della missiva. [CHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARLIEEEEEEEEEEE!!!].
    Silenzio in sala, fra gli echi ridondanti.
    […Cos’è che ha detto, poi?].
    [Qualcosa tipo “mio ufficio, subito”].
    [Ma chi?].
    [Boh].
    [Boh].
    Facendo un veloce brainstorming sono arrivati alla conclusione che fosse il caso di recarsi effettivamente all’ufficio di qualcuno, giusto per non lasciare nulla al caso. L’idea di andare dal Vice Preside in persona, poi, è stata suggerita dal fatto che entrambi avessero avuto come un vaghissimo sentore che il timbro fosse proprio il suo, anche se non ci metterebbero le mani sul fuoco. Ma infondo, se qualcosa di così urgente da interrompere un esperimento scientifico è giunta fino a loro, sono piuttosto certi che uno come White ne sia al corrente. Al limite, basterà chiedere lumi proprio a lui. Non che l’asiatico ne sia molto felice, naturalmente. Doversi interfacciare con l’uomo dei suoi incubi è proprio l’ultimo dei suoi desideri, ma purtroppo talvolta anche a lui tocca fare un piccolo sforzo per sopravvivere in quella stupida società dall’autorità stratificata. Giunge con passo incerto e talvolta malfermo. Ma non per la paura, no. E’ che, avendo lasciato a Jonas il compito di ritrovare Charlie, si è dato un obiettivo a propria volta così da non cedere alla noia in quel pellegrinaggio alla volta dei sotterranei: non deve pestare “le righe” di congiunzione fra le pietre che compongono il pavimento. Due avanti, e una indietro, perché sì, gli va di fare anche un piccolo walzer nel mentre, fino a trovarsi di fronte al patib… allo studio del Professore. Ma prima ancora di questo, s’avvede del fondoschiena sodo di KAI, e quindi sosta con le iridi su di lui per alcuni lunghi momenti di contemplazione. “Frocetto”. Il richiamo lo desta dai propri pensieri peccaminosi. [Io non me lo ricordo] cos’abbia fatto per trovarsi lì, e non gli sembra nemmeno così importante farlo, dato che è sicuro ci penserà qualcun altro a ricordarlo per lui. Se non altro quei due non sono sorpresi di vederlo convocato, dunque può facilmente giungere alla conclusione di aver scelto la destinazione corretta. [Che culo…] che vale sia come considerazione su quanto appena scoperto, quanto come complimento verso il belvedere che gli sta di fronte. [Hey, non sono mica l’unico arrapato!] sogghigna malizioso, spostando gli occhi a mandorla sulla patta dei pantaloni di HARRY che sta chiusa per miracolo. [Ma comunque perché siamo q… OOOOUCH!!!] aveva avuto per un attimo la tentazione di domandare direttamente ai colleghi il motivo del colloquio, ma quando gli arriva la sonora spallata dal più grande, ogni suo proposito lascia lo spazio ad una reazione spropositata all’offesa. [Oooouch!!! Wooouch! Non si picchiano gli altri! Sei un violento, lo dico a tua mamma!] insiste, tenendosi la “ferita” e indirizzando un’espressione teatralmente disperata verso BARNES, perché insomma, deve sentirsi in colpa per quel che ha fatto. Poverino, lui è una creatura delicata. Allora. [Mi sento svenire. Parker, mi prendi in braccio?]. Che poi non si sia fatto nulla è un altro discorso, intanto è importante fare la vittima e richiedere le dovutissime attenzioni. Peccato che nessuno abbia la voglia e il tempo di dedicargliere, dato che ormai son già tutti entrati nelle stanze di WHITE (che ha probabilmente assistito a gran parte della sceneggiata), e quindi non gli resta che seguirli con addosso un broncetto da bambino contrariato. [Buongiorno…] affranto, massaggiandosi ancora il braccio leso, mentre ascolta ciò che gli altri hanno da dire. O perlomeno, cercando di farlo. La verità è che la sua concentrazione fa cilecca ad ogni nuovo stimolo, come quel trespolo sulla scrivania, o i quadri appesi alle pareti su cui costruisce mentalmente stralci di vita passata in base alla fisionomia o atteggiamento, o i fogli su cui immagina di poter segnare una “E” per la gioia di tutta la scuola. Si può dire che ha sentito giusto tre o quattro parole in croce, fra cui compare il nome della Professoressa di Trasfigurazioni. [Aaahn… la Huxley…] almeno grazie a questo sta iniziando a capire. […Che ha detto?] o forse no.
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    Palpitazioni
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

    AgitatedFloweryHyrax-size_restricted
    Si era finalmente fatto passare il malumore nonostante lo spostamento verso la prima fila, quando al richiamo nei riguardi di HARRY viene tirato in ballo nuovamente anche lui. Alza allora la testolina, con gli occhi allarmati che si puntano in direzione della PROFESSORESSA, mentre le labbra si premono l'una contro l'altra in un misto di contrarietà e confusione. Shock. Per quanto poco gli interessino le opinioni altrui, per non parlare del proprio rendimento scolastico, il Vicepreside riesce a mettergli addosso un’apprensione persistente e faticosa da scacciar via. Rappresenta, per lui, una sorta di “uomo nero”, o mostro sotto al letto, da cui il suo bimbo interiore scapperebbe volentieri. Per fortuna che si trova ancora nell’aula di Trasfigurazioni, e dunque può provare a non farsi prendere dal panico. Appone una mano davanti a sé sventolandola come se stesse scacciando una mosca, o, nel caso concreto, per togliere ogni dubbio sulle sue buone intenzioni: [...ma perché? Guardi che era solo un esempio! Non sono mai stato con il suo fidanzato!] Serissimo e convinto che il problema sia stato quello di un possibile tradimento, tanto più che la voce, dal volume leggermente più alto del normale (perché a dispetto delle apparenze, la minaccia sta sortendo esattamente l’effetto sperato: fargli venire la strizza all’interno chiappa), si mantiene calma e disponibile ad un dialogo civile. Insomma, sta dando per scontato che si tratti solo di una piccola incomprensione (?), e ci tiene a tranquillizzare la DOCENTE su questo punto, spiegandole il malinteso. D’altronde ci vuole pazienza con gli adulti, a volte fanno fatica a stare al passo con la frenesia mentale dei giovani. Però, adesso che si è prodigato per lei, un minimo di rassicurazione serve pure a lui. [Poi al signor White non piaccio molto, sa? Spesso mi fissa come se meditasse di uccidermi nel sonno. Lei vuole che mi uccida nel sonno, Prof?] o magari meglio da sveglio? Che ansia. D’accordo, la sta facendo un filino troppo melodrammatica con l’intento di far leva sul buon cuore dell’insegnante. O è semplicemente melodrammatico di suo. In ogni caso, fatta la sua doverosa parte sul frangente psicologico, è ora che si predisponga alla pratica del primo esercizio, che fallisce miseramente senza produrre nemmeno uno sbuffo dalla bacchetta. Inutile che ci soffi sopra, o che la sfreghi fra le mani nel tentativo di farla ripartire, la sua sfera permane una sfera. Se non altro, però, le soddisfazioni arrivano da un paio di banchi più in là, con quel pinguino rosa che cattura tutta la sua attenzione spingendolo a muoversi fino ad ALEXIS per poi prendere posto comodamente su di lei senza fare complimenti. Cioè, di complimenti dalla bocca gliene escono forse fin troppi, ma sono tutti indirizzati alla prodezza magica dell’altra, e non alle confidenze che si sta abilmente prendendo in autonomia assieme agli spazi personali della ragazza. [Oh, woah! Sei una volpona, ehn? Hai il fiuto per gli affari?] ribatte, con l’entusiasmo ridestato dalla richiesta di informazioni sul covo segreto, menzionato da lui stesso. Cioè, in pratica, sta facendo tutto da solo come al solito. […Mi piace! Però sai, essendo segreto, mi devi dimostrare che posso fidarmi di questa bella testolina bionda, mi capisci?]. E’ un vero peccato che la conversazione venga presto stroncata dal proseguimento della lezione. Si stava prendendo bene a immaginarsi uno spaccio di pinguini per tutto il castello, e prima di riuscire a concentrarsi nuovamente sugli argomenti accademici ha bisogno di sfogare un po’ di energie giocherellando con tutto ciò che gli capita a tiro, o partorendo fantasie ben poco adeguate all’ambiente appena Marcel gli finisce sotto lo sguardo. Niente di cui il Corvonero non sia stato reso partecipe ormai mesi addietro. Comunque ben presto arriva il suo turno sotto i riflettori dell’intera platea della classe, e quindi è il caso che si dia una regolata e corra ai ripari chiedendo ai colleghi che cosa si suppone che debba andare a fare. KYNTHIA gli dà delle buone vibrazioni, sebbene finisca per incasinargli le idee ancor di più. [Ragni platinati?] le fa eco, infatti, strabuzzando gli occhi e piegando all’ingiù gli angoli della bocca. Non è molto convinto che fosse quello il compito, però… [Sarebbero un bel business pure quelli. Apriamo una gioielleria di ragni a Hogsmead. Oppure una parrucchiera per ragni dalla folta chioma, se preferisci. Ricordamelo quando usciremo da qui]. Al di là delle idee per il dopo scuola, forse è meglio se per l’esercizio si affida alle capacità mnemoniche della sua controparte RAIN, per quanto si atteggi a fronteggiarla come se stesse per sfidarla in un duello all’ultimo sangue, dondolando a gambe aperte e scrutandola con occhi dardeggianti. Per la verità sta semplicemente temporeggiando, divertendosi in attesa che lei lo istruisca sull’incantesimo che poi andrà ad eseguire lui stesso. Peraltro, appena ha le basi per poterlo fare, ci si mette di grande impegno, aggiungendo il suo tocco personale alla struttura di quella povera bestiola partorita dalla bacchetta del coreano (vedi che allora funziona!). Eppur non si muove. Ma come?!? Nella sua testa tutto era studiato alla perfezione, il meccanismo delle ruote collegato a puntino, qual è il problema? “Signor Wan, posso suggerirle che forse se le renne non hanno le ruote c’è un motivo? A parte questo un lavoro più che discreto.” [E’ solo un po’ timida, ha bisogno di una spinta!] prova a indovinare l’inghippo, oltre a fare esattamente ciò che dice, mani sul sederone della renna, iniziando a premere con l’aiuto del busto per imprimere la dovuta propulsione. Purtroppo non può nulla per arginare la vittoria di RAIN, ma la cosa non lo tange affatto. Anzi, è più interessato a capire come migliorare la propria creazione, osservandola da ogni angolazione (anche da sotto), che a disperarsi per la perdita della sfida. E ancora, ritornando al di là del recinto, continua a rimuginare sugli aspetti meccanici del nuovo mezzo di locomozione da proporre a Babbo Natale, tant’è che è la stessa RAIN a riportarlo sul pianeta Terra con il suo richiamo. Lo sguardo inebetito che le rimanda indietro non promette niente di buono, ma lascia che lei si accomodi nel banco che preferisce, andando a sistemarsi esattamente di fronte a lei, in piedi, con le gambe tese e il petto parallelo al ripiano del tavolino. In quella posizione, oltre ad avere il culo sporgente in balia di chiunque gli passi da dietro, la sua testa è talmente vicina a quella della rossa che al minimo movimento inconsulto finirebbero per prendersi una craniata entrambi. Viscini viscini. Con somma gioia della ragazza. [Non ti preoccupare, è tutto sotto controllo!] solleva anche un pollicione mentre distende un sorriso a tratti malizioso. Il che potrebbe far presagire tutto il contrario di una buona condotta. Ti senti meglio, SCAMANDER? Segue ora con gli occhi il movimento della piuma prontamente impugnata dalla collega, tamburellando un motivetto allegro con una mano, prima che entrambe vengano portate a sostenere il mento, regalando una visione in primissimo piano del suo faccione alla concasata che gli sta di fronte. [Oh, sexy!] commenta anche di tanto in tanto, in punti più o meno casuali della tesina di lei, salvo poi afferrare la stessa piuma usata da lei (per forza di cose, dato che le sue cose sono ancora disperse da qualche parte sul fondo dell’aula) e andare a picchiettarsela sulle labbra pensieroso. [Ma quello è il tuo colore naturale o ti fai la tinta? Tra l’altro se ti serve qualcosa contro le doppie punte ho dei prodotti miracolosi che trattiamo in una delle aziende di famiglia]. Ah no, aspettate, deve concentrarsi sulle Trasfigurazioni. Cos’è che ha fatto dieci minuti fa? Carina la calligrafia di questa RAIN, magari potrebbe provare anche lui ad arrotondare un po’ di più il tutto.

    “Diamond Rain Scamander, Serpeverde – Jaemin Wan, Serpeverde.<3

    Prima di oggi non aveva mai compreso, a pieno, la complessa natura che caratterizza questa affascinante materia. L’esercizio svolto con l’ausilio della sfera, è stato più complesso in quanto si trattava della prima volta in assoluto nella quale mi cimentavo in questo tipo di compito. Fortunatamente, durante la mia vita, ho avuto modo, con la mia famiglia, di viaggiare parecchio ed entrare in contatto con diverse specie animali, del più svariato genere. *(Nota a margine: studiatissima. Ma gli animaletti li vivisezionavi anche? *faccina preoccupata*) Questa elemento mi è stato di estremo aiuto nell’immaginare, perfettamente, la forma che gli oggetti avrebbero dovuto assumere, una volta trasfigurati nell’animale decretato in precedenza. Altro aspetto fondamentale è stato l’alto livello di concentrazione che sono riuscita a raggiungere,**(è sempre molto stimolante osservare le persone concentrate, la mia compagna mi è stata di grande ispirazione.) cercando di estraniarmi dal resto del mondo. Il pinguino è stato il successo più grande, nonostante il mio terrore di fargli del male in seguito a una possibile mezza trasfigurazione. ***(Awww, cute!)
    Per quanto riguarda la trasformazione del blocco in una renna e conseguente gara, mi sono trovata a disagio in quanto abituata a lavorare in solitaria, senza distrazioni.****(Io infatti non ho fatto niente) Anche in questo caso, però, l’unica mia preoccupazione era riversata sull’aspetto che la piccola creatura potesse prendere, portandola a soffrire, in caso di un mio errore Questa volta, forse dopo aver preso più confidenza con l’incanto, mi sono focalizzata maggiormente sul movimento della bacchetta che, nonostante tutto, è riuscito più automatico della prima volta.
    La competizione tra le renne, non credo sia degna di nota,*****(Mi permetto di dissentire) visto e considerato che il mio compagno è riuscito nell’intento per metà e, anche se la tecnica poteva essere accettabile, la sua colorata fantasia non ha permesso alla bestiola di raggiungere la meta e sfamarsi, lasciando campo libero a quella trasformata da me. ******(La perdoni, non sa quel che dice!)

    Al contrario della mia eruditissima collega, io, Wan Jaemin, non ho mai avuto molto a che fare con gli animali, perché sporcano e i miei genitori non li volevano in casa. Però mi sono fatto dare degli indizi su come fosse fatto un pinguino delle Galapagos o quello che era, ma mi sono dimenticato la formula. Va detto, a mia discolpa, che chi dà i nomi agli incantesimi dovrebbe cambiare mestiere. Io sono Coreano, è già tanto che so pronunciare correttamente la “R” (mi sono allenato davvero tanto, e sono molto soddisfatto del risultato).
    Nel secondo esercizio, complessivamente, la gara fra renne è stata molto divertente. La mia compagna mi è stata molto d’aiuto e sono contento che abbia vinto la competizione, perché, senza offesa - qui si fanno solo critiche costruttive - ma diversamente da lei, sono bravo a riconoscere il talento degli altri. Anche io ho modestamente dato il meglio di me, dando vita alla mia bellissima RENault, affettuosamente chiamata René, con quattro ruote motrici. La professoressa mi ha anche fatto i complimenti, e ne vado molto fiero, quindi oggi nevicherà. Solo che devo aver sbagliato qualcosa sulla sinergia delle parti muscolari con quelle meccaniche. Forse dovevo farle il cuore a scoppio? Non avevo considerato questa versione del detto “avere il cuore che scoppia”, ma potrebbe essere una rivisitazione interessante. Le farò sapere.


    Deposita la piuma al termine delle sue fatiche, e si potrebbe quasi intuire il fiatone che gli è venuto per lo sforzo. Ma sembra orgoglioso del proprio lavoro, ripiegando finalmente le gambe per potersi concedere il meritatissimo riposo.


    Jaemin Wan – III anno – Serpeverde
    Davanti a RAIN
    Cerca di rabbonirsi KORE per non finire dal Vicepreside, e poi lancia il sasso e nasconde la mano con ALEXIS perché vuole incuriosirla. Progetta cose con KYNTHIA e poi si dà all’esercizio con RAIN, con commenti personali sul suo elaborato e la propria versione degli eventi che lo hanno visto protagonista.
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    Gatto
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

    jaemin-na-jaemin
    L’occhiata di ALEXIS viene percepita dalla sua visuale periferica, subito recettiva nei confronti qualsiasi segnale di attenzione ricevuta. Dunque torna a sollevare un poco la testa, ricambiando per un istante lo sguardo della Grifondoro, interrogativo, prima di venire intercettato dal commento finale di una KENYA a metà fra il confuso e l’intimorito, stante di fianco a lui. Il busto allora si protende in avanti, sbilanciato nella sua direzione, così da poter ruotare il collo e piazzare il suo bel faccione esattamente davanti a quello di lei. Seguono interminabili secondi di suspence, in cui si limita a fissare gli occhioni a mandorla sui suoi, insistente e smanioso di sapere se ha dell’altro da aggiungere sul suo conto, per poi annuire debolmente con il capo e concludere con il proprio personale punto di vista a riguardo: [sexy]. Che non significa proprio niente, ma è tutto ciò che ha da dichiarare, ed è peraltro la stessa identica cosa che riferirà a RAIN a seguito della sua minaccia, a cui apparentemente non è affatto interessato. Saranno anche fattacci suoi se a scuola non riesce a rendere come si conviene, non gli serve una mamma “bis” a fargli la predica. Torna dunque al posto solo per abbandonarlo il minuto successivo, riportando il proprio culetto sodo alla prima fila con l’aria da funerale, ma non prima di averlo spinto indietro in direzione di CARRIE, così da permetterle di apprezzarne meglio la consistenza. Qui tenta di dare prova di grande maestria con la bacchetta (ma quando mai), cercando anche di ricostruire mentalmente la struttura di un pinguino, ma le distrazioni sono dietro l’angolo – anzi, precisamente dietro di sé – sicché finisce per deconcentrarsi e puntellarsi sulle gambe posteriori della sedia, dondolando fino al banco di HARRY. [Ouh, fa parte dell’esercizio!] ribatte fintamente piccato, prima di sfoderare un altro dei suoi migliori sorrisi. [A parte che mi piace il cazzo] ci tiene a sottolineare, abbassando la voce, prima di riportare il peso in avanti e sbattere sul pavimento le zampe anteriori della sua seduta. Ops. Ad ogni modo, con il cervello sovreccitato da tutti gli stimoli che lo circondano, fra balocchi ballerini e animaletti coccolosi, il suo esercizio non fa che rimarcare impietosamente quanto lui sia poco portato per la materia. Tant’è vero che quando si avvicina la PROFESSORESSA a controllare il suo operato, si sente in dovere di cercare un riparo oltre la schiena di SEAN, nascondendoci il viso, pronto a ricevere l’ennesima strigliata. Che però non avviene. [Ah…] ne è sorpreso, mentre riemerge dal suo nascondiglio efficacissimo, occhieggiando la donna incerto. [Yes, madame!] aggiunge però, sollevando il pollice della mancina. Ma… aspetta un attimo! C’è un pinguino rosa su quel banco! Quasi si schiaffeggia con ambe le mani sulle guance, incapace di contenere l'entusiasmo per la visuale celestiale di quell’esserino perfetto sotto qualsiasi aspetto – almeno per quel che ne pensa il coreano, che scatta infatti in piedi, per poter raggiungere ALEXIS appena dopo che la stessa è stata superata dalla docente. [Wooooooah!!!] sospira pure, gesticolando delle vampate d’eccitazione che dal petto salgono verso l’alto, mentre sposta le iridi dall’animale alla sua creatrice alternativamente, incapace di parlare per diversi momenti. [Come hai fatto? E’ fantastico, bellissimo, favoloso, superlativo!] sono solo alcuni dei complimenti che gli vengono alle labbra. Si accascia estasiato, cercando allora un sostegno – sia fisico che emotivo - direttamente sulla GRIFONDORO, cui circonderebbe le spalle con un braccio. [Ne voglio venti! …Me li regali?] chiede facendosi un po’ più piccolo e gonfiando guance e occhioni, ora unicamente rivolti verso la ragazza. [Oppure puoi portarmeli in visita al nostro covo segre…]. Bof. La Huxley ha finito il giro di ricognizione e ha ricominciato a spiegare, quindi gli tocca lasciare in sospeso tutti i suoi affari. Però, già che si trova lì, si mette a sedere direttamente sulle ginocchia della biondina (o per terra se questa dovesse scacciarlo via). Tra l’altro non è che riesca molto a seguire il filo del discorso, perché i suoi occhi e la sua mente sono ancora catalizzati dal pinguino, e inoltre di lì a una manciata di istanti deve spostarsi per l’ennesima volta, portandosi contro il muro. In punizione, tutta la classe. Brutti str… Ah no. E’ per il prossimo esercizio.
    Neanche qui presta la dovuta attenzione, però, perché si perde a giochicchiare con la staccionata, su cui si arrampica svariate volte, prima di puntare gli occhi sulla linea del collo, delle spalle e soprattutto sul culo di Marcel, dal quale non si distaccheranno fino al suo rientro fra i ranghi della squadra, accolto dal sincero giudizio del coreano: [Sei il più figo, saranghae!]. Quindi quando arriva il momento di scendere in campo non ha chiarissimo come debba svolgere il compito. Trasale con un’espressione sperduta sul viso che viene presto portato a fare una panoramica dei colleghi del suo lato, a cominciare da KYNTHIA, la più prossima a lui. [Mica hai capito cosa devo dire?] le domanda, porgendole l’orecchio sinistro, con la stessa mano che va a coprirlo lateralmente, a conchiglia. Dal compagno successivo, invece, si fa dare rapidamente delle dritte sul movimento della bacchetta, iniziando ad incamminarsi all’interno del recinto. Prima di sistemarsi a fronteggiare RAIN, comunque, scrutandola con aria di sfida e teatrale atteggiamento da cowboy pronto alla sparatoria più veloce del West, si gira per un ultimo istante alla volta del proprio team. [Allo’, gioco di squadra: se dovesse partire prima la sua, dateci di falsabuca, Impedimenta, quellochevivieneinmente] che lui non è mica sicuro di spuntarla. La cosa, in generale, non gli procurerebbe grossi disagi. Non è un tipo competitivo, ad eccezione che per le attenzioni di cui è costantemente alla ricerca, sicché di per sé se la prenderebbe pure comoda lasciando alla rossa la corsa per la vittoria. Tuttavia vuole sentirsi ispirato, e cosa c’è di meglio di un po’ di scompiglio casuale per gasarlo come si deve? E poi è stato detto di giocarsela sportivamente. Il gioco di squadra è il fondamento e apice dello sport. Quindi tutto regolarissimo, e ora che ha dato le sue personali istruzioni, può definitivamente concentrarsi sul blocco di legno che ha davanti. Chissà se Kynthia gli ha dato la formula corretta. Boh. Può sempre giocarsi la carta dell’imitazione della ragazza con cui si sta contendendo il successo di questa gara, aspettando di vederla in azione per poi emularla in tutto e per tutto. Specularmente. Visto? È pure intelligente…
    Insomma, è il momento cruciale. I piedi si ancorano bene sul terreno, la mano dominante porta la punta del catalizzatore nei pressi del legno, mentre le sinapsi cercano di convergere i pensieri in un’unica figura. Buoni, lo so a cosa state pensando, ma questa volta è sul pezzo. Partendo dall’impalcatura delle spesse corna, discende sul muso allungato, con grosse narici dalla sommità rossa e luminosa (Rudolf the red nosed reindeer), occhi piccoli e vispi, e una simpatica barbetta verso la parte bassa del collo. Segue la costruzione mentale del corpo massiccio e della codina a sbuffo, per terminare sulle zampe. Solo che qui ha la bellissima pensata di metterci del suo: al posto degli stinchi e degli zoccoli, dalle ginocchia si sviluppano quattro grosse ruote da cross collegate all’albero a gomito che dovrebbe trasferirne l’energia del movimento contemporaneamente a tutte e quattro le estremità. E’ talmente fiero del suo lavoro d’alta ingegneria (?) che si appresta a disegnare un’enorme W con la punta della bacchetta, articolando [Rangifer platyrhynchus] con trasporto e enfasi.

    Jaemin Wan – III anno – Serpeverde
    Vicino a Sean - davanti a Harry
    La prima parte è un veloce recap dell’interrogazione e del primo esercizio, durante i quali interagisce brevemente con: ALEXIS, KENYA, RAIN, CARRIE, HARRY, KORE.
    Dopodiché si sposta vicino alla parete di destra, gioca con la staccionata, interagisce con TUTTA LA SQUADRA (direttamente con KYNTHIA) e infine si butta nel tentativo del secondo esercizio su cui però lavora di fantasia, perché sì.


    Edited by Personaggio casuale - 16/12/2022, 22:41
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    Posso essere biondo anche io! Metto subito in programma la tinta.
79 replies since 10/6/2022
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